Anime & Manga > Kinnikuman
Segui la storia  |      
Autore: Ladyloki96    30/08/2014    5 recensioni
Fanfiction su kevin mask, la sua infanzia, il perchè è scappato da casa e altro ancora. Vi prego lasciate una recensione, va bene anche se neutra e\o negativa. Grazie.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kevin Mask
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Triste. Quella giornata era proprio triste. Il cielo cupo. Le nuvole nere non facevano intravedere nemmeno un raggio di sole. Tutto era avvolto nell’oscurità totale. Ed erano solo le una. L’ora ove i bambini normali pranzano con i genitori, un clima caldo e felice emanavano quelle case. Sembrava che li dentro ci fosse sempre sole. Pioveva. Pioveva a dirotto. Il cielo piangeva. Il cielo sembrava che volesse piangere come quel ragazzo. Si quello li. Lo vedi anche tu? Quello li che corre come vento. Quello li che sembra voler mollare tutto e tutti. Quello li che scappa da qualcosa, forse per la paura. Quello li che sembra aver trovato il coraggio per dare una svolta alla sua vita. Un bambino che aveva scarsi otto anni. Che correva sotto la pioggia. La pioggia che si univa e vanificava le sue lacrime che fuoriuscivano da quella maschera pesante di ferro. Una maschera che era migliore di quella che doveva indossare abitualmente. Quella che celava il suo essere, la sua indole, la sua persona. Una maschera non fisica ma illusoria che lo faceva apparire quello che non era. Una maschera imposta da suo padre e dalla classe sociale in cui era nato. Inutile era piangere in tale contesto. La pioggia non faceva mostrare a nessuno le sue lacrime. Se non piangi nessuno ha pietà di te. Lo vedi anche tu, con le vesti da nobile tutte inzuppate. Rischiava di ammalarsi. Come te lo vedevano altre persone. Gente chic che non poteva e doveva rovinarsi la giornata, la felicità per via dell’infelicità altrui. Il ragazzino cadde. Inciampò. Si ruppe i pantaloni seta, che ormai erano bagnati fradici. Si sbucciò persino. Il suo sangue era vano. La pioggia non lo faceva vedere. Si rialzò con una forza ignota per un bambino. Continuava a correre. La piuma attaccata al suo casco svolazzava anche se era bagnata. Era veloce. Correva  verso l’ignoto nelle strade londinesi. Nelle strade senza anima. Con persone senza anima e pietà. Scappava nelle strade londinesi. Scappava dalle persone senza anima, dalle persone senza pietà. Voleva cambiare vita, voleva cambiare le persone, le strade, o forse se stesso. Correva senza meta. La sua testa era piena di ricordi. Studi continui. Allenamenti stressanti. Non era questo il problema. Non riceveva più affetto da quando sua madre era morta. La sua vita dopo la sua assenza era diventata solo studio e allenamento, senza alcun rapporto familiare eo sociale. Suo padre era fisso a far affari o ad allenarlo con il pugno di ferro. Era severo. Lo faceva studiare senza una pausa. Doveva diventare il degno sposo di una nobile di alto rango. Di una schifosa ragazzina viziata. Era costretto da suo padre a partecipare a feste e balli. Durante essi si doveva mettere la maschera del ragazzino nobile snob come tutti i figli dei nobili. A lui faceva schifo tutto ciò. A lui facevano schifo quelle persone che con tutti i loro soldi potevano sfamare e mettere al nuovo tutto il terzo mondo. Erano orribili, ipocrite e superbe. Altezzose. Senza onore. Scappava da tutto ciò. Scappava per salvarsi da un futuro che non gli piaceva. Da una vita che non lo rappresentava. Da una vita vissuta sempre con una maschera. Era solo. Ma ultimamente lo era sempre stato. I nobili lo consideravano scapestrato e tempista. In realtà lui non era falso come loro. Voleva solo affetto. Con i soldi non puoi comprare l’amore. Odiava suo padre che ha preferito i soldi, gli affari, il ceto sociale a lui. La sua stirpe.  La sua progenie. Il suo unico figlio. L’unico figlio di una donna giovane ormai deceduta. Il figlio che era lo specchio della madre. Tutti quelli che conoscevano il vero volto di Kevin Mask, dicevano che aveva preso tutto da sua madre. I lineamenti, i capelli dorati, gli occhi. Warsman era uno dei pochi a conoscere il suo volto. Uno dei pochi a cercarlo quando seppe della sua scomparsa. Anzi… fu il primo a notare la sua assenza. Il padre lo scoprì solo 8 ore dopo la fuga. Warsman dopo 4, ma il ragazzino erà già fuggito lontano… o forse era solo nascosto. Gli mancava la madre a Kevin e le pressioni e la mancanza di affetto del padre non gli faceva superare la sua perdita.  Cercava attenzioni da parte del padre, per questo compiva malefatte, monellerie  gli causava problemi. Voleva le sue attenzioni, il suo amore. Voleva che il padre smettesse di fare l’affarista, il suo trainer e il suo tutor. Voleva che suo padre facesse l’unico ruolo che gli era stato assegnato. Quello del padre. Il ragazzino afflitto nel suo animo, nel suo cuore, credendo di essere ormai solo al mondo scappava. Ogni secondo che passava piangeva sempre di più, nessuno lo stava cercando, nessuno si stava preoccupando. Era come se non esistesse. Come se i passanti non notassero un bambino in fuga. Non si chiedevano perché scappasse o da chi scappasse. Era solo. Sentì un dolore forte al petto il piccolo Kevin. Un dolore come se il suo cuore si fosse spezzato. In quel momento si era fermato in un vicolo. Era stanco. Si voleva riposare. Aveva corso tanto. Aveva finito tutto il suo fiato. Era bagnato il piccolo Kevin . Finalmente il freddo tetto compiva un gesto che a lui mancava. Lo proteggeva dalla pioggia. Guardava la finestra di una casa. Vedeva i bambini ridere e scherzare con il padre. Il padre giocava con loro. Scherzava con loro. Condivideva gesti a lui ormai ignoti. Gesti di affetto. Vide con loro una madre. Una madre che lui non aveva più. Una madre che gli mancava. Una madre che quasi non ricordava più. Compariva a volte nei suoi sogni e quando succedeva, i suoi incubi sparivano. Le sue paure sparivano. Le sue tensioni. A vedere quella felicità, quella fortuna che lui non aveva, il bambino strillò per il dolore. Nessuno lo sentiva. Era invisibile agli occhi della gente. Non udibile alle loro orecchie. Maledì la sua sorte avversa. Le sue cattive stelle. La gelosia cresceva nel piccolo Kevin. La rabbia montava dentro di lui. Più volte prese a pugni il duro asfalto. La sua mano sanguinava. Il silenzio piombò. Si guardava la mano. Sgorgava sangue, lavato da quella pioggia incessante. La guardò con uno sguardo vuoto. Aveva messo di urlare e piangere il piccolo Kevin. Il piccolo Kevin ormai…non era più piccolo. 
-------------------------------------------------------------------------------------
Salve gente! Questa ff non so se avrà un continuo, tutto sta nelle vostre recensioni! Aspetto il vostro parere! Quindi…recensite! Se per caso vi piace come scrivo guardate le mie storie originali (ovvero inventate da me)!
 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kinnikuman / Vai alla pagina dell'autore: Ladyloki96