Serie TV > JAG
Ricorda la storia  |      
Autore: rospina    13/09/2008    6 recensioni
“Vivimi perché Ti amo!”quelle poche parole scesero nel cuore di Sarah con lentezza, quasi come se un alambicco stesse distillando quelle parole per il suo cuore,
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le luci di Washington si erano accese da poco ma lei era ancora seduta sulla sua poltrona girevole immersa nelle scartoffie dell’ultima causa appena vinta, era stanca, soddisfatta ma non felice, da tempo non sapeva più cosa volesse dire quella parola, da troppo tempo ormai si sentiva così, le cadde un fascicolo sul pavimento e fu costretta a tornare in se, i suoi grandi occhi castani si fermarono sulla cornice che era posata sulla sua scrivania, era una foto scattata qualche anno prima, ritraeva lei ed Harm uno accanto all’altro senza sfiorarsi ma vicini, forse troppo vicino pensò Mac accarezzandosi i suoi lunghi capelli castani, in quell’istante si rese conto che nella foto i suoi capelli erano corti, “da quanti anni conosco Harm?”fu la sua domanda, si sentì ancora più triste ed ammagonata con lo sguardo perso nel vuoto, sentì bussare lievemente alla sua porta e quel rumore la distolse dai suoi pensieri. “Harm?” “no signora, sono Tiner” “Scusa Tiner, dimmi tutto” “l’ammiraglio ha chiesto di lei” “Vengo subito!”questa volta scattò in piedi, si aggiustò un po’ la gonna della divisa che le superava di poco il ginocchio e raggiunse l’ufficio di Chewguidden, varcò la porta e si mise sull’attenti. “Riposo colonnello”rispose l’ammiraglio alzandosi in piedi, posò i suoi occhiali sulla scrivania e si mise con la schiena appoggiata ad essa, guardava Mac negli occhi ed attaccò. “Colonnello, è un periodo che la vedo stanca”. “no signore “fu la risposta secca “Mi faccia finire di parlare- Mac annuì e lui proseguì- visto che domani è il compleanno del piccolo Aj, ho deciso di lasciarle la giornata libera”. “grazie ammiraglio” “Cerca di divertirti Mac…” rispose con dolcezza, poi tornando più severo disse: “è tutto” Mac si alzò dalla poltroncina ed uscì per niente entusiasta della sua giornata libera, negli ultimi mesi Mac si era rifugiata nel lavoro per non pensare più ad Harm che era scomparso dalla sua vita da ormai parecchi mesi. MAC’S APARTAMENT Stava infilandosi un orecchino di perla quando udì il campanello, andò verso la porta continuando ad armeggiare col suo prezioso. Aprì. Il suo cuore ebbe un sussulto “Sei meravigliosa!come sempre” Era Clayton Webbe “Clay, che ci fai qui?” chiese Mac scioccata. “Sono venuto a prenderti per andare al compleanno del piccolo Aj”. “Tu come fai a saperlo?” “Ti stupisci ancora di come faccio a sapere tutto? Ormai sono parecchi anni che ci conosciamo- poi guardando Mac negli occhi chiese-non mi fai entrare?”. “certo scusa…” Mac si mise a lato e con la mano gli fece cenno di entrare, si accomodò sul divano e rimase a rimirare la figura della donna, che era splendida con il suo abito rosso corto al ginocchio, l’abito era semplice, e tanto bastava, perché lei riusciva ad arricchirlo con la sua bellezza, lei si sentiva in imbarazzo, era a conoscenza dei sentimenti che Clay provava per lei, e questo la faceva sentire a disagio, aveva paura ad avvicinarsi troppo a lui per non trarlo in inganno, ma allo stesso tempo non voleva allontanarlo del tutto da se, pensare che uomo l’amasse la faceva sentire desiderata, ma allo stesso tempo il suo cuore soffriva nel pensare che l’unico uomo che amava non la considerasse affatto come donna. Era nella sua stanza che prendeva la borsetta e chiese: “Clay, che si dice alla CIA?” chiese cercando di aprire una conversazione “Niente di particolare, e poi lo sai che ormai non partecipo più attivamente alle missioni da quando abbiamo vissuto quella brutta avventura in Paraguay”. ROBERT’S APARTAMENT Arrivarono a casa di Bud ed Harriet, molti degli invitati erano già presenti, quando la videro entrare in compagnia di Webbe, gli guardi di tutti i presenti si posarono su di loro, ma ignorarono gli sguardi, Mac corse a cercare Aj, quando lo trovò gli disse prendendolo in braccio. “ Sei diventato proprio un ometto bellissimo, dammi un bacio”il bambino biondo le diede un bacio sonoro sulla guancia, poi si mise a correre attorno a lei in cerca di qualcosa, Mac rise allegramente e se lo trascinò nell’entrata di casa a terra vi erano un sacco di regali, ed il bimbo con gli occhi luccicanti di gioia chiese: “Ti sei messa d’accordo con babbo Natale?mi hai portato un sacco di giochi!” Mac si inginocchiò vicino a lui e disse “per un bimbo straordinario i regali sono sempre troppo pochi, e visto che quest’anno il tuo padrino non è venuto ho cercato di rimediare…”. “Chi è che non è venuto?”chiese una voce nuova e vecchia. Il cuore di Mac si fermò un istante poi riprese a battere, si alzò lentamente, di fronte a lei c’era Harm. Lo guardò in silenzio per un tempo che a lei sembrò interminabile, non era cambiato, i suoi occhi misti tra il verde e l’azzurro la stavano fissando riprese il controllo di se stessa e rispose con voce gelida: “Be per fortuna non ti sei dimenticato anche del piccolo Aj”. “cosa vorresti dire” “Niente” “Maaaac… ti prego non fare così”la prese per un braccio, e sotto la sua mano sentì l’epidermide liscia e vellutata di lei, Mac non si voltò, strattonò un po’ il braccio fino a fargli mollare la presa e raggiunse Clay in salotto, lo vide illuminarsi quando i loro sguardi si incrociarono, ma la sua mente pensava ad altro, e lei lo sapeva, Clay parlava, gli invitati parlavano ma a lei sembrava di stare nel silenzio più assoluto, vide la figura di Harm addentrarsi, lo guardò solo di sfuggita, e con una scusa uscì nel porticato. L’aria era fresca, prese il respiro, sentì due mani poggiarsi sulle sue spalle, si voltò il viso si fece più dolce era Clay, le vide gli occhi lucidi. “non fare così ti prego, mi fai soffrire…”. “Oh Clay, ti chiedo scusa, scusami per tutto, io…io sono stupida ecco cosa sono”. “No, sei solo una donna innamorata!” Mac si voltò dall’altra parte, aveva colpito il bersaglio e lo sentì continuare. “sai in tutti questi anni ho sperato che tu potessi provare qualcosa per me!poi quando finalmente mi sono fatto avanti ho creduto di poterti conquistare, ed invece… avrei voluto potermi mettere in ginocchio davanti a te e chiederti di sposarmi, per passare insieme il resto dei nostri giorni, ti avrei chiesto di vivermi ma non posso, il tuo cuore, la tua anima è legata ad un altro, e credimi nonostante le controversie con Rabb ho sempre pensato che fosse un uomo di grande intelligenza, ma se non riesce a rendersi conto di quello che sta perdendo allora è veramente uno stupido”. Lasciò sola Mac e rientrò. Il suo volto era invaso dalle lacrime, quello che aveva detto Clayton era tutto vero e lei non poteva farci niente, nuovamente due mani si riposarono sulle sue spalle, questa volta non si voltò, e disse: “Lascia stare Clay ti prego” “Cosa dovrei lasciar stare?” era Harm Mac senza voltarsi disse “Lasciami stare ti prego” “Sarah, perché stai piangendo?cosa ti ha fatto?” Sarah, il suo nome non le era mai sembrato così bello come in quel momento cercò di asciugarsi le lacrime e rispose: “Non sto piangendo e Clay non mi ha fatto niente”. “Tu stai piangendo! Ed allora se Clay non ti ha fatto niente, voglio sapere cosa ti ho fatto?”. Questa volta si voltò guardarlo dritto negli occhi. “Come fai a sapere che piango per te?” “Lo so e basta” “Harm sono stufa dei tuoi giochetti! E non voglio più saperne di te” “Sarah, non ti capisco…” “Non capisci?tu non capisci mai, ma quello che mi fa stare veramente male è che tu non capisci solo a me, hai chiamato tutto il jag mentre eri in missione, l’unica che non ha avuto questo onore sono stata io perché?” “tu sai il perché” “sono stufa di sentirmi sempre rispondere tu sai il perché!perché io il motivo non lo conosco!” “Sarah, volevo solo vedere se riuscivo a starti lontano senza viverti accanto!” “è qui che ti sbagli, tu non mi hai mai vissuto accanto, ma hai sempre allontanata da te, ogni volta che cercavo di avvicinarmi!” “non vuoi sapere cosa ho scoperto?” “no Harm, non credo di volerlo sapere, ne ho abbastanza di te. Davvero” si allontanò, lui la riprese per il braccio, lei strattonò nuovamente, ma lui questa volta non lasciò la presa e disse: “Non ti lascio” questa volta Sarah non ebbe la forza di slegarsi e si avvicinò a lui: “Ho scoperto che non posso vivere lontano da te, tutti i giorno ho chiesto notizie di te a tutti, ed ho sempre pregato a tutti di non dire niente”. “Harm., sai perché non puoi vivere senza di me? Perché abbiamo lavorato e passato la maggior parte del nostro tempo insieme e basta!”. “No è qui che ti sbagli, io non posso vivere senza di te! Sono stufo di tirarmi indietro, in questi mesi sulla portaerei ho pensato e ho capito che non voglio perderti, vivimi Sarah! Ti prego”si chinò su di lei e la strinse forte al suo petto. “Vivimi perché Ti amo!”quelle poche parole scesero nel cuore di Sarah con lentezza, quasi come se un alambicco stesse distillando quelle parole per il suo cuore, non rispose. Harm si staccò da lei e la interrogò con lo sguardo. Si mise una mano tra i capelli corti e disse: “ non dirmelo ti prego!” “non dirmi cosa?” “Tu non mi ami non è vero? Sono arrivato tardi tu hai scelto Clay, ed hai anche ragione, lui ti è stato accanto mentre io sono scappato lontano da te .lui ha avuto il coraggio di dirti Ti amo senza paure, mentre io ho sempre raggirato i miei sentimenti. Oh Sarah, Sarah - le accarezzava il dolce viso, con mano tremante, quel viso che amava con amore infinito, quel volto che sempre era presente nei momenti difficili, aveva dato per scontato che anche lei lo amasse ed invece ora si rivelava quasi ostile- Ti amo, ti amo, ti amo” lo ripeteva come una nenia, questa volta senza remore e vergogne per i suoi sentimenti, il suo cuore era dolorante, dunque ora la sua Sarah lo stava rifiutando, e sapeva bene che non c’era appello. Sarah continuava a fissarlo senza staccargli gli occhi di dosso e gli chiese: “Vuoi sapere cosa mi spaventa?” Lui annuì e lei riprese: “Mi spaventa pensare che domani mattina quando mi alzerò tu mi chiamerai solo Mac e mi farai credere di essermi sognata tutto questo, perché noi non possiamo stare insieme…tu lo sai bene, questi anni uno accanto all’altra ci hanno logorato…”. “Ci hanno logorato perché non ci siamo vissuti come vorremmo”prese il volto di Sarah tra le sue palme, lo teneva stretto dolcemente vicino al suo viso, la guardava, i suoi lunghi capelli ed il suo inconfondibile profumo lo inebriava come aveva fatto dal primo giorno in cui l’ammiraglio li aveva presentati, si inginocchiò davanti a lei: “Alzati Harm, ti prego, potrebbe vederti qualcuno…”. “Che importa?-la guardava dal basso verso l’alto- vorrei gridare al mondo intero che ti amo, o non deve vedermi Clay?” Sarah diniegò il capo e lo scosse con forza ed allora Harm proseguì. “Vorrei potermi svegliare al tuo fianco domattina e dirti “Buongiorno Sarah” e continuare a dirti ti amo tutte le mattine della nostra vita, ho perso fin troppo tempo!Sarah tutto quello che voglio è amarti e viverti!” Sarah si chinò su di lui e lo baciò sulle labbra,gli sussurrò all’orecchio: “Ti amo anche io Capitano Harmond Rabb” lui rispose a quel bacio e la strinse a se costringendola ad inginocchiarsi con lui. Fu un bacio dolce e appassionato, un bacio che era rimasto sospeso nell’aria per nove lunghi anni, ma finalmente si compiva per completare le anime dei due eterni innamorati.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > JAG / Vai alla pagina dell'autore: rospina