Fanfic su artisti musicali > Taylor Swift
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Autore: messoftwodreamers    31/08/2014    1 recensioni
La vidi portarsi una ciocca di capelli dietro le orecchie.
Un gesto semplice, quasi scontato.
Eppure.. la trovavo più aggraziata e bella di quanto ricordassi..
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Taylor Swift
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Buongiorno, scopetta!».
Sospiro. Davvero un gran bell'augurio di inizio anno scolastico. «Buongiorno anche a te, Vanessa», le dico, chiudendo l'armadietto e contemporaneamente nella mia mente, anche tutte le cose decisamente non carine che vorrei dirle.
Vanessa e il suo seguito scoppiano in una fragorosa risata e spariscono dal mio campo visivo. Fortunatamente.
 
Vanessa è il mio demone personale. Da quando mi sono trasferita a Nashville l'anno scorso, non fa altro che farmi dispetti e umiliarmi davanti a tutti e in più aveva convinto tutta la scuola ad escludermi. Da qualsiasi cosa.
Il ricordo del dolore e del senso di inadeguatezza che provai allora, era ancora vivo nella mia mente. Quell'orribile sensazione di sentirsi diversi e discriminati per... qualsiasi cosa, anche la più stupida. Essere oggetto di scherni e pettegolezzi..
 
Chiudo gli occhi, faccio un respiro profondo e, con un fremito, scaccio via quell'orribile ricordo, cercando di soffermarmi sulle cose positive.
Una di queste era ovviamente Sarah.Grandi occhiali da vista e lunghi capelli ricci castano-rossicci. Dalla corporatura esile e tanta dolcezza e schiettezza! Forse l'unica persona che è stata sinceramente carina con me. È divertente e dannatamente spontanea!
Ricordo ancora l'ottobre scorso, il periodo di Halloween, quando sentivamo le ragazze della scuola volersi travestire da studentesse sexy, poliziotte sexy, insegnanti sexy eccetera. Eravamo in classe, in attesa che la lezione iniziasse e, dopo aver sentito l'ennesima ragazza esprimere il proprio desiderio di volersi travestire da segretaria sexy (un'idea decisamente originale), Sarah si girò verso di me e mi disse: «Sai cosa, Taylor? Noi quest'anno ci travestiremo completamente da Chew Bacca!».
Scoppiai immediatamente a ridere. E così fu. La invitarono (sì, solo lei) ad una festa di Halloween e tra costumi succinti e pezzi di stoffa mancanti, io e Sarah eravamo le uniche ad avere un costume così.. coprente tra le ragazze. Ci divertimmo da morire, anche sembrando ubriache pur non avendo bevuto nulla. 
 
Con una risata sommessa, torno alla realtà da quel piccolo flashback per entrare in classe. Un'occhiata veloce e.. niente Sarah non c'è. Sospiro per quella che sembra la milionesima volta solo nella mattinata. Entro in aula e prendo posto accanto alla finestra, il mio posto preferito. Non so, mi dà un senso di libertà. Senza nemmeno accorgermene, apro la finestra, per sentire la sensazione del vento sul viso. Ancora qualche ora e... 
«Swift! Chi ti ha dato il permesso di aprire la finestra?». 
Ops. «Ah.. ecco.. io..», balbetto, mentre la richiudo, sentendo il sangue colorarmi le guance.
La lezione incomincia e le risatine si smorzano, mentre io mi perdo in un mondo fantastico senza Vanessa o nessun altro a tormentarmi…
 
...
 
L’incubo delle prime due ore di matematica e fisica finalmente finisce, segnato dal suono della campana e a passo svelto esco dall’aula. Sento il telefonino vibrare, e spero che questa volta la sorte sia dalla mia parte. Richiesta accolta: un messaggio di Sarah. Dove sei? Io adesso ho storia, tu che materia hai?. La fortuna mi ride ancora: anche io ho storia e rispondo a Sarah di aspettarmi davanti l’aula. 
Contrariamente a matematica, fisica e ogni altra materia scientifica, storia è una di quelle materie in cui me la cavo meglio. Amo galoppare con la mente in posti antichi, tra colpi di stato e guerre di conquista. Al come siamo arrivati ad oggi, qual è stato il nostro percorso nell’arrivare qui, dove siamo oggi. Trovo il tutto così affascinante, che mi viene la pelle d’oca al solo pensiero.
«Sbrigati, sta arrivando la Bennett», mi avverte Sarah, mentre entriamo in aula.
«Ugh, la odio, ho paura che per colpa sua un giorno odierò la storia». Sarah ride alla mia risposta. «Cambiando discorso, come va con William?», le do un colpetto con il gomito non appena ci sediamo.
«Be’..», ma prima che Sarah mi possa dire qualsiasi cosa, la professoressa entra. «Te lo racconto dopo», mima con la bocca. Annuisco e comincio a prendere appunti.
 
L’ora di storia finisce troppo in fretta. Dannazione, ma non può essere così anche per matematica?
«Cos’hai ora?», mi chiede Sarah, irrompendo nei miei pensieri, mentre lasciamo l’aula.
«Ehm..», controllo il mio orario. «Biologia!.. Aspetta, che?».
«Qualcosa non va?».
«A quanto pare mi hanno messo biologia al posto di artistica, come avevo chiesto».
«Dovresti andare in segreteria, dai ti accompagno».
«Ma poi non arrivi in ritardo per educazione fisica?». Comincio a sentirmi un po’ in colpa.
«Ma dai, fossero questi i problemi!». Così dicendo, mi fa un gran sorriso, tranquillizzandomi.
È la migliore.
 
 Ci incamminiamo alla segreteria, e alla scrivania trovo la gentilissima e dolcissima signorina O’ Connell. L’avevo conosciuta l’anno scorso in una disgraziata circostanza.
Ero in palestra, l’ultima lezione della giornata, in un freddo giorno di gennaio. Mi stavo rivestendo negli spogliatoi, quando improvvisamente Vanessa e altre ragazze cominciarono accusarmi ingiustamente di aver rubato loro i ragazzi. La situazione si surriscaldò, e si fecero sempre più vicine, fin quando una loro non mi buttò a terra e le altre cominciarono a picchiarmi.
All’improvviso, sentii la porta sbattere, delle urla confuse e qualcuno che mi prese in braccio, per poi svegliarmi sul lettino dell’infermeria con la signorina O’ Connell a medicarmi le ferite. Mi spiegò poi che l’infermiera non c’era quel giorno e così, siccome non era niente di grave, decise di curarmi lei.
«Signorina, come sono arrivata qui?», le chiesi, curiosa.
«Oh un ragazzo ti ha portato fin qui. Purtroppo però non so chi sia», mi disse con un sorriso di scuse.
«Oh, non si preoccupi, ha già fatto tanto», la rassicurai, sorridendo anch’io.
 
 
«Taylor!», mi saluta lei. «Qual buon vento! Hai bisogno di qualcosa?».
Le sorrido. «In verità sì. Vede, c’è stato un problema con l’orario. Io avevo chiesto di fare artistica e non biologia», le dico, mostrandole l’orario.
«Capisco, ma per far questo, devo riorganizzare il tuo orario.  È un problema per te, se solo per oggi vai a biologia?».
Sì, io odio biologia! «No nessunissimo problema, grazie per la disponibilità!». La saluto e giro i tacchi verso la porta. In un estremo atto di goffagine, sbatto contro un ragazzo e gli faccio cadere tutti i libri che aveva in mano. Impreca e si inginocchia a terra per raccoglierli. «Scusami, lascia che ti aiuti», dico inginocchiandomi a terra insieme a lui.
Una volta aiutato, mi aspettavo un ringraziamento e invece ottengo un freddo: «La prossima volta guarda dove cammini».
Che razza di maleducato! Mi alzo di scatto senza dire nulla. Esco dalla segreteria a passo svelto, lasciandomi alle spalle quell’odioso ragazzo dai capelli rossi. Quest’anno non poteva iniziare meglio di così.
   
 
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