White
Gleaming Aura
“He sets the world under ice,
His aura is white gleaming,
Around him eternal coldness.”
World Under Ice – Lunatica
«Bella?»
Bella
si girò di scatto al suono della voce vellutata e melodiosa
che conosceva così bene, e un sorriso radioso le
illuminò il viso. Edward le si
avvicinò col suo solito passo aggraziato e le
accarezzò i folti capelli
castani, guardandola teneramente. Era passato un mese e mezzo dalla
trasformazione, e la crudele sfumatura color rubino degli occhi
iniziava a
cedere il posto a un rosso più opaco, screziato qua e
là di seriche pagliuzze
ambrate. Quel viso, così simile e così
terribilmente diverso da quello da lui
amato, era di una bellezza sconcertante.
«Sei
incantevole» mormorò Edward contemplandola.
Bella
alzò appena il mento per guardarlo dritto negli occhi. Le
iridi di lui erano bellissime, di una meravigliosa tonalità
dorata che lei per
il momento poteva solo sognarsi. Il sorriso assunse una piega
più amara.
«Ma
nemmeno ora sono anche solo lontanamente paragonabile a
Rosalie…»
«Hai
ragione: tu sei molto, molto più affascinante.»
Edward
la strinse a sé, e Bella ricambiò
l’abbraccio. Si fissarono
per un lungo istante, due creature da sogno sprofondate nella luce del
tramonto
e nel verde del giardino di villa Cullen, due sagome nere stagliate in
un
turbinio di oro liquido e smeraldo…
«Ehi,
voi!»
Una
vocina allegra e trillante ruppe la magia del momento, e Alice
Cullen spuntò fuori dal nulla con un sorriso smagliante
stampato sul bel viso
da folletto. I corti capelli corvini erano sparati da tutte le parti
come gli
aculei di un istrice e le davano un’aria selvatica e
bizzarra: sembrava davvero
un elfo dei boschi pronto ad architettare scherzi di ogni tipo.
Alla
vista della sorella, Edward sospirò. «Avremmo
dovuto sapere
che ci teneva d’occhio…»
Alice
ridacchiò. «Sì, avreste dovuto. Forza,
sbrigatevi, o Emmett
ci farà a pezzi. Vuole arrivare a Raven Hill entro due
ore… ma ce la faremo lo
stesso, i suoi adorati orsi non si sposteranno.»
Il
suo inquietante dono di preveggenza non smetteva di stupire
Bella.
«Andiamo
allora… Ehi, ma…» Bella si
girò di scatto, allarmata. La
vista sensibilissima scandagliò con attenzione i boschi
intorno a Villa Cullen;
nella mente le risuonava una brutale sensazione di pericolo, acuta come
un
grido, eppure non udiva nulla, solo il leggero mormorio del ruscello e
il
frusciare delle foglie…
«Cosa
c’è, Bella?» Anche Alice si
guardò intorno, perplessa, poi
sbarrò gli occhi. «Io…»
«Insomma,
calma!» Edward si concentrò, espandendo la propria
mente. «Non c’è nessuno nelle
vicinanze… nessuno dotato di pensieri,
almeno…»
E
poi lo videro, contemporaneamente.
Si
era trascinato in un angolo del giardino, così silenzioso
che
nemmeno il loro udito finissimo l’aveva sentito, e adesso li
fissava. Non aveva
dei veri e propri occhi, ma piuttosto due scintillanti buchi neri, e il
suo
corpo tozzo e mostruoso ricordava le fattezze di un lupo deforme.
Splendeva come
un ammasso di argento fuso, e trapelava una violenta aura di rabbia,
furore.
«Cos’è
quello?» chiese Bella intimorita.
Alice
tese i muscoli, pronta a scattare. «Non lo so… Ma
leggere il
suo futuro è come provare a leggere quello di un licantropo:
non vedo altro che
un nero confuso e nebuloso…»
«E
non ha pensieri» la interruppe Edward con stizza.
«Qualunque
cosa sia, non pensa. Persino gli animali nutrono dei pensieri, anche se
perlopiù dettati dall’istinto. Questa cosa invece
non ha niente…
Né razionalità, né impulsi
naturali.»
«Cosa
facciamo?» domandò nervosamente Bella.
Lo
strano essere rifulgente s’avvicinò in modo
impercettibile,
snudando zanne di polvere stellare. Il suo sguardo di fuoco eburneo
volteggiò
tra un vampiro e l’altro, in guardia, e infine si
appuntò su Alice: doveva
averla ritenuta la preda meno pericolosa.
«Ha un istinto, però»
aggiunse Edward, muovendo un passo avanti e portandosi davanti a Bella
e ad
Alice con fare protettivo.
La
creatura sembrò esitare un attimo, poi si decise: la sua
terribile aura esplose intorno a lui mentre si slanciava irosamente su
Edward.
Il vampiro rimase immobile, fissando l’essere… e
lo stava ancora fissando
quando quello, a mezz’aria, si dissolse in un filo di fumo
argenteo.
«State
bene?»
Jasper
atterrò accanto tra Edward e Alice con un balzo felino,
senza staccare gli occhi dal punto in cui la creatura si era dissolta.
Bella
continuava a guardare il filo di fumo biancastro fluttuante
nell’aria.
Edward
lesse rapidamente i pensieri del fratello, e lo stupore gli
si dipinse sul viso angelico.
«Quella
cosa…»
«Era
un cumulo di emozioni vaganti, già» concluse
Jasper. «E io
l’ho soppresso. Ora muoviamoci, prima che Emmett sopprima
noi.»