Sono Stata
Che cosa voglio?
Senza cibo e senza acqua,
Senza fiore e senza Storia,
Senza il bronzo delle bare,
Senza l’oro delle labbra,
Nascendo da una carta
Pallida, macchiata di febbre,
I cipressi guardano il Sole.
E guardano me, tremante,
Senza vita e senza nuvole,
Nel cielo che non ha colore.
La carta non nascerà più
E la magia morirà nel canto
Dei cipressi sepolti nelle bare.
Che cosa voglio?
La spuma corre nel vento
E ride con i fiori nel frutteto
Rinnegando il mare padrone:
Ora le onde sono libere di volare
E nascono, nuove, vive, qui.
Cuore mio! Cenere di frutti
Che privi di alcun significato,
Senza cibo e senza acqua,
Nascono nei loro frutteti
E danno gabbie alle mie fenici.
Danzate, danzate, fate sorelle!
Il Sole ride con la spuma marina
E ridendo muore oltre i monti.
Ora è giunta l’ora della sera;
Nei vulcani si sciolgono le stelle.
Le pietre nascono dalla carta,
Immortali, ci dicono addio
E vanno a salutare il tramonto.
Io resterò qui, né viva né morta,
Senza l’oro delle labbra
Senza fiore e senza Storia
Che cosa voglio?
Il grano ride e di me non si cura.
Cercando di svegliarsi la Luna
Non ricorda che i suoi sogni.
Ora guardo le stelle nei vulcani
E non so che cosa voglio.
I cipressi sono morti nelle bare,
Ride e muore il Sole oltre i monti,
Cuore mio, cenere di frutti
Che privi di alcun significato
Danno gabbie alle mie fenici.
No, non voglio la loro libertà
Non voglio cibo o acqua
Né il bronzo delle bare,
Né l’oro delle labbra.
Che cosa voglio?
Note:
Vi prego di perdonare quelle terribile licenze poetiche (sono troppe e troppo evidenti, lo so) che ho deciso di sfruttare. Sì, lo so, 'il bronze delle bare' suona malissimo: il problema è che inizialmente avevo scritto 'cofani', perché tendevo a confondermi con l'Inglese 'coffins'. Inoltre, e questo è ancora più grave, quel terrificante 'senza acqua'. Lo so, perdonatemi, è orrendo, ma un apostrofo avrebbe rovinato l'effetto che cercavo. Spero vada bene comunque, e spero davvero che vi sia piaciuta.