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Autore: vivy_96    28/08/2014    4 recensioni
Lei una ragazza acida, asociale e invisibile...
Lui un ragazzo simpatico, bello e popolare...
due persone completamente diverse ma con una passione in comune: la musica...
DAL CAPITOLO 2:
“Senti bello, io fossi in te porterei quella canzone alle prove della band… è una troppo bella per essere messa da parte così. E poi non eri tu a dire che avremmo dovuto iniziare a provare pezzi nostri?” disse il moro riponendo i suoi libri nell’ apposito armadietto.
“Si appunto nostri non di una sconosciuta a cui sono caduto addosso” il biondo si appoggiò alla parete,
bianca e fredda ,del corridoio.
“Almeno era carina?” chiese Russell sorridendo malizioso a Jake.
“Scopabile, decisamente scopabile” disse quest’ultimo ricambiando il sorriso dell’ amico.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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1
 
 


Nonostante fosse già quasi fine estate il cielo era privo di nuvole e il clima caldo,  quella mattina il sole splendeva felice di fare da sveglia agli studenti di quella insolita cittadina in periferia di New York : c’era chi non era riuscito a dormire per tutta notte ed era stanco e devastato; chi  era già in piedi pimpante più che mai nonostante fossero solo le 7:30 ; chi invece come Lucy non aveva intenzione di alzarsi, non voleva tornare in quella “merda” (come la definiva lei ) di scuola, le tapparelle erano ancora abbassate nella sua stanza e il suo respiro calmo e rilassato era l’unico suono che si poteva udire. Almeno fino a quando alle 7:40 esatte la signora Black non fece irruzione  nella camera spalancando la porta.

“Svegliati dormigliona!” esclamò la donna dirigendosi verso la finestra per poi tirar su la tapparella e aprire la finestra per far cambiare l’aria nella stanza.
Lucy gemette per il fastidio che le provocava la luce, con gli occhi ancora serrati mise una mano sotto il cuscino per cercare il telefono poi aprendo solo un occhio vide l’ora.

“Mamma ma sei pazza? Perché mi svegli a quest’ora?” chiese la ragazza sconvolta.

“Forse perché devi andar in un certo posto chiamato scuola?” disse la donna sorridendo alla figlia, era un sorriso dolce come lo era quella donna dagli occhi verde smeraldo, aveva 40 anni ma ne dimostrava 20 era una di quelle persone che sembrano non invecchiare .

“OH CAVOLO!” fu la risposta della ragazza che subito si mise seduta sul letto, poi però un pensiero si fece spazio nella sua mente e la sua espressione , da disperata diventò tenera e coccolosa... “ Mammina cara sai che ti voglio un mondo di bene vero?”

“No assolutamente no. Non se ne parla. Vai a scuola e non voglio discussioni, ora muovi il culo e scendi da quel letto”  disse la signora Black con molta meno dolcezza per poi uscire della stanza della figlia.

La ragazza rassegnata si alzò con un po’ di fatica, prese l’elastico che teneva sul polso sinistro assieme agli innumerevoli braccialetti si lego i capelli e si diresse davanti al lungo specchio appeso alla parete .

“Ancora due anni e tutto questo finirà” si fece coraggio guardando la sua figura ; i  capelli lunghi castani erano raccolti disordinatamente, gli occhi verdi erano ancora semi chiusi, le gambe  magre erano svestite e la maglietta dei  Linkin Park  che usava come camicia da notte le arrivava a metà coscia.

Aveva ancora il cellulare in meno e decise di far partite American idiot dei Green Day per farsi dare un po’ di carica. Appoggiò l’aggeggio sul letto e iniziò a prepararsi canticchiando le parole della canzone.

Dopo essersi vestita una canottiera nera e un paio di jeans  del medesimo colore prese la camicia a quadri rossa che era ai piedi del letto e la indossò lasciandola slacciata infine  si infilò gli anfibi , prese lo zaino in spalla e collegò le cuffie al cellulare , scese in frette le scale. Uscì di casa senza neanche salutare e si diresse verso la fermata dell’ autobus.
 


Quel liceo palpitava  già di ragazzi al suo arrivo. Prima di attraversare il cancello Lucy Black prese un lungo respiro, non si disturbò a togliere le cuffie che in quel momento stavano riproducendo le note di Here Without You dei 3 Doors Down, tanto sapeva che non le avrebbe parlato nessuno. Nei precedenti 3 anni non aveva stretto amicizia con nessuno, in quella scuola aveva classificato le persone tre gruppi diversi : i ragazzi “ grada come sono figo solo perché vogliono venire a letto tutte con me”, Le ragazza “ scustanto ma non parlo con i parassiti” e i semplici sfigati.

Odiava quel posto, lo odiava con tutta se stressa ma doveva sopportare ancora per altri due anni e poi avrebbe detto addio a tutto quello schifo e se ne sarebbe andata a Londra lontana da tutti e da tutto .

Quando la canzone fini era già arrivata al suo armadietto, mise i le sue cose a posto e prese con se soltanto il libro  e il quadernone di storia nel qual però era custodito il suo più grande segreto, qualcosa che nessuno avrebbe mai dovuto sapere: Le canzoni che scriveva; era una grande appassionata di musica, ma non sapeva cantare e neppure suonare qualche strumento, ma sapeva scrivere; era la cosa che meglio le riusciva, la cosa che più di tutte la rilassava e non la faceva sentire sola. Le sue canzoni erano  ben custodite tra le schede di storia che era solito dare il professor Wiliam.

Richiuse l’armadietto e si diresse verso l’aula , aveva lo sguardo fisso sul suo quadernone  accuratamente decorato con i loghi delle sue band preferite, si concentrò su uno in particolare quello dei Blink 182 che avrebbero fatto a breve un concerto a New York, ma lei non ci sarebbe potuta andare; suo padre si era rifiutato di prestarle i soldi per il biglietto.

Era totalmente assorta nei suoi pensieri ; non si accorse che era nella traiettoria di un ragazzo che correva senza vedere dove andasse.

Fu un millesimo di secondo, vide solo qualcosa che le si scaraventò addosso e una pioggia di fogli, cadde chiudendo gli occhi per lo spavento, quando li riaprì  ne vide due azzurri come il mare a un palmo dal suo naso, ne fu completamente rapita…

“stai bene?” chiese il ragazzo che le era appena piombato addosso.

Lei annuì soltanto, non riusciva a parlare per la sorpresa di quei due oceani, ma giusto il tempo di riprendersi  per capire chi fosse quello sconosciuto  e si rialzò velocemente.

Quel ragazzo era Jake Sullivan, uno dei ragazzi più popolari e odiosi della scuola. Frequentavano la stessa scuola da ormai 3 anni e la ragazza sapeva benissimo che era uno da cui stare alla larga, sempre circondato da puttanelle e stronzi colossali.

Il biondo la guardò strano,  poi la ragazza si chinò per raccogliere le sue cose e decise di aiutarla, non l’aveva mai vista nell’ istituto; pensò che fosse nuova, però non aveva sentito parlare di nuovi arrivi a scuola, Jake prese il quadernone della ragazza  e notò diversi loghi familiari sulla copertina, erano tutte band che lui trovava forti. La mora glielo strappò di mano.

“Faccio da sola” esclamo acidamente e si affrettò a raccogliere tutti i suoi fogli e se ne andò .
 
Il  biondo rimase sconvolto dallo strano comportamento di lei, fino a quel momento nessuna ragazza aveva rifiutato il suo aiuto.  Fece per alzarsi e andarsene ma notò ancora un foglio rimasto per terra. Decise di raccoglierlo e leggendone il contenuto…non si pentì affatto della sua scelta;  ora però un pensiero fisso vagava nella sua mente… scoprire l’identità di quella ragazza.
 
 
 




Questo è il primo capitolo della mia fanfiction, spero vi sia piaciuto, se avete voglia lasciate una recensione per farmi sapere cosa ne pensate. Ne approfitto anche per chiedere scusa alle fan dei 5sos per aver usato Luke nella cover della storia ma quando mi è venuta in mente questa fantasia ho immaginato il protagonista simile a lui per cui scusatemi.
   
 
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