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Autore: lapoetastra    30/08/2014    0 recensioni
Raistlin sapeva che quel giorno avrebbe costituito una parte fondamentale della sua vita.
Tutto dipendeva da lui.
Genere: Drammatico, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caramon Majere, Raistlin Majere
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Raistlin sapeva che quel giorno avrebbe costituito una parte fondamentale della sua vita. Tutto dipendeva da lui.
Questo pensiero lo assillava fin dal momento in cui si era svegliato, quella mattina.
Era una piovosa giornata di novembre: Raistlin, dal suo letto, sentiva le gocce di pioggia che battevano imperiosamente sul tetto della piccola capanna che condivideva con Caramon.
Volse lo sguardo alla sua sinistra: eccolo lì, il suo gigantesco gemello, uguale a lui nell’aspetto ma così diverso nel carattere. Se Caramon amava i combattimenti e cercava continuamente le belle donzelle, Raistlin adorava unicamente la sua magia,e l’unica compagnia che gli piacesse davvero era quella dei suoi libri. Nonastante tutto, però, i due fratelli si volevano un gran bene. Raistlin sapeva infatti di poter sempre contare su Caramon, il quale, essendo a conoscenza della cagionevole salute del fratello, cercava di non allontanarsi da lui per troppo tempo, anche se Raistlin, di carattere schivo e solitario, preferiva essere lasciato da solo per dedicarsi ai suoi studi.
“Mio fratello è tutto quello che ho, farei tutto per lui e per la sua felicità”, pensò il giovane mago, con un senso di inquietudine che non riusciva a spiegarsi.
<Raist, è ora, dobbiamo andare>, lo scosse gentilmente Caramon.
Si alzò lentamente.
Quel giorno avrebbe capito che non tutto era come pensava.

La strada di Krynn era stranamente affollata, per essere una domenica mattina e per giunta fredda ed uggiosa, ma uomini, donne e bambini avevano rinunciato ad ore di sonno nel caldo dei propri letti per osservare il mago che, pur essendo molto giovane, sarebbe stato iniziato quel giorno alla grande magia da Par Sallian in persona, alle torri di Wayreth.
Appena lo videro passare, con il viso nascosto nel cappuccio del mantello rosso e le mani invisibili dentro le maniche della lunga veste, iniziarono ad applaudire.
Il mago alzò di poco il capo e alcune ciocche di ondulati capelli castani gli ricaddero davanti agli occhi. Egli sembrò non accorgersene, così come non sembrava accorgersi della folla che lo acclamava.
I bambini cominciarono a chiamarlo a gran voce, ma il mago si ingobbì di più, continuando a camminare fino a quando non fu più solo un puntino rosso all’orizzonte.

Una volta che si fu lasciato alle spalle il fragore della folla, Raistlin tirò un sospiro di sollievo. Non aveva mai amato la popolarità, neanche quella che i suoi giochi di prestigio gli portavano. Tutti erano convinti che sarebbe diventato un eroe, ma Raistlin nel profondo del suo cuore sapeva che non sarebbe andata affatto così.
Una nuova raffica di vento, più forte delle precedenti, lo fece sbandare. Avrebbe voluto che ci fosse Caramon con lui,a proteggerlo, a sostenerlo, a confortarlo.
Ovviamente Caramon non sapeva con precisione ogni cosa riguardo alla prova che il fratello avrebbe dovuto affrontare quel giorno: Raistlin non gli aveva spiegato tutto, per paura che lo potesse fermare ed impedirgli di affrontarla. Non che lui stesso sapesse molto di più su quello che lo aspettava. Par Sallian, colui che lo avrebbe iniziato, era stato molto vago in merito, ma le sue parole erano impresse come fuoco nella mente del giovane: “Dovrai affrontare una prova, una dura prova, che ti cambierà la vita per sempre, ma se ce la farai, diventerai senza dubbio uno dei più potenti maghi di Krynn”.
Raistlin era rimasto spaventato dalle parole di Par Sallian, tanto che all’inizio aveva pensato di rinunciare, ma alla fine il suo smodato desiderio di potere lo aveva spinto ad andare avanti.
Con la mente affollata da questi pensieri, Raistlin arrivò di fronte al freddo cancello della torre. Davanti ad esso sostava Caramon, che aveva duramente combattuto per accompagnare il fratello, ma che alla fine aveva dovuto rinunciare a causa delle severe regole.
Quando si accorse dell’arrivo di Raistlin, gli corse incontro e lo abbracciò. Il gemello lo ricambiò tremando. Caramon si staccò da lui e lo fissò negli occhi, celesti come i suoi. Si accorse che era più pallido del solito e si torceva nervosamente le mani.
<Vedrai che andrà tutto bene. Sei uno dei più abili maghi che conosca e non avrai problemi ad affrontare la Prova, stai tranquillo>, lo rassicurò dolcemente Caramon scostandogli una ciocca ribelle dalla fronte bianca.
<Lo so, fratello mio, lo so>, rispose Raistlin evitando però il suo sguardo.
Il portone della torre si spalancò davanti a loro e ne uscì lentamente un uomo con il volto completamente nascosto nel cappuccio nero della lunga veste.
< Raistlin Majere, siete pregato di entrare. Par Sallian vi attende>, disse, e se ne andò con un fruscio di vesti.
Raistlin stava già iniziando a muoversi quando Caramon lo afferrò delicatamente per un braccio. <Non ti preoccupare, Raist, probabilmente dovrai solo accendere un fuoco o far sparire una carta, o qualcosa che fate voi maghi per dimostrare la vostra abilità e che tu hai già fatto centinaia di volte>, gli disse, sorridendo incoraggiante.
Raistlin non rispose e, accennando un breve saluto, si avviò verso la torre.
“Magari fosse così facile”, pensò, mentre il pesante portone si chiudeva con un tonfo alle sue spalle.
Par Sallian lo vide entrare. Era ancora più magro di come se lo ricordava e sembrava anche più fragile dell’ultima volta in cui si erano parlati. Quella volta Par Sallian aveva visto negli occhi chiari del giovane una cupa determinazione, mischiata ad una forte ambizione che non aveva mai visto in nessun altro uomo e che credeva non lo avrebbe fermato di fronte a nulla pur di raggiungere il suo scopo: diventare un Grande mago. Era per quello che erano lì.
Si alzà dal suo alto scranno e si avvicinò al mago dalle vesti rosse.
<Tu oggi, Raistlin Majere, sei qui nella torre di Wayreth per cercare di superare la prova che ti donerà i poteri della grande magia, non è vero?>.
<Sì>, confermò Raistlin. Era stanco di tutte quelle formalità, avrebbe preferito che si arrivasse subito al dunque.
<Bene>, disse Par Sallian. <Inizia la prova>.

Par Sallian fece cenno ai suoi uomini che portarono nella sala due grandi torce spente.
<Quello che devi fare è accendere entrambe contemporaneamente>, gli spiegò.
Raistlin si sentì svenire dal sollievo: dunque era tutto lì! La prova che lo aveva tenuto sveglio per notti intere non era altro che un semplice gioco di prestigio, di quelli che faceva tutti i giorni per divertire i bambini e guadagnare un po’ di soldi.
In un secondo tutte la stanza fu illuminata dal fuoco delle torce.
Par Sallian si concesse appena un sorriso, poi le fece portare via.
Al suo posto furono messe di fronte a Raistlin delle monete d’oro.
<Falle volare, giovane mago>, disse stancamente Sallian, con aria annoiata. Raistlin lo fece.
“Mi fiderò sempre delle tue parole, fratello mio”, pensò gioiosamente, ricordando ciò che Caramon gli aveva detto prima che entrasse nella Torre.
<Bene, vedo che hai delle buone potenzialità>, mormorò Par Sallian. Si avvicinò ancora di più a Raistlin.
<Ma questo era niente. Veniamo alla parte fondamentale della prova. Da ciò dipenderà l’esito finale. Non ti preoccupare, non devi fare nulla di particolare. Solo rispondere ad una domanda, una semplice domanda>.
Raistlin sentì all’improvviso tutta l’allegria svanire.

Caramon attendeva impaziente fuori dal cancello della Torre. Camminava avanti e indietro, con la lucida armatura che tintinnava ad ogni passo. Era teso, ma era comunque pienamente convinto della riuscita del fratello. Non era a conoscenza di ciò che avrebbe dovuto affrontare Raist, ma confidava nelle capacità del gemello. L’unica cosa che Raistlin gli aveva detto era che se avesse superato la prova e fosse diventato dunque un potente mago, non avrebbe più avuto lo stesso aspetto di prima. Caramon, che di per sé era un po’ lento a capire, era rimasto interdetto, ma il fratello aveva subito chiarito i suoi dubbi. <I poteri modificheranno il mio corpo>, gli aveva detto. <Non so neanche io bene in che senso, ma so con certezza che non sarò come adesso. Potrei essere più alto o più grasso, o addirittura deforme, non mi è dato saperlo. Par Sallian mi ha detto che i corpi reagiscono in modo diverso all’acquisizione dei poteri e che io, essenso così gracile, potrei essere trasformato radicalmente. Devi promettermi, Caramon, che non ti spaventerai, perché sarò sempre io. Almeno cosi’ potrai capire immediatamente se ho superato la prova o no>. Questo era ciò che Raistlin gli aveva detto pochi giorni prima. Ora Caramon attendeva con impazienza, ed era combattutto tra il desiderio di vedere uscire il fratello trionfante e la paura per l’aspetto che avrebbe avuto se ciò fosse accaduto. Era comunque sicuro che avrebbe preferito mille volte vedere il gemello felice con i nuovi poteri, anche se con un aspetto da mostro, piuttosto che normale ma triste e depresso per aver fallito ciò che definiva la “sua missione”.
“Almeno”-pensò Caramon-“la gente ci distinguerà”.
E riprese a camminare su e giù.

Raistlin sentiva la tensione crescere, nella sala.
Una domanda, semplice a sentire Sallian ed avrebbe portato a compimento la sua missione. Perché ora l’acquisizione di quei poteri era per lui come una meta da raggiungere a tutti i costi.
<Allora Majere, ecco la domanda>.
Raistlin credeva che il battito furioso del suo cuore si fosse potuto sentire,nel silenzio in cui era scesa la sala.
<Sei disposto a sacrificare tuo fratello?>.
Raistlin pensò di aver capito male. Cosa c’entrava ora Caramon con tutto questo?
<C-cosa significa?> chiese tremando.
<Significa che se vuoi davvero questi poteri, devi dimostrare non solo di essere bravo con dei semplici trucchetti, ma anche essere pronto a sacrificare qualcosa di davvero importante per te, come è Caramon, pur di possederli. Non deve esserci nulla tra te ed essi, dovrai dedicarti soloa loro. Ma la scelta è tua. Sappi solo che se dirai di no mi dispiacerà molto. Sei uno dei più facoltosi maghi che abbia mai visto nella mia lunga vita e sono convinto che potresti diventare il più potente dell’intera Krynn. Allora, cosa scegli?>.
Raistlin abbassò il capo. La sua ambizione era forte, certo, e la possibilità di essere al di sopra di tutti gli altri lo affascinava terribilmente. Era quello che sognava da una vita.
Ma suo fratello era suo fratello. Anzi, era qualcosa di più. Era il suo gemello, quello che lo aveva sempre aiutato, protetto, incoraggiato, gli aveva preparato la tisana per la tosse quando era troppo debole per alzarsi dal letto, era… Caramon. Mai e poi mai lo avrebbe tradito e venduto.
Mai.

Caramon smise di camminare non appena sentì i pesanti cancelli neri aprirsi. Vide il fratello uscirne lentamente, con il volto interamente coperto dal cappuccio e rivolto verso terra. Avrebbe voluto guardarlo in faccia, per vedere e capire come era andata. Si accorse, però, dalla sua andatura, che era sempre il solito debole, fragile e scheletrico Raistlin, curvo e gobbo. Caramon pensò che non avesse superato la prova.
Raistlin gli si avvicinò lentamente e lo abbracciò. Caramon rimase interdetto di fronte a quel gesto inaspettato – suo fratello era da sempre un tipo che non amava le effusioni – ma fece ciò che gli venne naturale e lo strinse a sé.
<Raist, ma che..> iniziò a dire, sentendo il fratello singhiozzare tra le sue braccia. Capì allora che i suoi timori erano fondati.
<Ehi Raist, ascoltami. Non importa se non hai superato la prova, davvero. Chisseneimporta se non hai i poteri, rimani sempre il più abile mago che io…> si interruppe, sentendo un dolore acuto alla schiena.
Si staccò dal fratello e si tastò il dorso, e quando ritrasse la mano vide che era rossa e viscida di sangue.
Del suo sangue.
Il lungo pugnale che Raistlin portava sempre nascosto nella manica della veste e che era stato proprio un suo regalo per il loro sedicesimo compleanno, era ora piantato tra le sue scapole.
<Raist, ma cosa hai…>, ma non riuscì nuovamente a finire la frase.
Le forze gli mancarono e cadde a terra, coprendo il suo stesso sangue. Alzò la testa con enorme fatica e l’ultima cosa che vide prima di sprofondare nell’ombra fu che guardare il fratello non era più guardare la propria immagine: la faccia che dall’ombra calava verso di lui oramai non aveva più niente di umano. La sua bianca pelle aveva ora una tinta dorata che riluceva metallica nel sole autunnale. Il viso, sempre stato magro, era ora scarnificato, con gli zigomi che apparivano orrendamente e sembravano quasi lacerare il sottile strato di pelle. I capelli, un tempo castani e morbidi erano ora radi e bianchi, come quelli di un vecchio. Furono però i suoi occhi a sconcertare Caramon. Non erano più occhi da essere umano. Le pupille avevano assunto la forma di clessidre, mentre le iridi, un tempo azzurro chiare come le sue, erano ora color dell’oro.
In quegli occhi Caramon vide un guizzo di pentimento e tristezza, sostituito però immediatamente da uno sguardo freddo ed insensibile.
<Addio, fratello mio.>. Anche la voce era più roca e gracchiante.
<Raist…>, boccheggiò il guerriero.
Ma Raistlin non poteva sentirlo.
Ormai non avrebbe più potuto sentire o provare nulla. Si voltò un attimo e vide che il suo gemello non si muoveva più ormai, ma sul suo volto era dipinto uno sguardo di ripugnanza ed orrore che sembrava fissare ancora il suo volto deforme.
Molte altre persone avrebbero guardato il giovane e potente mago nello stesso identico modo, negli anni a venire, ma Raistlin non poteva saperlo, mentre si incamminava lentamente verso la torre di Wyreth.

   
 
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