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Autore: Kastel    24/08/2014    2 recensioni
In fondo, in quella vecchia catapecchia abbandonata a se stessa, non c'era molto che avrebbe potuto portare via con sé.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clear
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In fondo, in quella vecchia catapecchia abbandonata a se stessa, non c'era molto che avrebbe potuto portare via con sé.
Un libro con la copertina sgualcita, il cui titolo era solamente leggibile a metà.
Un taccuino con le pagine spezzate e macchiate d'acqua, pieno di appunti illeggibili e infiniti.
Un penna rotta il cui inchiostro si era rovesciato su una pagina vuota del sopracitato taccuino, diventando così inutilizzabile.
Un orologio da polso con il cinturino consumato, che funzionava a scatti e che bisognava caricare ogni volta si abbassava su di esso lo sguardo.
Non c'era molto di funzionante che avrebbe potuto portare via con sé: nonostante ciò Clear scelse solamente l'orologio come unico ricordo del nonno da tenere stretto.
Ironico, si disse osservando il quadrante elegantemente disegnato e le lancette che correvano a fatica. Aveva scelto qualcosa che non lo rappresentava affatto: per lui il tempo sembrava essersi fermato, anche se non sapeva spiegarsene la ragione. Non voleva e non poteva osservarsi allo specchio, ma non aveva di certo bisogno di constatarlo con i propri occhi per comprendere tale verità.
Per lui ogni anno, ogni mese, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto e ogni secondo rimanevano uguali e costanti a se stessi. Non cambiavano mai. E l'idea, nel profondo, lo spaventava profondamente.
Aveva paura della solitudine.
Aveva paura di restare solo.
L'idea de “Il tempo cura ogni ferita” non possiede valore per qualcuno le cui ore non scorrono.
E forse era proprio per ciò che aveva scelto tale ricordo.
L'idea che almeno così avrebbe potuto osservare e capire cosa significava il cambiamento.
L'illusione di poter tenere stretto e controllare qualcosa che lo terrorizzava.
La speranza che, forse, bastava così poco per potersi considerare uguale a chiunque altro.
Insomma, cullarsi nell'idea che fosse il tempo a rendere gli umani ciò che erano e non altro. Così fragili che sarebbe bastato solamente il quadrante di un orologio scheggiato per non potersi più considerare tali.
Meglio essere fragili che non potersi definire umani però: questo era ciò che preferiva pensare Clear. Almeno non sarebbe stato evitato e non avrebbe spaventato nessuno.
“Bene. Direi che è ora di andare a passeggiare.”
Era sicuro che sarebbe bastato ciò a trovare cosa stava cercando: una voce, un viso. Il segno che la sua idea era giusta.
Non perse altro tempo, quindi: si allacciò l'orologio al polso e uscì, lasciando i ricordi a riposare per un po'.

 

 

 

Cosa rende un essere umano tale, Master?”
Credo sia per ciò che lo rende unico. Le proprie idee, i propri sentimenti, i propri ideali.”
Non un orologio rotto?”
Assolutamente no! Come ti è venuta in mente simile assurdità?”
Non importa. Grazie per avermi insegnato ancora qualcosa di così importante.
Grazie davvero.”

 

 

 

Note.

 

L'idea per questa fic (faticosissima, tra l'altro) è data dal mio headcanon su Clear: “Clear ha scelto come ricordo del nonno l'unico oggetto che, inconsciamente, gli ricorda l'umanità: l'orologio da polso. Il tempo, infatti, scorre solo per gli umani, non per i robot.
Il che porta a due diverse chiavi di lettura per i finali, dove si rompe il quadrante: per il bad significa che Clear ha completamente perso la sua umanità (o ciò che lo rendeva tale). Nel good significa, invece, che non ha più bisogno di un surrogato per ricordarsi cosa significhi essere umani: lo è diventato totalmente.”
Non mi soddisfa totalmente come fic, ma pazienza.
Se vi state domandando cosa vuol dire il dialogo finale in relazione a ciò che ho teorizzato: nella bad Clear si è dimenticato di tutto, di conseguenza non sente più il legame con l'orologio; nella good, invece, ciò che Aoba gli ha insegnato gli è rimasto e quindi si ricorda anche di questo piccolo dialogo.
Spero che vi sia piaciuta! 

   
 
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