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Autore: Ladyloki96    13/08/2014    4 recensioni
Come tutti in i miei scritti, che diventeranno fumetti, io voglio parlare di problematiche serie. Vi prego di lasciare una recensione, va bene anche breve e negativa, grazie.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutti voi credete che sia bella e proficua la vita degli scienziati. Che essi creano per il gusto di creare. Che essi non siano costretti a creare anche cose che non vogliono. In realtà, vi sono oscuri segreti dietro a tali figure. Per esempio, nei Lager nazisti, venivano effettuati degli esperimenti di presunto carattere “scientifico”, effettuati da mediciscienziati, sui deportati. Gli esperimenti furono diversi e implicarono i migliori mediciscienziati tedeschi, comunque, mentre alcuni di essi accettarono di buon grado, accecati dal fanatismo nazista e dalla sadicità, molti altri furono costretti. Tra gli esperimenti più atroci vi furono: le tecniche di  castrazione  nell’uomo e nella donna, esperimenti sui gemelli e i nani o… il più cruento e poco riportato, il trapianto di arti animali nell’uomo. Un esempio che si può vedere a  Dachau, cercavano di mettere ai deportati le zampe dei maiali. È giusto - quantomeno in certi momenti storici - mettere le proprie conoscenze al servizio del potere militare? Ha ancora senso rinchiudersi nel proprio laboratorio come in una torre d'avorio nel nome della "ricerca pura" se così forti sono gli interessi in gioco e così profonde le implicazioni morali? Secondo Marton uno scienziato deve rispettare l’ethos della scienza, ovvero dei valori e una moralità ferra. Secondo Marton tutti quei scienziati che seguono il capitalismo e quindi il potere, disubbidiscono all’ethos scientifico e quindi devono essere radiati dalla comunità scientifica.  Oggi, non è diverso da allora. Questa storia è ambientata in Russia. I migliori scienziati della nazione erano riuniti per creare, sotto l’ordine di Putin, un arma molto più forte e devastante dell’atomica. Peccato che non tutti i migliori scienziati fossero in grado di creare ciò, solo due, moglie e marito. Avevano una figlia di due anni ed erano soliti portarsela con se nel laboratorio. Si chiamava Rachel, Rachel Maximov e fortunatamente per lei, quel triste giorno di Novembre, non era con loro, ma, insieme con la tata. Durante un esperimento il loro laboratorio scoppiò, facendo rimanere quella bambina senza genitori,  senza nessuno. Il caso fu subito archiviato come incidente, manco ipotizzarono che fosse doloso. Forse qualcuno preferiva che il caso fosse chiuso velocemente e senza indagini. La tata, sapendo tale notizia, lasciò la bambina all’orfanotrofio. Era per lei troppo gravoso il compito di badare ad una bimba sola e piccola, senza trarre profitto. Marcì 16 anni in quell’orfanotrofio. Uscì al suo 18esimo compleanno, senza soldi per vivere, casa o qualsiasi impiego. Venne sbalzata alla vita oltre quelle mura in maniera brusca. Sola e senza soldi in un mondo capitalista. Molti altri bambini non adottati, come lei, non sapendo come o cosa fare, si diedero al crimine, dopotutto, ti ritrovi a crescere tutto ad un tratto e se non sai come sopravvivere in tale mondo, devi usare altri mezzi. Questo non fu il caso di Rachel, anche perché si trovò diversa gente ad aspettarla fuori, persone che lei non conosceva. Uomini inviati al governo. Gli stessi “datori di lavoro” dei suoi genitori.

-Ehi… sei tu Rachel Maximov?

Eran tutti vestiti di scuro, con tanto di occhiali da sole scuri, anche se il sole non c’era. La ragazza li guardò, li studiò per poi rispondere.

-Si… sono io e voi? Voi chi siete?

Alzò un sopracciglio, lei non conosceva quei uomini, ne sapeva chi li inviava. 
                  
-Siamo inviati del Governo. L’abbiamo studiata molto Miss Maximov. È sorprendente che qualcuno prenda la laura in scienze e fisica a soli 18 anni. Quindi … vogliamo che lei entri nel nostro centro di ricerca. In cambio le offriremo vitto, alloggio e un lauto salario.

Come poteva rifiutare tale proposta? Era una possibilità unica, la possibilità non di ricominciare, ma di incominciare a vivere. La ragazza pensava di essere sotto una buona stella, quanto si sbagliava.

- Accetto!

Disse euforica. Uno degli uomini in nero gli aprì la portiera della porta e lei vi salì senza esitazione.
   
 
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