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Autore: Siraka    12/08/2014    5 recensioni
Nel giorno in cui N sembra aver finalmente trovato l'occasione per parlare dei suoi sentimenti a Leo , si ritrova a dover lavorare con un rapper di nome Ravi, a parer suo egocentrico e antipatico. Ma dopo del tempo passato insieme N capisce di aver avuto troppi pregiudizi sul suo modello..... Come sarà veramente Ravi? Quale sarà il suo vero io sotto quel velo di apparenza?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: N, Ravi, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Ciao Leo!>>
Lui si girò e mi guardò per poi fare un cenno con la mano. Come al solito non accennò nemmeno ad un sorriso. Aveva la solita espressione seria e severa di tutti i giorni ma forse era proprio per questo motivo che mi ero preso una cotta per lui. 
Lo vidi avviarsi in classe così lo seguii da lontano come uno stalker.
Frequentavamo lo stesso corso di arte quindi il fatto di seguirlo da lontano era diventata una cosa normale per me. In classe non mi aveva mai degnato di uno sguardo se non per i lavori di gruppo o di coppia. Ero sempre io a salutarlo. Il fatto è che ho sempre avuto paura di rivolgergli la parola o di dirgli quello che provavo quindi mi accontentavo di salutarlo a inizio e fine lezione nel modo più naturale che conoscevo.
Appena entrati il professore ci diede un nuovo compito: << Bene ragazzi. Oggi, come vi avevo già annunciato, proverete una copia dal vero di un essere umano seduto davanti a voi>>
<< Cioè dobbiamo fare un ritratto in coppia, in poche parole>> disse subito il mio compagno, nonché migliore amico Hyuk, l'unico in grado di capire i paroloni del prof.
<< Si signor "sintetizzatore">> così l'aveva soprannominato lui. 
Ero ansioso di chiedere a Leo di farmi da modello anche se speravo che fosse lui a venire da me a chiedermelo, però sapevo che non l'avrebbe fatto. Volevo provare a dirgli quello che sentivo per lui e questa sarebbe una buona opportunità dato che avremmo avuto un'aula solo per noi.
<< Però ragazzi ho notato che se vi mettessi a coppie uno dei due non farebbe il compito così ho deciso che non lo farete a coppie>>
Che cosa?! Avevo tanto atteso questo momento solo per mettermi in coppia con lui e ora questo qui mi cambia i piani? Eh no, non lo accetto. 
<< Ho deciso di prendere i modelli da un'altra classe, ossia quella di musica, ora li faccio entrare e ve li assegno secondo le vostre capacità>>
Il professore aprì la porta e fece entrare i ragazzi dell'altra classe, poi assegnò ad ognuno di noi un modello. Come al solito, mi lasciò per ultimo insieme a Leo. 
<< Sono rimasti solo due modelli. Hakyeon vuoi scegliere tu o lascio scegliere Taekwoon?>>
Lasciai scegliere a lui e alla fine mi beccai l'ultimo rimasto. Era un ragazzo poco più alto di me con dei capelli sul biondo chiaro, tendente al bianco, due occhi scurissimi e un sorriso malandrino. Si presentò subito << Hey rosso, io sono Wonshik>> 
Iniziamo subito con una battuta stupida, eh? Pensai irritato.
<< Io sono Hakyeon>>
Il professore ci diede l'aula dove poter lavorare e io preparai subito l'occorrente per procedere. Misi la tela sul cavalletto, poi misi dei teli sul pavimento in caso facessi cadere qualcosa, che per altro avveniva spesso. Poi posizionai una sedia al centro della sala dove la luce era migliore. << Prego Wonshik accomodati>> dissi cercando di essere più gentile possibile.
<< Dai rosso, chiamami Ravi!>>
Lo stavo per strozzare: perché se la prendeva con i miei capelli? Ma soprattutto da dove la prende tutta questa sfacciataggine? Cercando di rimanere calmo gli dissi: << Ti dispiacerebbe non chiamarmi così? Chiamami N>>
Il suo viso s' illuminò.
<< Ok N. Posso farti solo una piccola domanda?>>
<< Certo>>
<< Ma ti é caduta la tempera sui capelli?>>
Ok, ora vado lì e lo strozzo con tutta la forza che ho. Era la seconda battuta stupida in una giornata.
<< Mi farebbe piacere se tu adesso ti sedessi qui, nella posizione che preferisci, e mi lasciassi lavorare tranquillo>> dissi in tono semi tranquillo con un finto sorriso sulla faccia. Con mia gran sorpresa si sedette senza fare storie e si mise a braccia conserte e con un piede dietro la gamba della sedia, la faccia a tre quarti senza sorriso. Iniziai il mio lavoro. Dopo tre quarti d'ora gli chiesi se voleva fare una pausa ma lui rifiutò, allora continuai. Nella sala regnava il silenzio finché Ravi non si mise a canticchiare. Era un nel motivo così mi fermai ad ascoltarlo ma quando si accorse che non stavo più lavorando si fermò. << Ti sto disturbando?>>
<< No no, continua, è carino>>
Allora continuò e vidi il suo viso rilassarsi e accennare un sorriso malandrino. Cominciai a creare la bozza del viso e solo in quel momento mi accorsi di quanto fosse bello: era ovale con forme ben delineate dalle ombre, gli occhi intensi e le guance formavano delle fossette poco evidenti quando sorrideva. Il tutto rendeva l'idea che fosse il tipico furbo che ama prendere in giro gli altri. Però aveva un non so che di... Speciale. Cominciai a sentire il cuore battere e la faccia andare a fuoco. Che mi stava succedendo? Per levarmi quelle sensazioni di dosso cominciai a fargli delle domande.
<< Allora... Tu sei nella classe di musica, giusto?>>
<< Che perspicacia che hai!>> rise.
Terza battuta stupida, mantieni il controllo Hakyeon, per carità.
<< In cosa ti diletti?>>
<>
Perfetto! Io odiavo il rap e tra tutti proprio lui mi doveva capitare. Feci una faccia un po' disgustata.
<< Non ti piace il rap, ho indovinato?>> la sua faccia si fece cupa anche se continuò a mantenere il sorriso.
<< Non è il mio genere>>
<< Forse hai solo sbagliato canzoni. La prossima volta ti canto qualcosa, ok?>>
Il mio cuore cominciò a palpitare ancora più veloce.
<< O-ok>>
Passò un ora e mezza. Gli chiesi se voleva sgranchirsi un po' le gambe e lui annuì. Si alzò e si mise a passeggiare canticchiando. Io presi la mia bottiglietta e bevvi un sorso d'acqua quando all'improvviso due braccia sbucarono dal nulla e mi cinsero le spalle mentre la sua testa era vicino alla mia. Io stavo andando a fuoco mentre il mio cuore stava per esplodere. 
<< Quello sgorbio sarei io?>>
<< Ma... ma siamo solo all'inizio. Questa é la bozza>> protestai in mia difesa. << Hey, scherzavo. Ti sta venendo bene>> 
Mi sentii onorato, non pensavo fosse capace di fare complimenti. 
<< Quanto tempo hai per finirlo?>>
<< Fino a fine mese, perché?>>
<< Per sapere, così mi organizzo>>
Chissà cosa deve organizzare. Non chiesi per paura di essere troppo invadente. Alla fine delle due ore, riordinai tutto, mi organizzai con Ravi per la prossima seduta e infine lo salutai per poi chiudere l'aula e tornare a casa.
Ripensai a ciò che mi era successo mentre ero in sua compagnia. Erano le stesse sensazioni che provavo per Leo, solo più intense. Questo vuol dire che.... No, io non avevo una cotta per quel Wonshik. Il nostro rapporto era strettamente personale, giusto?

 << Ma dov'è finito?>> 
Le lezioni erano finite e lui ancora non arrivava. Avevo già sistemato la roba e lo stavo aspettando da 5 minuti. Sentii dei passi goffi e veloci per poi vederlo arrivare. Era rimasto senza fiato. 
<< Hai corso?>>
<< No, ho dimenticato il fiato a casa. Certo che ho corso>> disse in tono scherzoso. Mi stava già salendo la rabbia, odiavo quelle battute. Riprese fiato e si sedette al solito posto, io ero già in posizione per ritirarlo. Cominciai subito con lavoro stavolta abbozzando anche il busto e le braccia. Notai la massa muscolare abbondante dato che indossava una maglietta attillata azzurra. Come l'altra volta si mise a canticchiare. Provai a conoscerlo un po' meglio per dare al ritratto un po' più di vita.
<< Allora Wonshik ... >>
<< Chiamami Ravi>>
<< Ok Ravi... Quali sono i tuoi interessi?>>
Ci riflette un po' poi disse:<< Io amo la musica, specialmente rap>>
<< Quindi tu sei uno di quei rapper che cantano quanto il mondo sia corrotto?>> 
<< Non proprio. Cioè si anche quello, però preferisco cantare canzoni d'amore reppando>>
Wow, non me lo sarei mai aspettato da uno come lui.
<< Sei mai stato innamorato?>>
<< Mi stai sottoponendo ad un interrogatorio?>>
Ops, forse avevo fatto troppe domande tutti insieme.
<< No è solo che voglio conoscerti meglio per il ritratto>> dissi subito per scolparmi. Lui rise.
<< Comunque sì>>
<< Come si chiamava? >>
Ok, forse questa domanda era troppo riservata. In effetti a che mi serviva sapere come si chiamava quella persona?
<< Si chiama Hongbin, frequenta il mio corso di musica>>
Mi prese la stretta al cuore. Sentii un pizzico di gelosia salirmi. Ma perché sarei dovuto essere geloso? 
<< Siamo stati insieme un anno, poi ci siamo lasciati>>
Non so perché ma mi sentì sollevato.
<< Come mai? >>
Mi guardò con aria confusa, questa domanda forse era troppo riservata.
Mi sentii in imbarazzo.
<< Scusa, se non vuoi rispondere ne hai tutto il diritto>>
<< Non ti preoccupare, comunque ci siamo lasciati perché non eravamo fatti l'uno per l'altro, tutto qui>>
Nei suoi occhi vidi una scintilla di tristezza che lui cercò di nascondere sotto un falso sorriso. 
<< Ma ora parliamo di te>>
Questa frase mi mise subito in allerta: cosa voleva sapere?
<< Ti piace qualcuno?>>
Mi affrettai a rispondere: << N-no... Figurati se mi piace qualcuno>>
Perché stavo mentendo? Cosa c'era di male a dire che mi piaceva Leo?
<< Guarda che ho visto come guardarvi quel tuo compagno, Taekwoon, non c'è bisogno che tu mi menta>> 
Come aveva fatto a capirlo? Si vedeva così tanto? Arrossii e mi nascosi dietro la tela. Sentii la sua risata riempire la stanza.
<< Sono un genio in queste cose>>
Vedo che una delle sue qualità non era la modestia. 
Dopo un'ora gli chiesi se voleva fare una pausa. Lui annuì. Ci alzammo e ci sgranchimmo le gambe. Avevo portato dei biscotti in caso avessimo fame a quanto pare nessuno dei due volle mangiarli. 
<< N vieni qui>> mi chiamò Ravi. Mi avvicinai e lui mi fece cenno di sedermi. Cosa aveva intenzione di fare? 
<< Avevo detto che ti avrei cantato una canzone per farti cambiare idea sul rap>> Non ci potevo credere: si stava permettere a cantare una canzone rap. Mi chiesi quanto sarebbe durato supplizio. Subito mise il sottofondo, che non era niente male, poi comincio a reppare. In un attimo tutti i miei pregiudizi sul rap svanirono: la canzone era dolce, melodica e aveva un bellissimo testo. Inoltre Ravi aveva una voce molto bella e anche se era un rap, mi colpì molto. Il tempo passò velocemente mentre ascoltavo la sua voce e sentii il mio battito cardiaco aumentare. Finita la canzone mi chiese se mi era piaciuta. Io annuii 
per poi riprendere da dove c'eravamo fermati. Mentre lo ritraevo continuavamo a parlare di qualsiasi cosa ci venisse in mente e lui non fece mancare le sue stupide battute. Questo mi aiutò tantissimo per il ritratto e scoprì anche che in realtà Wonshik  non era la persona che mi aspettavo: era dolce e affettuoso, molto fedele e altruista ma allo stesso tempo aveva un carattere forte, scherzoso e anche un po' stupido.
La seduta finì in fretta e mi sentii  un po' triste senza sapere perché. 
<< Ci vediamo domani?>>
<< Ok, a domani>>
Uscimmo dall'aula e io raggiunsi il mio amico Hyuk ad un bar li vicino.
<< Allora come va con il modello?>> mi chiese con il suo solito sorriso mentre gustava il suo frappè al cioccolato.
<< Ti dirò... All'inizio mi sembrava un tipo egocentrico, stupido ed egoista. Inoltre mentre parliamo fa sempre delle battute stupide che mi danno sui nervi>> risposi.
<< Sento che c'è un " però">> disse lui in tono curioso.
<< In effetti, ora che lo conosco meglio, è una persona molto dolce e anche molto altruista ma continuo pensare che le sue battute siano stupide>>
Il battito aumentò per un istante e mi sentii imbarazzato da quello che avevo appena detto ma cercai di non farglielo vedere. 
<< Quindi tutto sommato è un bravo modello>> disse lui con uno sguardo un po' malizioso. << Come hai detto che si chiama?>> 
<< Wonshik, ma ora parlami del tuo di modello>> Hyuk diventò rosso per un attimo. << Si chiama Hongbin. È un ragazzo molto carino, molto dolce e con un sorriso da togliere il fiato>> Mi meravigliai dell'ultima frase e lui diventò tutto rosso. 
<< Ti sei preso una cotta per il tuo modello?>> gli chiesi con voce canzonatoria. 
<< No ma che dici? Cosa ti salta per la testa?>> rispose in fretta lui. Mi scappò una piccola risata per poi pensare al nome che aveva appena detto. Dove l'avevo già sentito? Ah già, l'avevo sentito da Wonshik. Non so perché ma la curiosità su di lui improvvisamente si fece più alta.
<< Voi parlate durante le sedute?>>
<< Certo perché?>>
<< Scommetto che gli hai chiesto se era fidanzato>>
Lui arrossii. << Si, in effetti gliel'ho chiesto>>
<< E cosa ti ha risposto?>>
Mi guardò con aria confusa,poi rispose: << Ha detto che stava con un ragazzo ma che i suoi genitori gli avevano proibito di vederlo perché ritenevano che fosse una brutta compagnia. Poi quando hanno scoperto che stavano insieme sono andati su tutte le furie e l'hanno minacciato di levarlo dalla scuola se non si fossero lasciati. Lui era contrario ma il suo ragazzo alla fine lo lasciò dicendogli che non lo amava più. Lui sapeva che era una scusa ma lo lasciò andare dato che sapeva che sarebbe stato troppo doloroso se avesse provato trattenerlo. Chissà che fatica avrà fatto per lasciarlo>>  
Quindi non è vero che Wonshik non l'amava più ma l'aveva lasciato per farlo riconciliare con i suoi genitori.
Sentii una fitta al cuore: questo vuol dire che forse lo amava ancora. Ma cosa me ne importava? In fondo si tratta della sua vita, può fare quello che vuole ma allora perché mi sento così triste?
Hyuk mi guardò con aria confusa. 
<< Tutto bene?>> mi chiese premuroso.
<< Si, si tranquillo stavo solo pensando>>
Guardai l'orologio e mi accorsi che era molto tardi e che dovevo tornare a casa così salutai Hyuk e corsi a prendere l'autobus. Sulla strada di casa non riuscivo fare a meno di pensare alla storia triste tra Wonshik e Hongbin: chissà quanto dolore ha provato nel lasciarlo. Non riuscivo a fare a meno di sentirmi triste per lui e di essere un po' geloso di Hongbin. Perché avevo tutte queste sensazioni ogni volta che ci pensavo? Decisi una volta per tutte che avrei dovuto smetterla e così tornai a casa tranquillo. 

La mattina dopo, mentre entravamo a scuola incontrai Leo. Sorrisi e gli andai incontro quando vidi un ragazzino saltargli sulle spalle e sorridergli. Fui preso alla sprovvista ma la cosa che mi stupì di più fu che Leo ricambiò il sorriso. Io non l'avevo mai visto sorridere.
Tutto d'un tratto sentii la tristezza cadermi addosso: chi era quel ragazzo? Come mai era così confidenziale con Leo? Ma, soprattutto, perché Leo ricambiava i suoi sorrisi? 
Decisi di andarmene quando sentii una voce chiamarmi da lontano. Mi girai e c'era lui, Wonshik, che mi stava salutando e stava praticamente calpestando chiunque aveva davanti per venirmi incontro. Sicuramente non ero in vena di sentire le sue battute quindi mi girai e corsi via. Quando arrivai davanti all'aula di scienze mi girai per vedere se mi aveva seguito. Invece era rimasto lì, fermo immobile, che mi guardava con l'aria di un cucciolo abbandonato. Poi lo vidi fare spallucce e andarsene. Mi sentivo in colpa nei suo confronti così decisi che mi sarei scusato di pomeriggio.
La lezione sembrò durare un'eternità e, dato che non ce la facevo più, decisi di andare in bagno. Nel corridoio regnava il silenzio. Arrivai in bagno e mi lavai la faccia. Mi misi a ripensare alla scena di stamattina. Non volevo credere che fosse il compagno di Leo e cercai di auto convincermi che era così, poi ad un tratto sentii dei passi. Mi affacciai: erano Leo e l'altro ragazzo! Oh mamma, ora che faccio? 
Mi nascosi in uno dei bagni, fu l'unica soluzione che mi venne in mente e, senza farlo apposta, ascoltai tutta la conversazione.
<< Jaehwan volevi chiedermi qualcosa?>>
<< Leo vorresti essere il mio ragazzo?>>
Che cosa gli aveva appena chiesto?
<< Perché mi vorresti come tuo ragazzo?>>
La voce di Leo sembrava sconvolta.
<< Perché sei un bel ragazzo, sei dolce con i bambini e con gli animali e oltretutto non posso fare a meno del tuo sorriso. Anzi non capisco perché lo tieni nascosto, insieme al tuo bellissimo carattere>>
Cominciai ad avere paura della risposta che poteva arrivare. Leo avrebbe accettato? 
<< Anche tu sei carino, Ken e sei molto simpatico>>
<< Allora è un si?>>
No, no, no....
<< Si>>
Il mondo mi crollò addosso in quell'istante esatto. Sentii le lacrime negli occhi ma non volevo piangere così mi trattenni.
<< Meno male che mi hai scelto come modello altrimenti non ti avrei mai conosciuto>>
<< Già>>
Quindi era il suo modello. La cosa mi fece ancora più male. 
Li sentii andare via. Tornai in classe anch'io.
La giornata fu lunghissima ma finalmente arrivò il pomeriggio. Andai nella solita aula e preparai l'occorrente per poter procedere. Come al solito Wonshik era in ritardo di 5 minuti. Arrivò di nuovo col fiatone e si scusò per il ritardo. 
<< Sei sempre il solito, ti deciderai ad arrivare puntuale?>> il mio tono era acido e riprovevole. Rimase un attimo in silenzio, poi si andò a sedere sulla sedia e iniziai a lavorare.
Non ero molto concentrato quindi continuavo a sbagliare e la cosa mi dava fastidio. Avevo trasformato la tristezza in rabbia, forse per sentirmi più forte, forse solo per non piangere. Tutto d'un tratto Ravi starnutì. 
<< Insomma Wonshik, vuoi stare fermo?>> dissi arrabbiato. Mi guardò con uno sguardo misto tra perplessità e tristezza. Non aveva torto: era stato fermo per mezz'ora e solo per uno starnuto lo avevo aggredito. Mi sentii una cattiva persona. << S-scusa non volevo>>
La tristezza stava prendendo il sopravvento con la sua arma micidiale: le lacrime. Mi nascosi dietro la tela cercando di trattenerle quando sentii il rumore di una sedia. Si era alzato, potevo sentire i suoi passi. Se ne stava andando? Non lo avrei biasimato, l'avevo trattato malissimo.
Io merito di stare da solo e....
Improvvisamente due braccia mi bloccarono le spalle in un dolce abbraccio: era lui, non se ne stava andando. Fece in modo che la mia testa appoggiasse sul suo petto. Inizialmente fui spaventato dal suo gesto e cercai quasi di respingerlo ma poi la sua voce profonda e dolce mi rapii.
<< Non c'è bisogno di nascondere il dolore, fa solo male. Lasciati andare, non ti preoccupare>>
In quel momento mi misi a piangere e lui mi strinse ancora di più. Rimanemmo così per quasi dieci minuti. Sentii il suo profumo, il suo calore e il suo cuore che batteva lento, come una musica rassicurante, rapirmi. Riuscii finalmente a fermare le lacrime ma non a staccarmi da lui. 
<< So che Taekwoon si è messo con Jaehwan e che ci stai male>>
Rimasi sorpreso. 
<< Come fai a...>>
<< Oggi stavi scappando e non ne capivo il motivo finché non ho girato lo sguardo e li ho visti insieme>> 
Ora capisco. Per questo aveva alzato le spalle, aveva capito la mia situazione.
<< Wonshik, scusa il mio comportamento>>
<< Non ti preoccupare, ora riesci a continuare?>>
Annuii. Mi lasciò libero e si andò a sedere. Ora mi rendevo davvero conto di che persona fosse: era una persona dolce, altruista, sveglia e affascinante.
Mi rimisi al lavoro e feci una promessa: il ritratto dovrà rispecchiare perfettamente il suo carattere e la sua bellezza.
Il resto dell'ora lo passammo in silenzio, io a lavorare e lui, bè, a fare da modello. La seduta finì e cominciai a riordinare. Wonshik si offrì di aiutarmi ma io rifiutai. Odiavo quando qualcuno toccava la mia attrezzatura. Nonostante il rifiuto, lui mi aspettò sulla porta e mi chiese se ora stavo meglio. Annuii. 
<< Scusa ancora per oggi>> dissi senza guardarlo in faccia.
Non rispose subito ma fece una risatina per poi dire: << Ti perdonerò solo se mi baci>>
Che cosa?! 
Ma gli si era fuso il cervello?
Arrossii di colpo. Mi aveva preso alla sprovvista.
<< Ma... ma io... non....>> mentre cercavo di formulare una frase sensata, lo sentii ridere divertito allora alzai lo sguardo.
<< Stavo scherzando, Rosso>>
E rise ancora di più. Lo avrei voluto ammazzare però, non so perché, vederlo ridere mi mise allegria e sorrisi. Era riuscito a cambiarmi la giornata anche se, come al solito, aveva fatto la sua solita battuta stupida sui miei capelli. Gli tirai un pugno sulla spalla poi uscimmo insieme dall'aula. Ci salutammo fuori e io tornai a casa felice. 

La mattina dopo incontrai Hyuk nel corridoio e cominciammo a parlare. Ad un certo punto il suo sguardo si fece triste. << Hyung...>>
<< Che succede?>> chiesi.
<< Hai saputo di....>> aveva paura di continuare la frase. Capii subito cosa voleva dire.
<<  Se ti riferisci a Taekwoon e a Jaehwan, lo so>> gli risposi tranquillo. Mi guardò stupito e rimase senza parole. 
<< Che ho detto di strano?>>
<< Non è quello che hai detto che è strano, cioè si anche quello, ma come l'hai detto>>
<< Perché?>>
<< Era troppo tranquillo il tuo tono>>
Mi sentii in dovere di dargli spiegazioni.
<< Aspetta adesso ti racconto... >>
E così gli raccontai tutto ciò che era successo. Rimase a bocca aperta quando gli dissi come si era comportato Ravi con me.
<< Quindi non ci stai troppo male>>
<< Diciamo che me ne sono fatto una ragione>>
<< Sono felice per te e poi questo Wonshik sembra davvero affezionato a te>> 
<< Si..... Cioè no>>
Fece un sorriso malizioso e mi tirò un paio di gomitate. Lo spinsi e ci mettemmo a ridere.
<< Ciao Hyuk!>>
Una voce a me sconosciuta salutò il mio amico. Vidi un ragazzo dai capelli castani e un sorriso smagliante avvicinarsi a noi.
<< Ciao Hongbin!>>
Il ragazzo appoggiò il suo gomito sulla spalla di Hyuk. 
<< N ti presento....>>
<< Hongbin>> lo precedetti. 
Il ragazzo sorrise. Era vero, aveva proprio un bel sorriso ma non era solo il sorriso ad essere bello: tutto di lui era bello. 
Non mi stupiva che Ravi.... 
Il solo pensiero mi fece ingelosire, ma perché? Lo salutai e lui ricambiò. Cominciammo a parlare tutti e tre insieme. All'improvviso sentii qualcuno chiamarmi.
<< Hey Rosso>>
No, no, non se tu, ti prego dimmi che non sei tu...
E invece era lui.
<< Ra-Ravi ma tu non avevi lezione stamattina?>>
<< Si ma mi sono svegliato tardi e così ho saltato la prima ora>>
<< Sei il solito Ravi>>
<< Heyla Bin>>
Mi diede un po' fastidio quando lo chiamò Bin. Alla fine si aggiunse anche lui al nostro trio e chiaccherammo fino all'ora successiva. 
Era strano: quei due si parlavano come se fossero vecchi amici, nessuno avrebbe mai detto che erano stati insieme. 
<< Ad ogni modo, mi sono ricordato che non ci siamo messi d'accordo per il prossimo appuntamento>>
<< Appuntamento?>>
La voce sorpresa di Hyuk e il suo sorrisino malizioso mi misero in imbarazzo.
Insomma Wonshik, tra tutte le parole esistenti dovevi usare proprio la parola "appuntamento"?
<< No, intendeva dire "seduta">>
In effetti non ci eravamo più messi d'accordo.
<< Oggi sei libero?>>
<< Uhm... Si>>
<< Allora ti aspetto nella solita aula. Puoi provare a non fare ritardo?>>
<< Questo non lo garantisco. Ora corro in classe se no mi perdo anche la seconda ora>>
Ci salutammo e lui corse via. Hongbin mi sorrise e mi sentii imbarazzato.
<< Sono felice che abbia trovato te>>
Diventai rosso e abbassai lo sguardo. << M-ma noi siamo solo amici>> Sorrise e poi prese Hyuk sotto braccio e se lo portò via.
Andai in classe anch'io.

Arrivò il pomeriggio e, come al solito, quel fetente di Wonshik era in ritardo di 5 minuti. Ma cosa diavolo aveva da fare ogni pomeriggio?
Iniziai il conto alla rovescia.
<< 5...4...3...2...1...>>
<< Sono arrivato... Ho ritardato di nuovo!>>
Disse con un fil di voce. Gli feci riprendere fiato per poi farlo sedere. Mi misi al lavoro anch'io: cominciai a rifinire il viso con le luci e le ombre per poi passare ai capelli.
Mentre dipingevo non riuscivo a smettere di guardarlo: volevo mantenere fede alla promessa fatta però mi resi conto che sembravo uno stalker. Ma lo stavo facendo per il quadro, giusto? Quindi perché mi sentivo in imbarazzo?
<< Ti dispiace se mi avvicino per vedere meglio i tuoi occhi?>> chiesi. 
<< No fa pure>>
Mi avvicinai al suo viso fino a quando non sentii il suo respiro vicinissimo. Mi tremavano le gambe e stavo arrossendo. 
Meno male che ho la pelle scura, pensai.
I suoi occhi erano color castano intenso con i bordi neri e la pupilla nascosta dal contorno. Ne rimasi rapito, non riuscivo più ad allontanarmi. 
La sua mano mi sfiorò il viso facendomi rabbrividire. Aveva un tocco delicato e la sua mano era tiepida.
<< Cosa fai?>> chiesi spaventato.
<< Avevi un ciglio e l'ho tolto>> rispose lui tranquillo.
<< Allora, ho dei bei occhi?>> scherzò.
Bellissimi....
Cos'avevo appena pensato? Mio caro Hakyeon è ora che ricominci ad usare il cervello.
<< Si sono carini ma molto complicati, quindi li studio>>
Riuscii ad allontanarmi dalla loro presa magnetica e ritornai al lavoro. 
Stavo mischiando i colori quando: << Hyung mi dai il tuo numero?>>
Rimasi allibito per un momento.
<< Come mai vorresti il mio numero di cellulare?>>
<< Così anche se ci dimentichiamo di metterci d'accordo subito sulla prossima seduta possiamo telefonarci>>
Feci un respiro di sollievo anche se rimasi un po' deluso. 
<< Ok>> e glielo diedi. 
Come al solito ci prendemmo una pausa e solo in quel momento notai che la sua mano destra era macchiata di blu.
<< Ravi, come mai la tua mano è blu?>>
Se la guardò e poi la nascose in tasca. 
<< Avrò toccato qualcosa di blu venendo qui>> rispose. 
Ma non abbiamo niente di blu a scuola, pensai. La cosa non mi convinceva ma non me ne preoccupai. 
Tornammo alle nostre postazioni e ci mettemmo a chiacchierare. Gli raccontai di come avevo scoperto la mia passione per il disegno mentre lui quella del rap.
<< Quindi è così che hai scoperto che ti piace il rap. Insolito, direi>>
<< Abbastanza. Invece tu sei sempre stato appassionato di disegno. Non hai mai provato a cantare?>>
<< No>>
Rimase un attimo in silenzio. 
<< Prova ora!>>
<< Eh?! Io.... Cantare.... No>>
<< Dai che ti costa?>>
Alla fine mi convinse. Posai i pennelli e mi misi a cantare. Sentii la mia voce riempire l'aula di note e suoni. Provai ad impegnarmi per fargli una buona impressione e quando mi fermai lo vidi con gli occhi spalancati.
<< No, aspetta, spiegami una cosa: hai preferito fare arte piuttosto che cantare? Solo un pazzo farebbe una cosa del genere con una voce così>>
In quel giro di parole aveva detto che avevo cantato bene? Davvero? Mi aveva fatto un complimento?
<< Forse i tuoi capelli rossi ti hanno dato alla testa>> sorrise.
Mi pareva troppo strano che mi avesse fatto un complimento senza una battuta.
<< Allora dimmi signor "capelli da vecchio", tu hai mai provato a disegnare?>>
Si mise a ridere. Aveva una bella risata.
<< Signor "capelli da vecchio", questa è buona. Comunque si, una volta>>
<< Quando?>> mi venne spontaneo chiedere.
<< Quando stavo con Bin; era stato proprio lui ad obbligarmi. Mi aveva messo una bomboletta in mano e mi aveva detto "fammi vedere cosa sai fare". Disegnai uno scheletro con una rosa e lui mi disse che ero bravo e mi abbracciò. Lo sporcai di vernice>> rise sull'ultima frase cercando di nascondere il tono nostalgico usato prima. Stavo male per lui, chissà che sofferenza ha provato a lasciarlo.
<< Mi dispiace che sia finita così tra di voi>> mi resi conto solo dopo che lui non sapeva che io sapevo.
<< Così come?>> il suo tono era diventato serio e mi spaventava.
<< I-Io so com'è andata>> risposi abbassando la testa << e mi dispiace>> adesso avevo paura della sua reazione.  
Mi guardò con uno sguardo serio poi si mise a ridere.
<< No, non ho sofferto molto...>>
Bugiardo
<< ... Mi è passata subito...>>
Perché lo nascondi?
<< ... E poi non ci penso neanche più>>
Non resistetti più. Mi alzai e lo guardai.
<< Perché la tua bocca dice cose del genere se i tuoi occhi ne dicono delle altre? Perché menti a te stesso e agli altri? Smettila di nasconderti dietro quella maschera e fammi ritrarre il vero Wonshik>> 
Mi guardò sorpreso e perplesso.
Mi resi conto solo dopo di quello che avevo detto. Non mi ero reso conto che forse lui aveva sofferto e aveva deciso di auto convincersi che non gli dispiaceva per stare meglio.
<< Mi dispiace, non volevo>>
Si alzò, venne verso di me, mi guardò per poi spostare il suo sguardo sul quadro.
<< Ti sta venendo bene>> disse 
<< Però dovresti farmi sorridere di più e marcare le ombre e... >>
Ma che stava facendo? Mi stava correggendo?
<< Ma che stai...>>
<< Hai detto di voler ritrarre il vero Wonshik, giusto? Quindi ti sto aiutando>> rimasi stupefatto.
<< E poi ricordati: io sono Ravi>> rise. Ero ancora più sconvolto ma alla fine feci tutto quello che mi aveva detto di correggere.
Finita la seduta lo salutai e corsi via a prendere l'autobus. Arrivai a casa e mi buttai sul letto. Ripensai a quello che era successo oggi e continuavo a non capire in suo comportamento. Ero completamente sconvolto dal suo modo di fare:
Mentre ci ripensavo il mio telefono squillò.
<< Pronto?>>
<< Hey sono Ravi>>
Il cuore cominciò a battere più forte.
<< Ciao>>
<< Ci siamo dimenticati il prossimo appuntament... Cioè, volevo dire la prossima seduta>>
<< Ah già. Quando sei libero?>>
<< Domani>>
<< Allora a domani>>
<< Ok... Ah, senti N... >>
Mi aveva chiamato N, ero tutto rosso e mi sembrava di andare a fuoco.
<< ... Per quanto riguarda Bin... È vero, ho sofferto molto però ora non ci penso più, davvero. Io e lui ora siamo solo amici...>>
Perché mi stava dicendo tutto questo adesso?
<<... Ero solo, non avevo amici veri, per questo ho sempre nascosto questo lato di me però di te mi fido. 
E poi il quadro non verrebbe bene se  te lo nascondessi>> lo sentii ridere. Mi stava dicendo tutto questo solo per il quadro? No, non ci potevo credere.
<< Grazie per esserti aperto con me>> 
Non rispose subito. Sentii due o tre sospiri, come se volesse dire qualcosa ma non ci riuscisse.
<< Buonanotte... N>>
<< Buonanotte... Ravi>>
Riattaccai con il sorriso. Le gambe mi tremavano e il cuore non intendeva rallentare. Quella sera, per la prima volta nella mia vita, mi misi a cantare. E quando mi addormentai sperai di vedere il suo viso nei miei sogni.

<< Hyung!>> 
La voce di Hyuk mi riportò alla realtà.
<< Ciao Hyuk, novità?>>
Lui diventò tutto rosso e abbassò lo sguardo.
<< Io e Bin ci... ci....>>
Non ci potevo credere! Non mi stava per dire quello che pensavo.
<< Ci siamo messi insieme>>
Rimasi a bocca aperta. Poi sorrisi, lo abbracciai e gli feci le mie congratulazioni.
<< Allora avevo ragione di credere che ti piaceva! Come hai fatto a capire che era lui il ragazzo con cui volevi stare?>>
<< Allora... Mi tremano le gambe ogni volta che sento la sua voce, vado a fuoco se mi tocca e.... sento di amarlo, tutto qui>>
Oh mamma, se questo significa essere innamorati allora... io... No, no e poi no. Io non amavo Ravi.
<>
Hongbin si avvicinò a noi.
<< Ciao Hakyeon >>
<< Ciao Hongbin >>
Parlammo per un po' poi dovetti scappare altrimenti facevo ritardo all'appuntamento con Ravi. Cioè, volevo dire alla seduta. Così salutai Hyuk e Bin e corsi giù dalle scale quando vidi una sagoma familiare: era lui.
Se la stava filando di soppiatto. Decisi di seguirlo, lo sapevo che era sbagliato però lo feci lo stesso.
Uscì dalla scuola e andò in un quartiere abbandonato. Mi nascosi e lo vidi tirare fuori dalla giacca delle bombette. Stava disegnando! Ma cosa? Guardai meglio e vidi la testa di un robot a sinistra e poi un viso incompiuto a destra: ero io. Mi aveva disegnato sul muro con la tecnica dello "street art". Inizialmente pensai di essermi sbagliato ma poi lo vidi scrivere una lettera: N. Ad un tratto guardò l'ora e, dopo aver fatto una faccia preoccupata, corse via. A quel punto mi avvicinai: la testa del robot era blu, ora capisco la mano colorata, mentre la mia faccia era perfetta. Mi sentii una schifezza in confronto a lui: aveva fatto il ritratto a memoria mentre io dovevo averlo per forza davanti per disegnarlo. Guardai l'ora anch'io.
Oh cavolo! Sono in ritardo!
Corsi a scuola sperando che mi avesse aspettato. Entrai in aula e vidi il cavalletto già sistemato, con il dipinto sopra e i colori pronti all'uso.
Ravi era già seduto.
<< Oh, sei arrivato>>
<< Hai messo tu a posto? Grazie>>
<< Figurati>>
Mi misi al lavoro. Intanto parlavamo e qualche volta lui reppava per poi costringermi a cantare. Arrivò l'ora della pausa e ci sgranchimmo le gambe. Era una giornata particolarmente fredda così strinsi le mani intorno alle braccia.
<< Hai freddo?>> mi chiese, notando il mio gesto.
<< No, cioè, si ma...>>
Non feci in tempo a finire la frase che le sue braccia mi avevano già circondato le spalle e la sua testa era attaccata alla mia. Il mio cuore stava andando a fuoco. 
<< Va meglio così?>>
Il suo respiro sul mio collo mi fece tremare le gambe.
<< S-si g-grazie>>
<< Non mi sembra dato che balbetti>> e mi strinse a sé ancora di più.
Stavo per collassare ma cercai di contenermi. Il suo tocco, la sua dolcezza, il suo respiro, il suo battito, tutto di lui mi faceva andare a fuoco. 
Mi lasciò gradualmente, si tolse la felpa e me la porse. 
<< Tienila così non avrai freddo>>
<< Ma scusa non potevi darmela fin dall'inizio?>> 
<< Avrei potuto ma così non avrei avuto la scusa per abbracciarti>>
Diventai rosso. Voleva abbracciarmi?
Davvero?
Presi la felpa, lo ringraziai e me la misi.
Continuammo a chiacchierare e a cantare per tutta l'ora seguente. Non mancarono naturalmente le sue stupide battute a cui però stavolta risi. Finita l'ora mi resi conto che il quadro era quasi finito. Mi dispiacque un sacco.
Così non potrò più vederlo, pensai.
Ma cosa diavolo dico? Tanto a me di lui non me ne importa niente.
Arrivò lui da dietro e fece la mia stessa constatazione. Ci mettemmo d'accordo per la prossima seduta e scendemmo insieme le scale. Ci salutammo fuori dalla scuola e lo vidi andare via nel tramonto, come se stesse entrando nel sole. Avrei voluto rincorrerlo e abbracciarlo ma dovevo tornare a casa. Mi resi conto solo in quel momento che quello che mentiva a sé stesso ero io: non era vero che non m'importava niente di lui anzi mi sa che mi ero proprio innamorato.

Driiiin.... Driiiin....
Mi svegliai in piena notte sentendo il telefono squillare.
Ma chi diavolo è?, mi chiesi.
<< Pronto?>>
<< N....>> questa voce la riconoscerei tra mille: Ravi.
<< Ravi che succede?>>
<< Scusa l'ora.... Ma non sapevo chi chiamare....>>
Perché faceva queste pause lunghe?
<< Sei ubriaco?>>
<< No, non mi piace ubriacarmi però... Non so come tornare a casa>>
<< Dove sei?>> chiesi preoccupato.
<< Vicino a scuola...>>
<< Arrivo>>
Attaccai e andai di corsa a vestirmi.
Uscii di casa correndo e presi l'autobus più vicino. Solo in quel momento mi chiesi come mai non riuscisse a tornare a casa. In fondo il percorso da casa a scuola lo sanno tutti. Scesi alla fermata più vicina ma notai che lui non era davanti al l'edificio scolastico. Allora andai in quel vicolo dove andava a disegnare.
Trovato!
<< Ravi!>>
Era a terra, seduto appoggiato contro il muro, con gli occhi chiusi.
Corsi da lui e lo chiamai.
<< Ravi... Ravi...>>
Si mosse e poi aprì gli occhi.
<< N...>>
<< Ma che hai fatto? Come mai sei qui?>> gli chiesi mentre lo aiutavo ad alzarsi.
<< Stavo... Stavo... Ahi, la testa>>
Non si reggeva in piedi. Misi il suo braccio sulla mia spalla.
<< Andiamo, ti porto a casa>>
Gli chiesi dov'era e ci mettemmo in cammino. Abitava abbastanza vicino quindi non ci volle molto. La cosa più faticosa furono le scale, infatti abitava al terzo piano di un condominio. Superammo anche quelle, lui aprì la porta e lo misi sul divano. L'appartamento in cui viveva era piccolo. Presi del ghiaccio e glielo misi in testa. 
<< Ahi...fa male>>
<< Mi sa che qualcuno ti ha tirato una botta in testa>> constatai.
<< Non ricordo bene... >>
Si mise le mani fra i capelli cercando di ricordare. 
<< Non ti sforzare vedrai che ricorderai>>
Appoggiò la sua testa contro la mia spalla. Arrossii.
<< Mi dispiace averti svegliato>>
Gli circondai la spalla col mio braccio.
<< Non importa>>
<< Se vuoi puoi dormire qui stasera>>
Solo l'idea mi faceva andare a fuoco.
<< No no, tranquillo, me la so cavare in strada. Ma cosa ci facevi in quel vicolo a quest'ora?>>
Mi girai e, con mia gran sorpresa, mi accorsi che si era addormentato. Lo appoggiai delicatamente sul divano e cercai una coperta per coprirlo. La trovai e gliela misi addosso. Rimasi un momento di fianco a lui ad osservarlo: aveva un'aria così rilassata, così innocente. Gli accarezzai il viso: la sua pelle era morbida, tiepida e faceva contrasto con la mia carnagione scura.
Sentivo il battito cardiaco aumentare. Controllai che stesse al caldo per poi lasciarlo solo nel suo appartamento. La città di notte era molto bella, era piacevole passeggiare. Arrivai a casa, mi misi il pigiama, buttai le scarpe sotto al letto e mi rimisi a dormire.

<< Hyung? Hyung sveglia!>>
<< Mmm... Che succede?>>
Hyuk mi aveva appena svegliato.
<< Hai fatto le ore piccole, eh? Con chi eri, con Wonshik?>> non afferrai subito la battuta.
<< E tu come lo sai?>> scattai sulla sedia come un ghepardo.
La sua faccia sorpresa e sconvolta mi fissava. 
<< Tu.... Wonshik.... Stanotte.... Insieme.... Che cosa?!>> 
Oh mamma! E ora come glielo spiego?
<< No, guarda che hai capito male. Stanotte mi ha chiamato per chiedermi aiuto dato che gli avevano tirato una botta in testa e così l'ho riaccompagnato a casa>>
<< La tua storia fa acqua da tutte le parti>> mi disse in tono malizioso. 
<< Ma è vero>>
<< Secondo me dormire sul banco ti ha fatto male>>
Era evidente che spiegare il malinteso sarebbe stato inutile, così gli chiesi semplicemente dov'era Ravi. Mi disse che era al piano di sotto. Corsi fuori dall'aula e giù per le scale quando lo vidi in una classe a dormire. Mi avvicinai con cautela per non svegliarlo e mi sedetti di fianco a lui. Mi piaceva guardarlo mentre dormiva. Lo osservai fino a quando non si svegliò. Si girò, mi vide e mi sorrise.
<< Stanotte non sei rimasto con me>> disse.
Ma guarda questo farabutto: mi ha svegliato in piena notte, mi ha fatto fare delle scale impossibili e tutto quello che ha da dirmi è questo?
<< Comunque grazie per avermi aiutato>>
Ok forse sono stato un po' prevenuto.
<< Di niente ma vuoi spiegarmi cosa ci facevi lì alle 2 del mattino?>>
<< Lo saprai questo pomeriggio. Ora scusa devo andare a lezione>>
<< Ok allora ci vediamo dopo>>
Si alzò, mi guardò e mi stampò un bacio delicato e innocente sulla fronte per poi scappare via sorridendo. 
Diventai rosso e mi sentii bollente.
Mi aveva baciato!
Le gambe tremavano e sorridevo senza un motivo. 
Appena tornai in me mi accorsi di essere in ritardo per la lezione successiva così corsi veloce in classe ripensando alla bellezza di quel bacio.

<< Ravi dove diavolo sei?>>
Era di nuovo in ritardo. Che si fosse addormentato in classe?
La mia ipotesi venne subito smentita quando sentii i suoi goffi passi salire le scale.
Ed eccolo apparire sulla porta col fiatone. Si avvicinò mi prese per il polso e mi trascinò via dall'aula.
<< Seguimi>> disse. 
<< Ho altre possibilità?>> chiesi.
Lui rise. Mi portò fuori dalla scuola, in quel vicolo di ieri sera.
Mi tappò gli occhi con le mani.
<< Ravi ma che...>>
<< Seguimi>>
Lo seguii senza fare storie. Tolse pian piano le mani dalla mia faccia.
<< Questo é per te>>
Rimasi a bocca aperta: aveva finito il ritratto e gli era venuto splendidamente.
<< Ti piace?>>
<< È... È.... Bellissimo!>>
Sorrise alla mia affermazione.
<< Ieri sera ero venuto a finirlo ma sono arrivati due uomini che hanno tentato di rapinarmi. Uno dei due mi ha tirato una mazza in testa ma si sono spaventati quando hanno visto che non ero svenuto e che li stavo per prendere a botte io>>
Ora capisco perché era qui.
Che testa dura.
<< Ma, ma non potevi finirlo oggi?>>
<< Volevo finirlo contemporaneamente al tuo>>
Rimasi ancora un momento a guardarlo.
<>
Sorrise. << Allora... Rientriamo?>>
Annuii. La giornata era fredda e molto nuvolosa. Rientrammo e, come di routine, io mi misi al lavoro,lui si sedette e chiaccherammo. Stavolta non ci fermammo e finalmente, dopo aver dato agli occhi la luce per renderli vivi, il quadro era completo.
<< Ho finito>>
Lui si alzò e venne a vedere.
<< Rispetto allo sgorbio della prima volta è venuto benissimo>>
Che spiritoso!
<< Prenderai di certo un bel voto>>
<< Lo spero>>
Rimisi tutto a posto e chiusi l'aula. Uscimmo da scuola e, con mio gran rammarico, cominciò a piovere. 
<< Non hai l'ombrello?>> mi chiese.
<< No ma non importa. La pioggia non è male>> in realtà odiavo la pioggia. 
<< Allora a domani>> dissi.
<< Si, a domani>>
Mi avviai verso casa quando vidi un fulmine e sentii un tuono. Il terrore mi prese così scappai sotto ad un albero. Mi sedetti appoggiando il mento alle ginocchia e sperando che il temporale passasse presto. 
Maledizione perché adesso?,pensai.
Da lontano vidi una figura familiare.
<< Ravi che ci fai qui?>> dissi con tono sorpreso.
<< Ti ho visto correre e volevo vedere se stavi bene>>
Si stava preoccupando per me?
<< Vuoi che rimanga qui?>>
Annuii. I tuoni mi facevano paura.
Si sedette accanto a me e mi abbracciò. Stavo andando a fuoco. 
Il cuore batteva più forte.
<< Va meglio così?>> mi sussurrò in un orecchio. Diventai rosso.
<< Si>> risposi. 
<< La pioggia non è brutta. È solo musica, vieni, ascoltiamola insieme>> mi prese per mano e mi portò sotto la pioggia.
<< Chiudi gli occhi e ascolta>>
Feci come mi aveva detto. Aveva ragione: le gocce ritmavano come percussioni, i tuoni sembravano tamburi e i lampi arricchivano la scena. Riaprii gli occhi e vidi lui, ad un metro di distanza da me, con questo bellissimo sottofondo. Pian piano la distanza tra noi stava diminuendo fino a quando non diventò inesistente. Lo guardavo negli occhi, i suoi bellissimi occhi magnetici che mi catturavano ogni volta. Sentii la sua mano bagnata accarezzarmi la guancia facendomi rabbrividire. Il suo viso cominciò ad avvicinarsi al mio fino a quando le sue labbra non si incontrarono con le mie in un bacio avvolgente che diventava ogni istante più bello, più passionale, più dolce. Sentii le sue braccia avvolgermi, il suo profumo possedermi e il suo respiro mischiarsi al mio. Avrei voluto che il tempo si fermasse in quel l'attimo esatto. 
Pian piano si allontanò da me e mi guardò negli occhi. Poi mi abbracciò. 
<< Ravi...>>
<< N.....>>
<< Non mi lasciare>> lo supplicai.
<< Come potrei mai lasciare la mia testolina rossa>> disse ridendo.
Risi anch'io.
<< Andiamo a casa>> mi disse.
Lo seguii fino al suo condominio. Salimmo fino al terzo piano ed entrammo nel suo appartamento. 
Ero fradicio. Mi diede un asciugamano gigante e dei vestiti asciutti. 
<< Spero ti stiano>> mi disse.
<< Vado a cambiarmi in bagno>> 
<< Tranquillo non mi scandalizzo>> disse lui. Diventai rosso.
<< Ravi!>>
<< Dai scherzo, fa pure con comodo>> rise.
Mi cambiai e tornai in sala.
Ravi stava finendo di cambiarsi. Si levò la maglietta: notai gli addominali e i muscoli delle braccia.
Diventai rosso. 
Si mise la maglia asciutta e mi chiese se volevo mangiare cinese. 
Annuii. Ero rimasto senza parole Ordinò al ristorante più vicino. 
Mi chiese se volevo vedere un film. 
<< Che film ti piacciono?>> chiesi.
<< Van Hellsing, l'Esorcista,  Pirati dei Caraibi...>>
<< Pirati dei Caraibi va benissimo>>
Avevo il terrore di quelli elencati prima.
<< Se hai paura puoi abbracciarmi>> mi disse con il suo sorriso da furbo.
Gli tirai un cuscino che presi dal divano. 
<< Scemo>>
Rise e mi fece accomodare sul divano mentre lui andava a prendere il film. Mentre tornava suonarono alla porta: era il fattorino.
Gli dissi che avrei messo io il film mentre lui andava a prendere la cena.
Mentre mettevo il film pensavo a quanto fossi imbarazzato.
Ero a casa del mio modello, indossavo i suoi vestiti e avremmo visto un film insieme mangiando cibo cinese. 
Mentre pensavo tornò lui con la cena e io attivai il film.  Ci sedemmo vicini sul divano e iniziammo a mangiare. Io avevo preso gli spaghetti di riso mentre lui i ravioli al vapore. Stavo per assaggiare gli spaghetti quando:
<< Cos'è stato?>> disse Wonshik.
Mi voltai per capire di cosa stesse parlando. 
<< Ma non c'è niente...>> quando mi rigirai notai che sulle bacchette non c'erano più gli spaghetti. Quel fetente me l'aveva fatta. 
<< Buoni>> 
Per fargliela pagare gli rubai un raviolo. 
<< Buonissimo>> dissi per indispettirlo ma lui sorrise accarezzandomi il viso. 
Diventai bollente, ero più imbarazzato di prima. Mi misi in un angolino a finire la cena. Appoggiammo tutto da un lato e continuammo a vedere il film, io sempre nel mio angolino e lui seduto a schiena ricurva in mezzo al divano.
Pian piano mi si avvicinò e mi mise un braccio intorno alla spalla. Arrossii. Poi mi tirò verso di sé. Il mio cuore era impazzito. Infine si girò e mi baciò sulla guancia. 
Ok, ora svengo, pensai.
Lo guardai titubante per poi avvicinarmi al suo viso e lentamente appoggiare le mie labbra sulle sue. 
Wonshik mi prese il viso fra le mani e intensificò il bacio, facendolo diventare più bello, più passionale, più vero. Ben presto ci ritrovammo abbracciati sul divano, lui mi teneva stretto a sé così da farmi sentire il suo profumo, il suo calore, il suo respiro. Gli rimanevo vicino sperando che lui non mi lasciasse mai.
Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dalla sua voce.
<< Sai, la prima volta che ti ho visto ho pensato "che strani capelli" e ne rimasi subito abbagliato. Volevo diventare tuo amico ma poi ho finito per innamorarmi di te. E ora che so che tu provi lo stesso non ti lascerò mai. Ti Amo Cha Hakyeon>>
Volevo piangere a quelle parole. Ero felicissimo.
<< Anch'io ti amo Kim Wonshik>>
Subito dopo mi addormentai tra le sue braccia sapendo che quel calore mi avrebbe sempre circondato.

Ta-ta-ta..... Ta-ta-ta.....
La sveglia del mio telefono suonò.
Che stupido ritmo, pensai.
Mi alzai lentamente dal.... Divano?!
Ah già, ieri sera mi sono addormentato a casa di Wonshik.
Il solo ripensarci mi faceva sorridere e arrossire come un ebete.
Guardai l'ora: oh mamma, se non mi sbrigavo perdevo la scuola!
Mi alzai di scatto dal divano e corsi in cucina dove trovai un biglietto:
"Ciao rosso, visto che ancora dormivi e mi dispiaceva interrompere i tuoi sogni ti ho preparato i tuoi abiti sulla sedia. Spero tu abbia avuto un buon risveglio"
Mi aveva di nuovo chiamato "rosso" ma nonostante ciò ero felice che si preoccupasse per me.
Mi rimisi i miei vestiti e corsi a scuola per consegnare il quadro. Arrivai in classe e notai che il professore guardava il quadro e il modello. Piccolo problema: il quadro c'era ma il modello no. Mi precipitai in tutte le classi finché non lo trovai che dormiva sul banco dell'aula di musica. 
Gli andai vicino e lo svegliai con cautela.
<< Wonshik... Wonshik...>>
Si decise ad aprire gli occhi. Mi guardò e mi salutò.
<< Ma perché non sei rimasto a casa a dormire?>>
<< Perché un koala mi è stato attaccato tutta la notte....>>
Che simpatico! 
<< ....e mi dispiaceva staccarmi dal suo dolce abbraccio>>
Il battito cardiaco aumentò. 
Riusciva sempre a fare frasi dolci mischiate alle sue battute stupide.
<< Ad ogni modo... Dovresti venire con me>> lo presi per il braccio e lo portai nella mia aula.
<< Sono in ritardo?>> chiesi a Hyuk.
<< No sei in tempo, adesso è il turno di Leo e Jaehwan>>
Leo! Me l'ero scordato. E pensare che prima lo pensavo ogni giorno. 
<< Ottimo lavoro Taekwoon>> il professore sentenziò.
Il suo quadro era venuto bene.
Tornò al suo posto insieme al suo compagno che gli diede una pacca sulla spalla e gli sorrise.
Questa scena però mi rese felice a differenza di quello che credevo: aveva trovato il suo compagno di vita, io avevo trovato il mio.
<< Hakyeon sei l'ultimo>>
L'ora del giudizio era arrivata.
Mostrai il quadro al professore.
Lo esaminò poi guardò Wonshik e ritornò a guardare il quadro.
<< Hakyeon posso parlarti in privato?>> 
<< Si>> dissi con aria preoccupata.
Avevo fatto qualcosa di sbagliato? Dovevo rifare tutto?
Uscimmo dalla classe.
<< Il tuo quadro è stupendo, magnifico, spettacolare! Vorrei esporlo in una mostra. Ti piace l'idea?>>
Rimasi stupito e stra felice.
<
<< Questo ritratto riesce ad esprimere la furbizia, la malinconia, la dolcezza e l'amore della persona che c'è ritratta. Come potrebbe non piacermi?>>
Ero al settimo cielo però mi venne un dubbio.
<< Ma potrò riaverlo un giorno?>>
<< Non penso però entrerai nel regno dell'arte>>
Sapevo cosa rispondere.
<< La proposta è allettante ma non posso>>
Il professore mi guardò stupito.
<< Cosa?>>
<< Non posso darle una cosa che appartiene a qualcun altro>>
Inizialmente non capì poi esclamò:
<< Oh, ora capisco! Non ti preoccupare. Hai del talento figliolo, ci saranno altre occasioni>>
<< Grazie prof>>
La campanella squillò.
<< Ok ragazzi siete liberi>> 
Una marea di ragazzi si catapultarono nei corridoi. Ravi mi raggiunse.
<< Allora che ti ha detto?>>
E gli raccontai tutto per filo e per segno.
<< Wow, il professore è tuo padre!>>
<< Ma di tutte le mie parole, solo l'ultima frase hai ascoltato?>>
<< Ma io sapevo già che hai talento e non solo nel disegno>>
<< Vabbè, comunque questo è tuo>> e gli porsi il quadro.
<< Sul serio? Wow, quindi tu hai rifiutato quell'occasione solo per darlo a me? Sono.... Sono senza parole>>
<< E tutte quelle che hai detto adesso? Ahah........ No io le battute non le so fare>>
Rise e guardò il quadro.
<< Sono felice che ti piaccia>>
<< Già e credo che starà benissimo a casa della mia fidanzata!>>
Co-cosa?! La sua fidanzata? Allora io mi sono illuso tutto il tempo, questo vuol dire che per lui stare con me era solo un gioco, io sono solo....
D'un tratto me lo trovai in ginocchio davanti a me che mi porgeva il quadro.
Ma che.....
<< N vuoi essere la mia fidanzata?>>
Brutto stupido che non sei altro mi hai fatto prendere un colpo, volevo rispondergli. Ma tutto quello che uscii dalla mia bocca fu << Si>>
Presi il quadro, lui si alzò e gli tirai un pugno sulla spalla.
<< Non mi fare mai più uno scherzo del genere!>>
Si mise a ridere e io con lui. Lo abbracciai e sentii le sue braccia avvolgermi. 
Quell'abbraccio segnerà l'inizio della nostra storia, la storia fra il pittore e il suo modello.
  
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