Anime & Manga > Romeo x Juliet
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Autore: LadyTsuky    28/08/2014    2 recensioni
ho deciso di raccontare in modo molto diverso il continuo di questo anime stupendo. romeo e giulietta sono sopravvissuti e adesso vivono felicemente insieme nel loro castello come sarà questa nuova vita? ci saranno sicuramente alti e bassi continueranno ad amarsi per sempre e voi? ci sarà una sorpresa ad aspettarli sicuramente....
dal testo: la sognavo da tanto quella vita....avevo sempre desiderato accarezzare i suoi capelli e dire "ti amo" ogni volta che volevo, senza avere paura di dirlo in mezzo ad una strada affollata senza più nascondermi sotto quei vestiti da uomo..ormai tutto era finito ero libera e sapevo che lui mi avrebbe sempre amato.....e io lo amavo alla follia.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4

Matta come... un cavallo?! 



POV ROMEO



Quella mattina sentivo che qualcosa sarebbe successo, non sapevo esattamente cosa, ma la mia testa e il mio sesto senso mi  avevano avvertito. Doveva accadere qualcosa, ma ignorai completamente quella sensazione.
Mi sentivo davvero uno stupido, ma ormai il guaio era stato fatto e non potevo di certo tornare indietro. E adesso tutti quei pensieri che la mia mente aveva architettato si erano avverati, per mia grande sfortuna. 

Sospirai e chiusi gli occhi. Dovevo rimanere calmo e concentrato perché, se avessi perso la pazienza, non mi sarei più ripreso. 

Ero maledettamente arrabbiato con me stesso, ma anche con lei, che non mi aveva dato ascolto. E potevo aggiungerci anche tutta la paura che mi aveva fatto prendere vedendola lì, su quel cavallo. Era bastato un attimo, una svista e poi….

Strinsi forte gli occhi e affondai le mani nei capelli, l’unica cosa che in quel momento riusciva un po’ a calmare i miei poveri nervi. Fremevo dalla rabbia e vedevo rosso ovunque, praticamente ero sul punto di scoppiare, teso come una corda di violino. Non ero mai stato così..così…furioso, in vita mia. Fin da quando avevo memoria preferivo la calma e la tranquillità, invece in quel momento ero un uomo impulsivo e aggressivo, capace di prendere a pugni chiunque, solo perché non ci vedevo più dalla rabbia. In verità erano rari i casi in cui sfioravo la soglia della furia,  ma quando mia moglie si comportava come una bambina indisciplinata, dovevo ammettere che la soglia la superavo con molta più facilità. Chiunque nel castello si era accorto della situazione, e mia moglie gravida non aiutava di certo i miei poveri nervi. Soprattutto nell’ultimo periodo, ero in constante apprensione, se Giulietta me lo avesse permesso, l’avrei rinchiusa in una torre fino al giorno del parto, al sicuro e senza nessun pericolo. In quel momento stavo facendo il punto della situazione: pensandoci mi vergognavo ancora, avevo aggredito inutilmente, e pentendomene all‘istante,  il povero stalliere che era finito per acconsentire, sicuramente sotto tortura, alle pazzie di mia moglie.   

Eppure le era stato proibito! 

Ah…diamine! Sicuramente sarei riuscito a far gelare il sole invece che far ragionare mia moglie, e farla desistere  dalle sue pazzie.

Mi alzai. 
Non riuscivo a rimanere fermo, ed iniziai ad andare avanti e indietro come un pazzo, un leone rinchiuso in una gabbia. 

“ Messer Romeo dovrebbe calmarsi, sicuramente non sarà nulla di grave” fece Cordelia portandosi le mani al petto. Nascondeva bene la sua preoccupazione dietro un sorriso rassicurante. D’altronde  quella donna era abituata al comportamento “inusuale” di mia moglie. 
Da  minuti non faceva altro che tentare in tutti i modi di alleggerire l’aria pesante che si era venuta a creare intorno a me, dopo il ‘piccolo incidente’ come lo aveva definito lei. 

“ Ha ragione mia moglie Romeo, dovresti calmarti” mi voltai verso il mio migliore amico, e con quel briciolo di pazienza che mi era ancora rimasta in corpo, dissi in tono calmo “ Benvolio quello che è successo poco fa non doveva accadere” mi sembrò di aver rimproverato anche lui, posso dire che mi sentii peggio.
“ Lo so bene, ma lo sai meglio di me come è fatta Giulietta” rispose un po’ frustrato, forse incapace di capire la mia reazione. 

Aveva ragione, lui non aveva nessuna colpa, semmai questa  era tutta mia, me la dovevo aspettare una pazzia del genere da mia moglie, ma la mia parte razionale ancora non riusciva a crederci e quella scena si ripeteva nella mia mente all’infinito. 

Lei che sorridente salutava…lei che su quel cavallo galoppava 
poi ancora più forte e poi…il cavallo imbizzarrito…le sue urla.. 


Sospirai pesantemente. Sentivo come se fossi invecchiato  dieci anni. 

“ Romeo andrà tutto bene” continuò Benvolio, come se leggesse nella mia mente, oppure la mia preoccupazione era così evidente da leggermela sul volto?
 “ Credimi, Giulietta è una ragazza forte sicuramente starà bene e tutta questa preoccupazione è inutile” concluse.
“ Era l’unica cosa che le avevo chiesto di non fare! E lei che fa? Ignora le mie parole e va a cavallo! Io…io..non so nemmeno cosa pensare!” dissi arrabbiato e sconvolto. 
“ Romeo” la moglie del mio amico abbandonò il tono formale, si avvicinò e mi prese una mano dolcemente; da quando aveva avuto la sua prima gravidanza erano cambiate un sacco di cose in lei, quando usava quel suo tono dolce era come sentire la voce di mia madre“ Conosco molto bene Giulietta, l’ho vista crescere e so con certezza che è dura starle dietro, la sua testardaggine e impulsività  oltrepassano i limiti della sopportazione, ma non farebbe mai del male né a se stessa né a vostro figlio. Lei è forte, e non credo che una piccola caduta da cavallo l’ostacolerà dal continuare. Romeo, tua moglie e tuo figlio stanno bene, ho controllato io stessa, questo panico e preoccupazione non fa bene né a te e tanto meno a Giulietta, quindi fallo per lei e per tuo figlio, goditi questo periodo, perché è il più bello e meraviglioso in assoluto nell’esistenza umana. So perfettamente come ci si sente a non essere ascoltati da lei, l’ho provato” sorrise e continuò a fissarmi dritto negli occhi “ E  anche se le ripeti molte volte di non fare una cosa, stai sicuro che non ti ascolterà per nulla al mondo, e farà quello che ha deciso solamente lei. In quelle occasioni ti verrebbe voglia di farle qualsiasi cosa,  devo confessarti che la maggior parte delle volte sono stata tentata di prenderla a schiaffi, ma non ce la facevo perché dopotutto io non sono sua madre” disse con tono amaro “ Ma dobbiamo accettare Giulietta così com’è, ti posso giurare che adesso un po’ si è calmata, da piccola sicuramente non l’avresti sopportata” sorrise ripensando ai tempi in cui Giulietta era ancora  una bambina  “Ma se fosse il contrario non sarebbe più la nostra Giulietta non credi?  Io le voglio un mondo di bene come se fosse mia figlia” i suoi grandi occhi mi fissavano in cerca di una mia risposta, ed io affranto le ribadii “ Cordelia, io le avevo solo chiesto di non cavalcare, sai che le faccio fare qualunque cosa lei voglia” deglutii, avevo la gola arsa, volevo che qualcuno fosse dalla mia parte. “ Io la amo e se…”
“ Lo so hai avuto il terrore di perderla, ma non è successo. Siete giovani e queste incomprensioni e dispute non mancano di certo, e poi con la venuta del primo figlio, posso capire che siete entrambi emozionati e non sapete come comportavi, chi meglio di me e mio marito può comprendervi?”
“ Il punto non è questo” l’interruppe Benvolio “ Ma il fatto che tu non le abbia lasciato un po’ di libertà, so cosa significhi essere preoccupati costantemente per tua moglie incinta, credimi è stato il periodo più stressante della mia vita” non venne risparmiato dall’occhiataccia di sua moglie “ Ma credimi, se ti dico che la nascita di tuo figlio ti farà cambiare totalmente il modo di vedere, e che tutta la preoccupazione che ti attanaglia in questo momento sparirà nell’attimo in cui guarderai per la prima volta il suo viso” 
Cordelia si avvicinò a Benvolio e prese una sua mano sorridente.

Le sue parole mi colpirono; ci pensavo giorno e notte, fremevo all’idea di vedere il visetto del mio bambino, ma non potevo non pensare nemmeno al comportamento sconsiderato di mia moglie e con quel pensiero ritornai al presente.
 
“Forse stai esagerando un po’ con la faccenda del ‘proteggerla’ Romeo” continuò Benvolio.
“ Che intendi dire?” domandai accigliandomi. In cosa stavo così tanto esagerando?
“ Capisco perfettamente la tua preoccupazione per lei, e vuoi che sia sempre al sicuro, ma forse, questo comportamento la sta soffocando più del dovuto, non trovi?” e il tono ovvio che percepirono le mie orecchie nella sua voce mi mise in confusione.
“ Pensi che io la stia soffocando?”  ripetei basito. Volevo capire a tutti i costi quella faccenda. Soffocare mia moglie era l’ultima cosa che volevo fare.
“Si” fece lui senza peli sulla lingua. 
Ma quando mai si era tirato indietro il mio migliore amico? Amavo il suo modo di vedere e di pensare, per questo mi era tanto caro, ma soprattutto stimavo la sua completa sincerità nei miei confronti.
“E cosa pensi che dovrei fare in proposito?” chiesi con ansia. 
 “ Credo che un po’ di fiducia non le faccia di certo male” ribatté tranquillamente. “ potresti iniziare con il lasciarla per un po’ da sola in tranquillità, senza che nessuno le stia dietro, sicuramente la situazione fra voi due migliorerà” 
“ Fiducia?”  sputai la parola come se fosse stata una bestemmia, non prima di fulminare Benvolio con lo sguardo. “Dovrei lasciarla sola?”
“ Si”
Il suo viso rilassato e senza punta di ironia o qualcos’altro mi mandò davvero in fiamme. Aveva avuto la fortuna di trovare una moglie tranquilla e calma mentre la mia, di consorte, sembrava l’esatto opposto.
“ La fiducia sarà l’ultima cosa che riceverà da me se continuerà a mettere in pericolo la sua vita e quella di nostro figlio! Ma non riesco a immaginare nemmeno lei da sola. No, no, no non succederà assolutamente, non lo permetterò!” urlai in preda alla rabbia. Non trovavo nulla per calmare i miei nervi, mi si stava rivelando un’impresa titanica.
“ Amico mio so che adesso sei arrabbiato con lei, ma con il senno di poi vedrai che il mio consiglio si rivelerà utile” spiegò la sua teoria dopo una pacca sulla spalla e una stretta rassicurante.
“ Non credi che dandole ancora più libertà, la situazione potrebbe sfuggirmi di mano? Potrebbe fare molto peggio!” dicendo quelle parole, realizzai nella mia mente le mie preoccupazioni più profonde. “No, io non ce la faccio” Passai una mano sul viso pensando a tutte le disgrazie che poteva mettere in atto, e a quel pensiero sentii distintamente un lungo brivido lungo la schiena “Un giorno di questi potrebbe fare un viaggio tutta da sola, avrebbe il coraggio di  mettersi ad allenarsi con la spada! Se è riuscita a salire su un cavallo con un pancione di otto mesi, dovrò aspettarmi qualunque pazzia da parte sua.”
“ Suvvia è solo incinta non pazza” fece offesa Cordelia.

Stavo per replicare  e dirle che mia moglie aveva già fatto cose del genere, ma venni interrotto dal deciso bussare alla porta.

“ Avanti!” dissi ad alta voce. Non so se lo dissi con voce alterata ma lì per lì non ci diedi nemmeno peso. 

La figura di Messer Arturo entrò in stanza, e appena capì chi fosse mi precipitai a parlare con lui, lasciando i miei compagni in attesa. 

“ Allora?” potevo sentire perfettamente la preoccupazione uscire dalla  voce, ero stato poco gentile rivolgendomi in quel modo così affrettato e senza un linguaggio adeguato, senza utilizzare nessun “Messer” o “Dottore” ma una semplice e diretta domanda. Io volevo sapere. E pregavo che l‘uomo davanti a me capisse la mia paura . 
“ Non si deve preoccupare mio signore, vostra moglie sta bene” rispose. Rimasi lì fermo a squadrare l’uomo che avevo davanti in attesa del resto e… “E anche il bambino” aggiunse con calma, sorrise, rassicurante come un padre che vuole tranquillizzare il figlioletto, facendomi capire che fosse tutto a posto. Mi sentii più leggero in un solo minuto. Avevo recuperato dieci anni di vita. Ma  quel però inespresso martoriava la mia pazienza. 

“ Perdonatemi, ma vorrei parlare in privato con il nostro Signore, se me lo potete permettere” chiese gentilmente Messer Arturo. 
“ Oh ma certo scusateci”  Cordelia alzò un po’ la gonna del vestito per facilitarsi, seguita da Benvolio che arrivato alla porta mi disse “ Continueremo il nostro discorso più tardi” 

Non risposi ma sapeva che l’avrei aspettato. Dopodiché chiuse la porta dietro di sé.

“ Messer Arturo mi dica la verità cose è successo a mia moglie?” chiesi andando a sedermi. 
“ Nulla di grave per vostra fortuna” fece seguendomi e andandosi a sedere accanto alla mia poltrona, “Ma mi deve credere che appena ho sentito cosa era accaduto sono rimasto interdetto, non le avevo chiesto fortemente di non far cavalcare la nostra Signora?” potei percepire una nota di rimprovero nella sua voce, e amaramente accettai quelle parole perché erano vere. Era stata tutta colpa mia.

“ Mi creda non sono riuscito a impedirglielo, sono mancato solo poco tempo, e quando sono andato a controllarla era già a cavallo” 

Sentì un suo sospiro. 
“ Dovrà rimanere ferma per almeno una settimana” affermò autoritario “ La sua caviglia destra è slogata e un po’ gonfia,” aggiunse “ Ma con qualche impacco alla camomilla e dell’acqua fresca farà passare il dolore e il gonfiore, ovviamente non potrà appoggiare il piede per terra per qualche giorno. Ho controllato il bambino, penso che stia bene.  Non  ha avuto perdite di sangue, quindi sono molto felice che la gravidanza procederà per il meglio. So benissimo che è la prima volta, e credetemi ho visto molte coppie giovani come voi alle prese con la prima gravidanza, e si aspetti di tutto da sua moglie, anche se credo che voi abbiate già fatto qualche esperienza..“
“ Si.. come voglie improvvise di qualsiasi cosa..“ continuai io 
“ Bene io posso solo dire di prepararsi al peggio”  e lì mi sentii come un condannato davanti al suo cappio.

Deglutii preso dall’improvvisa voglia di scappare. Mi si prospettava un inferno questo ultimo periodo.

“ Le chiedo per favore di controllare sua moglie e tenerla calma, dopotutto manca poco al parto” sorrise ancora e prese la sua borsa “ Adesso è meglio che vada, ho ancora qualche visita da fare” 

“ Certamente”  riuscii a dire.

Se fosse stato necessario l’avrei chiusa in camera da letto fino al giorno del parto. “ La ringrazio Messer Arturo, per essere venuto così velocemente e senza preavviso” dissi sinceramente alzandomi.  
“ Mio signore è il mio lavoro e lo amo in ogni sua sfaccettatura, è un onore lavorare per voi”

Sorrisi grato e colpito dall’affetto delle sue parole. Lasciò in pochi secondi il mio studio. 
Avrei lasciato il lavoro  a più tardi, volevo vedere Giulietta a tutti i costi.




POV GIULIETTA


Ero un po’ frastornata, la testa sembrava staccata dal corpo, e, appena avevo aperto gli occhi, un dolore lancinante alla caviglia destra mi aveva svegliata del tutto, quasi in un istante, riportandomi al presente. Ero svenuta e non sapevo nemmeno per cosa. Grandioso.
Poi, dal buio totale che aveva invaso la mia mente, uno sprazzo di luce era uscito a galla, e  mi aveva ricordato il motivo per il quale ero a letto, con la caviglia in quello stato. Sbuffai infastidita e pensai che ero proprio una stupida, una stupida  molta fortunata però, cavandomela solo con una caviglia dolorante, dato che, grazie alla mia sbadataggine avevo messo in pericolo la vita del mio piccino e la mia. Ripensando  a mente più fredda dovevo ammettere che ero stata davvero pazza. Ma rinchiusi il mio senso di colpa in gabbia perché sentivo che il bambino stava bene. Era sveglissimo e un po’ agitato  certo, forse per lo spavento che avevo preso poco prima, ma si muoveva e scalciava come sempre quando mi svegliavo. Era il suo modo di dire che era sveglio anche lui. Accarezzai dolcemente il pancione per calmarlo, sotto il mio palmo sentivo quei piccoli  piedini, poi la testa e qualche altro calcetto, finché il sonno non portava con sé il mio piccino. Sorrisi beata,  ancora non credevo a quello che mi stava accadendo, ma ero così felice che tutta quella gioia mi sembrava impossibile  da provare tutta in una volta.
Socchiusi gli occhi e feci un respiro profondo per calmare i miei poveri nervi. Non riuscivo a scacciare la preoccupazione, ero agitata e irrequieta, come si sarebbe comportato Romeo? 
Poi riaprii gli occhi e mi misi a fissare intensamente il soffitto, per finire a  ripensare alla caduta da cavallo.  Che precisamente, non era stata un’effettiva ‘caduta’, poiché ero riuscita a non capitolare rovinosamente  dall’animale, mettendo solo male il piede destro e procurandomi così una slogatura. Doveva essere solo quella la motivazione. L’unica cosa che non riuscivo a spiegarmi era lo svenimento, troppo strano e inaspettato. Fino a quel momento ne erano avvenuti pochi di svenimenti, non come le nausee appena svegli o per profumi molto intensi, io non mi consideravo una ragazza da svenimenti  e invece..

Da un po’ di tempo volevo salire su quel bellissimo puro sangue, ma non mi era stato permesso, causa,  la presenza costante di mio marito che, con i suoi occhi da falco,  non mi lasciava da sola per un secondo di fila, o i suoi seguaci  che continuavano il lavoro sporco di miei badanti,  al primo posto Corrado con il suo muso lungo, Francesco che con il suo viso angelico era il peggiore di tutti e infine Curio con la sua perenne aria seria. Così, alla prima occasione di solitudine che mi era stata concessa non sono riuscita a seguire la via della ragione, e l’istinto ha superato ogni cosa portandomi a quel pasticcio. Perciò grazie a lui mi ritrovavo con una caviglia fuori uso. Dovrei farmi un applauso da sola.
Sentii la porta della camera aprirsi e successivamente chiudersi senza fare rumore.

“ Sei sveglia?” 

La sua voce catturò la mia attenzione immediatamente. Mi alzai lentamente mettendomi seduta, con qualche difficoltà.

“ Da poco”  risposi voltandomi dalla sua direzione.
Vedevo benissimo che tratteneva la rabbia, le sue labbra erano una linea dura, e il suo sguardo non era dolce come sempre ma duro anche questo, per non parlare del tono che aveva usato. Non maleducato, né sdolcinato, potevo definirlo acido al punto giusto. E il suo sforzo di farmi vedere che era calmissimo per me era assolutamente vano. La sua faccia di bronzo mostrava qualche crepa.

“ Bene” asserì. Se mi si prospettava un botta e risposta a monosillabi da parte sua, mi sarei lanciata dalla finestra in men che non si dica…

Ci eravamo ritrovati in una situazione davvero … come dire…ehm....insolita? 
In un silenzio che mi schiacciava sul posto.Era una prima volta, l’unica che non volevo sperimentare, ma  dato che gli unici momenti di silenzio che si erano creati fra noi fino a quel momento erano molto diversi da questo, io non sapevo come procedere.
“ Come stai?” chiesi per spezzare come più potevo quell’aria cupa. Dopotutto non si diceva che la miglior difesa era l’attacco?
Non rispose per un primo momento, la maschera da Signore del mondo che aveva indossato davanti ai miei occhi stava per essere distrutta. 
Ebbi un moto di irritazione, come poteva comportarsi in quel modo? Non ero una sua proprietà, né una sua cameriera,  ero sua moglie per l‘amor di dio! perché mantenere quel ruolo di Padrone assoluto? Quell’aria ostile che stava creando con il suo comportamento faceva male sia a me ma soprattutto al piccolino.

Stranito dalla mia domanda rispose poco dopo “ Bene” e ritornò di nuovo nel suo mutismo. Quanto volevo sbuffare, ogni volta che rispondeva così mi dava ai nervi. E il suo sguardo ritornò a fissare un punto impreciso della stanza. Adesso eravamo anche arrivati a non sfiorarci nemmeno con lo sguardo.

“ No, non è vero”  risposi seccata. Oltre a sbuffare avevo una gran voglia di andarmene da quella stanza, ma non potevo.
“ Come?” volse il volto dalla mia parte ma puntò lo sguardo ai miei piedi. Notai la sua mascella indurirsi alla vista di quella benda.
“ Non stai bene” affermai convinta della mia ipotesi. Volevo nascondere il mio sbaglio, così feci scivolare la coperta sulle mie gambe. Alzò lo sguardo a quel mio gesto e mi fissò per un minuto buono poi disse “ No hai ragione, non sto affatto bene” detto ciò mi fulminò e avanzò di un passo, mantenendo però una certa distanza. Sgranai gli occhi. No cielo, Romeo non si era mai comportato in quel modo. Venni colta dal terrore. Si passò una mano sul volto e chiuse gli occhi come a volersi dominare.  
Valeva la pena continuare a parlare?
“ Sei furioso” andando avanti con questo interrogatorio avrei sicuramente perso la mia testa dal collo. 
“ Si. Sono furioso” rispose sinceramente e con calma. Con molta calma. 
Istintivamente deglutii.

Ecco qui Giulietta cosa ti aspettavi? Che ti facesse i complimenti per quello che hai combinato?

“ Con me” misi una mano sul petto, il cuore galoppava. Non volevo sentire la risposta affermativa a quella mia non domanda, ma ormai mi era sfuggita. 
“ Si sono furioso con te, credi che non dovrei esserlo?” domandò sedendosi sul letto molto vicino a me. Oh cambio di approccio! 
“ No..Cioè si.. Bé non lo so!” risposi piccata. Non poteva già mandarmi in confusione in quel modo!
“ Giulietta dimmi solo una cosa. Perché?” e lì mi inchiodò per l‘ennesima volta sul posto. Con quello sguardo che poteva benissimo far parlare anche un muto, tanta era la rabbia la disperazione e la forza di volontà nel capire come gli era sfuggito il controllo della situazione. 
“ Perché?” fu l’unica cosa che la mia mente bloccata riuscì a elaborare, un’inutile ripetizione della sua domanda. Deglutii inutilmente, ormai la gola era più secca del deserto.
“ Non rispondermi con un’altra domanda!” tuonò “ Perché hai fatto quello che hai fatto?”
“ È uno scioglilingua?” ecco la mia ironia che faceva la sua entrata, nel momento peggiore.
“ Non cambiare argomento” mi zittì quasi in un istante, e tutto il coraggio accumulato in pochissimo tempo svanì in un soffio. 
“ Oh bé…mi andava di farlo tutto qui” infondo non era la verità? Volevo fare una cavalcata cosa c’era di male?
“ Tutto qui?” adesso era furioso. Apparentemente calmo ma furioso. 
“ Si tutto qui” dovevo tenergli testa a tutti i costi oppure avrei lasciato oltre al coraggio il mio orgoglio.  
“ E non hai pensato al fatto che a breve partorirai e hai rischiato di non vedere il viso di nostro figlio?!” eccole qui le sue urla ad accogliermi con amore. Ma certo che ci ho pensato e me ne sono pentita all’istante! Ma come posso dirtelo se tu mi urli contro? Io così  non riesco a parlare. Non dovevo farlo ho capito. 
Erano quelle le parole che avrei tanto voluto urlagli ma  mi uscì soltanto “ Non ti arrabbiare!” urlai chiara e forte per contrastare la sua voce.
“ Cosa! Non mi devo infuriare? Non mi devo infuriare?!” urlò ancora più forte, alzandosi dal letto. 

Sicuramente anche i cittadini giù in paese  avevano sentito le sue urla. 

“ Abbassa il tono di voce con me!” riprovai, dopotutto non ero sua figlia ma sua moglie.
“ Giulietta sei stata una sconsiderata!”  continuò imperterrito,  infervorato si alzò , messo in moto da una rabbia nera gironzolava davanti al letto. Non l’avevo mai visto così. Non avrei mai voluto vederlo così.
Lo guardai negli occhi, ardenti di rabbia, e dissi con calma “ Ti ho detto di non urlare e continuo a ripetertelo, lo so che sono stata una sconsiderata e mi dispiace moltissimo” ammisi con sincerità.” Ho capito il mio sbaglio. Per favore, ora calmati” lo implorai con lo sguardo.
“ Io. Non. Sto. Urlando! E non voglio nemmeno calmarmi!” urlò accompagnando le sue parole con ampi gesti “ Se fosse successo qualcosa di grave la colpa sarebbe stata mia..”  finì la frase in un sussurro angoscioso, volse lo sguardo da un’altra parte.  
Che cosa? No, questa volta era davvero in errore. 
“ La colpa non è stata tua ma mia!” affermai sconvolta. 
In fondo era quella la verità, mio marito non aveva nessuna responsabilità dell’accaduto. Io sono salita su quel cavallo non lui. 
“ Giulietta” si fermò e venne accanto a me “L‘hai fatto per divertimento?”
Rimasi in silenzio, non sapevo quale risposta poteva essere la più vicina al vero scopo di tutto l’accaduto. 
“Dimmelo ti prego. Per cosa?” domandò. 
“ Rispondimi. Per attirare la mia attenzione? Credimi ci sei riuscita magnificamente con questa trovata!”
Mi accigliai, certo, chi non vorrebbe le attenzioni del proprio marito? Nessuno. Ma in questo caso è stato per le troppe attenzioni che è successo quel che è successo.
“Ti prego, voglio capire, perché in questo momento non ci riesco proprio” il suo sguardo, la sua voce, tutto di lui…mi stava facendo sentire tremendamente in colpa, perché il tormento che non riusciva a mascherare, il senso di colpa, la paura provata fino a poco prima e la mancanza del controllo che aveva perso su di me trasparivano dall‘espressione del suo viso…vedevo che tutto quello lo lacerava. 
Mi morsi il labbro, sentii che la gola era secca e chiusa in una morsa…ero spaesata e sentivo la testa troppo leggera. 
Il mio era solo stato uno stupido capriccio, che aveva provocato, ahimè, quella catastrofe.
“ Io…ecco..” da dove potevo iniziare? 
Tutte le parole, le lamentele e la mia irritazione erano del tutto sparite davanti al suo sguardo. 
Dovevo farmi forza e poi non volevo che pensasse che sua moglie fosse una matta isterica e capricciosa. Io non lo sono affatto.
“ Non l’ho fatto per divertimento o per attirare la tua attenzione, ma solamente perché mi mancava andare a cavallo” era così difficile capirmi? 
“ Ti mancava andare a cavallo? Ti mancava andare a cavallo?!” Romeo era a dir poco incredulo. E tutta la sua aria sofferente sfumata in un lampo.

Cara Giulietta sei spacciata. Pensai amaramente.

“E aspettare ancora un mese no?! Stai cercando di  farmi impazzire?” il suo pugno strinse forte la coperta sotto di esso.
“ Ho bisogno di un marito che faccia da padre a mio figlio, non di un pazzo” mi infervorai io.
“ Invece a me sembra che tu stia facendo di tutto per farmi impazzire” si voltò corrucciato. 
“ Ma non è vero!” protestai incrociando le braccia sotto il prosperoso seno, forse la parte più soddisfacente della gravidanza.
“ Giulietta dimmi la verità che cosa ti sta succedendo?”

Oh insomma sei davvero caparbio! 
Sono incita! non è una motivazione giusta? Esauriente? 
Era questo quello che volevo dire, ma dissi solo “ Mi stai rendendo lo vita un po’… difficile” ammisi con riluttanza, non volevo offenderlo anche se lui ci era andato giù pesante con la strigliata.
“ IO?” Messer Incredulo era davanti a me, mancava solo il ditino pronto ad indicarsi.
“ Non il solo, ma tu sei il primo della lista” confermai. La mia kilometrica lista.
“ Davvero?”
“ Si! Mi stai…mi stai…” odiavo quando non riuscivo a trovare le parole adatte al momento giusto.
“ Ti sto soffocando?” quella domanda gli uscì con disprezzo dalle labbra.
Eureka! Era la parola esatta. Sì, tutti quanti mi stavano soffocando abbastanza.
“ Sì! Hai trovato il termine giusto! Mi stai soffocando!” trillai felice della momentanea scoperta

Si alzò dal letto in un istante, si avvicinò alla finestra e affondando le mani nei capelli mormorò fra sé “ Benvolio aveva ragione! Benvolio aveva ragione!”

Benvolio? Cosa c’entra?

Vedere mio marito così demoralizzato mi mosse a pietà, e non ce la feci a non consolarlo, anche se doveva essere il contrario…
Così, spostai le coperte, e portai prima il piede infortunato e poi l’altro per terra. Con lentezza disumana mi alzai, e un po’ zoppicante mi avvicinai sempre di più a mio marito circondandolo da dietro la schiena con le braccia. Tentavo in modo goffo di dargli un abbraccio e fargli capire che io e il piccino stavamo bene. Appoggiai la guancia sulla sua schiena. La sua forte e massiccia schiena. La amavo così tanto. Amavo tutto di lui. Era caldo e profumava di rose…notai con un po’ di fastidio che era abbastanza difficile stringerlo a me con forza dato che solo la grande pancia, casetta del mio piccino, toccava mio marito e divideva entrambi.
Lui alzò la testa e i suoi occhi  tristi e dispiaciuti colpirono il mio povero cuore e lo stritolarono con forza appena si fermarono sul mio viso. Non potevo crederci avevo davvero distrutto il mio povero marito in quel modo in così poco tempo?
“ Mi dispiace” sussurrai con angoscia…
Sentivo già un nodo formarsi in gola. Volevo piangere. Sentivo già i miei occhi inumidirsi.
“ No no…dovrei chiederti io scusa…“ mi baciò delicatamente la fronte “io ..ecco io ho esagerato e solo adesso me ne rendo conto…” troppo tardi le lacrime uscirono e non potei fermarle, “ con questo mio comportamento ti ho portato a fare questa sciocchezza e adesso tu ne stai pagando le conseguenze per colpa mia!” strinse forte le labbra e mi abbracciò delicatamente poi mi accarezzò dolcemente il viso asciugando le poche lacrime. “ Adesso è tutto finito, stai bene e anche il nostro piccino sta bene” un lieve sorriso increspò le sue labbra ma io non riuscii a darmi pace. 
“ Ti prego non dire che è colpa tua! Io ho sbagliato” venni interrotta da un singhiozzo  “ È stata colpa mia!” ripetei con voce rotta dal pianto “Sono io che volevo salire su quel cavallo, e volevo farlo anche perché sapevo che tu non volevi…possiamo chiamarla pazzia del momento” tentai di alleggerire la situazione. 
“ Lo so, adesso mi sono calmato…” mi consolò accarezzandomi dolcemente la schiena. “ Amore mio promettimi che non ti farai più guidare da questa pazzia”  e il suo sguardo era serio.
“ Prometto” dissi all’istante, arrossii davanti a quello sguardo così intenso.
“ Mai, mai più” disse con tono più basso, seducente.
“ Giuro sul mio nome” sussurrai e misi la mano sul cuore che palpitava all‘impazzata.
“ Hai dato la tua parola” mi avvertii e potevo dire che l’azzurro dei suoi occhi divenne quasi blu.
“ E tu hai sentito quindi…pace fatta?” sorrisi e gli baciai un angolo della bocca. Gli accarezzai dolcemente la guancia, e gli diedi un altro bacio. Sentii il suo sorriso sulle mie labbra e  in quel momento capii che avevamo finalmente fatto pace. 
“ Mh..non so..fammici pensare…intanto potresti fare qualcosa per farti perdonare” iniziò a baciare lungo il mio collo candido…stavo già perdendo il controllo.
“ Tutto ciò che desidera mio signore” dissi in tono seducente iniziando a sbottonare la sua camicia..

E da lì le ore successive furono un sogno ad occhi aperti.
Amavo il modo con in quale facevamo pace. Il più efficace di tutti. Pensai felice e serena. Anche il piccino era contento, da come si muoveva..





   
 
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