Bella.
 L’unica parola che poteva venire in mente ad Hiccup era solo quella.
 Bella.
 L’aveva già attribuita a colei che gli stava davanti in quel momento diverse volte, ma era sempre stata seguita da altri aggettivi: bella e impossibile, bella e terribile, bella e potente, bella e picchia duro, ma mai, mai, da sola come adesso. Sapeva benissimo che Astrid era bella, ma in quel momento, oh, in quel momento! Era Bella con la B maiuscola e pure in corsivo! Insomma, doveva assolutamente essere lo stesso pensiero di tutti gli altri presenti, con quel semplice vestito bianco adornato da coloratissimi fiori, gli stessi che si intrecciavano nella lunga treccia bionda in cui erano raccolti i suoi capelli. Le arrivava fin sul fondoschiena ed era intrecciata seguendo le più complicate regole che una treccia può seguire per sembrare così perfetta e Bella.
 E il suo viso, quel dolce visetto tondo, quella sua sottile bocca dagli angoli sempre piegati all’insù in un dolce sorriso dietro il quale spesso si nascondeva un imminente calcio negli stinchi ma che ora era solo rivolto amorevolmente a tutti i vichinghi del villaggio, i quali ricambiavano il sorriso. Certo, loro mostravano grandi bocche dove spesso mancavano parecchi denti, ma era ovvio che erano solo felici per lei e il loro capo villaggio.
 Finalmente Astrid arrivò accanto a Hiccup, in tutta la sua Bellezza, e lo scrutò sorridente con quei suoi grandi occhi blu che lo facevano sciogliere ogni volta che lo guardavano anche solo di sfuggita. Spesso la scopriva guardarlo di sottecchi, che spostava subito lo sguardo e lui si ritrovava più intenerito dalla sua dolcezza e insicurezza, che imbarazzato come capitava spesso quando erano più piccoli. Cioè, piccoli piccoli.
Lui strinse le mani di lei nelle sue e ricambiò lo sguardo, pieno di amore, in silenzio. I loro occhi si scambiarono uno sguardo di intesa, prima di girarsi e rivolgerlo a Skaracchio, pronto a celebrare la cerimonia.
 Cominciò a parlare, ma Hiccup era già perso nei suoi pensieri, come gli capitava sempre quando non poteva fuggire sul dorso di Sdentato. No, fuggire era l’ultima cosa che avrebbe voluto fare in quel momento, ma di certo attento non poteva starci. Guardò il suo drago, elegantemente seduto con la schiena dritta accanto a Saltanuvole, il drago di sua madre Valka, che guardava la scena incuriosito. Notò che accanto a sua madre c’era un posto vuoto e sentì un tuffo al cuore. Quello sarebbe dovuto essere il posto destinato a suo padre. Guardò gli occhi verdi della madre, così simili ai suoi, e le rivolse un sorriso appena accennato, che lei ricambiò immediatamente, compresi i pensieri del figlio; guardò i suoi amici, a pochi metri da lui, quelli che gli erano stati fedeli per tutto quel tempo, Testa Bruta seduta tra GambediPesce e Moccicoso che si guardavano storto, Testa di Tufo che non li considerava nemmeno e guardava tutto il matrimonio asciugandosi ripetutamente le lacrime con un fazzoletto, Eret che, con sguardo sicuro e braccia incrociate, gli rivolgeva sorrisi rassicuranti;
 Tornò a guardare Astrid, attenta a ciò che diceva Skaracchio. Perfetta in tutto, pensò Hiccup, dallo stile di combattimento al portamento in qualsiasi situazione.
 Bella.
 Già.
 -Astrid Hofferson Cavaliere dei Draghi- esclamò Skaracchio –Vuoi prendere come tuo sposo Hiccup, con tutti i guai che ne conseguiranno?- strizzò l’occhio a entrambi, aprendo la grande e storta bocca in un sorriso scherzoso.
 Risero tutti e Hiccup si rese conto di amare ancora di più la ragazza, la ormai donna che gli stava accanto, sentendo la sua risata cristallina.
 -Si- disse lei infine –Lo voglio.
 Gli sorrise e sorrise anche lui, quando Skaracchio continuò: -E tu, Hiccup Horrendus Haddock III, capo villaggio di Berk e Primo Cavaliere dei Draghi, figlio di Stoick l’Immenso e di Valka Cavaliere dei Draghi- si fermò un momento per riprendere fiato -vuoi prendere come tua sposa la bella e forte Astrid?
 Hiccup sorrise ancora, poi disse: -Intendi la Bella ragazza che mi sta accanto?- sottolineò con la voce quella parola, in modo da farlo comprendere anche a chi stava più lontano, nelle ultime file.
 -Guardati intorno, Hic!- lo riprese il vichingo –Vedi altre belle donne, qui, oltre Astrid e tua madre?
 Altre risate riecheggiarono per lo spiazzale del villaggio, più di uomini che di donne.
 -Beh...- cominciò Hiccup. Guardò Astrid. Lei guardò lui. Gli tornò in mente il giorno in cui avevano volato per la prima volta insieme sul dorso di Sdentato. Le braccia di lei che lo stringevano forte, il suo calore sulla pelle.
 -Cavolo, se lo voglio!- esclamò su di giri.
 -Allora vi dichiaro vichingo e moglie, finché morte non vi separi e tutte quelle cose che si dicono ai matrimoni, che Odino vi protegga, amen! Dov’è il rinfresco?- Skaracchio fece per allontanarsi, ma Astrid lo chiamò: -Skaracchio! Il...- si indicò le labbra imbarazzata.
 -Oh... Oh, si, è vero!- si riprese lui –Uh, uhm... Ah, ecco, puoi baciare la sposa!
 Hiccup sorrise malizioso e lei disse: -Non guardarmi in quel modo!
 -In quale modo?- fece lui.
 Lei gli piazzò un bel pugno tra le costole togliendogli il fiato, poi lo tirò a sé e si unirono in un dolce bacio.
 Tutti i vichinghi presenti esplosero in risa e grida di gioia, mentre i due giovani sposi si godevano i loro primi attimi di marito e moglie.
 Mentre le ragazze vichinghe si riunivano attorno ad Astrid pronte ad afferrare il mazzo di fiori selvatici che lei teneva in mano, Valka chiamò suo figlio e gli poggiò le mani sulle spalle.
 -Sono fiera di te, Hic- disse.
 -Grazie, mamma- fece lui.
 -E lo sarebbe anche tuo padre.
 Hiccup mostrò un altro sorriso mesto, lanciando un’occhiata a quello che sarebbe dovuto essere il posto di Stoick, poi disse: -Lo so. Ti voglio bene.
Rimasero abbracciati per un po’ e si staccarono sentendo le grida delle vichinghe. Qualcuno doveva aver preso il mazzo di fiori. E quel qualcuno era Testa Bruta.
 -Io non volevo nemmeno prenderlo!- si giustificò quando Moccicoso e GambediPesce ricominciarono a provarci per l’ennesima volta –Ero lì, a farmi i fatti miei e questo coso mi ha colpito! Oh, andiamo!
 Hiccup rise di gusto avvicinandosi alla sua neo moglie.
 -Come ti smebro?- chiese lei, poggiandogli le mani sul petto forte e possente, quello che una volta era il petto esile di un ragazzino magro e insicuro.
 Hiccup ci pensò un poco, voleva trovare una parola perfetta per descriverla, ma gli tornò in mente sempre la stessa a cui aveva pensato fin dal primo momento in cui l’aveva vista avvicinarsi a lui, quella mattina, fin dal primo momento in cui l’aveva vista e basta: -Bella- mormorò.
 -Bella- ripeté lei mordicchiandosi il labbro –Mi piace.
 E ripresero a baciarsi.

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Cabina del Capitano:

Ringrazio tutti i coraggiosi che hanno avuto l'ardore di entrare e leggere questa storiciacchiola da quattro soldi che ho scritto oggi pomeriggio, subito dopo essere tornata dal cinema e aver visto il capolavoro che è Dragon Trainer 2, come il suo prequel dopotutto... Beh, come se non avessi già altro da fare, avevo pensato di scrivere anche una long che funga (eheh... funga... parola divertente lol :3 ) da sequel di questa one-shot. Ma non so se mi convinco, dovrei trovare la giusta ispirazione e le idee su come impostare un'intera long. Quindi ho pensato di chiedere a voi, tanto coraggiosi da aver letto questa, se secondo voi è una buona idea. Ditemi se questa vi è piaciuta e se secondo voi vale la pena di costruirci sopra una long.
Bene, direi di finirla. Semplicemente... salve, è la prima volta che scrivo in questo fandom, evviva! :D
Okay, basta, vi voglio bene, ciao :)
Don't touch the cinnamon!
BD