Sei mesi. Sei mesi che Kellin non vedeva Vic. Sei mesi decisamente pessimi.

Kellin aveva approfittato della lontananza sia da Vic che da sua moglie per schiarirsi le idee.

Con Katelynne le cose non andavano per niente bene, lui non stava bene. Amava la figlia che Kat gli aveva dato, con tutto il suo cuore, ma sentiva di non amare per nulla la donna che aveva sposato. Non aveva detto niente prima, per paura forse. Non voleva perdere Katelynne, teneva tantissimo a lei, ma non così tanto da arrivare ad amarla. Lui amava Victor Vincent Fuentes. E, tralasciando la moglie, nessuno sapeva di questi sentimenti riservati al messicano.

Quando il cantante degli Sleeping With Sirens si decise a parlare, Katelynne non ne fu molto sorpresa. A dir la verità nemmeno se la prese con lui, ormai da tempo aveva capito che i suoi sentimenti per Kellin non erano ricambiati e quindi cerco in tutti i modi di non far pesare questa cosa al marito, capendo quanto fosse stato difficile per lui ammettere ogni cosa.

Ora Kellin si trovava in tour, per così dire. La sua mente era da tutt'altra parte, i suoi pensieri riguardavano solo una persona, Victor.

Ma soprattutto, Kellin Quinn, non vedeva l'ora di partecipare all'imminente Warped Tour con la sua band.

Voleva confessare tutto lì, dove si erano incontrati la prima volta, dove tutto ebbe inizio.

Aveva paura, molta paura. Il Victor di sei mesi fa non perdeva occasioni con le ragazze. Da quel che ricordava, dopo i concerti, se ne portava in camerino due o tre alla volta. Era terrorizzato all'idea di un suo rifiuto, ma non si scoraggiò. Nella sua mente balenarono tutti quei piccoli momenti in cui Vic gli aveva dimostrato di tenere a lui, tanto quanto lui teneva a Vic. Il che era davvero tanto.

Gli Sleeping With Sirens sarebbero arrivati al Warped Tour tra una settimana, mancavano poche date al loro tour e lui già cominciava ad agitarsi.

Sveglia. Colazione. Tour per la città. Pranzo. Prove. Cena. Concerto.

Gli ultimi giorni passarono esattamente così, sette giorni completamente identici. Kellin era stanco, come tutti gli altri componenti della band del resto. Non solo Kellin desiderava l'inizio del Warped Tour, ma anche i suoi compagni. Avrebbero così avuto la possibilità di rincontrare amici che non vedevano da mesi, di stringere nuove amicizie e di fare casino tutta la notte, tornando così degli adolescenti in cerca di nuove esperienze.

Proprio ora si stavano dirigendo con il loro tour bus al luogo del primo concerto che avrebbero svolto assieme alle altre bands, dando vita così al rinomato Warped Tour.

“Kellin, siamo quasi arrivati, ti sei vestito?” la voce di Gabe lo raggiunse, facendogli ricordare che si trovava ancora solamente con indosso i boxer e che avrebbe fatto meglio a vestirsi velocemente.

“Si.. no, cioè.. me ne sono scordato, ora mi vesto.” rispose di rimando il cantante, saltando giù dalla sua branda e afferrando tra le mani una maglia della Anthem Made e un paio di jeans molto attilati, come suo solito. Fece in tempo appena a vestirsi che il bus si fermó. Spalancó gli occhi e si bloccó, entrando completamente in panico. Non si accorse che Justin lo stava fissando con uno sguardo curioso e preoccupato nello stesso tempo. 
"Kells, ti senti bene? Sei strano ultimamente." il moro, ignorandolo completamente, camminó svelto verso l'uscita e scappó fuori, sotto lo sguardo perplesso dei suoi amici. 
Non sapeva cosa dire, o cosa fare, una volta davanti a Victor. Preferì quindi nascondersi sotto il primo tendone che trovó, utilizzato per le Acoustic Live Session della maggior parte delle bands. 
Si sedette in un angolo, prendendosi la testa tra le mani e inizió a pensare a quali fossero le parole migliori per confessare al suo amato ció che provava. 
Rimase lì per dieci minuti buoni e poi si alzó di scatto, uscendo dal tendone arancione ed essendo deciso ad essere il più diretto possibile. 
Camminava in giro senza guardarsi attorno e colpendó così involontariamente alcuni manager, a cui poi rivolgeva un distratto 'scusa'.
Allungó lo sguardo verso i vari tour bus, cercando disperatamente quello dei Pierce The Veil, che trovó poco dopo. 
Si mise letteralmente a correre verso quel bus ed arrivó di fronte a questo più in fretta di quanto in realtà sperasse. Rimase ad osservare per qualche istante la porta, prendendo più coraggio possibile. Senza quasi accorgersene si ritrovó poi a sbattere il suo pugno contro il metallo della vettura. Continuando a bussare con insistenza non si rese conto che il suo pugno finì nel petto di qualcuno e, quando ci fece caso, speró con tutto sé stesso che quel qualcuno non fosse Vic. 
Fortunatamente era solo suo fratello, Mike, che aveva un gran sorriso stampato sul viso.
"Kellin! Quanto tempo, amico, come stai?" non aveva tempo di chiaccherare con il piccolo Fuentes, doveva parlare con il fratello maggiore, assolutamente. 
"Scusa Mike, non vorrei essere scortese, ma ho assoluto bisogno di tuo fratello." parló con un tono di voce più gentile possibile e Mike lo osservó attentamente, nascondendo un ghigno. 
"É arrivata l'ora della dichiarazione?" 
"Sì! Cioé.. no, cos'hai capito, devo solo parlargli." stava decisamente impazzendo ed era alquanto imbarazzato, infatti le sue guance si tinsero subito di un rosso leggero.
"Oh Kellin, non mentirmi, siete pazzi l'uno dell'altro. Vic sta sul palco per alcune prove con Jeremy, buona fortuna." il cantante degli Sleeping With Sirens, senza nemmeno salutare il povero Mike, si voltó e camminó a passo veloce verso il palco, salì i pochi scalini che lo dividevano dal suo Vic. 
Ed eccolo lì. Con il suo classico cappellino sui capelli ed una di quelle inguardabili cannottiere tutte colorate. E naturalmente con il suo fantastico sorriso sulle labbra. 
"Victor." quel nome uscì spontaneo dalla bocca di Kellin, trovandosi subito dopo osservato sia dal messicano che da Jeremy, il cantante degli A Day To Remember. 
"Kellin!" il sorriso dell'ormai trentenne si amplió a dismisura, raggiungendo con pochi passi il suo amico Kellin e fiondandosi senza esitazione tra le braccia di quest'ultimo, stringendolo in un abbraccio. "Mi sei mancato." 
Rimasero abbracciati a lungo e Kellin afferó poi la mano di Victor, tascinandolo così giù dal palco e successivamente in mezzo a tutti i tour bus parcheggiati nel prato.
"Okay, devo parlarti." esclamó subito il più piccolo dei due, togliendo così la possibilità all'altro di poter fare domande. Vic lo guardava con un'espressione molto confusa e speranzosa, forse? 
"Allora, ecco.. é molto difficile da dire per me.. ma.." si bloccó, non riuscendo a proseguire e abbassó lo sguardo a terra, troppo in imbarazzo per tenerlo negli occhi color nocciola che tanto adorava. 
"Ma..? Su Kells, niente é impossibile." intervenne lui, accennando una piccola risata e facendo così rialzare lo sguardo all'amico. 
"Va bene, saró diretto." fece un grande respiro, riempendo i polmoni e poi fece un passo verso la magra figura di Vic, posó le mani sulle braccia di questo e gli diede una leggera spinta, facendo così aderire la sua schiena ad un bus qualunque. Il cantante dei Pierce The Veil era più confuso che mai e lo fu ancora di più quando le labbra di Kellin si posarono delicate sulle sue. Vic non si tiró certamente indietro e ricambió il bacio, cingendo i fianchi del ragazzo davanti a sé con entrambe le braccia, facendo così avvicinare maggiormente i loro corpi. 
Quando entrambi, svogliatamente, si staccarono l'uno dalle labbra dell'altro, il primo a prende parola fu Victor. 
"E questo? A cosa lo devo?" sussuró quelle parole, rimanendo accanto al viso di Kellin e tenendo un piccolo sorriso. 
"Al fatto che mi piaci da morire, probabilmente. E che desideravo farlo dalla prima volta in cui ti ho visto." rispose subito Kellin, tenendo la voce bassa, così che solo Victor potesse sentire quella piccola e segreta confessione. 
"Beh, mi vedo costretto a rispondere così." affermó il messicano prima di premere nuovamente le labbra su quelle di Kellin e prolungare  bacio fino a che non furono interrotti da Mike e Gabe, impegnati ad applaudire.
"Finalmente! Lo sapevamo noi."
dissero loro tutti felici. Felici probabilmente perché non avrebbero dovuto più sopportare i loro rispettivi compagni che spesso erano pensierosi o agitati. 
Vic prese la mano a Kellin, deciso a non lasciarla per nessuna ragione al mondo, ed entrambi si incamminarono per chi sa dove, ignorando i due curiosi e scoppiando a ridere una volta che non furono più a portata d'orecchio.
Kellin era felice. Victor era felice.
Entrambi i cantanti pensarono che quello sarebbe stato il Tour migliore di sempre. 
E si allontanarono per qualche ora da occhi non voluti e rumori inutili, per stare da soli. Ma soprattutto, per stare da soli insieme.

Spazio autrice: 
Beh, allora, che dire.. questa è la mia prima OS e quindi mi piacerebbe sentire un parere.
Accetto critiche, ovviamente, purchè non siano cose tipo 'fa schifo'. Date una motivazione perlomeno!
I consigli sono più che desiderati, in quanto potrebbero aiutarmi molto.
Quindi, aiuto, vi lascio, e vi ringrazio in anticipo per essere arrivati fino a questo punto.