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Autore: Puerto Rican Jane    11/08/2014    4 recensioni
Marzo 1967, New Jersey. Una giovane ragazza con problemi economici e familiari, in cerca di un amore per ribellarsi. Un ragazzo con un grande sogno da realizzare. Entrambi accumunati dalla voglia di scappare dalla città di perdenti in cui vivono.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EPILOGO
 
Si trovava di nuovo su quel piccolo e scuro palco. Aveva di nuovo una chitarra tra le mani, comprata con i soldi guadagnati lavorando in fabbrica. Ricordava con dolore quei giorni. Si era ritrovato sommerso da bollette e affitti arretrati, rate e debiti, aveva seriamente creduto di non farcela, aveva seriamente pensato di mettere fine a tutto con un unico e terribile gesto. Era stato un periodo oscuro. Ma poi un piccolo raggio di luce era comparso. Era comparso filtrando attraverso le corde della vecchia Fender che aveva avuto a diciotto anni, ritrovata per caso a casa dei suoi genitori. Periodicamente tornava in quel vecchio edificio, ogni volta andava in perlustrazione nella sua vecchia stanza e nella soffitta, circondandosi di vecchie memorie. Era proprio lì che l’aveva ritrovata, nel posto in cui l’aveva lasciata poco prima di quella giornata di svolta, il suo precoce ed avventato matrimonio. Cercava di pensare il meno possibile al passato, ma spesso i ricordi lo incatenavano di nuovo. E quelli erano momenti frustranti, momenti di “se” e di “ma”, momenti di insicurezza, momenti in cui sentiva anni e anni rovinargli violentemente sulle spalle. Ma la musica, quell’arte divina superiore ad ogni altra, la migliore creazione che un essere così imperfetto come l’uomo potesse creare, era tornata a salvarlo.
Ora era di nuovo su quel palco. Accostò l’armonica a bocca al microfono polveroso. Un attimo di panico, l’attimo che precede il salto, l’attimo in cui la tua testa è vuota e il tuo cuore batte così forte che lo senti pulsare nelle orecchie. Lasciò vagare lo sguardo sul pubblico: visi così diversi, visi in attesa. Un sorridente uomo grande e grosso di colore, un uomo con una bandana in testa dall’aria spavalda, un ragazzo da una folta chioma bionda con un espressione audace sul volto, una donna dai ricci capelli rossi…
Fece scivolare delicatamente il plettro sulle corde della chitarra, suonando il primo accordo. Prese un respiro e cominciò a soffiare nell’armonica. Era una canzone nuova, scritta da poco. Una canzone che parlava di speranza e libertà. L’aveva chiamata “Thunder road”.
 
Si concesse una birra una volta finita l’esibizione: sembravano passati anni dall’ultima volta che ne aveva bevuta una. Gli riportò alla mente ricordi amari della sua ex moglie: esattamente in quel bar molti anni prima…
Non poteva dire di aver dimenticato, non lo voleva, d’altronde. Quei ricordi erano parte di lui, l’avevano cambiato, l’avevano fatto soffrire, ma non per questo voleva eliminarli. Erano la sua forza: gli ricordavano i sacrifici che aveva fatto, quanto aveva sudato, e come, alla fine, era riuscito un po’ alla volta a rialzarsi, tenendo alta la testa.
Riusciva a vedere suo figlio Joseph regolarmente. Non quanto avrebbe voluto, ma andava bene. Era la sua più grande gioia, la sua più grande fonte di orgoglio. Gli aveva insegnato a suonare la chitarra: aveva un grande talento. Lo portava a pescare e, a volte, quando il lavoro lo permetteva, anche alle giostre.
«Sei stato formidabile prima. Hai veramente talento. Quella canzone era semplicemente fantastica. Come mai non ho sentito parlare prima di te?»
Una donna si era avvicinata, sedendosi su una sedia al suo fianco. Aveva un viso sottile, dolce, incorniciato da una chioma di vispi capelli ramati; due profondi pozzi verdi completavano il quadro. Il suo corpo era flessuoso, nascosto da una maglietta dei Blondie e da una gonna di pelle nera a vita alta.
«Me ne stavo nascosto, aspettavo il momento giusto per sfondare. Io mi chiamo Bruce.»
«Piacere, Patti» disse lei sorridendo, tendendogli la mano.
Aveva sempre preferito le rosse.
 
 
*angolo autrice*
Non ci posso credere. L’ho finita. Dopo DUE anni, ho messo la parole fine. Ora se volete potete ingiuriare contro di me e tirarmi pomodori: lo so, lo so, sono più lenta di Steven Moffat a scrivere le sceneggiature di Sherlock. Il problema è che sono l’essere più pigro che sia mai comparso sulla terra. Ma mi consolo pensando “meglio tardi che mai”. Come avete visto, per quanto ami i finali tragici, amo di più Bruce, non sopportavo di vederlo sconfitto, anche se solo sulla carta. So che Patti Scialfa in quanto contesto storico e periodo non c’entra una cippa, ma… quella donna va bene ovunque. E’ comunque un mito.
Sono veramente felice di aver finito finalmente questa fanfic, è una vera liberazione: non in senso negativo, ma per il fatto di aver finalmente portato a termine quest’impresa. Grazie a questa storia ho conosciuto persone meravigliose con la passione per Bruce Springsteen e per la scrittura, e non posso che esserne felice Le vostre parole di incoraggiamento, le vostre recensioni mi hanno aiutato più di quanto possiate immaginare, e vi sono estremamente grata. Ringrazio tutte coloro che hanno recensito: redbullholic, KimLennox, korg, Sun_, Old yellow bricks, Goin_down, MagicRat, LovingHimWasRed, Love me always; un ringraziamento particolare va a Mary_the barefoot girl, che mi ha sempre supportato (e sopportato) e, naturalmente, a trentatrenocidicocco: si dovrebbe fare non una statua, ma una cattedrale per questa ragazza.

Grazie, grazie infinte a tutte. Molte di loro scrivono fanfic sul boss: date un’occhiata alle loro pagine, meritano veramente. E a proposito di questo, so di essere terribilmente in ritardo anche nel leggere i nuovi capitoli di molte storie e nel recensire: vi prometto che pian piano mi metterò al passo.
Già che sono qua ne approfitto per fare un paio di “annunci”: il primo è che  non so quando e in un tempo indeterminato revisionerò i primi capitoli di questa fanfic (almeno fino al sesto), perché hanno seriamente bisogno di una sistemata. Ovvero sono osceni. Ma probabilmente continuerò a scrivere qualche One shot ispirata alle canzoni del Boss.
Il secondo, che però non riguarda Bruce, è che probabilmente comincerò una raccolta di gialli/thriller con protagonisti John e Sherlock (BBC), di cui ho già scritto la prima “avventura”: non so bene dove andrà a parare, ma voglio provare. Vi lascio il link se vi può interessare.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2760977&i=1 Ora vi saluto, anche se è davvero triste per me mettere la parola fine a questa avventura.
Baci, alla prossima,
 
PRJ
  
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