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Autore: 50ShadesOfENTJ    01/09/2014    1 recensioni
"Gli occhi sono lo specchio dell'anima."
Le credenze popolari del medioevo si intrecciano per dar vita ad una fiaba dolce, gentile e piena d'amore.
C'era una volta...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GLI OCCHI DI ELIZA
 
C’erano una volta un re ed una regina molto giovani e molto buoni, i quali regnavano in pace con il loro popolo e con i regni confinanti.
Un bel giorno di primavera la regina aveva dato alla luce due bambini, i due gemelli Nate ed Elisa.
Nate aveva la pelle rosea e le guancette rosse, i suoi capelli erano biondi come quelli della madre e gli occhietti erano scuri e vispi come quelli del padre.
Era un bambino bellissimo, robusto ed in salute.
Eliza aveva la pelle candida e un po’ trasparente, i capelli ramati e gli occhi verdi.
Vivevano felici, ma tra il popolo si mormorava che la principessina fosse una creatura maligna.
-“Ha il diavolo in corpo, quella bambina.
Quei capelli rossi e quegli occhi magnetici sono simbolo dei demoni che la invadono.”- Il popolo mormorava sempre più irrequieto.
Il re e la regina, con immenso dolore, erano stati costretti ad affidare la bambina ad una vecchietta che abitava ai margini del regno, sulla scogliera.
La regina si era rivolta di persona alla vecchina.
-“Vecchia, che abiti ai confini con il mare, la tua regina ti consegna sua figlia.
Come vedi ha soltanto pochi mesi, ma il popolo già vede il male nei suoi capelli e nel suo sguardo.
Alleverai Eliza con amore e dedizione, te ne prego, ma non le rivelerai mai le sue vere origini.
Noi dimenticheremo questa figlia del male.
Al popolo sarà detto che la figlia del re è stata portata via da una lunga malattia.
Abbine cura, vecchia.”- Così dicendo la regina consegnò la bambina nelle braccia della vecchietta, allontanandosi.
La vecchina aveva cresciuto Eliza come fosse stata figlia sua.
-“Eliza, porta le erbe per la tisana alla tua dolce vecchietta, per cortesia.”
Ed Eliza obbediva canticchiando.
-“Ecco vecchina, fa’ la tisana, ma tienine una terrina anche per me.
E fa’ attenzione a non uscire, che fa freddo e rischieresti di cadere.”
Eliza cresceva e le due donne badavano l’una all’altra reciprocamente.
Passarono più di sedici anni da quando Eliza fu affidata alla vecchina.
Un mattino la vecchietta aprì gli occhi e non fu più in grado di vedere.
-“Eliza!
Bambina mia!
Sto invecchiando e i miei occhi stanchi son divenuti ciechi.
Ti prego, sii i miei occhi fino alla mia morte.”
-“O vecchina!
Io partirò alla ricerca di nuovi occhi per te!”- E fu così che Eliza partì.
Cammina cammina la giovane giunse al castello dei re sovrani e chiese udienza.
-“ Maestà, la buona vecchina con cui vivo è rimasta cieca.
Ditemi cosa devo fare per ridarle la vista.”
-“O figliola, mi spiace ma ho altro da fare.
Ho perduto il mio unico figlio annegato nel fiume.
Sono distrutta dal dolore.
Non mi interessa della tua vecchina ora.”- La regina scosse la testa e la congedò.
Eliza sconsolata riprese il cammino.
Cammina cammina, per la strada incontrò un viandante.
-“Straniero, la buona vecchina con cui vivo è rimasta cieca.
Ditemi cosa devo fare per ridarle la vista.”
-“ O figliola, mi spiace ma ho altro da fare.
Ho perduto la mia strada e devo trovare immediatamente il castello.
Non mi interessa della tua vecchina ora.”- Il viandante scosse la testa e la congedò.
Eliza sconsolata riprese il cammino.
Cammina cammina Eliza si imbatte in una famigliola di contadini.
-“Contadini, la buona vecchina con cui vivo è rimasta cieca.
Ditemi cosa devo fare per ridarle la vista.”
-“ O figliola, mi spiace ma ho altro da fare.
Mi sto recando al castello, in quanto il raccolto è andato male e la mia famiglia sta morendo di fame.
Non mi interessa della tua vecchina ora.”- Il contadino scosse la testa e la congedò.
Eliza sconsolata rientrò a casa.
-“Mia buona vecchina, la gente è troppo egoista per donarsi a chi chiede il suo aiuto.”- Eliza corse ad abbracciare la vecchia.
-“ Eliza cara, hai fatto il possibile, ed io te ne sarò eternamente riconoscente.”
-“Oh no, vecchina.
Nessuno mi ha detto come fare, dunque deciderò io.
Ti donerò i miei occhi, con tutte le bellezze che hanno veduto.”
E così fece.
Quando la vecchietta aprì gli occhi scoprì che ci vedeva di nuovo.
-“Oh figlia mia, che hai fatto!
Tu come vedrai ora?”
Eliza rispose :
-“Io non ho bisogno di occhi.
Vedrò attraverso al tuo amore per me.”

 
FINE
 
 
 
* Ci tengo a ringraziare particolarmente chi è arrivato fin qui, chi ha avuto la voglia e la pazienza di vivere questa fiaba fino in fondo.
Mi preme precisare che, purtroppo, Eliza è un personaggio del tutto inventato che non ha nulla a che vedere con me, con il mio aspetto fisico o con il mio carattere.
Inoltre sono nuova di epf, e questo è il mio primo racconto, o meglio, il primo che pubblico qui.
Un ulteriore ringraziamento va ai bambini, i miei dolci ispiratori silenziosi, che tra scuola ed esami mi aiutano comunque a ritagliare un po’ di tempo da dedicare a ciò che più amo, scrivere, e a combinarlo a ciò che più amano loro, le fiabe.
Grazie.
 

 
   
 
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