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Autore: wiston87    19/08/2014    1 recensioni
Carl si sveglia una mattina come sempre incazzato nero. Il mondo è in preda ad un degrado senza confini, e non c'è nulla e nessuno che possa salvarlo. Come se non bastasse, lo attende un altra giornata di merda nel suo pazzo lavoro.
Genere: Azione, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carl si svegliò come al solito verso le 5 e mezza del mattino per cominciare ad espletare le sue mansioni quotidiane, alzatosi a fatica premette cinque o sei volte il bottone del caffè caldo e mentre il liquido s'insaporiva con le pasticche di caffeina si andò a fare la doccia.
Asciugatosi dalla gelatina che gli era corsa sul corpo controllò se il caffè fosse fatto; lo attendevano quattro tazzine piene di una brodaglia arancione. Assaggiò. << 'Orca Madonna s'è bruciato di nuovo! >> poi si scolò il resto del caffè da tutte le altre tazzine, provando un piacere malato nel martoriarsi le papille gustative.
<> Aprì a caso una pagine dal libro sacro che ogni brava persona dovrebbe possedere in casa e lesse "Ed in verità io vi dico: se non potete permettervi una troia di lusso prendete una barbona, l’importante è scopare!". << Queste perle mi uccideranno >>, pensò grattandosi il capo freneticamente.
Sfogliò il programma giornaliero sul supporto attaccato alla parete in stile fantascientifico Asimov: "Ben svegliato, signor Carl Per la giornata di oggi, si prevede una splendida festa di morte!"
<< Dettagli please...>> Lo schermò si riempì di scritte inutili e confuse, peggio di geroglifici giapponesi scritti da un induista ubriaco. E per di più già morto da vent’anni.
Carl prese la sua nuova "panda" e volò a casa del suo collega per dargli un passaggio fino al luogo del "lavoro".
Philip era sempre stato una brava persona, ma il suo lavoro lo disgustava. Quando era in sotto un particolare stato di stress (cioè quasi sempre), preferiva perdere una taglia che rischiare di vomitare l’anima dinnanzi all’accartociarsi di organi bruciacchiati. Tanto più che Il giorno prima era rimasto fino a notte fonda con la sua decrepita madre all'ospedale per assicurarsi che non sarebbe morta in tempi troppo brevi, ma la tristezza lo attanagliava come le spire di un pitone potrebbero attanagliare un coniglio poco cresciuto.
Non avrebbe retto la scomparsa di un altro suo caro, dopo la grande epidemia di peste verde degli anni 50 era rimasto praticamente solo, il suo unico amico era Carl, il suo collega di lavoro. Gli voleva davvero bene.
Come al solito Philip si svegliò tardi, cominciò a correre per la casa cercando i propri vestiti e gli attrezzi del mestiere ma venne interrotto dallo squillare del vidi-citofono.
In cinque minuti era in macchina.
<< Dormito bene, Phil? >> << No, per un cazzo! Mi sono svegliato cinque volte per il freddo. Non vogliono venire a riparare le tubature e di notte, dopo le esplosioni che ci sono state, il calore non viene più trattenuto dall'umidità. Credo di avere il raffreddore -sorrise allegro- tutta colpa dei tedeschi. Mi consolo pensando al gran festival di ossa frantumate che ci attende! quanto manca? >> << Il navigatore mi dice 60 chilometri, ce la facciamo in dieci minuti oggi che c'è traffico >> Accese lo stereo, la macchina venne invasa dai Nirvana.
Arrivati sul posto presero il loro equipaggiamento e fecero irruzione , la casa della famiglia Wriffin era immersa nel buio e si sentiva provenire un respirare sommesso dalla camera dei genitori. << Andiamo prima dal ragazzino? >> Chiese Carl << Senti , puoi andare tu? Io controllo che i genitori non si sveglino, ok? >> Gli rispose con un fil di voce Philip << Bene, allora vado >> sussurrò.
Aprì la porta in silenzio e vide una figura magra e slanciata, in piedi, con una pistola ad aria compressa in mano puntata su di lui. << Ciao, Stewe. Stewe, giusto? >> Il bimbo non rispose, sparò nell'occhio di Carl, che si portò una mano al volto mentre sparava sulle ginocchia del ragazzino. Si avvicinò al bimbo che non riusciva a parlare << Addio Stewe, piacere mio >> Un proiettile si conficcò in testa al ragazzo già morente.
<< Uno è fatto, Phil. Loro li termini tu? >> << Avete ammazzato mio figlio! >> Un urlo disumano uscì dalla bocca dell'uomo che si era svegliato a causa del trambusto degli spari, quasi totalmente coperti dal silenziatore. 
Carl Alzò il braccio e fece fuoco alla spalla dell'uomo, gli si avvicinò, lo scavalco e sparò in testa a sua moglie.
<< Sbagli. Ho ucciso anche la tua troia. Che sia stracciona e morta smembrata non m’importa: l’importante è sborrare. Parola del Signore!>> L'uomo seduto appoggiato al muro frugò nelle tasche del pigiama, prese la pistola e fece fuoco. Mancò il bersaglio.
I due furono su di lui con una scarica di Uzi da quattrocento colpi al minuto.
Attraverso le tenebre, Il fuoco fatiscente delle esplosioni illuminò per un istante i loro sorrisi carichi di ebrezza.
Quando dell'uomo non rimase che poltiglia simile a sugo di pomodoro da discount, assieme si avvinghiarono su quel che rimaneva della donna. Un involucro informe più simile a carne da macello che al ricordo di un essere umano.
E come sempre accadeva in simili ghiotte occasioni, si trattennero a fatica dal farsi fuori l'uno con l'altro per accaparrarsela.
  
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