Solo quando sono sotto la doccia del mio spogliatoio privato ma ne rendo conto. Ho vinto il torneo dei Chojin. Sono diventato un campione, come mio padre prima di me. Sono estremamente felice, ma è come se a tutto questo mancasse qualcosa, anche se non so definirla. Un senso di soddisfazione superiore. Decido di non pensarci troppo ed esco dalla doccia. Tiro fuori dal mio armadietto un abito da cerimonia che mi ha regalato Meat, fra poche ore ci sarebbe stata la festa della mia vittoria insieme a tutti i miei amici. Lo indosso ed esco. Varcata la soglia vedo mio padre, anche lui in ghingheri, che trema come una foglia. Appena mi vede si avvicina, si schiarisce la voce con qualche finto colpo di tosse per poi mettermi le mani sulle spalle.

- Figliolo, c'è una cosa che volevo dirti, vedrò di farla breve perché sono una frana in queste cose...-

Finalmente. Finalmente avrebbe detto la frase che da tanto aspettavo che mi rivolgesse, ma che non aveva mai potuto usare dato il fatto che a quei tempi non combinavo qualcosa di cui lui potesse essere orgoglioso.

- Kid, io....io sono molto fiero di te...-

Quelle parole risuonarono come il canto degli angeli. Ma la mia gioia fu interrotta da uno scossone di mio padre.

- Però sappi, che io sarei sempre stato fiero di te, anche se non fossi diventato un così grande combattente. Io sarei stato fiero anche se avessi scelto di fare il salumiere o il fornaio...-

- O lo stilista...-

- Anche quello. Insomma, non ti devi preoccupare, perché io sarò sempre orgoglioso di te. -

A quelle parole sia a me che a mio padre scappa una lacrima, che prontamente asciughiamo con la manica del vestito. Allora lo afferro per le spalle e lo guardo dritto negli occhi.

- Grazie papà. Ora andiamo a mangiare. -

- Sei proprio incorreggibile. -

E così ci avviammo al party.

- Spero ci sia riso col manzo. -