Le cose belle
I
Nessuno osa
avvicinarsi a te se non per prenderti in giro o chiederti delle foto,
perché ti trattano come se utilizzare quella macchina
– la tua unica amica – sia un lavoro. Loro non
capiscono che non è un lavoro, che non fotografi qualunque
cosa solo perché ti pagano.
Esci nel
cortile scolastico e la vedi.
Sta studiando,
evitando di curarsi delle cose che accadono attorno a lei. Nulla
importa se non l’attività che si sta impegnando a
fare.
La guardi e
sorridi. Sorridi perché è bella, la cosa
più bella che hai mai visto.
E prendi la
macchina fotografica, perché le cose belle durano poco.
Le cose belle
vanno fotografate.
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II
Si
è infiltrato nel tuo posto di lavoro.
È
arrivato senza essere stato chiamato, senza aver fatto domanda
d’iscrizione. È arrivato, perché voleva
venire. E Peter Parker si prende sempre ciò che vuole.
Scioccamente,
speri voglia
te, perché se ti vuole non deve dannarsi
l’anima per afferrarti.
Tu lo vuoi. Ma
sei troppo intelligente per darlo a vedere.
Lo guardi
mentre finge di essere chi non è, e a questo punto ti chiedi
chi sia lui. Vuoi conoscerlo, ma nessun altro si è mai preso
la briga di farlo prima di te. Ti chiedi perché.
È
così bello.
Poi,
finalmente, riesci a capire: le cose belle sono destinate a finire.
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III
Non era
così che ti aspettavi finisse la serata. Tuo padre lo odia,
lo trova anarchico come l’uomo ragno. Lo capisci dal suo
sguardo.
Chiami Peter,
lo inviti a uscire fuori. Vuole dirti qualcosa.
Si sta
dichiarando hai
pensato, ma alla fine voleva parlare del vigilante sconosciuto, il
motivo per cui la serata sta andando male.
Sei delusa, ma
lo inviti a continuare. Perché vuole rivelarti qualcosa di
personale, si
fida di te.
Poi sceglie di
non trapelare nulla. Non
si fida davvero di te.
Allora ti
allontani, ma qualcosa ti afferra: la
sua ragnatela.
Ti prende e ti
bacia.
È
bello baciarlo.
Tua
madre arriva: le cose belle finiscono.
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IV
È
fra le tue braccia. Morta, fra le tue braccia.
La stringi, le
chiedi di tornare.
Non lo
farà, lo sai così bene.
Preghi per il
miracolo, ma tu studi scienze: non credi nei miracoli.
Prometti che
ci crederai, che crederai in qualcuno al di là del cielo,
basta che lei torni.
Piangi, la
chiami. Cosa farai adesso? Dove andrai? Un
treno non può viaggiare senza binari.
Ti chiedi
perché è stata questa la punizione per averla
amata, per averla bramata.
Però
è così bella, anche se morta.
Poi
ricordi ciò che hai pensato tempo addietro e capisci
perché il destino ha voluto farti questo: le
cose belle durano poco.
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Spidergirl’s space;
Chiedo scusa
per questo obbrobrio, ma si è scritta da sola. Domani ho
l’esame di recupero, dovevo
evitare di pensarci.