Supernatural, 'The Eden In Your Eyes' di PandaCho su EFP Fanfiction

Declaimer : I personaggi - purtroppo - non mi appartengono ect ect.
ma godstiel se mi piacerebbe..*sigh*

Settant'anni e due mesi.
Conta i giorni esatti sulle punte delle dita, un'abitudine presa dopo i quaranta.
Nemmeno pensava di arrivarci a quella fatidica e nominata mezza età, doveva morire giovane come Kurt Cobain.
Non era fatta per lui, un cacciatore come lui – Dean Winchester – scampato all'apocalisse fino ad arrivare al marchio di Caino.
Insomma - ecco.. non se li aspettava.
Eppure era lì, vivo – le falangi ricoperte di spesse e profonde rughe, il proprio riflesso storto nel bicchiere che mostra quei esatti settant'anni e due mesi nei ciuffi bianchi e appena mossi, portati più lunghi di molti anni prima come la barba a puntellare il viso.

In lontananza delle campane.
Stramaledette campane che risuonano per tutta l'intera comunità ad intervalli regolari della giornata per mezz'ore intere.
Che senso ha poi che si prolungano così tanto non lo capirà mai ma di una cosa era certo... sarebbe impazzito molto presto.
Ma.. Castiel, quel bambino in trench, aveva insistito così tanto a mettere radici lì, avere il suono di quelle campane che – lo ammette - non ha saputo dirgli di no.
Difficilmente sapeva negargli qualcosa, accidenti a lui.

Con il bicchiere di birra appena versato, raggiunge il suddetto dietro al giardino di quella piccola ma confortevole casa.
Se lo ritrova seduto lì sulle scalinare – pigiama con il rigoroso cappotto beige sulle spalle – il volto alzato, naso all'insù verso il cielo.
Non accenna a nessuna parola, le labbra serrate – continuamente screpolate come cicatrici – contempla ed osserva ogni cosa attorno, con quella curiosità di cui sembra non averne mai abbastanza.
Castiel l'angelo.
Che ora non era più.
Non di quel tipo almeno.

Spesso in quella stessa situazione, stessi occhi puntati verso i confusi cirri, aveva provato a chidergli se, magari, gli mancasse la sua vera dimora, il paradiso.
Il moro dalle ciocche ormai argentate e dagli occhi infossati ancora tanto blu, lo osservava in silenzio piegato in un piccolo e sereno sorriso, e, senza aver bisogno di rispondergli veramente, cercava la sua mancina – lentamente – come se il tempo non avesse fretta per lui.
Come se davvero questo, il tempo, non fosse dietro la sua schiena, i suoi passi. Come se fosse ancora immortale e.. baciava la sua mano – il suo anello con così tanta cura da farlo imbarazzare.
E si permetteva solo : “ Quando una campana suona, ad un angelo vengono assegnate le ali”. ¹
Ed allora, Dean, sedeva di fianco a quell'uomo permanendo nella stessa quiete.

A l'umano Castiel Winchester , l'angelo solo di Dean – che quest'ultimo da sempre aveva avuto problemi a voler per se, possedere esclusivamente qualcosa con quel “mio” : la “mia” bambina, Sam”my”...- non importava aver perso il paradiso. Non più.
Perchè il suo paradiso era proprio lì.
Bicchiere ad una mano, l'altra stretta nella propria – l'odore indelebile della polvere da sparo – Dean.

Note : ¹ "Quando una campana suona, ad un angelo vengono assegnate le ali" - riferimento a " La vita è Meravigliosa "