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Autore: _Girella_    30/08/2014    2 recensioni
Il principe affronta mille avventure per conquistare la sua principessa, per poi rendersi conto di essere sempre stato innamorato del fratello di lei.
Come gli era venuta in mente una schifezza del genere agli autori?
[...]
La prima volta che si era reso conto che era un uomo a popolare i suoi sogni erotici, aveva fatto praticamente violenza su se stesso per riuscire a svegliarsi, tutto sudato, da quel terribile incubo.
Doveva aver visto male, quello nel letto accanto a se non poteva e non doveva essere Fer.
[Rating Giallo] [Gorka x Fer] [Romantico-Comico] [One shot]
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fernando 'Fer' Redondo Ruano, Gorka Martínez Mora, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il principe e il fratello della principessa

 

Gorka sapeva, fin dall'inizio, che recitare in quel musical non sarebbe stata una buona idea.
Per quale accidenti di motivo avrebbe dovuto voler sprecare il suo tempo recitando uno sciocco copione su uno sciocco palco davanti a sciocca gente?
E che copione, poi.

Il principe affronta mille avventure per conquistare la sua principessa, per poi rendersi conto di essere sempre stato innamorato del fratello di lei.

Cosa?
No, seriamente, cosa?

Come gli era venuta in mente una schifezza del genere agli autori?
Non solo amore sdolcinato, ma amore sdolcinato tra finocchi.
Il suo stomaco non avrebbe probabilmente retto.

Non solo, ovviamente gli toccato recitare il ruolo del principe che alla fine si scopre essere gay, con tanto di bacio ed esplorazione della bocca di Fer, l'interprete dell'altro personaggio gay a cui, Gorka ne era sicuro, la situazione non dispiaceva per niente.

Comunque, aveva accettato quel ruolo e non poteva certo tirarsi indietro: dannazione, la sua reputazione ne avrebbe risentito eccome!

Perciò, con tanta pazienza e altrettanto sacrificio, si era messo a studiare qualcosa per la prima volta in vita sua.
Non ci teneva di certo a fare una brutta figura.

Dov'era il problema, quindi?
Il problema era che Gorka, non contento di dover stare tre ore al giorno su un palco a ripetere sempre le stesse cose, aveva pensato bene di rendere il tutto ancora più complicato, iniziando a fare pensieri poco consoni alla situazione sul suo collega attore.
Per usare una metafora, si era molto calato nel personaggio, e il suo personaggi non fantasticava certo sulla principessina del castello, anzi!

La prima volta che si era reso conto che era un uomo a popolare i suoi sogni erotici, aveva fatto praticamente violenza su se stesso per riuscire a svegliarsi, tutto sudato, da quel terribile incubo.
Doveva aver visto male, quello nel letto accanto a se non poteva e non doveva essere Fer.
In realtà era una bionda alta e snella che lui, per sbaglio, aveva scambiato per il suo compagno di classe, giusto?
Giusto.

Doveva essere per forza così.

E quella scusa aveva retto per un paio di volte -si si, quelle erano palesemente delle tette, non poteva sbagliarsi- finché non si era reso conto che la situazione era grave, e avrebbe dovuto iniziare a prendere vagamente in considerazione l'idea di far qualcosa per risolvere quel problema.

E si, nel caso qualcuno dei suoi compagni se lo fosse chiesto, recitare la sua parte con una dolorosa e alquanto evidente erezione tra le gambe era decisamente imbarazzante.

Il fatto era che lui non era gay, maledizione.
Era il ragazzo etero che più etero non si può!
Ma l'evidenza non si poteva negare e, alla fine, anche il ragazzo etero che più etero non si può dovette capitolare.
Quello che premeva contro la sua schiena, nei suoi sogni, era decisamente un pene.

Gorka avrebbe voluto risolvere la situazione e in fretta anche, ma non gli era mai capitata una cosa del genere e non aveva idea di che cosa fare.

Parlarne con Cabano? Gli avrebbe probabilmente riso in faccia.
Con Ruth? Non lo avrebbe preso sul serio.
Con Fer? Certo, davvero un'ottima idea.

Tutto per colpa di quel musical del cavolo.

Iniziava ad odiarlo.
Per quanto fosse possibile odiare qualcosa che lo faceva stare cosi bene.

Si, perché alla fine, nonostante l'imbarazzo, nonostante la paura, nonostante non avesse mai provato niente del genere, doveva ammettere che quei sentimenti lo facevano sentire dannatamente bene.
E per questo, solo per questo, Gorka non disse niente a nessuno, fino al giorno della prima dello spettacolo.

Fu un successo, il pubblico ne rimase entusiasta e, nonostante tutte le difficoltà e i ripensamenti che avevano dovuto affrontare, gli alunni dello Zurbaran non potevano che sentirsi soddisfatti di se stessi. Avevano lavorato per settimane, e finalmente raccoglievano i frutti del proprio lavoro.

 

Seduto su una delle panchine dello spogliatoio della palestra, Gorka tirò un sospiro di sollievo e si tolse il ridicolo cappello che Miguel gli aveva fatto indossare a forza.
Uno di quei giorni glielo avrebbe fatto mangiare.

Lo spettacolo era terminato e forse, non dovendo passare più cosi tanto tempo a contatto con l'oggetto della sua passione, i suoi ormoni, che erano stati più attivi che mai, si sarebbero dati una calmata.
Lo sperava, ma ovviamente non fu così.

Ci pensò Fer a ribaltare i piani del povero Gorka, scegliendo quel preciso momento per entrare nello spogliatoio vuoto e sedersi accanto a lui con uno gran sorriso.

-Che peccato che sia finita, eh, Gorka? Mi sono divertito tantissimo-.

Gorka lo osservò accigliato, chiedendosi in quale universo tutto quello che erano stati costretti a subire potesse essere definito divertente.
E chiedendosi, inoltre, come fosse possibile che Fer stesse benissimo anche con quegli abiti ridicoli che facevano sembrare lui un panda con un lampadario in testa.

Perso nei suoi pensieri, si dimenticò di rispondere, finché Fer non gli schioccò le dita davanti al naso.

-Gorka? Stai bene?-

Il ragazzo si riprese, cercando di darsi un contegno. -Certo che sto bene- rispose cercando di suonare il più scocciato possibile. -È che non capisco come sia possibile che tu abbia trovato il tutto divertente. Io non vedevo l'ora che finisse-.

Fer rise. -Non ci credo, alla fine ti sei divertito. Si vedeva dalla passione che ci mettevi nel recitare-.

"Non era perché mi divertivo, idiota".

-Credici. Almeno non dovremo passare più tutti i pomeriggi a fare le prov...- La sua voce, che era riuscito a mantenere normale fino a quel momento, s'incrinò quando Fer si tolse la casacca e la maglietta, scompigliandosi i capelli.

-Certo che questi vestiti sono scomodi, eh?-

"Ora gli strappo tutto di dosso senza ripensamenti" fu il primo, innocente pensiero di Gorka mentre il compagno di chinava in avanti per togliersi le scarpe, mettendo in mostra il proprio fisico snello.

"Sei un bastardo. Sei veramente un gran bastardo".

Deglutì sonoramente. -Si, decisamente. E sono ridicoli-.

Fer lo guardò. -Invece stai bene-.

Gli aveva appena fatto un complimento?

Cercò di impedirsi di arrossire, con scarso successo a giudicare dal calore che avvertiva sulle guance.
Gorka che arrossiva. Se glielo avessero raccontato, si sarebbe messo a ridere.

-Ehi ehi, manteniamo le distanze- esclamò simulando un fastidio che non convinceva se stesso e, a giudicare dalla sua espressione, nemmeno Fer.

-Non ho detto niente di che, Gorka, è la verità, con questi vestiti non stai male- ripetè quest'ultimo che, Gorka ne era sicuro, avvertiva il suo disagio e si divertiva come il gatto che gioca col topo.

Prima di mangiarlo.

Fer si alzò. -Comunque, se la mia presenza ti dà così tanto fastidio, stai tranquillo che me ne vado-.

Iniziò ad avviarsi verso la porta dello spogliatoio quando la voce di Gorka, tanto bassa che per un momento credete di essersela immaginata, lo fermò.
Si voltò: il ragazzo lo aveva raggiunto, e sembrava indeciso se guardarlo o no in volto. Aveva le guance rosse e di certo non a causa del caldo, dati i refoli di vento gelido che entravano nello spogliatoio.

Rimase in silenzio mentre l'altro tormentava le proprie labbra, per poi finalmente decidersi ad alzare la testa.

-Ho un problema-.

Fer era stupito: da quando Gorka gli parlava con tale serietà? Anzi, da quando gli parlava?
Tentò di buttarla sullo scherzo. -Lo so, Gorka. È stato qualche colpo in testa che hai preso da bambino ne sono sicuro, non è colpa...-.

-È stato un colpo in testa a farmi fare sogni erotici su di te?-

L'affermazione lo lasciò talmente spiazzato che per un secondo il ginocchio destro gli cedette e dovette reggersi alla maniglia della porta per non scivolare a terra come un idiota.
Aveva sentito male. Ne era sicuro al cento per cento, anzi al duecento, anzi al...
-Prego?-

Gorka sospirò: possibile che potesse essere così stupido? Come se fosse stato facile dire quella frase: adesso doveva anche ripeterlo.
Ormai, comunque, si era cacciato in quel guaio e doveva uscirne, e già il fatto che Fer non fosse scappato a gambe levate o non si fosse messo a ridere, era un buon segno.

-Ti ho chiesto se è stato un qualche tipo di colpo in testa che mi ha portato ad avere sogni erotici su di te- ripetè, simulando una sicurezza che non aveva.

Fer deglutì: ok, allora aveva sentito bene.
In tal caso: che cosa?!

-Gorka, se questo è uno scherzo, sappi che non è divertente, e che potrei rinfacciartelo per tutta la vita- esclamò, convinto che da un momento all'altro sarebbero entrati Cabano o Julio e lo avrebbero preso in giro per averci creduto.

Capì che non sarebbe successo quando vide il volto offeso di Gorka, che gli diede le spalle e si sedette sulla panca a braccia incrociate.

"Un bambino avrebbe avuto una reazione più matura" pensò Fer, ma si trattenne dal commentare peggiorando la situazione e, dopo un momento di indecisione, si sedette accanto a lui.

-Scusa, Gorka, non volevo ridere. È che... Ti rendi conto di quello che hai detto?-

-Si, Fer, me ne rendo conto, me ne rendo conto, ma non posso farci niente, le cose stanno cosi. Sono settimane che non capisco più cosa sta succedendo dentro di me, non ho mai provato tutto questo per nessun altro, figurati per un uomo e non so cosa devo fare-.

Fer annuì, silenzioso, mentre Gorka tirava fuori tutto ciò che aveva nascosto per troppo tempo.
Gli sembrava di sentir parlare se stesso, quando ancora non aveva accettato il proprio orientamento sessuale e cercava, invano, di farsi piacere le ragazze.
Certo, sentir dire quelle frasi a Gorka, l'omofobo, bulletto Gorka, era davvero, davvero strano.

E, si scoprì a pensare con stupore, la cosa non gli dispiaceva più di tanto.

Gorka, nel frattempo, aveva taciuto, osservandolo con una strana espressione, come se si aspettasse che da un momento all'altro sarebbe fuggito prendendolo a pugni.
In realtà, sperava che accadesse, o comunque, sperava in una qualsiasi reazione: quel silenzio lo stava uccidendo.

Alla fine, Fer lo guardò negli occhi e sorrise, un sorriso così sincero e spontaneo che Gorka si sentì felice semplicemente nel guardarlo.
E al diavolo se non sopportava certe romanticherie: avrebbe sfidato chiunque a rimanere impassibile davanti a un sorriso del genere.

-Sai, Gorka, non avrei mai creduto che tu avresti detto una cosa del genere a me, ma devo ammettere di scoprirmi incredibilmente felice che tu lo abbia fatto-. Avvicinò il volto al suo, continuando a fissarlo negli occhi, trattenendosi dal sorridere davanti alle sue guance di colpo ancora più rosse, quasi cremisi. -Sei sicuro di quello che stai dicendo? Potresti pentirtene, e io non ho voglia di soffrire ancora-.

Gorka esitò solo un attimo prima di poggiare la propria mano sulla sua: far soffrire Fer era decisamente l'ultima cosa che voleva . Ne aveva passate tante, e lui non sarebbe stato uno dei numerosi bastardi che lo avevano solo preso in giro.

Si staccarono uno dall'altro soltanto per mancanza d'aria; Gorka si ritrovò schiacciato contro la parete degli armadietti, il corpo caldo di Fer premuto contro il suo, le proprie mani nei suoi capelli, il respiro affannoso, il desiderio di godere ancora di quel contatto così intimo con lui.
Quando Fer lo baciò di nuovo, il suo cervello smise di pensare, e prima di cadere in un totale stato di confusione, Gorka riuscì solo a maledirsi per non aver trovato prima il coraggio di farsi avanti.

Intrecciò la propria lingua con quella di Fer, riflettendo su quanto fosse stato stupido a prendere in giro Fer per il suo essere gay.

"Non giudicherò mai più qualcosa prima di averla provata" pensò, liberandolo della maglietta e lasciando che, semplicemente, il suo corpo e la sua mente agissero per lui.

Del suo cuore, aveva già perso il controllo da un pezzo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note:

Non shippo GorkaxFer (-e allora perché ci hai scritto una fanfiction?-) ma il prompt del musical è veramente troppo carino per non ispirare cose del genere XD

   
 
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