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Autore: Yume_no_Namida    14/08/2014    1 recensioni
Chitoge è stufa, dubbiosa, frustrata: le tocca leggere di cose come il filo rosso del destino! Pieni di stramberie, in Giappone.
Però forse un po' ci tiene. Forse forse un po' le fa male, non avere nulla avvolto al mignolo.
Almeno finché non si rende conto di una certa cosa che porta sulla testa, delle motivazioni della sua presenza.
[Chitoge centric!, accenni Raku/Chitoge]
Storia semplicissima nata da una challenge su Ask.fm, pensieri e leggerezza in libertà. Perché quando ci si guarda bene è sempre una rivelazione. Pericolo SPOILER per chi segue soltanto l'anime!
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chitoge Kirisaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le storie si (ri)scrivono.



Unmei no akai ito.
“Secondo la tradizione ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che la lega alla propria anima gemella.”*
“Che stupidaggine!”
Chitoge abbassa con violenza lo schermo del portatile, si lancia contro il letto in preda a un’abituale stanchezza nervosa. E’ morbido, sotto la schiena, ma i pensieri si fanno comunque pesanti.
Quell’idiota...
Ci sono una favola dal finale reinventato, quattro ragazze e un solo ragazzo. L’unica possibilità di prevalere con un margine di errore nullo, quindi certezza, sarebbe scorgere quel dannato filo intorno alle proprie dita... Chitoge solleva una mano dinanzi al viso e non vede niente, nemmeno se si impegna, nemmeno se si sforza fino a lacrimare.
Cos’è che mi lega a lui?
Non la dolcezza di Onodera, né la schiettezza di Marika, né l’esperienza e la saggezza di Yuhi. Un tempo avrebbe confidato nei propri occhi, talmente limpidi da catturarti nella miriade di storie visibili sul fondale, ma dal giorno in cui la bambina della promessa ha acquisito uno sguardo di carboncino, o di legno di quercia, Chitoge trema nel ritrovarseli allo specchio tutte le mattine, quasi le foto della sua infanzia non esistessero.
Quasi l’attimo trascorso con suo padre fosse frutto di allucinazioni, un desiderio realizzatosi in sogno, fatto di nebbia bianco latte.
Uno sbuffo impercettibile mentre un cuscino vola a coprirle la faccia, oscurando ogni cosa.
Lei di rosso possiede soltanto un misero fiocco, sgualcito e ingiuriato dal tempo: le pare così fragile. Eppure il fiocco resiste, continua a tenerle compagnia.
Perché lei ha scelto di portarlo.
D’improvviso il cuscino viene scostato e lo specchio in lontananza riceve il dono di un’attenzione prolungata, di un’immobilità pensante e appena buffa, con quell’espressione trasecolata e le braccia a ciondolare lungo i fianchi, inerti.
I finali delle storie si riscrivono, i suoi occhi sono azzurrissimi e lei ama Raku - tuttora la consapevolezza le procura un certo pizzicore ai polpastrelli, alle guance oppure al petto, non saprebbe dirlo.
E quello è il fiocco che lei ha deciso di indossare, il fiocco del suo destino.
Non può essere tanto male, no?
Raku o non Raku, è lieta di essere Chitoge.







Note
*Dall’articolo su Wikipedia.



NdA: Sarà il periodo degli sfigafandom, comunque eccomi approdare su Nisekoi con una flashfiction semplice semplice. Detesto gli harem, mi fanno svalvolare tremila ragazze che si accapigliano per un ragazzo così come tremila ragazzi che si accapigliano per una ragazza - ci vuole tanto a guardarsi intorno? Diamine!
Comunque.
Comunque le scene con Raku e Chitoge mi piacciono, sono adolescenzialmente tenere, e alla fine ho ceduto, ho finito per scrivere. Stavolta galeotta fu una challenge su Ask.fm e il prompt di Mokochan, “Il filo rosso del destino”. Chissà se esiste, il filo rosso del destino. Io preferisco pensare, come Chitoge, che esistano storie più che destini, storie di scelte da scriversi ogni giorno, di fiocchi che si decide di indossare, di mani che deliberatamente si stringono. Chitoge ha gli occhi azzurri e la bambina della promessa li aveva scuri, ma - oltre a quanto testimoniato dal padre di Chitoge all’interno del manga e a cui faccio riferimento, ossia che lei da bambina avesse gli occhi castani - gli occhi azzurri sono comunque bellissimi! Ed è fantastico così. Chitoge è Chitoge e si piace com’è, lotta per il suo percorso e i suoi sentimenti.
“Unmei no akai ito” è semplicemente “La leggenda del filo rosso del destino”, un grazie di cuore a chiunque leggerà o semplicemente darà uno sguardo a questa storia!
Alla prossima *inchino*
  
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