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Autore: Hunnie_94    27/08/2014    2 recensioni
Essere innamorata del tuo migliore amico non è una cosa facile da nascondere.
Soprattutto se il tuo migliore amico è Kim Jongin, l'unica persona che ti conosce meglio di quanto tu conosca te stessa.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: D.O., D.O., Kai, Kai, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Traduzione | Avvertimenti: Triangolo
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Note autrice/traduttrice:
Salve gente! Allora, è la prima volta che pubblico qualcosa, quindi chiedo venia se sono presenti errori con l'html, ma capitemi, sono una novellina! xD
La storia originale è di emily che mi ha gentilmente permesso di tradurla.
Beh, fatemi sapere cosa ne pensate, anche con una piccola recensione o un messaggio privato, i complimenti e le critiche sono sempre ben accetti! :)



 


Non ero normale, vorrei solo dirvi questo. All'età di cinque anni ero più interessata allo sport che ha coinvolto i miei piedi che giocare con le bambole e fingendo di bere il tea con i miei animali di peluche.
 
Sono nata e cresciuta a Pechino. Ho vissuto in una piccola famiglia con i miei genitori, nonni e fratello maggiore. Mio padre era coreano e trascorse molti dei suoi anni di studio all'estero, in Cina, dove incontrò mia madre.
 
Cresciuta a Pechino e con un padre che era coreano, finì per imparare entrambe le lingue. Per una bambina della mia età, il mandarino e il coreano non erano esattamente così difficili da imparare. Impararle era fondamentalmente un istinto, considerando il fatto che mia madre e mio padre avrebbero parlato entrambe le lingue intorno a me e mio fratello per tutto il tempo.
 
Ebbi una buona infanzia. Adoravo fare sport, e con grande sorpresa dei miei genitori, avevo un sacco di amici. Tornavo a casa sempre con un sorriso enorme schizzato sulla in faccia, così che loro lo vedessero e mi chiedessero cosa avessi fatto durante il giorno, e io raccontavo loro tutte le cose che avevo imparato.
 
Vissi a Pechino fino a quando frequentai la terza elementare. In terza elementare mio padre decise che voleva tornare di nuovo a Seoul e vivere con la sua famiglia perché mia nonna, che era la madre di mio padre, stava diventando molto malata. Voleva essere lì per lei, per i suoi ultimi giorni, così tornammo  a Seoul e vivemmo con mia nonna.
 
Più o meno dopo un anno, la malattia di mia nonna divenne troppo da sopportare per lei e non riuscì più a respirare. Morì, ma io sapevo che era in un posto migliore. Anche se ero una piccola bambina di nove anni, sapevo perfettamente che per lei era meglio essere morta e felice che viva e sopportare tutto quel dolore.
 
In ogni caso, non era quello il punto. Il punto era che ero a Seoul, e in quel momento trovai difficile farmi degli amici. Le ragazze se la prendevano con me per essere un tale maschiaccio. Non mi lasciavano unire a loro ogni qualvolta giocavano con le bambole, non che io volevo giocare con loro, comunque. Volevo solo alcuni amici.
 
Trovai davvero difficile andare d’accordo con le ragazze della mia età, ed è adesso che Jongin e Kyungsoo fanno la loro comparsa. Fu in un giorno di sole al parco giochi, e Jongin e Kyungsoo stavano litigando su chi doveva salire sull’altalena e chi doveva spingere.  Si stavano strattonando l’uno contro l’altro, quando decisi di andare lì e salire sull’altalena.
 
Non ero spaventata da loro. Per quanto ne sapevo potevano picchiarmi e farmi un occhio nero. Tutto quello che dovevo fare era tirargli un calcio nel posto giusto e avrei avuto tutti e due ai miei piedi implorando pietà.
 
Comunque, dopo che salii sull’altalena al loro posto, finirono col fissarmi con una certa incredulità dipinta sul viso. Sicuramente non erano molto contenti di vedermi sull’altalena al loro posto, quindi li guardai e sorrisi innocentemente.
 
Poi Jongin mi chiese se volessi giocare a calcio con loro, e scoprii che mi trovavo davvero bene con Jongin e Kyungsoo, meglio che con chiunque altro. Effettivamente stavo così bene con loro tanto da essere abbastanza sicura da dire che avevo bisogno di stare attorno a loro e, quando mi svegliavo la mattina, in realtà aspettavo con trepidazione di andare a scuola.
 
Mia madre mi raccontava sempre di come aveva voluto tanto una bambina. Mi raccontò di tutte le lotte che dovette attraversare con me perché, a quanto pare, quasi schiacciai i suoi sogni di volere una bambina.
 
Mi rifiutavo di indossare un vestito, mi rifiutavo di farmi fare le trecce ai capelli da mia madre, e rifiutavo anche di mettermi ogni sorta di lipgloss. Avevo un buon naso, e ogni volta che sentivo l’odore di lucidalabbra aromatizzato alla fragola gridavo e correvo dal mio fratello maggiore, aggrappandomi alla sua camicia nella speranza che mi avrebbe salvato dal demone-lipgloss.
 
Rabbrividivo ogni volta che vedevo un vestito, e odiavo farmi i capelli. La coda di cavallo era l’unica acconciatura accettabile per me, invece di giocare con le bambole, o giocare a far finta, oppure avere l’ora del tea, passavo il tempo con il mio fratello maggiore.
 
Stavo fuori quasi troppo spesso, e giocavo sempre a diversi tipi di sport. Giocavo a calcio, basket, pallavolo, qualsiasi tipo di sport a cui si potrebbe pensare; se mi si proponeva qualcosa, io ci provavo. Ero un maschiaccio, e crescevo appartenendo alla categoria dei ragazzi, invece che a quella delle ragazze.
 
Sia oggi che allora, vorrei piangere per come ho perso i miei amici di Pechino. Anche se ho avuto Jongin e Kyungsoo, devo ammettere che mi piacevano un po’ di più i miei amici di Pechino. Dopo tutto, ho parlato di più il mandarino che il coreano. Anche a Jongin e Kyungsoo piaceva prendermi in giro per il mio strano accento ogni qualvolta parlavo il coreano.
 
Mi mancavano molto anche i miei nonni, che trascorrevano le loro giornate a fare da babysitter a mio fratello e me, che di solito correvo per tutta la casa e litigavo su stupide, piccole cose come chi doveva guardare la tv, chi doveva sedersi in un determinato posto, chi mangiava per primo, chi andava in bagno per primo, e chi doveva giocare con alcuni giochi e chi invece no.
 
Sì, io e mio fratello litigavamo. Si potrebbe pensare che eravamo i più perfetti, piccoli angeli ed esseri ben educati che camminavano sulla faccia della Terra, ma ogni volta che restavamo soli con i nonni, il demone interiore di ognuno di noi veniva fuori e litigavamo per qualsiasi cosa.
 
Quindi, torniamo a Jongin e Kyungsoo. Noi tre mantenemmo una buona amicizia, e finivamo sempre nella stessa classe, ogni anno. Pensavo che ogni volta fosse stato fatto di proposito, ma non era così. Era più come il destino, il fato.
 
In quarta elementare Jongin, Kyungsoo ed io eravamo seduti vicini all’orientamento, dove i nostri genitori si incontrarono e parlarono gli uni con gli altri. Si scambiarono i numeri di telefono e organizzarono un “play date” per noi tre durante l’anno scolastico.
 
Con il tempo arrivò anche la quinta elementare. Jongin, Kyungsoo ed io eravamo praticamente inseparabili. Invece di essere famosa come la più grande maschiaccia nella scuola, ero conosciuta come la ragazza che usciva con Jongin e Kyungsoo, i due ragazzi più belli della scuola. Eravamo il trio di amici d’oro, che tutta la scuola conosceva e su cui faceva pettegolezzi.
 
Anche gli insegnati sapevano che eravamo migliori amici. Ci separavano spesso durante le lezioni perché parlavamo così tanto che diventava troppo da sopportare.
 
E arrivò anche la scuola media. Ragazzi, scommetto che già sappiate quello che sta per succedere. Con la scuola media le cose cambiarono davvero. Noi cambiammo, soprattutto io. I nostri volti, l’altezza, le voci; tutti ci trasformammo in relitti ormonali. Stavamo attraversando quella fase della pubertà in cui nessuno si sentiva a proprio agio.
 
Eravamo estremamente a disagio, e i nostri corpi stavano iniziando a sviluppare e a sperimentare sentimenti che mai avremmo pensato di dover affrontare.
 
Con la scuola media iniziai a prestare più attenzione al mio corpo, al mio peso, al mio aspetto. Cominciai a cambiare per il meglio, così cambiai il mio intero look. Avevo finalmente iniziato ad interessarmi a cose come il make-up, vestiti, camicette, smalti. Non mi piaceva più di tanto, ma devo ammettere che non lo odiavo, assolutamente. Ero ancora nella fase dello sviluppo, quando la scuola media finì.
 
Kyungsoo, Jongin ed io rimanemmo amici. Fin dalla terza elementare, era abbastanza ironico che non ci fossimo mai separati e che fossimo stati insieme nella stessa classe per tutti gli anni. Penserete che mi sarei stancata di loro una volta che la scuola superiore fosse iniziata, ma è sbagliato. Ero così abituata ad averli al mio fianco, che avrei quasi potuto avere degli attacchi d’ansia mentre calcolavo il tempo che mancava per vederli di nuovo.
 
Jongin e Kyungsoo erano diventati tutto per me. Erano i caratteri principali nella mia vita, escludendo la mia famiglia. Cominciavano a conoscermi così tanto che faceva quasi paura. Era bello sapere che avevo delle persone nella mia vita che mi conoscevano meglio di quanto io conoscessi me stessa, ma allo stesso tempo aveva anche degli svantaggi. Ogni volta che Jongin ed io o Kyungsoo litigavamo, uno di loro utilizzava piccoli dettagli su di me che sapevano darmi fastidio e che facevano venire fuori l’inferno che avevo dentro solo per farmi incazzare. La maggior parte del tempo, li lasciavo arrivare a me.
 
Okay, quindi andiamo avanti, sì, rimanemmo migliori amici. Penso abbiate capito il punto. Ci accettammo l’un l’altro per le nostre differenze e quant’altro, e Jongin diventò una persona totalmente diversa. L’immaturo, giullare dalla voce stridula con cui ero solita uscire insieme, divenne un ragazzo molto più maturo e attento. Era come se la pubertà lo aveva completamente trasformato in una persona del tutto differente e nuova.
 
Non lo odiavo, ma non mi piaceva. Era neutrale, e ci volle del tempo per abituarmi. Sapevo che dovevo accettarlo in entrambi i casi, perché Jongin non aveva intenzione di ritornare il piccolo pagliaccio con cui una volta uscivo. Ora era il nuovo Jongin, l’atletico, dancing machine, il bello, la voce profonda, il sogno-Jongin, di cui potevo o non potevo innamorarmi.
 
E per quando riguarda Kyungsoo, beh, lui era sempre premuroso. Anche prima della pubertà, anche prima che lo conoscessi e che diventassi la sua amica, era sempre carino e premuroso. Condivideva sempre con me i suoi colori, parlava dolcemente con le ragazze e cercava di confortarle quando erano giù di corda. Non lo faceva per flirtare o per qualcos’altro, in realtà lo faceva perché gli importava davvero. Direi che è il motivo per cui ero più legata con Kyungsoo, più di quanto lo fossi con Jongin.
 
Ma lasciatemelo dire, dopo la scuola media qualcosa cambiò in Kyungsoo. Era più maturo che mai, e posso dire che la pubertà aveva fatto bene sia alla sua personalità che al suo aspetto. Era apparentemente migliorato, non che lo stia complimentando in quel modo o altro, sto solo giudicando i fatti. Lo “Squishy Kyungsoo” divenne il “Bellissimo Kyungsoo”.
 
Quindi, come ho detto, con la scuola media tutto iniziò a cambiare. Successe che realizzai che il ragazzo che una volta vedevo solo come un amico, stava lentamente diventando il ragazzo che  mi piaceva avere accanto a me ogni singolo giorno. Tutti i secondi in cui eravamo lontani l’una dall’altro, mi accorsi che pensavo a lui e a quello che succedeva prima che ci separassimo.
 
Era quasi come una cosa naturale pensare a lui. Sorridevo ripensando ai ricordi, e a tutti i secondi che aspettavamo l’uno per l’altra. Contavo quante ore ancora mancavano per rivederlo di nuovo. Stava iniziando lentamente a diventare la mia routine quotidiana, e non avrei mai voluto che questa routine arrivasse alla fine. Mi piaceva averlo accanto a me, mi piaceva la sua compagnia.
 
Mi piaceva più di un semplice amico, e non sapevo quello che provavo.
 
Fin dalla terza elementare, mi ha fatto sorridere, ridere, piangere, mi ha incoraggiato e un sacco di altre cose che altra gente può dire di non aver mai avuto con lui. Le ragazze di tutta la scuola sbavavano e svenivano per lui, e io ero lì, realizzando che potevo essere solo un’altra tra quelle ragazze.
 
Iniziai a prestare più attenzione agli sguardi che gli lanciavo e a come mi comportavo quand’ero con lui, quasi fin troppo, allontanandomi. Ci volle molto tempo per capire quello che provavo per lui, e quando finalmente avevo capito, ero terrorizzata. Stavo provando emozioni vere per questo ragazzo, e non erano semplicemente sensazioni, erano sentimenti forti.
 
Pensai che magari uscendo con altre persone avrei dimenticato tutto quello che provavo per lui. In realtà fu molto più difficile di quanto pensassi, e dovevo ammettere che mi sbagliavo. Uscire con altre persone non aiutava affatto, in realtà. Avevo ancora molta più nostalgia per lui e, siccome era il mio migliore amico, vederlo tutti i giorni non aiutava poi così tanto.
 
Mi resi conto che Kim Jongin, il ragazzo che era un completo pazzoide con me, ora era la persona più importante della mia vita. Sviluppai sentimenti per lui ogni giorno. Iniziai a pensare a lui, non abbandonò mai i miei pensieri e la mia mente. Anche quando dormivo, appariva nei miei sogni e prendeva completamente il sopravvento, facendo sembrare il sogno una realtà, lasciando la mia mente a fantasylandia, dove potevo pensare a lui 24h/24, 7 giorni su 7.
 
Ora vi chiederete, perché Jongin? Perché non Kyungsoo? Per quanto Kyungsoo stesse vicino a me, lo vedevo solo come un fratello maggiore. Era sempre lì per me, ma sapevo che c’era qualcosa in Jongin che me lo faceva vedere come qualcosa di diverso da un fratello. Lo vedevo più come un amante.
 
Ci sono stati giorni in cui volevo solo sedermi sul letto e ripensare. Ripensare a come quando ero più giovane, non mi sarei mai innamorata di Jongin. Iniziai a pensare che non dovevo averlo sempre nella mia testa, desiderando il suo tocco, desiderando la sua voce, desiderando il suo amore.
 
Non avrei mai immaginato che avrebbe avuto questo forte impatto nella mia vita.
 
Iniziai a capire che, forse, significava qualcosa di più per me. Adoravo tutto di lui, e notai che sapevo tutto di lui.
 
Mi resi conto che tutti e due eravamo cambiati tanto, per non parlare della nostra amicizia.
  
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