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Autore: TooSixy    17/09/2008    1 recensioni
Bella, finalmente divenuta una vampira, ora è parte integrante della famiglia Cullen, e la prospettiva dell’eternità accanto a Edward è meravigliosa. Ma il viaggio della neovampira è appena all’inizio: la sua discendenza umana le ha lasciato un ultimo Dono, una Chiave per accedere al regno dei desideri e degli spiriti, un regno in cui risiede la speranza di due creature solitarie e disperate, profondamente diverse tra loro… Un regno da secoli dimenticato, il cui accesso sconvolgerà il mondo. (Questa è la mia seconda fan fiction, per cui non sono espertissima, un po’ di clemenza!)
Genere: Romantico, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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White Gleaming Aura

 

“He sets the world under ice,
His aura is white gleaming,
Around him eternal coldness.”

World Under Ice – Lunatica

 

 

«Bella?»

Bella si girò di scatto al suono della voce vellutata e melodiosa che conosceva così bene, e un sorriso radioso le illuminò il viso. Edward le si avvicinò col suo solito passo aggraziato e le accarezzò i folti capelli castani, guardandola teneramente. Era passato un mese e mezzo dalla trasformazione, e la crudele sfumatura color rubino degli occhi iniziava a cedere il posto a un rosso più opaco, screziato qua e là di seriche pagliuzze ambrate. Quel viso, così simile e così terribilmente diverso da quello da lui amato, era di una bellezza sconcertante.

«Sei incantevole» mormorò Edward contemplandola.

Bella alzò appena il mento per guardarlo dritto negli occhi. Le iridi di lui erano bellissime, di una meravigliosa tonalità dorata che lei per il momento poteva solo sognarsi. Il sorriso assunse una piega più amara. 

«Ma nemmeno ora sono anche solo lontanamente paragonabile a Rosalie…»

«Hai ragione: tu sei molto, molto più affascinante.»

Edward la strinse a sé, e Bella ricambiò l’abbraccio. Si fissarono per un lungo istante, due creature da sogno sprofondate nella luce del tramonto e nel verde del giardino di villa Cullen, due sagome nere stagliate in un turbinio di oro liquido e smeraldo…

«Ehi, voi!»

Una vocina allegra e trillante ruppe la magia del momento, e Alice Cullen spuntò fuori dal nulla con un sorriso smagliante stampato sul bel viso da folletto. I corti capelli corvini erano sparati da tutte le parti come gli aculei di un istrice e le davano un’aria selvatica e bizzarra: sembrava davvero un elfo dei boschi pronto ad architettare scherzi di ogni tipo.

Alla vista della sorella, Edward sospirò. «Avremmo dovuto sapere che ci teneva d’occhio…»

Alice ridacchiò. «Sì, avreste dovuto. Forza, sbrigatevi, o Emmett ci farà a pezzi. Vuole arrivare a Raven Hill entro due ore… ma ce la faremo lo stesso, i suoi adorati orsi non si sposteranno.»

Il suo inquietante dono di preveggenza non smetteva di stupire Bella.

«Andiamo allora… Ehi, ma…» Bella si girò di scatto, allarmata. La vista sensibilissima scandagliò con attenzione i boschi intorno a Villa Cullen; nella mente le risuonava una brutale sensazione di pericolo, acuta come un grido, eppure non udiva nulla, solo il leggero mormorio del ruscello e il frusciare delle foglie…

«Cosa c’è, Bella?» Anche Alice si guardò intorno, perplessa, poi sbarrò gli occhi. «Io…»

«Insomma, calma!» Edward si concentrò, espandendo la propria mente. «Non c’è nessuno nelle vicinanze… nessuno dotato di pensieri, almeno…»

E poi lo videro, contemporaneamente.

Si era trascinato in un angolo del giardino, così silenzioso che nemmeno il loro udito finissimo l’aveva sentito, e adesso li fissava. Non aveva dei veri e propri occhi, ma piuttosto due scintillanti buchi neri, e il suo corpo tozzo e mostruoso ricordava le fattezze di un lupo deforme. Splendeva come un ammasso di argento fuso, e trapelava una violenta aura di rabbia, furore.

«Cos’è quello?» chiese Bella intimorita.

Alice tese i muscoli, pronta a scattare. «Non lo so… Ma leggere il suo futuro è come provare a leggere quello di un licantropo: non vedo altro che un nero confuso e nebuloso…»

«E non ha pensieri» la interruppe Edward con stizza. «Qualunque cosa sia, non pensa. Persino gli animali nutrono dei pensieri, anche se perlopiù dettati dall’istinto. Questa cosa invece non ha niente… Né razionalità, né impulsi naturali.»

«Cosa facciamo?» domandò nervosamente Bella.

Lo strano essere rifulgente s’avvicinò in modo impercettibile, snudando zanne di polvere stellare. Il suo sguardo di fuoco eburneo volteggiò tra un vampiro e l’altro, in guardia, e infine si appuntò su Alice: doveva averla ritenuta la preda meno pericolosa.

«Ha un istinto, però» aggiunse Edward, muovendo un passo avanti e portandosi davanti a Bella e ad Alice con fare protettivo.

La creatura sembrò esitare un attimo, poi si decise: la sua terribile aura esplose intorno a lui mentre si slanciava irosamente su Edward. Il vampiro rimase immobile, fissando l’essere… e lo stava ancora fissando quando quello, a mezz’aria, si dissolse in un filo di fumo argenteo.

«State bene?»

Jasper atterrò accanto tra Edward e Alice con un balzo felino, senza staccare gli occhi dal punto in cui la creatura si era dissolta. Bella continuava a guardare il filo di fumo biancastro fluttuante nell’aria.

Edward lesse rapidamente i pensieri del fratello, e lo stupore gli si dipinse sul viso angelico.

«Quella cosa…»

«Era un cumulo di emozioni vaganti, già» concluse Jasper. «E io l’ho soppresso. Ora muoviamoci, prima che Emmett sopprima noi.»

 

  
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