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Autore: ragazza_innamorata    13/09/2008    3 recensioni
{Dedicata alla mia Miki-sempai, la regina dei crack pairing}
Si sedette sulla soglia, fissando il sole calare, ed il suo sguardo cadde su di un fiore lasciato sulla soglia della porta.
Se lo rigirò fra le dita, sorridendo. Una margherita.
Chissà, forse non era nemmeno per lei, non c’era niente che le dicesse che quel timido fiorellino le era destinato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neji Hyuuga, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Miki, la regina dei crack pairing, perchè credo che nessuno possa apprezzare questa fic quanto lei.
Perchè, nonostante le nostre idee diametralmente opposte, le voglio un gran bene.
Questa è per te, sempai!
         
Nda: Questa fic è ambientata in un momento non ben definito dell'infanzia dei nostri eroi, quando Hizashi era ancora vivo e Neji non era ancora diventato il ragazzo cupo e vendicativo che conosciamo tutti.
       
“Kiba può uscire?”
Lo sguardo di Hana si posò su quel ragazzino che sorrideva timido e speranzoso dallo stipite della porta.
“No piccolino, è sempre a letto, se vuoi ti accompagno da lui.”
Gli tese la mano ed il bimbo, con una leggera sfumatura di imbarazzo nei suoi occhi bianchi, la prese.
Hana lo condusse attraverso i corridoi di casa Inuzuka, e lo osservò entrare in camera del fratellino.
Era un bimbo buffo quello Hyuuga. Sempre silenzioso, imbronciato, riservato all’inverosimile. Tutto il contrario degli altri amici di Kiba, come quell’Uzumaki, anche troppo esagitati.
Sospirò e si sedette al tavolo, riprendendo a leggere gli appunti che sua madre le aveva consigliato.

***

           
Allora Kiba, quando ti faranno uscire di nuovo?”
Il castano additò la gambetta ingessata che poggiava sul cuscino al fondo del letto e sospirò.
“Ci vorrà ancora almeno una settimana, mamma non mi fa uscire.”
La voce di Hana, soffocata dalla porta chiusa, si fece sentire in risposta.
“E ha ragione!”
“Zitta Hana, non impicciarti!”
Kiba rise sottovoce, poi riportò lo sguardo sull’amico seduto a terra.
“Come sta Ino?”
Stavolta fu il turno di Neji di ridere, ripensando alla romantica dichiarazione che l’amico aveva fatto alla bionda e all’altrettanto romantico modo in cui lei gli aveva detto di “amare” Sasuke.
“Sta bene, continua a correre dietro a quell’Uchiha e basta.”
Il broncio di Kiba era adorabilmente dolce.
“Fortunato te Neji che non ti sei mai innamorato di nessuna...”
Lo sguardo assente dello Hyuuga però diceva altro.
“A chi pensi Neji?”
“A-a nessuno Kiba!”
Caso volle però che, proprio in quel momento, Hana si affacciasse dalla porta.
“Kiba, Akamaru vuole entrare!”
Dopo che il cuccioletto fu entrato scodinzolando nella stanza, Kiba si accorse del tenue rossore che aveva imporporato le guance dell’amico.
“Neji, ti piace mia sorell-”
Neji saltò sul letto e azzittì l’amico mettendogli una mano sulle labbra.
“Zitto baka, sennò ti sente!”
Lo lasciò andare rosso per la vergogna, mentre il bimbo si rotolava sul letto, in preda a silenziose risate.
Gli lanciò il suo miglior sguardo glaciale, quello per cui ogni sera si esercitava nello specchio.
“Hai finito?”
In realtà, perché Kiba smettesse di ridere ci vollero diversi minuti.
Solo in quel momento, asciugandosi le lacrime, riuscì a parlare di nuovo.
“Va bene, va bene, ma mi sembra strano perché Hana è mia sorella e poi non è mica bella come Ino o anche come tua cugina.”
“Bah, sinceramente Ino mi sembra un manico di scopa e Hinata-sama è tropo timida, non mi piacciono. L’unica carina è quella ragazza silenziosa con i suoi kunai, ma Hana è molto più bella di lei!”
“Chi, TenTon?”
“Kiba, lei si chiama TenTen! Ed è una bambina molto simpatica!”
“Sai una cosa Neji? Non è che ti piace TenTen?”
Lui scosse il capo.
“Ok, ora però devo andare Kiba, sennò papà si preoccupa!”
“Ok piccioncino. A domani!”
Neji si girò, naso per aria in uno sforzo mal riuscito di ignorare il commento di Kiba ed uscì.

***

                               
Il tramonto era ormai sceso su Konoha, e Hana rincasava accompagnata da un fitto branco di cagnolini affettuosi.
Si sedette sulla soglia, fissando il sole calare, ed il suo sguardo cadde su di un fiore lasciato sulla soglia della porta.
Se lo rigirò fra le dita, sorridendo. Una margherita.
Chissà, forse non era nemmeno per lei, non c’era niente che le dicesse che quel timido fiorellino le era destinato.
Ma nello sguardo divertito di Kiba, affacciato alla finestra, c’era qualcosa che le diceva che sì, c’era qualcuno che pensava a lei.
  
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