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Autore: Beads and Flowers    10/08/2014    2 recensioni
"Io resterò qui, né viva né morta,
Senza l’oro delle labbra
Senza fiore e senza Storia
Che cosa voglio?
Il grano ride e di me non si cura.
Cercando di svegliarsi la Luna
Non ricorda che i suoi sogni."
Una poesia piuttosto lunghetta, forse la più lunga che abbia mai scritto. Tuttavia, è molto bella (e chi mi conosce sa che è praticamente impossibile farmi dire qualcosa del genere quando si parla dei miei scritti). Spero vi piaccia, e che abbiate tempo per leggerla, magari recensirla.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono Stata

 
 
Che cosa voglio?
Senza cibo e senza acqua,
Senza fiore e senza Storia,
Senza il bronzo delle bare,
Senza l’oro delle labbra,
Nascendo da una carta
Pallida, macchiata di febbre,
I cipressi guardano il Sole.
 
E guardano me, tremante,
Senza vita e senza nuvole,
Nel cielo che non ha colore.
La carta non nascerà più
E la magia morirà nel canto
Dei cipressi sepolti nelle bare.
Che cosa voglio?
 
La spuma corre nel vento
E ride con i fiori nel frutteto
Rinnegando il mare padrone:
Ora le onde sono libere di volare
E nascono, nuove, vive, qui.
Cuore mio! Cenere di frutti
Che privi di alcun significato,
Senza cibo e senza acqua,
Nascono nei loro frutteti
E danno gabbie alle mie fenici.
 
Danzate, danzate, fate sorelle!
Il Sole ride con la spuma marina
E ridendo muore oltre i monti.
Ora è giunta l’ora della sera;
Nei vulcani si sciolgono le stelle.
Le pietre nascono dalla carta,
Immortali, ci dicono addio
E vanno a salutare il tramonto.
 
Io resterò qui, né viva né morta,
Senza l’oro delle labbra
Senza fiore e senza Storia
Che cosa voglio?
Il grano ride e di me non si cura.
Cercando di svegliarsi la Luna
Non ricorda che i suoi sogni.
 
Ora guardo le stelle nei vulcani
E non so che cosa voglio.
I cipressi sono morti nelle bare,
Ride e muore il Sole oltre i monti,
Cuore mio, cenere di frutti
Che privi di alcun significato
Danno gabbie alle mie fenici.
No, non voglio la loro libertà
Non voglio cibo o acqua
Né il bronzo delle bare,
Né l’oro delle labbra.
Che cosa voglio?




Note:
Vi prego di perdonare quelle terribile licenze poetiche (sono troppe e troppo evidenti, lo so) che ho deciso di sfruttare. Sì, lo so, 'il bronze delle bare' suona malissimo: il problema è che inizialmente avevo scritto 'cofani', perché tendevo a confondermi con l'Inglese 'coffins'. Inoltre, e questo è ancora più grave, quel terrificante 'senza acqua'. Lo so, perdonatemi, è orrendo, ma un apostrofo avrebbe rovinato l'effetto che cercavo. Spero vada bene comunque, e spero davvero che vi sia piaciuta.
   
 
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