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Autore: guard_the_project    19/08/2014    0 recensioni
Una semplice storia ispirata alla corsetta di Julia Roberts in "Se scappi, ti sposo"(Runaway Bride)...
Ariadne ha una bambina meravigliosa, sta per pubblicare il suo secondo libro e presto convolerà a nozze. Vita perfetta? Non proprio perché ha sì una bambina meravigliosa ma lei ha solo ventidue anni, il padre se n'è andato e la famiglia di lui le ha fatto causa per portarle via la bambina, deve quindi pubblicare il suo secondo libro per avere i soldi di impedire ciò oppure dovrà sposarsi con Will, amico e perfetto finto fidanzato.
La storia di una ragazza che il giorno delle nozze scopre che andare a correre tutti i giorni è d'aiuto se si vuole scappare su un paio di tacchi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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se scappi..

Parte due : ...il ricordo


Quando Ariadne arrivò in facoltà mancavano solo una decina di minuti prima della fine della prima lezione. Decise di non entrare aspettando l'inizio della prossima. Era riuscita a fatica, per via della nascita di Hattie, a prendere la laurea breve in tempo, ora era al primo anno del biennio di magistrale di letteratura.

Dato che era riuscita a pubblicare un libro, in molti le avevano consigliato di fermarsi, ma non li aveva dato ascolto. Un libro con un discreto successo e una laurea breve in uno fra gli indirizzi più sottovalutati non avrebbero assicurato ad Harriet e lei un futuro.

Certo, lo doveva ammettere, quel primo libro nonostante tutto le aveva salvate. Quel libro che sua madre aveva etichettato come una sciocca perdita di tempo le aveva permesso di prendere l'appartamento in affitto in cui vivevano e di fare un corredino di tutto rispetto ad Hattie.

Ovviamente sua madre, dopo la pubblicazione della sciocca perdita di tempo, era passata a chiamarla sciocca perdita di tempo che ha avuto la fortuna di trovare qualche altro sciocco disposto a comprarla. Un notevole miglioramento tutto sommato.

Iniziò a camminare nervosamente, anche il solo pensiero di sua madre le faceva quell'effetto. Prese il cellulare e mandò l'ennesima richiesta di conferma che Hattie stesse bene a sua sorella. Si fidava di Frika, erano sempre state molto legate far di loro, sapeva come comportarsi con sua nipote, era di sua madre che aveva paura.

L'aula dove avrebbe avuto lezione era al piano terra, vicino all'atrio, esattamente dove aveva incontrato Will per la prima volta.

Lo ricordava ancora perfettamente..

Era al primo anno di università, era appena uscita dall'ultima lezione della giornata, ultima in tutti i sensi dato che era terminata alle sette e stavano chiudendo. Stava parlando con i suoi nuovi compagni di corso quando aveva ricevuto una chiamata di George. Sua madre voleva conoscerla, sarebbe passato a casa sua a prenderla fra un'ora per portarla a cena e presentarla. Quell'informazione dell'ultimo minuto aveva dato il via ad una discussione che era terminata quando ormai tutti se ne erano andati via. A quel punto a Ariadne la soluzione migliore era sembrata quella di sdraiarsi sul pavimento e contemplare la sua incommensurabile sfiga. Era stato in quel momento che aveva incontrato Will.

Era rimasto a discutere fino a tardi con un professore la sua tesi per la laurea breve in storia e riguardo gli esami per accedere alla magistrale di archeologia.

Will l'aveva vista a terra e si era avvicinato.

“tutto bene?sei svenuta o qualcosa di simile?”

“magari, sto per incontrare la madre del mio ragazzo, una donna perfettamente perfetta, con il solo preavviso di una mezzora, non sono pronta capisci? Ho bisogno di tempo io! Devo concentrarmi, devo ripetermi gli argomenti da evitare, devo allenarmi nel sembrare una ragazza di classe, ma modesta nei gesti” Will aveva lasciato cadere la borsa di pelle logora a terra e si era sdraiato al suo fianco

“modesta nei gesti? Sua madre è per caso un personaggio della Austen?” Ariadne si era voltata verso di lui incontrando i suoi occhi celesti e aveva capito, capito che quel ragazzo in un modo o in un altro avrebbe fatto parte della sua vita (quando tempo dopo lo aveva raccontato a Will, lui le aveva dato della pazza paranoica), ed era scoppiata a ridere

“pensi che sto esagerando?”

“giusto un pochino” l'aveva canzonata lui “Eleonora Duse era molto meno melodrammatica in confronto”

“melodrammatica io?!” aveva chiesto tirandosi su a sedere “tu non hai idea di come sono fatta! Sono incapace di trattenermi dal commentare ogni singola cosa, quando sono nervosa tendo a parlare dei gossip delle ultime star di Hollywood, a proposito la Lohan è uscita dalla riabilitazione, inoltre n..oh no!” spalancando gli occhi si era voltata verso Will che era rimasto sdraiato a terra con le mani dietro la nuca “George non lo sa!”

“cosa?”

“che io sono così! Sono una bugiarda ragazzo sconosciuto!”

“mi chiamo William”

“piacere Ariadne” strinse la mano che gli aveva teso “capisci? Ho sempre tentato di essere carina e adorabile davanti a George, si insomma, un po' sbadata, ma niente di che...sono una schifosissima bugiarda, dannazione!” ed era tornata a sdraiarsi a terra con le mani a coprire il volto

“bè, si immagino che le ragazze adorabili non si stendano a terra in paranoia totale” aveva borbottato Will

“e urlano contro le persone che ti danno dentro per passare prima sul marciapiede?”

“è una cosa che detesto anch'io, perchè non possono spostarsi anche loro di qualche centimetro!?”

“e si mettono a ballare ovunque non appena sentono una musica orecchiabile?”

“una mia amica per il stupire il suo ragazzo aveva fatto un corso di burlesque, gli aveva consegnato l'invito dello spettacolo del corso senza dargli spiegazioni per rendere il tutto più piccante, lui pensando che fosse uno spettacolo teatrale aveva portato con sé sua madre che si dilettava come regista, non ti dico le risate che mi sono fatto quando me lo ha raccontato”

“e..aspetta hai detto burlesque?”

“ho detto burlesque” aveva confermato con un sorrisetto, Ariadne era scoppiata a ridere

“sono ancora assieme?”

“per un po' lei non si è fatta vedere a casa sua, ma sì, l'hanno superata”

“se ce l'ha fatta lei, direi che posso farcela anch'io” si era alzata a sedere e aveva afferrato la borsa dalla quale aveva tirato fuori uno specchietto e il mascara, ma non appena si era specchiata aveva lanciato un urlo “non con questi capelli e questa faccia!” stava per tornare a sdraiarsi a terra quando una mano di Will sulla sua schiena le lo aveva impedito

“il tempo di durata della tua sanità mentale in mezzo alla paranoia totale oscilla dai dieci ai trenta secondi, non credi sia un po' poco?”

“oh mio..” l'esclamazione venne bloccata prontamente da l'altra mano

“come volevasi dimostrare”borbottò, poi la squadrò “sì, i tuoi capelli fanno schifo, ma se hai tempo puoi farti una doccia, mentre se non ce l'hai esiste uno strumento usato già nel neolitico chiamato pettine inoltre..”lasciò sia la mano sulla sua bocca che quella sulla sua schiena “s-sei carina di tuo, qui-qui” diede un colpo di tosse “quindi smettila di preoccuparti e va a questo stupido incontro” aveva ordinato per poi alzarsi e afferrare la borsa da terra. Ariadne aveva seguito il suo esempio incantata da quel ragazzo che si stava avviando verso l'uscita

“ehi Will” lo aveva richiamato “hai un cellulare?”

“si perchè?” e lo aveva tirato fuori dalla tasca dei jeans, Ariadne lo aveva afferrato al volo ignorando le proteste di lui e aveva premuto una serie di tasti, pochi attimi dopo le note di un saxofono avevano vibrato nell'aria e lei gli aveva ridato il cellulare

“Louis Armstrong?” aveva domandato indicando il telefono, Ariadne aveva annuito

“Jazz lips, complimenti per l'orecchio” aveva detto stupita “comunque, ora hai il mio numero e io il tuo” aveva esclamato

“perchè?”

“perchè?” aveva ripetuto lei “perchè così possiamo diventare amici” Will l'aveva guardata perplesso

“a me non interessa diventare amici”

“e a me non interessa la tua opinione a riguardo”

“bene” aveva approvato lui sarcastico

“bene” aveva ribattuto lei sorridente.


Persa nei ricordi Ariadne si accorse della fine della lezione solo quando si ritrovò in mezzo ai studenti che uscivano. Sentì chiamare il suo nome più volte,si voltò e si ritrovò a braccetto con Maggie, una sua compagna di università e amica, che la trascinò verso il gruppetto di studenti con cui si sedeva solitamente a lezione.


  
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