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Autore: The Lady of His Heart 23    18/08/2014    1 recensioni
Un tributo alla Sabtana!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Santana/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La scuola era chiusa ormai da un pezzo e tutti gli studenti erano ormai a casa o in giro a divertirsi. Nell’istituto vi era solo il bidello sordo che faceva le pulizie. Santana sarebbe dovuta andare a casa a fare i compiti invece di nascondersi nell’armadietto della palestra per poi intrufolarsi di nascosto nell’aula teatro ma, per quanto ci provasse, non riusciva a resistere a quella incredibile sensazione che il palcoscenico le faceva provare. Entrò nella sala assicurandosi che nessuno la vedesse e salì sul palco osservando la platea vuota. Si sentiva libera e potente. Socchiuse gli occhi e immaginò di essere al giorno delle regionali. Si vide vincente con in mano il premio e tutti che applaudevano al suo assolo. Sorrise tra se e incominciò a canticchiare improvvisando qualche passo di danza. Quando la canzone finì, si ritrovò con le braccia spalancate al cielo, come un uccello che stava per spiegarsi in volo. Lentamente aprì gli occhi e rimase quasi stupita da ciò che vide. La platea non era infatti completamente vuota, dato che vi era un ragazzo seduto. Lui. Sebastian. Il ragazzo alzò lo sguardo e applaudì fingendo interesse.
“Bello spettacolino Lopez ma, presumo tu ti sia dimenticata che l’assolo lo farà Rachel e non tu”
“Cerchi rogna Sebastian? Che cosa ci fai qui?”disse Santana arrabbiata.
“Potrei farti la stessa domanda” disse lui scocciato.
“E’ la mia scuola non la tua è normale che io sia qui”disse lei con aria di superiorità.
“Anche dopo gli orari scolastici?”disse lui e Santana esitò.
“Cosa c’è a corto di battutine pungenti”disse lui per stuzzicarla.
“Per tua fortuna ho un vasto repertorio Porcellana”disse Santana.
“Non chiamarmi così”disse Sebastian serio “Mi ricorda quell’idiota di Hummel”disse infine.
“Ah! Giusto Kurt ti ha rubato Blaine? Quanto mi dispiace.”disse lei fingendo di rattristirsi.
“E se non sbaglio la cameriera del Bel Grissino ti ha rubato Brittani?”
“Non centra, io e Brittani avevamo rotto da tempo.”
“Fa lo stesso, Singol resti tu e singol resto io”disse lui.
“E con questo discorso dove vorresti andare a parare sentiamo?”disse Santana scendendo dal palco e andandogli incontro. Sebastian intanto si era alzato in piedi.
“Sono un tipo da secondo fine io?”
“Devo davvero risponderti?” disse Santana alzando un sopracciglio in aria di sfida e Sebastian rise. Una leggera brezza di vento entrò dalla porta facendo svolazzare i capelli di Santana. Sebastian ne raccolse un ricciolo tra due dita e ci giocò un po’. Santana rabbrividì per quel gesto inaspettato e si tirò indietro. Sebastian senza dire una parola fece un piccolo passetto in avanti per colmare quel vuoto che li divideva. Santana continuò a indietreggiare finchè non inciampò nei suoi stessi passi e rischiò quasi di cadere a terra, anzi sarebbe di sicuro caduta se Sebastian non l’avesse afferrata per un braccio e tirata su.
“Credevo che quelli del Lima Heights fossero più sicuri di se”
“E lo sono infatti”disse Santana con aria di sfida mentre si liberava dalla sua presa.
“Abbastanza sicura di te per sopraffare gli altri con le tue battutine pungenti magari, ma non sei abbastanza sicura di te da presentare un tuo assolo alle regionali per paura che ti batta.”disse Sebastian rispondendo a tono.
“Per favore, posso batterti anche ad occhi chiusi”
“Bene. Diamo inizio alle danze allora.”disse Sebastian con un sorrisetto cinico in volto mentre si allontanava per salire sul palco.
Iniziarono a cantare a cappella sulle note di una canzone di Micheal “Smooth Criminal” perfettamente sincronizzati e in armonia tra loro. Man mano che la canzone prendeva forma i due si lanciavano sguardi e frecciatine di sfida come ad affermare la loro superiorità sull’altro. Gli acuti di Santana avrebbero potuto far crollare tutta la platea facendola tremare dalle fondamenta, ma la calda e morbida voce di Sebastian la faceva tremare dentro. La voce di Sebastian era infatti più subdola della voce di Santana. Sembrava una classica voce da usignolo allenata da tempo, ma era in grado metterla in soggezione. Parecchie volte volteggiarono l’uno accanto all’altro sfiorandosi solamente senza toccarsi, come a lasciare in sospeso un desiderio e una sensazione proibita di cui solo loro erano i complici silenziosi. Fu una battaglia vocale pesante, ma nessuno dei due pareva cedere. Erano troppo orgogliosi per farlo. Continuarono a cantare a testa alta cercando di dare il meglio di loro stessi per sopraffare l’altro che non cedeva. Quando la canzone finì, si trovarono l’uno davanti all’altro, con i loro occhi riflessi e persi nelle iridi altrui. Sebastian aveva il fiato corto e così anche Santana. La ragazza cercò subito di reprimere quella sensazione di attrazione che provava per lui in quel momento.
“Sono più brava”disse sfrontata respirando a fatica.
“Neanche per sogno”disse Sebastian altrettanto sfacciato. Senza darle il tempo di pensare e senza pensare, con una mano l’afferrò per la vita e la spinse velocemente in dietro, la sbatté contro il muro e subito con la mano libera che gli restava l’afferrò dietro la nuca e avvicinò la sua bocca a quella della ragazza baciandola con passione. Santana gemette leggermente per quel leggero tocco a contatto con le sue labbra, poco prima di socchiudere la bocca e stringere i denti. Sebastian si fece subito indietro.
“Santana mia morso”fece presente alla ragazza che spaventata scappò via. Sebastian rimase fermo dov’era per un po’ prima di andarsene da quel posto. Santana percorse il corridoio di quella scuola più velocemente possibile e salì in macchina Chiuse lo sportello con un colpo secco e deciso e mise in moto sfrecciando sull’asfalto della strada.

*


Quella sera non cenò la ragazza e andò dritta in camera. Si fece una doccia fredda per raffreddare la sua pelle ardente e poi andò a dormire. Si era quasi addormentata quando il telefono sul comodino iniziò a vibrare. Santana afferrò il telefono e vide il display. Era un messaggio.
Dobbiamo parlare - Sebastian
All’inizio era insicura se rispondere o no al messaggio, ma alla fine si fece coraggio e rispose.
Non ho nulla da dirti - Santana
Scendi, sono sotto casa tua – Sebastian
No. – Santana
Non ci siamo capiti allora? Scendi immediatamente. – Sebastian
Va all’inferno uccellino. – Santana
Vuoi che mi ubriaco e che mi metta ad urlare come un pazzo sotto casa tua dicendo a tutti che sei lesbica? - Sebastian
Non oseresti. – Santana
Davvero? Papino ne sarebbe felice - Sebastian
Brutto pezzo di … sei uno stronzo Smythe - Santana
Non mettermi alla prova Lopez e adesso sbrigati sto congelando
Tanto non sono in casa, sono via per una settimana quindi mi dispiace per te, ma il tuo patetico piano fallirà miseramente - Santana
Non sono in casa? Perfetto allora, che aspetti ad aprirmi. – Sebastian
Te l’ho già detto prima mi sembra, tu in casa mia non ci entri, chiaro?- Santana
Santana non sto scherzando - Sebastian
Neanche io –Santana
Apri. ADESSO. – Sebastian
Santana lanciò un sospiro e con rassegnazione si alzò dal letto e aprì la finestra. Lo vide, lui era li che la fissava e attendeva. Santana chiuse la finestra e camminò fino alla porta per aprirgli. Sebastian pareva esitare davanti alla porta, come se volesse tirarsi indietro.
“Allora entri o no?” domandò Santana scocciata e Sebastian si fece avanti. “Vuoi una tazza di te con dei salatini uccellino?”
“In realtà sono pi un tipo da caffè, ma non sono venuto qui per bere, ma per parlare con te”
“Non c’è niente da dire bambolotto e adesso vedi di sparire”
“Sono appena arrivato e già mi cacci via, non sei poi così ospitale Lopez”
“Cosa vuoi Smythe?” domandò Santana.
“Assicurarmi che la mia dolce Annie stia bene e che il mio bacio non l’abbia sconvolta troppo”disse Sebastian. Santana allora scoppiò in un fragorosa risata.
“Ci vuole più di un idiota a sconvolgermi”disse Santana acida “E poi non sei il primo ragazzo che bacio, solo perché sono lesbica non vuol dire che non mi piaccia provare cose nuove di tanto in tanto”disse infine.
“E’ vero, ma era da un po’ che non ne baciavi uno, si potrebbe dire che eri in una fase di astinenza e io ero la dose che ti serviva per riprenderti” disse Sebastian facendole l’occhiolino.
“Tutto qui? Sei solo venuto a rompermi beh, puoi anche andare via allora”disse Santana indicandogli con un cenno la porta.
“A dire il vero …”disse il ragazzo superandola e camminando al centro della sala per poi voltarsi. “volevo parlare di quello che è successo oggi pomeriggio”confessò Sebastian.
“Tranquillo, ho rimosso tutto molto velocemente”disse Santana incrociando le braccia sul petto.
“Io no. Per tutta la vita sono stato super convinto di essere gay, ma quella canzone … quelle labbra, quelle gambe che indurrebbero chiunque in tentazione … ”
“Dubiti della tua omosessualità?”
“Si. Non ho paura di ammetterlo. E in un certo senso è anche colpa tua”
“Colpa mia?”
“Si colpa tua. Tu mi fai diventare pazzo”
“Se non sbagliano non ti interessavano le ragazze”
“Le ragazze non mi piacciono infatti, ma mi piaci tu” confessò preso dalla rabbia e dall’euforia del momento. Santana rimase senza parole ma si riprese subito.
“Peccato che non sia una ragazzetta viziata dalla tua scuola privata super lussuosa”
“No infatti. Tu sei cinica, sfrontata, arrogante, presuntuosa e impertinente … ”Sebastian iniziò ad elencare una serie di aggettivi tutti spregevoli e meschini che in casi normali avrebbero offeso una persona, ma non Santana che annoiata alzò gli occhi al cielo socchiudendo le labbra. “… e sei l’unica in grado di tenermi testa in quel patetico Glee Club”
“Dispiaciuto di non averla sempre vinta?”domandò Santana.
“Zitta.”disse secco Sebastian per poi riprendere fiato e ricominciare il discorso. “Giorni fa desideravo che tu morissi o che ti investissero, che restassi incinta da non so quale bestione sudato dei ragazzi della squadra di football che ti sbattevi prima e che venissi espulsa dai Cheerios in modo che non potessi più essere una cheerleader o che ti avvelenassero”
“Però, quanto sei carino”
“Ti ho detto di stare zitta”disse Sebastian e Santana si ammutolì subito. “Tu pensi che siamo diversi, beh ti sbagli e quella canzone lo ha dimostrato.”
“No. Era solo una canzone. Non ha dimostrato niente.”
“Come fai ad esserne sicura?”
“Lo so e basta. Tu sei gay e io lesbica. Fine della storia.”
“E ti sei mai chiesta perché siamo giunti a tanto?”
“Cosa vorresti insinuare”
“Non insinuo niente, voglio solo dire che magari ciò che siamo è dovuto come conseguenza per tutto quello che ci circonda.”
“Non ti seguo”
“Il punto è che io ho sempre vissuto in un college privato per soli uomini dove il pomeriggio ci insegnavano l’etichetta e a prendere il te. Mai una partita a pallone, mai una scazzottata da ragazzi, mai una ragazza. E poi ci sei tu che sei stata rifiutata più volte da quell’ammasso di pecore pascolanti. Ti hanno delusa tutti, fatta eccezione per la tua amica Brittany. E’ perfettamente normale che ci attacchiamo a ciò che ci rende felice, lo facciamo per star bene con noi e per evitare di soffrire. Non so se gay si nasce, ma so che ci sono persone che ci diventano quasi per necessità e non lo fanno per sesso, ma perché nell’altro a prescindere da chi sia trovano amore e comprensione. Una comprensione che avevo solo trovato in Blaine, e in te. Ma con te è qualcosa di più. Tu non mi capisci soltanto, tu in un certo senso sei come me.”
“Una damerina tutta ingellata, rigida e abbottonata?”disse Santana con gli occhi lucidi fingendosi sarcastica.
“No, sei molto di più.”confessò Sebastian. Santana sorrise leggermente.
“Mi piace il tuo sorriso” sussurrò Sebastian e Santana imbarazzata si portò subito una mano sulla bocca.
“No”disse Sebastian abbassandole la mano e scuotendo la testa “non lo fare”disse e si chinò per baciarla leggermente.
“Sebastian …” mormorò Santana a contatto con le sue labbra.
“Cosa?” sussurrò Sebastian “Ho fatto un sacco di sciocchezze nella mia vita da di una cosa ne sono più che certo. Io voglio te. Ho bisogno di te.”disse. Santana senza aprire bocca indietreggiò e sospirò.
“Sono … confusa”
“Dubita di ciò che vuoi, di me, te, della tua omosessualità, ma non dubitare di noi Santana.”disse Sebastian.
“Se io mi fido, se lo faccio la mia vita cambierà”disse Santana tra le lacrime e Sebastian annuì. “E soffrirò ancora?”chiese Santana e Sebastian fece cenno di no con la testa Mentre con l’indice gli asciugava le guance zuppe di lacrime.
“Guardami”disse alzandole il volto verso di se. “Ti amo. Stronzetta.”disse e Santana rise. Senza riuscire a trattenersi ulteriormente, Sebastian si chinò e la baciò con passione. Finalmente Santana era riuscita a trovare ciò che la completava. Aveva trovato Lui. Passarono una notte bellissima fino a che non si addormentarono abbracciati l’uno accanto all’altro. Il mattino seguente, i raggi del sole penetravano delicati dalla finestra e l’aria era carica di un’elettricità che dava energia. Sebastian si era svegliato molto prima di lei abituato com’era ai suoi orari da usignolo. Raccolti i suoi vestiti andò a farsi una doccia. Il bagnoschiuma di Santana le piaceva, era dolce, intenso e particolare proprio come lei. Uscito dalla doccia si avvolse in un accappatoio e si asciugò i capelli lasciandoli scompigliati e sbarazzini. Andò in camera da letto ma non vi trovò Santana così iniziò a cercarla finchè un rumore proveniente dalla cucina non attirò la sua attenzione. Si precipitò di corsa. Notò con suo gran sollievo che era colo il tarme del caffè. Senza dire una parola l’abbracciò cingendola alla vita da dietro le spalle mentre con una mano le accarezzava il collo scostandole i capelli per poi lasciarle una scia bollente di baci proprio in quel punto. Santana reclinò leggermente il capo all’indietro e inspirò profondamente. Non sopportando più quella sensazione si voltò di scatto e l’afferrò da dietro la testa attirandolo a se con decisione. Sebastian voleva esplorare la sua bocca, non gli bastava più solo baciarla e appena Santana dischiuse le labbra ne approfittò. Santana accolse la sua lingua con dolcezza e passione. A un certo punto Santana si staccò da lui.
“Oh! Perché?”
“Perché tu devi andare a scuola e anche io”disse lei con un sorriso.
“Okay”disse Sebastian rubandole un altro bacio.
“Mmmm … mi piacciono i tuoi capelli”
“Non li portavo spettinati da non so quanto tempo”
“Caffè?”
“Si, grazie”Sebastian sorseggiò un po’ e poi rimise la tazza sul tavolo. “Ti sta bene la mia camicia”
“E a te sta bene il mio asciugamano lilla”disse Santana.
“Quindi ci proviamo?”
“Non penso ci sia nulla di male a provare a stare insieme”
“E ci odieremo tutto il tempo come prima”
“Intraprendere una relazione insieme non ci rammollirà mica bambolotto”
“Ecco la Santana che conosco e che adoro.” Disse avvicinandola a se Sebastian.
“No. A distanza perfettino e mantieni l’uccellino nell’asciugamano”disse lei sfacciata e Sebastian sorrise.
“Vesti. Il tuo Glee Club ti aspetta e non darti troppe pena se perderete”
“Neanche tu visto che noi ti stracceremo”disse Santana con un sorriso.
“A prescindere da chi vincerà io ho in mente un buon modo per consolarti”
“e io un buon modo per festeggiare”disse Santana con un sorriso sporgendosi per dargli un ultimo bacio prima di andare a cambiarsi.

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Angolo dell'autrice:
Fuck Yeah, Sebtana!

   
 
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