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Autore: Momoko21    26/08/2014    1 recensioni
Dal primo capitolo
"Noi due siamo caratterialmente incompatibili, diverse come il ghiaccio (io) ed il fuoco (lei), accomunate da due sole cose: i nostri genitori e la data del nostro compleanno. Da piccole riuscivamo anche ad andare d’accordo e a giocare insieme, ma, crescendo, i nostri caratteri assolutamente diversi hanno innalzato una barriera tra di noi, divenuta ormai infrangibile"
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Summer
Accettai l’invitante proposta di Heath così, all’ora di pranzo ce la svignammo da scuola, andando in riva al mare. Cominciava a fare caldo ed era veramente piacevole percepire sulla propria pelle il fresco scaturito dalla brezza primaverile. Con Heath le ore trascorrevano rapidamente, gli raccontai il casino accaduto a Win e Leasl,   che la mamma stava cominciando a metter su peso ed  altre sciocchezze e lui sembrava REALMENTE interessato a ciò che avevo da dire.
-Cavolocavolocavolo!- Esclamò lui
-Che cos’è successo, Heath?-
-E’ tardissimo!- Enfatizzò nuovamente fissando l’orologio da polso, così gli diedi anche io uno sguardo e dovetti (seppur riluttante) constatare che aveva ragione. Ci alzammo ed uscimmo dalla sabbia
-Ehi, prima di rimettere le scarpe togli almeno la sabbia dai piedi!- Gli dissi notando che aveva già messo le calze sulla sabbia bagnata
-Ops!- Disse, cominciando a ridere. Cavolo, aveva proprio una bella risata!
Scacciai dalla mia mente quel pensiero e gli raccontai dell’ultima puntata del Diario del Vampiro vista in streaming, almeno finchè non arrivammo nella nostra strada e lui mi lasciò sull’uscio di casa, stringendomi a sé. Non volevo lasciarlo andare, ma seppur svogliatamente, lo salutai e gli augurai una buona serata.
Pensai ancora a quanto fosse buono il suo profumo quando il mio stomaco brontolò, ma non avevo voglia di scendere di sotto quando mi ero appena spaparanzata sul letto. Dopo pochi minuti bussarono alla porta.
-Andate ad apriiiiireeeeeee??- Urlai
Non ricevendo risposta ricordai che mamma e papà erano al lavoro, Win era a lezione di violino ed Emily era uscita con un suo amichetto.
“Che palle! Non posso nemmeno stare abbandonata sul letto come mi pare e piace! Devo perfino alzarmi, trascinarmi di sotto ed affaticarmi ad abbassare la maniglia della porta d’ingresso? Troppa fatica” Decisi di far finta di non essere in casa ma, insistentemente, l’ospite indesiderato continuò a bussare
“Okay, va bene, scendo, ma ho bisogno di una doppia razione di patatine fritte per questo sforzo sovraumano”
Il rumore provocato dalla pesantezza delle mie gambe rimbombava per tutta la casa, attualmente deserta.
Aprì la porta e, una figura del tutto inaspettata si presentò dinnanzi a me
-Che ci fai qui?- Domandai con estrema acidità
-Devo...dovrei parlare con tua sorella- Rispose Leasley arrossendo leggermente
-Sta studiando in biblioteca. E, detto tra noi, anche se fosse stata qui non ti avrei permesso di parlarle per deteriorare la sua giornata ancor più di quanto tu non abbia già fatto ieri-
-Senti.. non è affatto come credi!- Rispose lui, assumendo un’espressione colpevole
-E com’è, allora??- Ero su di giri, furiosa con lui per come aveva trattato Win
-Kayla è... la mia ex ragazza!-
-Sei consapevole del fatto che questo non migliora affatto la tua situazione?-
-Fammi entrare, così potrò spiegarti tutto!-
-Non è che ne abbia poi così tanta voglia, eh!-
-Andiamo, Sum!-
-Okay, d’accordo. Entra, ma devi essere fuori di qui in massimo dieci minuti, altrimenti ti caccio a pedate-
-Va bene- Sospirò esasperato
Mi girai, facendogli spazio, quando sentì un tonfo dietro di me. Guardai in direzione della porta e non vidi più Leasley dinnanzi a me, così abbassi lo sguardo e lo scrutai. Era steso a terra. Inciampato nel gradino che precede nella porta d’ingresso
Non riuscì a trattenere una gustosa risata e sussurrai, in modo che non potesse sentire
-Chissà cosa ci trova di bello Win in uno come te!-
-Me lo domando anch’io- Fu la risposta che ottenni, dal tono amaro
-Okay, con questa bella... ehm.. esibizione, hai guadagnato un punto. Cerca di non rovinare tutto con quello che hai da dire. Pensa a ciò che hai da dichiarare mentre vado a prendere delle patatine e ricorda, tutto ciò che hai da dire potrà in futuro essere usato contro di te-
-Lo terrò a mente, comunque grazie ma per me niente patatine-Disse educatamente
-Le patatine, veramente, sono per me- Risposi, come se fosse la cosa più ovvia del mondo sparendo in cucina, per poi riemergere con un sacchetto di plastica nella mano destra da cui, in poco tempo, continuavo a tirar fuori patatine
-Non so cosa ti abbia detto Win...- Cominciò
-Mi ha detto tutto. Che tu, tizio perfido ed orribile, hai baciato una ragazza (una sventola, tra l’altro) mentre tenevi ancora per mano mia sorella e che non le sei nemmeno corso dietro per cercare di riparare al danno che hai provocato-
-Io ho provato, ma Kayla mi ha trattenuta!-
“Ha un nome da sgualdrina” pensai e, allo stesso tempo, lo dissi
-Ha un nome da sgualdrina.- Lui ignorò il mio commento e proseguì
-Come stavo dicendo poco fa, lei è la mia ex ragazza. Si è trasferita nello Utah qualche anno fa e lì, quel troglodita di suo padre, l’ha costretta a sposare un tale che ha più di vent’anni rispetto a lei e che incarna la figura del tipico marito dell’ 800 europeo..-
-Momentomomentomomento- Lo fermai –Vuoi dire che nel XXI secolo esiste ancora qualcuno che organizza davvero matrimoni combinati??-
-E’ quello che le ho chiesto anche io, ero sinceramente incredulo! Quando stavamo insieme però conobbi i suoi genitori, i tipici signori che abitano in una villa ad almeno quattro piani, con almeno cinque cameriere, un paio di maggiordomi, cuochi e dame di compagnia. Sembrava di tornare indietro nel tempo! Così le chiesi spiegazioni e lei mi rispose, facendo spallucce, che i suoi genitori sono parenti di una qualche nobile famiglia, probabilmente di visconti o duchi, fedeli alle proprie tradizioni che credono essere  valori inalterabili e..-
-D’accordo, sorvolando sulla nobile stirpe di quella lì, che altro hai da dirmi?- 
-E’ scappata! Scappata dalla vita pietosa che conduceva nello Utah e, parole sue, è voluto tornare dal suo amore di gioventù-
-Ed il bacio??-
-Non è stato voluto da parte mia! Te lo giuro, devi credermi, mi ha colto alla sprovvista, ero completamente disarmato e Win è corsa via come un fulmine! Ti prego, devi aiutarmi a farla ragionare!-
Aveva quasi le lacrime agli occhi, cosa che effettivamente mi colpì.
La porta d’ingresso sbattè e sentì la familiare voce Winter annunciare di essere rientrata
 
Leasley
Nella mia mente fu come se la scena si stesse svolgendo al rallentatore.
Entrò nel soggiorno. Mi fissò per un paio di secondi, per poi spostare i suoi bellissimi occhi verso la figura di Summer. Poi fissò nuovamente me. Si girò di scatto, cominciò a correre per le scale, si rintanò in camera e ascoltammo il suono della chiave che girava nella toppa.
“Non posso lasciarla andar via così”
Questa volta non esitai e, correndo, salì in fretta le scale cominciando a picchiare i pugni all’unica porta chiusa che intuì essere la stanza di Win
-Win apri la porta, ti prego!- Non udì alcuna risposta, se non un sommesso singhiozzare
-Ti prego, Win..- La mia voce cominciava ad essere tremante –Voglio dirti cos’è successo, ma ti prego di credermi!-
Soffiò il naso, non rispondendomi. Interpretai (forse scioccamente) quel gesto come segno di assenso, così mi sedetti, tenendo le mie spalle contro la porta di legno di mogano della sua stanza e cominciai a raccontarle ciò che era accaduto, fermandomi ogni tanto per asciugare le stille di lacrime che, a momenti alterni, scendevano lungo le mie guance, cercando di non farle scoprire, dal momento che altrimenti avrei mostrato ben poca virilità
Ero certa che lei fosse nella mia stessa posizione, la conoscevo bene nonostante stessimo insieme da così poco tempo
 
Emily
Messi i pattini in spalla, camminai diretta al parco dove finalmente avrei incontrato Jason. Non era ancora arrivato, quindi occupai una panchina e mi sdraiai sul sedile, rimproverandomi mentalmente di non aver fatto un po’ del classico “ritardo da ragazza”. In realtà l’avevo sempre considerata una cosa insensata: perché le femmine dovrebbero poter fare anni di ritardo, adducendo come giustificazione il fatto che possono portare una gonna?
"A me le gonne nemmeno piacciono!” Ricordai a me stessa. Da secoli ormai non mettevo un vestito o una gonna. Mi facevano sentire a disagio, contrariamente rispetto alla mia fedele maglietta con lo Yin e lo Yang
“Uffa, mi sto scocciando!” Pensai, fin quando una figura non si piazzò a 20 cm di lontananza dal mio naso, facendomi sobbalzare
“AH!” Urlai quasi, per poi riconoscere la  folta chioma di ricci biondi che si ergeva a poca distanza da me
-Ah, sei tu? Mi hai quasi fatto prendere un’infarto!-
Lo vidi sorridere
“Complimenti Em, sei riuscita a mostrare il maschiaccio che è in te nonostante avessi giurato a te stessa di non farlo! Vedi di  non rovinare tutto!” Mi ammonì mentalmente
-Ciao, Emily!- Esclamò con voce solenne
-Ciao, Jason!- Risposi facendogli il verso
“Perché non perdo mai occasione per comportarmi da cretina?”
-Allora, cosa ti va di fare?-  Mi domandò
-Mmm... pattiniamo un po’, visto che li abbiamo portati?- Indicai i Roller sulle mie spalle e quelli di Jason
-D’accordo!-
Infilai quelle cose terribilmente scomode ai piedi. Ormai i pattini mi andavano troppo piccoli, non li usavo quasi più, ma non potevo deludere Jason
-Allora- Cercai di conversare –Frequenti la mia stessa scuola, giusto?-
-Esatto-
-Eppure non mi ricordo di te..- Per l’ennesima volta parlai senza pensarci
-Io mi ricordo di te, invece! Poco tempo fa hai litigato con un mio vecchio amico, beccando tre settimane di punizione per averlo sbattuto con parecchia forza all’armadietto-
Impallidì all’istante, ricordavo benissimo ciò che era successo quel giorno. Quell’idiota al cubo di Derek stava stuzzicando me e Cass dicendo che avrebbe tanto voluto scoparci, magari nel ripostiglio delle scope della scuola (credendo di avere appena fatto chissà quale battuta divertente!) oppure in bagno, facendo forza sulla spalla della mia amica affinchè lo seguisse. Cassie trattenne a stento le lacrime, io reagì con tutta la forza che avevo in corpo e lo sbatté contro l’armadietto di una matricola che se lo ritrovò completamente deformato. Allora, Derek era più basso di me, quindi mi era stato piuttosto facile. Adesso non sarebbe potuto andare nello stesso modo, dal momento che nell’ultimo mese e mezzo aveva guadagnato almeno 10 cm.
-Eri con quello stronzo?- Domandai, cercando di restare tranquilla
-Esatto- Annuì lui –E’ proprio uno stronzo.. per questo non...lo frequento più-
-Mh...- Ero ancora dubbiosa, la sua espressione non era granchè convincente –Se lo dici tu- La sua esitazione non era certo rincuorante
-D’accordo, allora cominciamo!- Disse sollevandosi dalla panchina, con me che lo seguivo a ruota
Benchè fosse doloroso per i miei poveri piedi, smisi in pochi minuti di sbandare, riuscendo a perdere l’atteggiamento da ubriaca che dovevo aver assunto prima in poco tempo.
Cominciammo a passeggiare  e, in pochi minuti, raggiungemmo il lungo mare, così mi fece una proposta
-Che te ne pare? Facciamo una gara  e chi arriva ultimo da McConnor’s offre un frullato all’altro!-
Annuì, ero combattiva.
Bevvi un sorso d’acqua dalla borraccia nel mio zaino e lo rimisi in spalla, per poi scambiare uno sguardo d’intesa con Jason che disse
-Allora al mio tre: 1,2,3!-
Così partimmo entrambi nello stesso momento, fulminei, piroettavamo tra la gente cercando di divincolarci dalla marea di gente che, come al solito, occupava il lungomare.
-Visto, sono velocissima!- Risi, girandomi di schiena, continuando a correre, inciampando in un San Bernardo che era accucciato lì
Jason cominciò a ridere di gusto, ma si fermò per porgermi una mano. Il contatto con la sua mi fece rabbrividire, ma il contatto con il pavimento mi provocò una scossa elettrica lungo la colonna vertebrale
-Non riesco!- gli dissi
-Si che riesci! Coraggio-
-Non ce la faccio, mi sono slogata una caviglia- Dissi stringendola. Si fece pensieroso, mentre intorno a noi si formava un capannello di gente che proponeva di chiamare l’ambulanza, offerta che declinai
“Insomma, un’ambulanza per una semplice caviglia slogata? Che esagerazione!”
-Vieni, ti accompagno io a casa- disse chinandosi, offrendo la sua schiena alla mia presa che afferrai all’istante. Emanava un ottimo profumo di pino, nonostante avesse quasi certamente sudato moltissimo  

Winter
Attraverso il legno della porta potevo ascoltare un suono familiare, già sentito molte volte quando poggiavo il mio orecchio contro il petto di Leasley, il suono del suo respiro. Alcune volte si arrestava, come se lui avesse dimenticato di prendere fiato.
Sentì la porta d’ingresso sbattere ed una voce femminile che salutava Sum che (certamente) era ancora sdraiata sul divano come prima.
Leasley si allontanò dalla porta e, svogliatamente, scese di sotto e, dopo aver salutato la mamma, uscì di casa, probabilmente per tornare dall’altra sua ragazza, quella Kayla.
“Perché Summer l’ha lasciato entrare? Come le è venuto in mente?” Ero realmente irritata con mia sorella
Mi sdraiai sul letto, cercando di soffocare il suono delle lacrime con l’aiuto del cuscino, riuscendoci, benché solo in parte
Non so bene per quanto tempo rimasi così, ricordo solo il rumore dei bicchieri e delle stoviglie con cui stavano certamente apparecchiando la tavola, quello dei cucchiai d’acciaio con cui mia madre cucinava ed infine il nuovo sbattere della porta d’ingresso che annunciava il rientro di mio padre che, nel giro di pochi secondi chiedeva dove fossi.
Qualcuno salì le scale e bussò alla porta della mia stanza, senza che io rispondessi
-Win, dai, apri la porta!- Era Emily
-Se vuoi entra, Em-
-Che brutta cera- Disse sedendosi sul mio letto –ti va di dirmi che cosa è successo?-
-Non preoccuparti, Em. Piuttosto tu sei tutta agghindata! Con chi sei uscita oggi pomeriggio? Robbie?-
-Perché ora mi chiami solo Em? Dov’è finita la Scimmietta?- domandò un po’ stranita
-Scusami, Scimmietta. Ti va di raccontare?-
-Oh, Win! Ho passato una delle più belle giornate della mia vita!-
-Aspetta un momento, che hai fatto alla caviglia?-
-Oh, niente di grave, sono caduta con i pattini e mi sono slogata una caviglia-
-E come hai fatto a salire le scale per arrivare qui?-
-oh, mi sono semplicemente trascinata, seduta sui gradini sono salita con grande calma- disse con estrema naturalezza
“Che peste!”
-Ho incontrato un ragazzo- Continuò –Ed è così carino, dolce, simpatico, eccezionale!-
-Allora dovrò conoscerlo, non credi?-
Sorrise ed annuì
-Ti piacerà un sacco-
-Lo spero!-
-Tornando all’argomento principale della chiacchierata, cosa TI è successo?-
-Ho chiuso con Leasley, non voglio più vederlo! Non voglio più vedere nessun ragazzo fino alla fine dei miei giorni-
-Ora pensi questo, proprio come credevo io che accadesse dopo il “fidanzamento” di Robb...- la sua voce venne interrotta dall’urlo di papà dalle scale
-E’ PRONTO, VENITE A TAVOLA-
-Em, io non ho fame. Diglielo tu, ora che scendi-
-Dai Win, sai che rischi che nostro padre salga qui e ti porti giù di peso!-
-Ora non ho voglia di cenare, né di scendere e soprattutto di ricevere occhiate preoccupate da parte di mamma e papà che, non appena sputerò il rospo, cominceranno a fare commenti di come, ai “loro tempi” le cose fossero diverse e su come i ragazzi fossero più affidabili allora, elogiando (ovviamente) nostro padre come esempio di uomo perfetto. La storia si ripete, Em, proprio come dopo Simon-
-RAGAZZE!- L’urlo si propagò nuovamente fino al piano superiore
-SIIIIIIIIII- Rispose sbuffando Emily e giurerei di aver sentito papà commentare qualcosa come “impertinente”.
-A dopo, Win- Disse Em zoppicando e chiudendo la porta dietro di sé.
La sentì discutere con mio padre, di certo del fatto che non volevo scendere, per almeno 5 minuti, finchè qualcuno non bussò nuovamente alla porta
-Winter, tesoro, sono la mamma-
“Perfetto. Ora comincia l’interrogatorio” prima che potesse proseguire, dissi
-Ho capito, papà sta rompendo. Sarò costretta a scendere-
                                                       
Anne
Emily era incredibilmente su di giri, non la smetteva più di parlare. Al contrario delle altre due figlie che, a stento, rispondevano con monosillabi alle domande che io e mio marito rivolgevamo
-Dov’è finito Ryan?- domandai per cercare di introdurre un nuovo argomento di conversazione
-Boh- rispose con acidità Winnie che ancora non aveva toccato nemmeno una briciola nel suo piatto, ricevendo sguardi ammonitori da mio marito che non approvava la situazione
-E’ uscito con una tale Jessica-  Rispose invece Sum
-Jessica, e chi è?- Immediatamente Emily drizzò le orecchie
-E’ un’ “amica”, stando a ciò che dice-
Forse ero riuscita a fare qualcosa per risollevare l’umore generale, almeno finchè mio marito non si intromise
-Tu Winnie non ne sai niente?-
-No. E SMETTETELA DI CHIAMARMI WINNIE- La sua affermazione (o meglio il suo urlo) lasciò senza parole tutti, a tavola e Winter, ancora su di giri, si alzò da tavola salendo le scale con la velocità di un fulmine
Ero ancora sbigottita, così chiesi a Summer ed Emily cosa fosse accaduto e loro risposero scrollando le spalle. Certamente si trattava di solidarietà tra sorelle.
 
Summer
Finita la cena mi alzai da tavola con velocità, chiedendo ad Em di sparecchiare al posto mio e, siccome era ancora tutta eccitata per il suo “appuntamento”, accettò di buon grado.
Bussai più volte alla porta di Win e, non ricevendo alcuna risposta, decisi autonomamente di entrare, abbassando la maniglia e vidi la sua figura, stesa a pancia in giù sul letto. Sentendo che mi stavo sedendo alla sedia girevole della sua scrivania voltò il viso verso di me e, tra i denti, mi disse di sloggiare
-Win, non comportarti da bambina!-
“Oh-oh”, Pensai dopo poco “parole sbagliate. Con mamma e papà si è arrabbiata proprio per questo!”
Infatti, cominciò a parlare, aumentando gradualmente il tono della voce
-Tu..tu...dici a me che sono una BAMBINA??! NON E’ CERTO COLPA MIA SE VENGO CONSIDERATA COME LA RAGAZZA FRAGILE,CHIUSA IN SE’ STESSA,  UNA BRUTTA COPIA DELLA FORTE, SIMPATICA E SPIGLIATA SUMMER! NON E’ COLPA MIA SE PARAGONATA A TE VENGO CONSIDERATA UNA BAMBINA, IN FONDO IO NON L’HO ANCORA MAI FATTO, AL CONTRARIO TUO!-
Cercai di mantenere la voce pacata, non volevo certo urlare anche io, nonostante fossi certa che al piano di sotto mamma e papà stessero ascoltando scioccati tutta la conversazione
-Scusami, Win, mi sono espressa male. Non capisco semplicemente perché tu sia così fissata su ciò che pensi da non dare a Leasley nemmeno una possibilità in più. In fondo, ha già spiegato come sono andate le cose e, detto tra noi, gli credo. Passando al secondo punto in questione, N-E-S-S-U-N-O ha mai detto che tu sei la mia brutta copia e non credo proprio che qualcuno l’abbia nemmeno mai pensato
-tutti....tutti....TUTTI LO PENSANO!- la sua voce inizialmente era poco più di un sospiro, per poi trasformarsi nuovamente in un urlo stridulo –ANCHE LEASL, PIÙ DI UNA VOLTA HA PARLATO DELLA TUA SIMPATIA, SPONTANEITA’. LUI PREFERIREBBE TE, SUMMER, LO SAPPIAMO ENTRAMBE-
Ma cosa stava farfugliando? Non poteva pensarlo seriamente!
-Ma cosa dici?? Non credi che se avesse voluto mettersi con me non l’avrebbe fatto?-
-NON NE AVEVA AVUTO IL TEMPO! ERA RIMASTO INEBETITO DA ME PRIMA DI SAPERE CHE AVREBBE POTUTO, SE AVESSE VOLUTO, AVERE TE-
-Hai detto bene, Win, SE avesse voluto. Lui è innamorato di te, è stato innamorato da te sin dall’inizio e tu sei troppo concentrata su te stessa da non riuscire a capire cosa lui prova realmente. Forse quello che provi nei suoi confronti non è affatto amore, se non ti sforzi di venirgli incontro-
-AH, BENE, PROPRIO TU VIENI A FARMI LA PREDICA SULL’AMORE? TU, CHE NELLA TUA VITA NON HAI MAI AMATO NESSUNO, HAI USATO I RAGAZZI COME FAZZOLETTI, LI HAI USATI ANDANDOCI A LETTO E POI NON TI SEI PIÙ’ FATTA SENTIRE CON NESSUNO DI LORO. CERTO, SUMMER, CONTINUA ANCHE A DARMI DRITTE SULL’AMORE-
Sapeva cosa dire per ferirmi e l’aveva fatto. Mi alzai ed andai via dalla sua stanza, dopo averle urlato un sonoro vaffanculo.




Ciao, tipetti/e! 
Scusate l'abnorme ritardo. Purtroppo non sono riuscita ad ultimare il capitolo prima di partire per le vacanze e, non avendo il pc con me, non ho potuto aggiornare fino ad oggi. 
Perdono! ;-; 
Vorrei ringraziare comunque TUTTI coloro che fino ad oggi hanno recensito la mia storia, mi invogliate a continuare a scrivere. Ora sono anche alle prese con tante nuove idee per un nuovo racconto e, che altro dire.. vi terrò aggiornati!!
Recensite in tanti, a presto

MoMo
  
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