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Autore: fax24    13/08/2014    1 recensioni
Nella prima parte della storia troviamo Sam, una mercenaria, alle prese con una missione in solitaria su un'astronave abbandonata. Essendo solo il primo capitolo vorrei sapere se la mia idea è gradita e se a qualcuno interesserebbe saperne il seguito, così da decidere se vale la pena continuare.
Genere: Avventura, Science-fiction, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Delle centinaia di migliaia di astronavi costruite dall'impero, la Vodzen, una vecchia  Carrier MK1, era di certo la più goffa, difettosa e lenta nave da trasporto mai concepita.
In quanto nata per svolgere compiti in territorio sicuro risultava completamente sprovvista di qualsiasi tipo di armamento, ed il radar, un ferrovecchio da museo, non riusciva ad identificare niente che non si trovasse a meno di venti kilometri di distanza; il motore, inoltre, si spegneva continuamente, rendendo la nave non manovrabile per diversi minuti dato che le batterie di emergenza erano state vendute per comperare altro Propellene per durare ancora un paio di mesi nello spazio.
In compenso la Vodzen era abbastanza piccola e sprovvista di qualsivoglia tecnologia avanzata da risultare pressoché invisibile ai radar, un aspetto decisamente rilevante quando sulla suddetta nave trovavano rifugio i peggiori ladri, truffatori e pirati che il settore C13 avesse mai conosciuto.
All'esterno la Vodzen si presentava come un unico corpo piatto, sul fondo erano montati due propulsori e una grossa rampa di accesso all'hangar interno, mentre sulla parte frontale un ampio finestrone permetteva la vista sull'esterno da tutti e tre i ponti.
Nell'hangar interno trovavano posto un carro armato d'assedio semidistrutto e due dune buggy modello hellion.
L'equipaggio era formato da una quarantina di elementi provenienti da pianeti e sistemi stellari differenti raccattati nell'eterno girovagare della Vodzen nel settore C12, uno dei 23 settori della fascia esterna.
Il capitano della combriccola, Roger Heissarr, era un ex-marine dell'impero accusato di alto tradimento e mandato in esilio a morire contro la minaccia zerg.
Roger era chino sul pannello tridimensionale della mappa stellare in cerca di un nuovo pianeta dove trovare guai tra i tanti ologrammi tridimensionali proiettati dall'apparecchio quando Sam entrò nella stanza.
-Sam, ti avevo ordinato di rimanere ad aiutare Takaar nella sala telecomunicazioni...- disse il capitano senza alzare lo sguardo dalla mappa.
-Beh, si, lo aveva ordinato, ma sa, mi annoiavo, e poi è arrivato un messaggio, Takaar mi ha mandato ad avvertirla.- Rispose Sam seccata per la mancanza di attenzione da parte del capitano.
-Parla, ti ascolto.- Borbottò seccato il capitano alzando finalmente lo sguardo su di lei.
-Si tratta di un video-messaggio, Takaar ve lo ha spedito sulla linea 4.-
-E allora se il messaggio è già arrivato perché sei qui?- chiese con l'espressione compiaciuta di chi è riuscito a chiudere il cinghiale all'angolo.
-Ve l'ho detto... mi annoiavo, Takaar non fa altro che starsene lì a cambiare frequenza della radio per captare chissà quali messaggi!-
-Fa un po come ti pare, basta che non mi scocci!- Esclamò il capitano agitando la mano in segno di congedo verso Sam, mentre con l'altra armeggiava sui comandi della mappa stellare.
Gli ologrammi tridimensionali dei pianeti scomparvero da sopra lo schermo per lasciare il posto all'ologramma di un uomo avvolto in un pesante mantello.
Sul volto, nonostante la proiezione non fosse ricca di particolari, si leggeva una grande preoccupazione.
La figura iniziò a parlare.
-Qui parla Dan Wera, responsabile della base mineraria del pianeta di Antares III, del sistema Z87B12, al di fuori della fascia esterna; mando questo messaggio ai pianeti del dominio e a chiunque possa sentirmi: la nostra base è stata coinvolta nell'impatto di una nave da guerra umana precipitata sulla superficie, abbiamo bisogno di assistenza, più di metà della popolazione è rimasta uccisa e buona parte dei sopravvissuti sono gravemente feriti. Siamo disposti a pagare qualsiasi aiuto con grossi carichi di materiale prezioso. Abbiamo bisogno di voi.-
Dopo che Dan Wera finì il suo messaggio, sulla mappa stellare comparvero coordinate e la proiezione tridimensionale di un sistema formato da due stelle situato oltre i confini del dominio umano.
Il capitano alzò lo sguardo verso gli uomini ai posti di comando ed urlò:
-Impostate la rotta, andiamo a prendere il nostro bottino!-
Un vociare si levò tra gli ufficiali, mentre qualcuno avanzava una critica:
-Ma signore, non sappiamo cosa troveremo là!-
-Appunto, voglio scoprirlo! E poi, avete sentito il messaggio... sono in pericolo, non starò di certo qui con le mani in mano!-
La nave virò bruscamente seguendo la nuova rotta.
Dopo poche ore di volo davanti all'equipaggio della Vodzen si aprì la vista del sistema Z87B12, dopo poche altre ore la fragile nave toccò la superficie arida di Antares III.
Il pianeta era quasi interamente formato da canion aridi in cui scorrevano fiumi di sostanze chimiche di colore nero e da alte montagne rocciose.
Erano atterrati su una superficie di metallo predisposta all'atterraggio delle navette.
Una hellion fu scaricata dall'hangar. Sam, il capitano e due altri membri dell'equipaggio si avviarono verso la base stabilita su quel pianeta. Trasportavano kit medici, gel tessuto-riparante e altro materiale di primo soccorso.
Viaggiarono in fretta fino alla base poiché il livello di radiazioni risultava troppo alto per sopportare la permanenza per più di un'ora sulla superficie.
Sam non riusciva a smettere di pensare a ciò che avevano visto mentre scendevano sulla superficie. La carcassa di metallo di un incrociatore stellare giaceva semidistrutta in mezzo al nulla, come lo scheletro di un gigantesco dinosauro, a parecchi kilometri di distanza dalla base.
La nave doveva essere lunga almeno sette, ottocento metri; solo il cannone principale, posto sulla parte frontale, era largo quattro volte la Vodzen. L'impatto di quel mostro di acciaio contro la superficie doveva essere stato terribile. Comunque valutò plausibile che l'incrociatore avesse tentato un atterraggio di fortuna, poiché era rimasto piuttosto integro nonostante tutto.
Mentre si avvicinava alla base non poté fare a meno di pensare a quanto le sarebbe piaciuto entrare in quella astronave.
  
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