Cambiamenti

Prima ancora di aprire gli occhi, Kagami percepì il calore di un altro corpo accanto al suo. Pensando di stare ancora sognando, provò a muoversi senza rendersene conto, ma appena sentì due braccia stringerlo con forza, si costrinse a sollevare le palpebre, confuso.

Per un attimo fu sicuro di aver avuto un’allucinazione e strabuzzò gli occhi.

Aomine Daiki lo stava davvero avvolgendo in un abbraccio talmente stretto da impedirgli di muoversi?

Non poteva essere vero. Kagami stava di sicuro sognando.

Tentò nuovamente di divincolarsi, ma il moro non sembrava essere d’accordo.

<< …mmh…rimani qua… >> sussurrò con la voce impastata dal sonno, ma gli occhi sempre chiusi.

Il rosso poté chiaramente sentire il respiro dell’altro solleticargli il volto e altrettanto chiaramente poté sentire il suo cuore saltare un battito. Quando poi, sotto le coperte nelle quali erano avvolti, Aomine intrecciò una gamba alla sua, rendendo quell’abbraccio una piacevole gabbia, Kagami si disse che qualcosa non andava.

Non andava affatto bene.
Non andava bene che il suo cuore avesse cominciato a battere così forte da fargli male.

Non andava bene che il viso rilassato e sereno del moro lo stesse incantando come fosse vittima di una qualche magia.

Non andava bene che la vicinanza dei loro corpi nudi e caldi gli riportasse alla mente la splendida scopata che avevano consumato poche ore prima, minacciando così di risvegliare il suo “amichetto” dei piani bassi.

Ma soprattutto non andava bene quella piacevole sensazione di calore e felicità che pervase il corpo e la mente del rosso, dandogli la spaventosa impressione di sentirsi completo, come se non avesse avuto bisogno di altro.
Assurdo, no? Sentirsi al sicuro, protetto da quelle braccia e da quel tepore che l’altro gli stava riversando addosso.

Perché mi fai questo, Ahomine? Perché non te ne sei andato come tutte le altre volte, con un “grazie per la scopata, Bakagami” e il tuo solito sorrisetto del cazzo stampato in faccia? Perché sei rimasto e chiedi a me di non andare? Questa è la prima volta che lo fai e io non so cosa pensare….

Era successo tutto così in fretta che spesso Kagami faticava a capacitarsene. Mesi fa all’improvviso, la loro battaglia si era spostata dal campo di basket alle lenzuola: i corpi si erano avvinghiati, i respiri si erano mischiati, le mani avevano scoperto posti fino a prima inesplorati, i gemiti smorzati e trattenuti avevano riempito le loro orecchie, la pelle si era fatta bollente e la ragione aveva perso ogni appiglio.

E così alla loro routine fatta di basket e one on one si era aggiunta un’altra sfida combattuta sul letto, sul divano e su qualsiasi altra superficie disponibile, a suon di baci, morsi, imprecazioni a denti stretti e orgasmi sconvolgenti.

Non che il loro rapporto sul campo e a letto cambiasse poi molto: erano entrambe battaglie per la supremazia, solo che, mentre nel basket nessuno dei due voleva mai darsi per vinto, nel sesso Kagami finiva per lasciare il comando all’altro, senza capirne bene neanche lui il motivo.

Forse perché c’era qualcosa nel modo in cui gli occhi di Aomine lo guardavano, come se vedessero solo lui, che annullava le sue difese e anche parte del suo orgoglio.

Ma non c’era mai stato niente di più.

C’erano solo il basket e il sesso e di quest’ultimo nessuno dei due faceva parola. Si era creato una sorta di tacito accordo per cui entrambi preferivano non affrontare l’argomento e lasciavano che fosse il piacere a parlare per loro.

D’altronde ciò che facevano li soddisfava più di quanto avrebbero mai immaginato: che motivo c’era di rovinare tutto con stupide analisi e ragionamenti sul significato della loro relazione?
Le chiacchiere erano per le femmine.
A loro andava bene così.

Anche se Kagami aveva iniziato a sentirsi quasi come una puttana, quando Aomine se ne andava subito dopo aver finito: il tempo di riprendere fiato e di rivestirsi e Taiga lo vedeva sparire dietro la porta, con la promessa non detta di un altro incontro.

Quel giorno sarebbe dovuta andare allo stesso modo, ma Daiki non se n’era andato. Era rimasto lì, su quel letto troppo piccolo per entrambi e si era appisolato stringendo il rosso tra le braccia, come avrebbe fatto un… innamorato.

Kagami arrossì violentemente a quel pensiero e si diede dello stupido, ma ciò non toglieva che stava dannatamente bene là, tra quelle braccia calde e muscolose, a respirare la pelle di Aomine e nella consapevolezza di ciò, si rese conto che qualcosa era cambiato.
Cambiato per sempre.
Perché i cambiamenti più grandi arrivano quando meno ce lo aspettiamo e perché, anche se raramente, il destino ci mette sulla strada la persona giusta e spesso è quella più inaspettata.

Salve a tutti! Ringrazio di cuore chi è arrivato a leggere tutto questo... obbrobrio? A mia discolpa, dico che almeno è breve XD volevo scrivere qualcosa su di loro perchè li io amo troppo ed è venuta fuori questa Aokaga senza pretese... spero che non vi abbia fatto troppo schifo >.<
*si eclissa*