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Autore: HIMsteRoxy    18/08/2014    2 recensioni
MYCROFT X MR. CRAYHILL ~ MARK GATISS X IAN HALLARD
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Londra. Giorno di Natale.
 
Era una mattina piuttosto fredda e molto spenta. Il cielo, coperto dalle nuvole, si era attenuto al classico clima londinese. La notte precedente aveva anche nevicato e tutt’ora non aveva ancora smesso.
Mi affacciai dalla finestra del mio appartamento a Belgravia, uno dei quartieri più rinomati di Londra, e fissai i marciapiedi coperti di neve e di numerose impronte in entrambi i sensi di marcia.
Distolsi lo sguardo dalla finestra e guardai l’orologio a pendolo, in fondo alla stanza: erano appena suonate le nove in punto. Sbuffai esasperato e ritornai a fissare il via vai di gente, sotto casa.
Non mi andava di uscire in quella mattina così fredda, ma avevo promesso ai miei genitori che avrei passato il giorno di Natale assieme a loro e a mio fratello Sherlock.
Odiavo il Natale. Mi chiedevo sempre cosa ci fosse di così bello ed entusiasmante nel festeggiare il Natale? Nulla, mi rispondevo mentalmente. In realtà, era solo un giorno come tutti gli altri, in cui io e mio fratello perdevamo tempo a litigare, a rinfacciarci vecchi risentimenti e a fare a gara a chi fosse il più intelligente della famiglia. Ovviamente vincevo sempre io.
Dopo essermi vestito, uscii di casa e mi recai nel mio ufficio per archiviare dei dati e subito dopo feci una piccola visita al Diogenes Club.
Sì, lo ammetto. Avevo solo voglia di perdere tempo – comportamento inusuale per uno come me – e di posticipare il momento in cui sarei stato obbligato a passare del tempo con mio fratello.
D’altronde era da una settimana che i miei avevano programmato nei minimi e ossessivi dettagli il Grande Giorno, come si ostinavano a chiamarlo loro.  
 
Mycroft, potresti aiutare tuo padre con l’albero?
Mycroft, perché non attacchi qualche decorazione in giardino?
Mycroft, non toccare la torta!
 
Tutto questo era assolutamente ridicolo e insostenibile!!
Ero riuscito ad eludere queste ricorrenze per un po’ di tempo, ma adesso ecco che ritornavano e non potevo sottrarmi al gravoso compito di festeggiare il Natale. Inoltre, sembrava che i miei mi reputassero ancora un bambino, ovviamente solo quando faceva comodo loro. Perché in realtà Sherlock era il preferito di mamma e tutto gli era perdonato. Anche ora che, nonostante il suo carattere prettamente infantile, era cresciuto anche lui.
Controllai l’orologio: erano le undici in punto. Lasciai il Diogenes Club e mi incamminai sotto la neve per le strade affollate di Londra, stringendomi nel mio cappotto. I bambini correvano allegri e spensierati per le strade, ridendo e cantando canzoni natalizie. Altri invece erano vestiti da piccoli elfi e si divertivano a colpirsi con grosse palle di neve.
Tutto intorno era un arcobaleno: luci ad intermittenza in ogni dove, stelle colorate ad ogni angolo della strada, pupazzi di neve sorridenti e uomini travestiti da Babbo Natale che suonavano campanelle e auguravano ad ogni passante un Buon Natale.
Quell’atmosfera felice e angelica mi dava sui nervi. Non era affatto felice, ma inorridito da tante gaiezza.
Il Natale, esclamai mentalmente raccapricciato. Probabilmente, a quel commento, il mio viso si era corrucciato e aveva appena assunto le sembianze di Ebenezer Scrooge.
Il Natale era, in realtà, un giorno come tutti gli altri. Non succedeva mai nulla di speciale, ammesso proprio che io stessi aspettando qualcosa di speciale.
La verità però era che mi sentivo tanto solo – una solitudine che ti attanaglia e non ti lascia andare più, di cui non puoi più fare a meno, ma che non riesci più a sopportare – e che purtroppo non riuscivo davvero ad ammettere nemmeno a me stesso. Di fronte a quel pensiero diventavo sordo e cieco e continuavo in modo ostinato a continuare per la mia strada.
Decisi di fare due passi per riflettere un po’. Di solito funzionava, quando mi sentivo particolarmente a disagio o ero nervoso. E quello in effetti era uno di quei momenti.
Davanti a me vedevo persone contente e allegre perché fosse Natale, coppie felici che si tenevano per mano e bambini curiosi che non aspettavano altro che scartare i propri regali.
Il Big Ben batté dodici rintocchi. Sospirai amaramente: ero già in ritardo. Quindi affrettai il passo e nella confusione, urtai involontariamente un giovane. Nell’urto gli caddero dalle mani parecchi pacchi rossi, abbelliti con dei nastri dorati.
Mi voltai verso di lui e rimasi colpito dalla bellezza del suo viso giovane. Non riuscivo a distogliere gli occhi e, faticando ad ammetterlo, mi sentivo attratto da lui.
I suoi occhi intensi, i suoi capelli chiari e i lineamenti dolci del suo viso gli donavano un’aura quasi eterea.
Ovviamente, più tardi, riconsiderai quel commento come ridicolo e convenni che ero stato abbastanza stupido da poter pensare una cosa del genere.
Continuai a fissarlo e, come risvegliatomi da un sogno, lo aiutai a raccogliere i pacchi, che adesso giacevano sul marciapiede innevato.
 
‘’ Mi scusi, non era mia intenzione ‘’ intervenni dispiaciuto, raccogliendo un pacco da terra.
‘’ No, non si preoccupi. Non è successo nulla ‘’ rispose lui, sorridendo di rimando.
‘’ Sicuramente le sto facendo perdere tempo. Magari è anche in ritardo, signor… ‘’ aggiunsi, additando i pacchetti.
‘’ Crayhill. Ian Christopher Crayhill ‘’ rispose automaticamente. ‘’ Per gli amici, basta Ian ‘’, aggiunse ridendo. Mi porse quindi la mano destra.
‘’ Mycroft. Mycroft Holmes ‘’ risposi stringendogliela.
‘’ Mycroft… un nome un po’ bizzarro, non trova? ‘’ pensò ad alta voce, mentre distoglieva appena lo sguardo.
‘’ Sì, inusuale. I miei genitori amano questo genere di… cose ‘’convenni sospirando, mentre il mio sguardo veniva catturato ancora una volta dai lineamenti del suo collo. Improvvisamente avvertii di nuovo quella strana sensazione e sentii caldo, nonostante fuori facesse molto freddo.
‘’ Holmes, ha detto? Credo di aver già sentito questo cognome… ‘’ rifletté, continuando a tenere lo sguardo fisso nel vuoto.
‘’ Avrà sicuramente sentito parlare di mio fratello Sherlock. Sherlock Holmes. ‘’ risposi, riuscendo a riprendere il controllo.
‘’ Oh sì, esatto! Il grande Sherlock Holmes. E lei è il fratello, bene! È un vero piacere conoscerla signor Holmes ‘’ il suo viso si illuminò e infine sorrise nuovamente.
‘’ Mi chiami pure Mycroft ‘’ risposi, restando stupito delle mie stesse parole.
‘’ Si occupa anche lei, oh scusi, Mycroft… Sei anche tu una specie di detective privato? ‘’
‘’ No, affatto ‘’ sorrisi appena per la sua domanda. ‘’ Io occupo solamente la posizione minore nel governo inglese. Non m’intendo di… omicidi. E tu, Ian? ‘’
‘’ Sono solo un semplice avvocato. Lavoro all’Old Bailey. ‘’
‘’ Solo? È pur sempre una posizione d’alto rango. ‘’ improvvisamente mi ricordai del pranzo a casa dei miei e aggiunsi dispiaciuto. ‘’ Me ne stavo per dimenticare… dovrei andare. Mi dispiace se ti ho fatto in qualche modo perdere tempo, sicuramente la tua famiglia sarà in ansia per te… ‘’ indicai i regali che teneva nuovamente in mano.
‘’ Nessun problema. Questi sono solo per il mio vecchio e scommetto che in questo momento abbia anche perso di vista l’orologio. È stato un vero piacere conoscerti, Mycroft ‘’
‘’ Anche per me. Beh, allora… Buon Natale, Ian! ‘’
‘’ Buon Natale anche a te, Mycroft ‘’
 
Arrivai a casa dei miei poco dopo, mentre mi stupivo del gran ritardo. Non era da me – questo era certo – ma per una volta la concezione del tempo era passata in secondo piano, mentre aveva intrattenuto quella casuale conversazione con uno sconosciuto.
 
‘’ Mycroft, tesoro! Finalmente! Eravamo tutti in pensiero per te ‘’ mi salutò mia madre.
‘’ Io no. ‘’ ribadì secco, Sherlock. ‘’ Cosa ti è accaduto? ‘’ domandò distrattamente.
‘’ Un piccolo contrattempo ‘’ risposi vagamente, mentre prendevo posto.
‘’ Spero nulla di grave… ‘’ commentò mia madre.
‘’ Aspetta… Mycroft che ha un contrattempo! Questa devo segnarmela. ‘’ s’intromise nuovamente Sherlock, abbozzando un sorriso sardonico. Lo guardi contrariato e sospirai, mentre lui continuava a guardarmi attentamente.
‘’ Sei venuto a piedi. Per quale motivo? Non hai preso la tua auto privata, hai pure mandato a casa Anthea e non hai chiamato nemmeno un taxi. Il tuo cappotto è bagnato, la neve ha avuto il tempo di sciogliersi, quindi hai perso tempo in strada. Hai incontrato qualcuno? Ovviamente! Ecco il tuo piccolo contrattempo. Io direi che si è trattato di un piacevole incontro, sennò non avresti perso tutto questo tempo. Un uomo, magari? ‘’
‘’ Sherlock, non iniziare… ‘’ risposi, roteando gli occhi.
‘’ Mio fratello che rompe l’equilibrio delle proprie abitudini… adesso sì, che è Natale! ‘’
 
Cercai di ignorarlo e per un attimo lasciai che la mia mente ricordasse quella breve ma piacevole – su questo Sherlock poteva avere pure ragione – chiacchierata.
Ero rimasto colpito, in un modo o nell’altro, da quel giovane e nello specifico dal suo modo di parlare, dalla sua voce, dal suo sorriso e dalla sua semplicità.
Per la prima volta nella mia vita, dopo molti anni, aveva sentito qualcosa. Qualcosa di molto profondo.
Per la prima volta mi sentivo davvero appagato, senza un motivo apparente.
Per la prima volta il Natale non era poi così sgradevole come avevo pensato.
  
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