{Selfie Wars
«Torno adesso da uno shooting, mi hanno permesso di tenere i vestiti che ho
indossato! Ti riservo l’anteprima mondiale, che ne pensi, Toudou-senpai?
(*^ワ^*)»
In realtà a Toudou
nemmeno servì leggere il nome del mittente, né tantomeno arrivare a spulciare
il contenuto del messaggio per sapere chi avesse deciso di scrivergli: non
appena la suoneria personalizzata che aveva riservato quel contatto risuonò nell’aria, egli già sapeva perfettamente di
chi si stesse trattando.
Sgusciò dal letto su cui si era
comodamente sdraiato per rilassarsi dopo l’estenuante pratica di quel
pomeriggio, dimenticando ogni fatica mentre con orgoglio spalancava le porte
dell’armadio e iniziava a frugare tra gli ultimi acquisti che aveva infilato là
dentro: era solito visitare i centri commerciali più forniti per essere sicuro
di avere sempre un aspetto presentabile e alla moda, ed era stato proprio
durante una di queste incursioni che era finito per incappare nel punto di
forza della squadra di basket di una scuola superiore neanche troppo lontana
dal distretto in cui viveva. Rivista di moda alla mano e occhio attento, pronto
a scrutare ogni angolo per individuare il prima possibile i componenti dell’outfit che la sua mente modaiola aveva escogitato, il modo
in cui si erano incrociati era stato quasi cliché: le loro mani si erano
allungate contemporaneamente verso il medesimo capo d’abbigliamento, ultimo
rimasto della sua categoria e solitario sul suo designato appendiabiti,
portandoli a scrutarsi per infinti secondi in un silenzio imbarazzato che
permeò entrambi da capo a piedi.
- Prego, prego, tanto credo non sia
neppure della mia taglia! – l’aveva invitato l’altro, ma la sua mente era
tutta da un’altra parte: normalmente non avrebbe esitato ad accogliere quella
gentile proposta, afferrare l’oggetto del proprio desiderio e fuggire verso il
camerino più vicino, ma la sua attenzione era totalmente concentrata sul viso
del ragazzo che era davanti a lui. L’aveva forse già visto da qualche parte?
Aggrottò perplesso le sopracciglia, tornando alla rivista che teneva stretta in
mano.
No, non poteva averlo visto lì, giusto?
Doveva per forza essere uno scherzo della sua mente, ma prima doveva
accertarsene.
Ancora ricordava la foga con cui aveva
cercato la pagina in cui aveva adocchiato la pubblicità che vagamente faceva
capolino tra i suoi ricordi confusi, emettendo un’esclamazione più che sorpresa
quando, nell’alzare la pagina e confrontare il viso del modello con quello
della persona in cui si era imbattuto, aveva realizzato che si trattava del
medesimo individuo.
- Ma tu sei Kise Ryouta?! -
Da lì le cose si erano susseguite con
rapidità sorprendente: a partire dalla richiesta di autografo sulla rivista
(non lo seguiva granché, certo, ma quando sarebbe stata la prossima volta in cui
avrebbe avuto l’occasione di farsi fare un autografo da un modello in carne ed
ossa?) gli argomenti di dialogo si erano srotolati uno dopo l’altro, passando
dalla moda allo sport, fino al momento in cui avevano deciso di scambiarsi i
numeri di telefono.
Sorrise, Toudou,
chiudendo l’armadio per specchiarsi davanti allo specchio attaccato alle ante:
da quel giorno in poi avevano finito per contattarsi spesso, spesso
chiacchierando delle loro passioni, talvolta anche passandosi l’un l’altro
qualche consiglio di stile.
«Niente male~ e
invece come ti pare il mio outfit del giorno?»
Fu la risposta che gli dette, allegando
al messaggio la foto appena scattata della propria figura riflessa. Non che
fosse propriamente l’outfit
del giorno, visto che si era cambiato in quel momento – ma che
importava? La cosa fondamentale era che era riuscito a rispondere entro dieci
minuti.
Sì, perché oltre al contattarsi per
chiacchierare del più e del meno, non era raro neppure che indulgessero in
quelle piccole gare di fotografie- Selfie Wars, così le avevano ribattezzate in un attimo di
estro creativo pari più o meno a zero. Le regole erano semplici: uno dei due
iniziava mandando una foto di ciò che indossava e l’altro aveva un limite di
dieci minuti per rispondere. Si perdeva quando si sforava il tempo massimo o
non si sapeva più come replicare, anche perché era vietato riproporre lo stesso
abbigliamento in due diverse ‘gare’.
Alla fine in tutto questo non c’era niente
di così strano, no? Tanto a lui quanto a Kise non
dispiaceva trattarsi bene per quanto riguardava questo ambito, e visto che
ottenere gratificazioni da esterni era piuttosto raro (chiaramente durante gli
orari scolastici erano costretti alle loro uniformi, ma facevano la loro
deprimente parte anche compagni di squadra completamente disinteressati e
migliori amici che per qualche motivo non erano mai disponibili né a rispondere
al telefono né a replicare ai frequenti sms) mettersi in gioco e complimentarsi
a vicenda era un modo come un altro di tenere alti i loro spiriti.
La risposta dell’altro ragazzo arrivò
poco dopo, naturalmente con tanto di foto incorporata.
«Eeeh~ non mi avevi detto che eri andato a fare shopping di recente! Σ(゜ロ゜;) Stai benissimo, mi piace un sacco quella maglietta, e la giacca che hai messo sopra la vorrei anche io, haha! (。’▽’。)♡ Oggi mi hanno dato anche queste cose, ma non si avvicina minimamente al mio solito stile, quindi non so bene cosa pensare… ! Non sono molto credibile come ragazzaccio, vero? (*ノωノ)»
Per poco Toudou non si strozzò con la saliva, gli occhi talmente incollati sullo schermo che per qualche secondo si dimenticò perfino di dover rispondere a dovere il prima possibile. Aveva ragione a dire che quello non era il suo solito stile: in tante foto che gli aveva mandato e che aveva per curiosità (non per altro!) cercato autonomamente in riviste e book specializzati gli aveva sempre visto addosso un abbigliamento sì giovanile, ma comunque sobrio e mai particolarmente eccessivo. Quella era la prima volta che lo vedeva vestito in quel modo, con quella maglietta a rete per niente coprente che sbucava da sotto gli squarci di una t-shirt strappata e piena di stampe. Dei pantaloni poteva vedere qualcosa solo fino a metà coscia, ma anche quelli parevano nel medesimo stile: possibile che avessero improvvisamente deciso di intraprendere una svolta radicale e di affidargli quello stile da bad boy?
Prima che le domande iniziassero ad oscurargli completamente la facoltà di pensare si ricordò di dovergli rispondere prima di porsi altri quesiti, cambiandosi alla svelta da uno stile un po’ meno casual ad uno vagamente più formale: gli inviò in fretta la foto, accompagnata da un messaggio scritto di sovrappensiero e del quale a malapena lui stesso ricordava il contenuto, tornando nell’attesa a sbirciare quella foto appena ricevuta.
Era una visione insolita, certo, ma non era così… malvagia. D’altronde lui poteva più che permettersi un abbigliamento del genere: era alto ben sopra la media e anche ben formato, con quei muscoli ben in rilievo che lo fecero diventare di tutte le sfumature dell’invidia quando aveva scoperto che appartenevano ad un ragazzo più piccolo di lui di due anni.
Era bello, non c’era niente da fare. Come biasimarlo per
essere così giovane e già discretamente famoso, nonché così popolare con le
ragazze?
- E non solo con quelle… - sospirò di sovrappensiero, osservando il tempo che
scorreva inesorabile. Non aveva più niente da mostrargli? L’idea lo contrariava
parecchio.
Dopotutto ormai si era ampiamente reso conto che, tutte le
volte che facevano quelle piccole gare, il motivo principale per cui continuava
imperterrito a rispondere era la curiosità di vedere quale foto gli avrebbe
mandato. O meglio- in realtà gli sarebbe andata bene qualsiasi cosa avesse
avuto indosso, l’importate era poterlo vedere, anche se solo tramite il piccolo
schermo di un cellulare. Era forse finito anche lui ammaliato dallo stesso
fascino che aveva conquistato tutte le fan accanite di cui l’altro non mancava
mai di parlargli, raccontandogli aneddoti curiosi e storielle anche divertenti?
Ma lui non era una fan, maledizione!
Il trillo del cellulare lo distolse da quel rocambolesco precipitare di
pensieri, la risposta di Kise che arrivava proprio un
attimo prima dello scadere del tempo massimo.
«Ritieniti fortunato, se le fan mi vedessero così probabilmente impazzirebbero, hahah! (*≧▽≦) No, ok, la verità è che non ho più niente di nuovo da mostrarti oltre questo… mi sa tanto che la vittoria è tua, stavolta~ (★^O^★)»
E, in effetti, da mostrare aveva al contempo tutto e niente.
La foto che gli aveva mandato rappresentava nient’altro che Kise a petto scoperto, i pantaloni di jeans scuro appena sbottonati per mostrare l’elastico dei boxer sul quale era impresso il nome di qualche marca famosa al quale Toudou nemmeno prestò attenzione.
C’era molto di più a cui far caso, oltre alla parola scritta su una fascetta bianca, come ad esempio la sua espressione giocosamente ammiccante, ma allo stesso tempo maliziosa; come quel busto tanto perfetto da sembrare scolpito nel marmo e che fino a qualche manciata di secondi prima pensava di essere eternamente relegato ad immaginare a partire dallo spettacolo offerto da quelle finestre sul paradiso che erano gli squarci della maglietta di poco fa; come la sottilissima linea di peli chiari che da sotto l’ombelico andava ad affondare all’elastico della sua biancheria, leggermente allargato dal pollice incastrato tra questi e la pelle del fianco come a rivolgere un invito tanto implicito quanto, forse inavvertitamente o forse no, lussurioso, che come la tentazione più venefica risuonò nella testa del giovane ciclista.
“Non sei curioso di
sapere cosa c’è oltre?”
Il tempo passava inesorabile, sforando inevitabilmente il tetto massimo dei dieci minuti.
Controllando il cellulare per l’ennesima volta, Kise non riusciva a credere di aver vinto sul serio quella gara. Gli aveva praticamente consegnato la vittoria, com’era possibile che non avesse idea di come rispondergli? Sorrise, scrollando le spalle. Ormai era da parecchio che Toudou era l’unico a vincere, una volta tanto non sarebbe certo stato male se il titolo di trionfatore spettava a lui, no? Anche se proprio non capiva perché quell’altro non avesse neppure dichiarato la resa, ora che ormai era più che palese che avesse perso. Che si fosse addormentato? Nel dubbio, gli avrebbe mandato un messaggio giusto per confermare che avesse realizzato che i minuti erano scaduti da un pezzo.
«Tempo scaduto! Grazie
per la vittoria, senpai~ la prossima volta attento
all’orologio, però! (=⌒▽⌒=)»
Sorprendentemente, la risposta si fece attendere ancora un bel po’ prima di arrivare.
D’altronde, il ragazzo non aveva davvero idea di aver premiato l’amico con la più deliziosa e frustrante ispirazione per le proprie segrete e insidiose fantasie.
Salve!
Ricordo
chiaramente di aver fatto una solenne promessa, tempo addietro: quando sarebbe
stata inaugurata la sezione Yowamushi Pedal, allora avrei scritto una crossover tra Yowapeda e KnB.
E non
parlavo di una crossover qualsiasi: che ci crediate o no, per quanto sia fedele
alla KasaKise e alla ManaTou,
una delle mie assolutamente serissime otp è la KiseTou (o TouKise, ancora non ho
ben deciso). Pensateci un attimo, non credete che andrebbero terribilmente
tanto d’accordo?
Ok,
probabilmente sono solo io a pensarlo, ma questo non ha messo un freno alla mia
fantasia e finalmente ecco che adempio alla mia promessa pubblicando l’oneshot che avete appena letto.
Che
dire? Non credo di essere granché capace di manovrare né l’uno né l’altro, ma
nonostante questo non mi dispiace ciò che ho scritto. Una delle cose che mi ha
rubato più tempo è stato cercare le faccine, che tra l’altro non so neanche se
visualizzerete correttamente. E pazienza.
Al
solito, ringrazio chiunque passerà, leggerà e/o deciderà di commentare. Non
esitate a recensire lasciandomi le vostre opinioni, mi fa sempre piacere sapere
cosa gli altri pensano di ciò che scrivo~
Alla
prossima!