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Autore: Ya_mi    01/09/2014    5 recensioni
Dal capitolo 1:
-[...] Il fatto di non avere nessuno, di non avere radici mi rende diversa dagli altri. E questo è uno di quei posti dove la diversità viene odiata sopra ogni cosa.-
L’espressione in quegli occhi azzurri era forte, a dispetto della timidezza che aveva ostentato prima.
Lavi l’aveva ascoltata con attenzione e aveva sentito qualcosa scattare dentro di lui.
Quella ragazza non aveva origine, non sapeva da dove veniva. Era un’emarginata, era... diversa.
Come lui.
Dal capitolo 15:
Non avrebbero dovuto fargli effetto le piaghe sparse sul corpo di quella ragazza, né l’espressione triste sul suo viso. [...] Si stava dimostrando debole, aveva abbassato le sue difese e ora stava accadendo l’inevitabile.
Lui, che era il solo tra i più soli, lui che aveva fatto voto di una vita dedita alla pura conoscenza e all’assenza di ogni tipo di legame, proprio lui... stava facendo andare in malora tutto quanto per una ragazzina.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rabi/Lavi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Yami: salve a tutti, gente! Siamo tornati, più puntuali che mai!
Angelica: miss Yami questa volta si è davvero impegnata per far arrivare il capitolo prima possibile.
Yami: e ringraziate quelle anime pie che sono riuscite a corrompermi, perchè fosse stato per me avrei aspettato metà settembre per aggiornare!
Lavi: approposito di anime pie (?) dove sono finiti tutti? Qui ci siamo solo io e Ann...
Angelica: ah ecco, manca Kanda, mi sembrava che l'aria fosse più respirabile, oggi...
Yami: ci siamo solo noi perchè gli altri non devono sapere quello che accade in questo capitolo, è un segreto!
Lavi: un segreto?
Yami: sì, a parte voi due nessuno deve saper nulla!
Angelica: ma perchè?
Yami: perchè è così e basta, lo capirete da soli quando vedrete quello che succederà!
Lavi: è un capitolo così importante?
Yami: importantissimo! Oserei chiamarlo "il capitolo DEFINITIVO"!
Angelica: ah, quindi è l'ultimo?
Yami: macché ultimo! Se Dio vuole siamo arrivati FORSE a metà di questa storia, non sperarci troppo, quindi!
Lavi: a metà?!
Yami: oh sì, ne avrete ancora da passare prima di arrivare alla fine, non vi preoccupate.
Angelica: e perchè sarebbe "il capitolo definitivo", allora?
Yami: eheh, lo vedrete...
Lavi e Angelica: *si guardano*
Lavi: tu non hai paura?
Angelica: io sì, tanta!
Yami: suvvia, non mi sembra il caso di farne una tragedia, al contrario sono sicura che quello che vedrete vi piacerà moltissimo!
Lavi e Angelica: se lo dice lei...
Yami: suvvia, non cincischiamo (?) oltre, lasciamo i lettori al capitolo e rimandiamo baci, abbracci e saluti (?!) alla fine.
Lavi e Angelica: va bene, miss Yami...
Yami: buona lettura a tutti! Godetevi "il capitolo DEFINITIVO"!
 
CAPITOLO 20 – A te però non ho mai mentito

Sul serio, ma perché l’aveva presa?
Che cosa stava pensando in quel momento, quale malata scintilla della sua mente lo aveva spinto a farlo?
Diamine, doveva solo sperare che il Vecchio non la vedesse o non avrebbe saputo come giustificarsi (anche perché avrebbe capito subito tutto e come minimo lo avrebbe picchiato!), anzi era già tanto che non lo avesse beccato mentre la prendeva!
Lavi teneva le braccia conserte e guardava distrattamente fuori dal finestrino del treno che stava riconducendo lui e Bookman all’Ordine dopo una missione durata un paio di giorni e mentre si ostentava tranquillo, come se nulla fosse, in realtà si tormentava da diversi minuti con quelle riflessioni riguardo l’oggettino che nascondeva nella tasca interna della giacca.
Ma poi davvero, chissà perché! Non gli era mai capitata una cosa del genere, di vedere un oggetto e...
Ah, ma insomma! Quanti problemi!
Sarebbe stato sufficiente che se la fosse tenuta per sé, appena arrivato l’avrebbe nascosta e... Bookman l’avrebbe scoperta subito, figurarsi!
Non poteva nascondergli niente, neanche volendo.
Ma sì, non c’era niente di male, in fin dei conti!
Basta farsi problemi per una cosa tanto semplice!
Appena arrivato si sarebbe inventato una scusa e sarebbe andato a togliersi il peso.
Proprio in quel momento il treno inchiodò e Bookman prese i propri bagagli preparandosi a scendere.
Il giovane lo imitò e per tutto il tragitto fino al Quartier Generale non disse una parola.
Quando giunsero nell’atrio gli venne un’idea. Doveva solo sperare che il Vecchio gli credesse.
 
-Io, ehm... se non ti dispiace lascerei fare a te il rapporto. Mi sono accorto di essere... in ritardo con la registrazione che mi hai assegnato l’altro giorno e, uhm... vorrei finirla...-
 
Tanto zelo per il lavoro non gli si addiceva, proprio no. Nonostante quella fosse la vita che si era scelto non era mai particolarmente contento di dover stare piegato per ore su quei tomi polverosi che il suo maestro lo costringeva a leggere.
Fortunatamente per lui Bookman si limitò ad osservarlo per qualche secondo con quel suo sguardo indecifrabile, prima di dargli le spalle emettendo una specie di grugnito che il ragazzo interpretò come un segno di assenso.
Aspettò che il vecchio avesse lasciato l’atrio e si diresse verso una direzione casuale.
Non sapendo dove trovare la persona che gli serviva pensò di chiedere al primo che avesse incontrato.
Vide un gruppetto di scienziati aggirarsi per un corridoio e andò verso di loro con un sorriso allegro.
 
-Ehi Johnny!-
 
Il ragazzo occhialuto era l’unico della combriccola a lui familiare (da quando c’erano stati tutti quei trasferimenti dalle diverse sedi non capiva più nulla, ogni giorno c’era in giro qualcuno di nuovo).
L’altro lo salutò con la stessa baldanza.
 
-Ehilà Lavi! Sei tornato, vedo!-
-Giusto ora, sì.-
-E’ andato tutto bene?-
-Benissimo, grazie. Senti, hai mica visto Angelica da queste parti?-
Johnny fece un sorrisetto, come se si aspettasse che gli avrebbe chiesto di lei.
-L’ho incontrata poco fa e mi ha detto che stava andando in cappella, forse la troverai ancora lì se ti sbrighi.-
 
Lavi lo ringraziò e si diresse a passo spedito verso il luogo indicatogli.
Raggiunta che ne ebbe la soglia si fermò.
Era semibuia come sempre, l’unica fonte di luce a quell’ora erano i timidi raggi che penetravano dalle finestre colorate.
Fece qualche passo verso l’interno e cercò con lo sguardo la ragazza finché non la individuò inginocchiata in una delle prime file di panche, con le mani giunte e la testa china.
Lui si sedette più indietro, aspettando che avesse finito.
Quello era un altro aspetto di Angelica che gli risultava davvero difficile comprendere.
Lui non era credente. Non c’era niente di quella fede né di nessun’altra che lo convincesse o lo interessasse, per lui erano tutte superstizioni a dir poco medievali.
Ma lei, lei credeva con così tanto fervore e fiducia, pregava ogni giorno con estrema devozione e in cuor suo Lavi sapeva che alcune delle sue preghiere erano anche per lui, che non aveva niente e nessuno a cui rivolgere le proprie.
Si riscosse da quei pensieri quando la vide fare il segno della croce e alzarsi in piedi.
Si sollevò a sua volta e le andò incontro, facendole fare un piccolo salto di sorpresa quando si accorse della sua presenza.
 
-Lavi.-
-Ehi Ann.-
-Eri lì da molto?-
-No, non molto, non preoccuparti. Non volevo disturbarti.-
-La missione è andata bene?-
-Tutto nella norma, direi che non mi posso lamentare.-
-Bene.-
Tra i due cadde un silenzio un po' imbarazzato.
-Ehm, vo-volevi dirmi qualcosa?-
Lavi sobbalzò.
-Ah sì, ti ho portato una cosa.-
Lei lo guardò sorpresa mentre lui frugava nella tasca interna della giacca.
-A me?-
-Beh, sì. L'ho vista e... ho pensato a te.-
Estrasse la mano dalla giacca e le mostrò le dita dalle quali pendeva una catenella argentata a cui era agganciato un piccolo ciondolo di rame a forma di sole.
-Non so bene nemmeno io perché te l'ho presa, forse non avrei dovuto...-
Commentò lui imbarazzato, mentre lei lo fissava incredula.
-È davvero per me...?-
-Uhm? Certo, e per chi, se no?-
la prese in giro.
-Prima d'ora... nessuno mi aveva mai fatto un regalo...-
Lavi le sorrise dolcemente.
-Sono felice di essere io il primo, allora.-
 
Lei arrossì e cercò di sorridere a sua volta.
Lasciò che le girasse intorno e che le assicurasse la collanina dietro il collo.
Le arrivava giusto nello spazio tra le due clavicole e spuntava timidamente dal colletto della camicetta.
 
-Allora ti piace?-
Angelica prese il ciondolo con due dita e lo fece roteare per qualche secondo.
-Sì, mi piace moltissimo. Grazie.-
-Figurati, sono contento di aver scelto bene.-
Dopo averla osservata meglio si accorse che aveva qualcosa di diverso.
-Ma hai i capelli più corti?-
La mano che prima giocherellava con la collana andò a nascondersi tra quelle ciocche bionde mentre lei rispondeva, un po' in imbarazzo:
-Lenalee me li ha sistemati. Nella foresta li avevo tagliati male, non potendo vedere quello che stavo facendo. Solo che per renderli abbastanza guardabili abbiamo dovuto farli così...-
Lavi allungò un braccio e prese delicatamente qualche capello tra le dita.
-Mi piacciono così, ti stanno bene.-
-Tu dici?-
-Sì, io dico.-
La giovane cercò di nascondere il lieve rossore che le insediava le guance dietro quelle onde dorate che le incorniciavano il viso.
-Sono strani, non ci sono abituata.-
Il ragazzo rise.
-Nemmeno io sono abituato a vederti così, però mi piace. Davvero.-
Rimasero a guardarsi per qualche secondo prima che Lavi si schiaffasse una mano contro la fronte.
-La registrazione! Devo assolutamente andare a finirla, se il Vecchio scopre che l’ho usata solo come scusa è la volta buona che mi uccide!-
Si voltò e corse fuori dalla cappella, non prima di aver esclamato guardando alle sue spalle:
-Ciao Ann, sono contento che il mio regalo ti sia piaciuto! Ci vediamo più tardi se sopravvivo!-
 
Lei lo salutò agitando una mano e ridendo tra sé.
Quando fu sparito alla vista la ragazza riprese tra le dita il ciondolo e lo osservò sorridendo.
Il primo regalo della sua vita... ed era stato Lavi a farglielo.
Uscì dalla cappella senza smettere di sorridere e si avviò lungo il corridoio ridacchiando felice.
 
* * *
 
Lavi si abbassò, tentando di evitare un calcio volante di Bookman diretto alla sua testa, senza però riuscire nell’impresa.
 
-Ma, Vecchio...-
Sbam! Nuovo calcio.
-“Ma” un corno!! E poi ti ho detto non so quante volte di non chiamarmi così! Non mi interessa cos’hai da dire, farai come dico io, punto e basta! E adesso sparisci!-
-Come sarebbe a dire?! Questa é la nostra camera ed é notte fonda! Dove me ne vado io a dormire?-
-Sono problemi tuoi! Fuori, sciò!-
 
Lo spinse all’esterno della stanza e gli chiuse la porta in faccia.
Il ragazzo si lasciò andare ad un gemito di rabbia, per poi iniziare a camminare lungo il corridoio sbattendo i piedi per terra.
Aveva davvero superato ogni limite, quel vecchio scemo!
Metterlo alla porta nel cuore della notte per una sciocchezza simile, che pazzia!
Va bene che aveva ragione, doveva ammettere che in quella discussione era stato lui la parte nel torto, fin dall’inizio... ma arrivare a condannarlo a dormire sul pavimento era troppo, che diamine!
Tirò un calcio al muro imprecando sottovoce e fece ancora qualche metro prima di sentire il cigolio di una porta che si apriva.
Si voltò per vedere chi fosse e per scusarsi (era sempre notte fonda, non avrebbe dovuto far tutto quel rumore) e si trovò davanti un’assonnatissima Angelica che sporgeva la testa dalla porta.
Quando vide che si trattava di lui uscì dalla sua stanza e gli si avvicinò di qualche passo, stropicciandosi gli occhi con il dorso di una mano.
 
-Lavi...?-
 
Lui la guardò e gli venne da sorridere.
Era così carina, sembrava una bambina con quella camicia da notte azzurra e gli occhi semichiusi.
 
-Ehi, Ann. Scusa se ti ho svegliata...-
Lei scosse la testa.
-Non preoccuparti. Ma che ci fai ancora in giro? Sono le due del mattino...-
-Colpa di quel vecchio rimbecillito. Abbiamo avuto una discussione e mi ha sbattuto fuori...-
A quelle parole Angelica si svegliò un pochino e lo guardò con fare preoccupato.
-E adesso cosa pensi di fare?-
Lui alzò le spalle.
-Mah, pensavo di andare nella sala comune, lì ci sono dei divani...-
Lei annuì poco convinta, poi si fece seria mentre osservava un punto appena sopra l’occhio non bendato di Lavi.
-E’ un livido, quello?-
Il ragazzo si tastò la tempia e sentì una scossa di dolore. Sospirò.
-Sempre colpa del Vecchio, mi ha picchiato prima di buttarmi fuori...-
Ovviamente lei non parve affatto sorpresa.
-Sì, tipico di lui... dovresti andare in infermeria a farti vedere, magari ti fanno anche dormire su uno dei letti per i malati...-
Lui scosse la testa.
-No, a quest’ora non ci sarà nessuno. E poi in ogni caso non mi va di far sapere a troppa gente che quel pazzo mi ha sfrattato.-
La ragazza rise piano, senza però smettere di guardare il livido bluastro sulla fronte dell’amico.
-Dovresti almeno bagnarlo con dell’acqua fredda, però. Se vuoi entrare un momento posso farlo io. Dai, vieni!-
Lo prese per un braccio e iniziò a tirarlo dolcemente verso la porta della sua camera.
Lavi al momento non sapeva bene cosa fare, ma poi si lasciò convincere e la seguì all’interno chiudendosi la porta alle spalle.
Mentre lei trafficava nel bagno lui diede un’occhiata alla stanza.
Era piccola e ordinata, tutto era al suo posto.
In mezzo a quella compostezza essenziale spiccava la copertina malandata del libro appoggiato sul comodino.
Si avvicinò e lo sollevò per leggerne il titolo impresso in lettere dorate sul cuoio sbiadito: “Orgoglio e Pregiudizio”.
Lo sfogliò distrattamente: le pagine erano ingiallite e molte frasi sottolineate con tratti precisi e delicati.
Riappoggiò il libro al suo posto quando la sentì tornare dall’altro ambiente.
 
-Vieni?-
 
gli chiese semplicemente.
La raggiunse in bagno, dove lei aveva raccolto dell’acqua nel lavandino e ci aveva imbevuto una pezzuola di spugna.
Strizzò la pezza e si avvicinò al ragazzo, alzando un braccio per accostare il panno alla sua fronte, ma poi lo riabbassò come se avesse cambiato idea.
Lui la guardò perplesso.
 
-Cosa c’é?-
Per tutta risposta lei sporse in avanti il labbro inferiore, con espressione contrariata.
-Sei troppo alto...-
 
Lavi ridacchiò e si chinò leggermente in avanti per portare il viso al livello di quello della ragazza, per facilitarle le cose.
Quando lei lo vide farsi all'improvviso più vicino fece istintivamente un passo indietro, arrossendo appena.
Poi però si riprese e iniziò a passare delicatamente la pezza sulla tempia del ragazzo.
La posizione era abbastanza scomoda e per distrarsi Lavi decise di fare un po’ di conversazione.
 
-Dì un po’, quante volte hai letto quel libro?-
Lei lo guardò con fare interrogativo.
-Il libro che é sul tuo comodino. Ci ho dato un’occhiata prima e ha l’aria di essere stato letto e riletto centinaia di volte.-
Lei sorrise divertita.
-Quello é un “souvenir” che mi sono portata via quando ho lasciato il collegio per venire qui. Faceva parte della biblioteca della scuola...-
-Hai rubato un libro? Che indisciplinata, le ragazze perbene non fanno queste cose!-
la prese in giro lui con fare ironico. Lei rise, senza smettere di bagnargli la fronte.
-E’ sempre stato il mio libro preferito, uno di quelli che mi ha reso più sopportabile la permanenza in quel posto orribile. Ogni tanto ci aggiungevo un mio appunto o sottolineavo una frase che mi piaceva.-
-E hai anche scritto su un libro della biblioteca? Davvero, da te non me lo sarei mai aspettato!!-
Altra risata. Com’era bella quando rideva.
-Quando me ne sono andata mi sono sentita in dovere di portarlo con me. Tu l’hai mai letto?-
Lui la guardò come se fosse pazza.
-Chi, io? No! Conosco di fama le tematiche su cui scriveva la Austen e me ne sono sempre tenuto alla larga!-
Parve contrariata.
-Lei scriveva di problemi effettivi della società di quel tempo, e poi “Orgoglio e Pregiudizio” é davvero una storia interessante, piena di significato.-
-E di cosa parlerebbe?-
Fece una pausa prima di rispondere, come se dovesse esporre qualcosa di molto difficile.
-Uhm... non é semplice, parla di molte cose... però possiamo dire che il tema centrale sia il rapporto tra Elizabeth, la protagonista, e il signor Darcy. Lui é innamorato di lei, perché é una ragazza dal carattere forte e sicura di sé, ma ci sono dei problemi che impediscono una loro possibile unione.-
-E quando mai non ce ne sono?-
 
Lei lo guardò malissimo, del tipo “cooooome hai osato interrompermi?!”.
Decise di rimediare con una domanda pertinente.
 
-Che tipo di problemi?-
Angelica parve soddisfatta e, dopo aver ribagnato la pezza e averla di nuovo appoggiata alla tempia di Lavi, continuò il suo discorso.
-La principale difficoltà é la differenza tra classi sociali: Darcy é un ricco proprietario terriero, discendente da un’importante famiglia, mentre Elizabeth ha origini molto più umili e una famiglia molto più sgangherata. Lui decide comunque di dichiararsi ma Elizabeth lo respinge, a causa di alcuni avvenimenti che riguardano la sorella maggiore di lei, Jane. Poi però poco a poco capisce che Darcy non é così orgoglioso e spiacevole come pensava e che tutti i pregiudizi che aveva nei suoi confronti erano sbagliati.-
-Posso farti una domanda?-
la interruppe Lavi. Lei lo guardò con finta sufficienza, poi sorridendo gli fece segno di sì.
-Quei due alla fine si sposeranno, non é vero?-
Forse stava per rispondergli, ma poi cambiò idea, facendogli un sorriso furbetto.
-Non te lo dico, dovrai leggere il libro per saperlo!-
-Tanto questi romanzi vanno sempre a finire così: sono scritti da donne per altre donne e si sa che a voi appartenenti del gentil sesso piacciono le storie a lieto fine!-
dichiarò, con aria da esperto intenditore. Lei immerse di nuovo la pezza nell’acqua, indispettita.
-Non é semplice come credi, succedono molti eventi spiacevoli durante la storia. E poi anche se fosse come dici tu per arrivare al “lieto fine” ci sono molte difficoltà e non tutte vengono sempre superate. Per non parlare dei problemi che il signor Darcy deve affrontare! Insomma, ci pensi? E’ innamorato di una donna che non può avere, ed é combattuto tra il suo dovere e i suoi sentimenti.-
Ahi ahi, perché quella descrizione non gli suonava nuova?
-Le sue origini gli impongono di ignorarla e trovare una moglie adatta a lui per classe sociale e patrimonio, ma sa che solo lei potrebbe renderlo felice, perché é bella e forte e così simile a lui... e alla fine decide di rischiare, mettere da parte il dovere, l’orgoglio e i pregiudizi per dichiararsi alla sola che é stata in grado di affascinarlo così. Non é una cosa bellissima?-
 
Lavi non replicò.
Era troppo impegnato a soppesare le sue parole.
Conosceva qualcuno che rispondeva perfettamente a quei requisiti, anche se non lo avrebbe mai ammesso.
Ripeté nella sua testa l’ultima frase.
“... alla fine decide di rischiare, mettere da parte il dovere per dichiararsi alla sola che é stata in grado di affascinarlo così...”
Decide di rischiare...
 
-Sai, in questo momento mi sento un po’ come il signor Darcy...-
Lei lo guardò interrogativa.
-Cosa vuoi dire?-
 
Lui non rispose.
Semplicemente le sorrise, mentre le prendeva dolcemente il polso e abbassava la mano che reggeva la pezza bagnata.
Le mise un braccio intorno alla vita, la attirò a sé e la baciò.
All’inizio lei rimase sorpresa, non se lo aspettava, provò anche ad opporsi, appoggiando le mani sulle spalle di lui e cercando di spingerlo via.
Ma poi la dolcezza di quel gesto, il calore del suo abbraccio la fecero desistere e cedette a quell’atto in apparenza tanto proibito.
Dopo pochi secondi fu lui a separarsi da lei, solo di qualche centimetro, il tempo di mormorare:
 
-Ho deciso di rischiare...-
 
per poi ridiscendere sulle sue labbra, stavolta senza ottenere opposizioni.
Passarono alcuni secondi a scambiarsi qualche bacio, mentre lui la stringeva delicatamente tra le braccia.
Ma dopo un po’ si rese conto che c’era qualcosa che non andava:
la ragazza era stranamente rigida e ogni tanto aveva dei piccoli sussulti come se...
‘Non starà piangendo...!’
Le prese gentilmente le spalle e la allontanò lentamente, guardandola in viso preoccupato.
Vide che in effetti aveva il viso rigato di lacrime e anche mentre lui la osservava con apprensione non smise di piangere silenziosamente.
Non capiva, non riusciva davvero a capire.
Ormai da parecchi mesi era sicuro che lei provasse qualcosa per lui, l’aveva sentita mentre lo diceva esplicitamente e nonostante avesse cercato di scoraggiare la cosa sapeva che nulla era cambiato.
Possibile che si fosse sbagliato? Che avesse interpretato male tutti quei segni che credeva di aver visto nel suo comportamento?
Impossibile... come potevano le sue doti di osservazione aver fallito così miseramente?
 
-Ann, cosa... cosa c’é? Perché piangi?-
Lei non rispose ma pose a sua volta una domanda, mentre nuove lacrime iniziavano a rotolarle lungo le guance.
-Lavi... perché?-
Non riusciva ad afferrarne il senso. “Perché”... cosa?
-Eh?-
-Perché lo hai fatto? Perché mi hai baciata?-
 
Questo era ancora più strano.
A Lavi sembrava che le sue azioni parlassero da sole, un bacio per lui poteva avere solo un significato.
E in ogni caso non avrebbe dovuto essere felice?
 
-Ann, io... io non capisco.-
-Smettila! Non è vero che non capisci! Almeno in questo non fingere, ti prego!-
 
Chinò leggermente la testa in avanti e si coprì il volto con le mani, mentre cominciava a piangere più disperata di prima.
Lavi era come impietrito e non riusciva a fare niente se non guardarla mentre si scioglieva in lacrime per un motivo a lui ancora sconosciuto.
Avrebbe voluto consolarla ma se non sapeva che cosa la rendesse tanto affranta non poteva nemmeno pensare a qualcosa per rimediare.
 
-Per favore, Ann, spiegami cosa ti succede. Io non capisco davvero, te lo giuro!-
Angelica sollevò la testa per guardarlo in viso e mormorò debolmente:
-Non dirmi che non sai... cosa provo per te. Non mentire, so che lo sai!-
Lui sospirò e decise di assecondarla. Non aveva motivo di negare, a questo punto.
-Sì, è vero. L’ho capito da molto tempo. Ma è proprio per questo che non riesco a comprendere. Credevo di renderti felice con quel bacio...-
Lei strabuzzò gli occhi.
-Cosa? Pensavi che un bacio dato così mi rendesse felice?-
 
Si voltò, dandogli le spalle e uscì dal bagno, rientrando nella sua camera.
Quando lui la seguì la trovò a camminare su e giù per la stanza, con aria irrequieta.
Aprì la bocca per dire qualcosa ma lei lo precedette:
 
-Come hai potuto? Sul serio Lavi, mi odi a tal punto?-
Adesso la stava davvero perdendo: come diamine ci era arrivata a pensare che la odiasse?!
-Ma Ann, io non ti odio! Come ti viene in mente?!-
-Allora perché? Nonostante tu sapessi cosa potesse significare per me un gesto del genere hai deciso di farlo comunque! Perché?-
-Cosa potesse...? Aspetta...-
Poteva essere quello il problema?
-Tu credi che per me non abbia lo stesso significato che ha per te?-
Lei gli riservò uno sguardo esasperato.
-E come potrebbe averlo? Credo di sapere meglio di chiunque altro che cosa implica il tipo di vita che ti sei scelto e se c’è un dettaglio dei doveri di un Bookman che ho bene in mente è che non gli è permesso amare e avere relazioni. Quindi scusa se non riesco a credere che io per te possa essere più di un’ombra o una macchietta d’inchiostro...!-
-Ma Ann, tu non capisci...-
-Ah, io non capisco?-
-No. E’ che... insomma...-
Il ragazzo si lasciò scappare un gemito di frustrazione.
-Come faccio a spiegartelo?-
-E cosa mi dovresti spiegare? Cosa credi, che io sia una stupida? Che non abbia capito quante bugie racconti?-
 
Lavi abbassò la testa, senza dire nulla.
Era vero, lui era molto bravo a mentire.
Però...
 
-Però, Ann, a te non ho mai mentito...-
-E allora di quel bacio cosa dovrei pensare? Cosa significa per te?-
-Significa che sono stato un idiota!-
L’improvviso cambio di tono intimorì Angelica, che fece qualche passo indietro.
-Lavi...?-
-Sono stato un idiota perché non mi sono reso conto di quello che stava succedendo e quando finalmente l’ho capito... era già troppo tardi.-
-Troppo... tardi?-
 
Vedendola indietreggiare il giovane seguì i suoi movimenti, ma invece di fermarsi lei continuò a cercare di allontanarsi finché non si ritrovò con le spalle al muro.
Prima che potesse scappare ancora Lavi appoggiò le mani sulla parete, bloccandola nello spazio tra le sue braccia e il suo corpo.
 
-Senza che me ne accorgessi ho fatto succedere quello che avrei dovuto evitare con ogni mezzo, ho infranto il principale divieto.-
La guardò negli occhi con intensità, calcando su ogni parola.
-Io... mi sono affezionato, Ann. Quando ti ho baciata... non l’ho fatto perché avevo voglia di rubarti un bacio o per farti un dispetto...-
Lasciò una piccola pausa perché lei potesse interiorizzare tutto ciò che le stava dicendo.
-L’ho fatto perché volevo baciare te. Proprio te, Angelica Knight. Solo te. E perché ero sicuro che anche tu lo volessi.-
Per un secondo sorrise quasi imbarazzato, poi tornò a quell’espressione intensamente seria dalla quale Angelica si sentiva quasi schiacciata.
-Ma non voglio fare niente che tu non voglia. Se ho fatto qualcosa di sbagliato lo devo sapere. Quindi adesso te lo voglio chiedere. Ann...-
La prese per le spalle perché aveva iniziato a tremare.
-Posso baciarti?-
 
Lei stessa non riuscì ad udire la sua voce ma sapeva che dalla gola le era uscito un piccolo e strozzato “sì”.
Lui non perse tempo, le prese il viso tra le mani e la baciò dolcemente.
Angelica si sorprese di quanto potesse essere delicato, le sue labbra la sfioravano appena, come se avesse paura di farle male.
Fu proprio lei a cercare un contatto più approfondito, abbracciandolo timidamente e portandosi più vicina.
Le mani di lui si spostarono lentamente verso il basso seguendo la linea delle spalle e della vita fino a trovare i fianchi della ragazza, premendola contro di sé con tanta intensità che quasi le tolse il respiro.
Inaspettatamente fu lui il primo a mostrare l’intenzione di interrompere ciò che stavano facendo e quasi perse l’equilibrio quando sentì le braccia della giovane che lo tiravano giù in una tacita richiesta di non far cessare quel momento.
Seppur meravigliato lasciò che aggrovigliasse le dita tra i suoi capelli rossi e la strinse tra le braccia prolungando l’atto fino a quando entrambi restarono senza fiato.
Si separarono quel tanto che bastava per respirare e si guardarono negli occhi mentre ansimavano con forza per reintegrare ossigeno nei polmoni.
 
-Resta qui...-
La voce di Angelica si sentì appena in quell'atmosfera velatamente concitata.
-Non vado da nessuna parte.-
mormorò Lavi.
-Solo per questa notte... rimani qui con me...-
Sembrava spaventata all'idea che potesse andarsene da un momento all'altro e lasciarla sola; non riusciva ancora a capacitarsi del fatto che il ragazzo non aveva nessuna intenzione di muoversi da dov'era.
-D'accordo...-
Lei annuì timidamente e gli gettò le braccia al collo con tanta foga da togliergli quasi l'aria.
-Ann...! Anche se non mi soffochi non scappo, sai?-
-Lo so, è che... ancora non riesco a crederci...-
Lui sorrise e ricambiò l'abbraccio.
-Nemmeno io, Ann.-
La prese per le spalle e la allontanò da sé.
-Adesso sarà il caso che ci mettiamo a dormire, cosa ne dici? Avrai sonno, visto che ti ho svegliata nel cuore della notte.-
A conferma di quanto stava dicendo Angelica sbadigliò.
-Solo un pochino...-
 
sussurrò la giovane, arrossendo.
Il ragazzo la precedette verso il letto, vi si sedette sopra e si tolse gli stivali.
Lei seguì con attenzione ogni suo movimento e mostrò qualche segno di esitazione quando lo vide stendersi a pancia in su scostando le coperte.
 
-Tu dormi in piedi?-
le chiese ironico.
-No, io...-
-Eddai, non essere così rigida! Come se fosse la prima volta che dormiamo insieme.-
Lavi si mise seduto e le afferrò un polso, tirandola verso il basso e facendola sbilanciare fino a che non si ritrovarono lui sdraiato e lei sopra di lui, in precario equilibrio su mani e ginocchia e una gamba tra quelle del ragazzo.
-La-La-Lavi, per l'amor del cielo!-
Il giovane mostrò l'intenzione di muoversi ma lei lo bloccò.
-Stai fermo. Fermo! Faccio da me!-
 
Con movimenti lenti e studiati Angelica riuscì a tirarsi su e a spostarsi di lato, tenendo sempre abbassato con una mano l'orlo della camicia da notte per evitare che mostrasse più di quanto non dovesse.
Una volta che fu riuscita nell'impresa si distese su un lato e si accoccolò contro il petto del rosso, che le mise un braccio intorno alle spalle mentre con l'altro sistemava il lenzuolo perché li coprisse entrambi.
 
-Scommetto che lo hai fatto apposta a farmi cadere...-
mormorò la ragazza tra i denti, stringendo nella mano chiusa a pugno la stoffa della maglia di Lavi.
-Non avevo previsto con esattezza quel che sarebbe successo però sì, ammetto che l'ho fatto apposta.-
-Umpf, sei sempre il solito...-
Lui ridacchiò, lasciando seguire un silenzio confortevole. L'unico rumore che si poteva udire era il suono dei loro respiri.
-Credo di capire Firenze, adesso.-
sussurrò Angelica dopo un po'.
-Non ci avevo mai pensato fino ad ora, però...-
Il ragazzo al suo fianco sospirò.
-Tu... hai sentito tutto quando io e Jacopo parlavamo su quella terrazza, vero?-
Il conseguente silenzio fu una risposta sufficiente.
-Già, lo supponevo...-
-Quel cicisbeo...-
mugugnò Lavi a denti stretti.
-Non hai idea di cosa sia stato ascoltarlo mentre ti diceva quelle cose... mentre ti diceva cose che avrei tanto voluto dirti io ma che non mi era permesso dirti...-
-Perché non lo hai fermato prima?-
chiese lei alzando lo sguardo, sinceramente curiosa. Lui scrollò le spalle.
-Non lo so, era come se ci fosse qualcosa che mi bloccava. Ma quando ha cercato di metterti le mani addosso... lì non ci ho visto più.-
Le aveva inconsciamente stretto un braccio e la giovane lo guardò sorpresa.
-Lavi?-
-Non doveva permettersi di farlo, lo avevo avvertito di non toccarti nemmeno con un dito. Eppure lui... lui...-
Angelica si rannicchiò più stretta contro il suo petto, sperando di calmarlo.
-È stato bello vederti geloso, sai?-
Lui la guardò storto.
-Ah sì?-
-Sì, anche se non potevo sapere tutto questo... mi faceva piacere che almeno in apparenza tu ti curassi di me, ecco.-
Lavi la strinse a sé, posandole un bacio sulla testa.
-Pensi ancora che tenga a te solo in apparenza?-
La ragazza si lasciò abbracciare e appoggiò la testa sulla spalla di lui in una posizione più confortevole.
-Non lo so, ancora faccio fatica a crederci...-
-Farò in modo che tu ci creda.-
Le diede un altro bacio sulla fronte.
-Adesso cerca di dormire un po'.-
 
Dal lieve sospiro che gli giunse alle orecchie capì che non c'era bisogno che glielo dicesse lui: Angelica aveva già chiuso gli occhi e stava già scivolando nel mondo dei sogni.
Accortosi di questo anche il rosso si rilassò e cercò una posizione abbastanza comoda per assopirsi.
Aveva abbassato la sua unica palpebra scoperta da qualche minuto quando udì la voce della fanciulla tra le sue braccia che sussurrava:
 
-Ho sognato spesso di trovare un uomo che fosse perfetto come i personaggi dei miei libri preferiti...-
Il giovane sorrise.
-E lo hai trovato?-
La sentì scuotere impercettibilmente il capo.
-No.-
La sua risposta repentina lo sorprese e gli fece morire il sorriso in volto, prima che lei aggiungesse:
-Tu sei molto, molto meglio.-
 
Capì che si era addormentata dopo aver pronunciato quella frase, il suo respiro era diventato regolare e pesante, e abbassando lo sguardo sul suo viso trovò un'espressione serena, serena come mai gli era capitato di vederla.
Lavi rimase a guardarla per un po', beandosi della sensazione del calore di quel piccolo corpo premuto contro il suo.
Si rendeva conto di aver fatto qualcosa che non avrebbe dovuto fare, ma al momento proprio non gli importava.
Per la prima volta dopo quella che gli sembrava un eternità riusciva a sentirsi davvero felice, era come se una parte di lui andata perduta fosse finalmente tornata al suo posto, dandogli l'impressione di essere meno vuoto.
Chiuse di nuovo l'occhio e cercò di addormentarsi, cullato dal pensiero che, checché potesse pensarne chiunque altro, per una volta era sicuro di aver davvero fatto la cosa giusta.
 
* * *
 
Poche ore dopo fu Angelica la prima a svegliarsi.
Si ricordò di ciò che era successo quella notte appena avvertì la stretta di Lavi sulle sue spalle e i suoi fianchi e il pensiero la fece arrossire.
Alzò lo sguardo per trovare il ragazzo ancora profondamente addormentato e si perse ad osservarlo per un po'.
Averlo così vicino le faceva sempre un certo effetto, ma quella volta scoprì di provare una sensazione completamente diversa.
Quelle erano le stesse mani che l'avevano fatta smettere di tremare, quelle erano le stesse labbra che avevano baciato le sue quasi con deferenza, quasi con timore.
Gli sfiorò il viso con la punta delle dita e avvertì sotto i polpastrelli la sensazione della barba che ricominciava a crescere sulle sue guance tenute sempre accuratamente glabre.
Angelica rifletté sul fatto che non lo aveva mai visto con la barba, immaginarlo con le gote e il mento coperti di corta peluria rossiccia la fece sorridere e allo stesso tempo le mise addosso una parvenza di soggezione.
Per la prima volta si trovò a considerare seriamente che Lavi non era il ragazzino che poteva sembrare e che a volte si divertiva ad interpretare.
Lui era più di questo, lui aveva la forza e la decisione dell'uomo che era diventato, maturando in quasi vent'anni passati a vedere cose che nessun altro aveva mai visto.
Sussultò quando lo sentì muoversi e distolse in fretta lo sguardo perché non la sorprendesse a guardarlo.
Il giovane aprì pigramente l'occhio e la prima cosa che fece appena sveglio fu cercare con lo sguardo la ragazza tra le sue braccia, sorridendole quando si accorse che era già sveglia.
 
-Buongiorno.-
Lei sorrise timidamente a sua volta.
-Buon... buongiorno...-
 
Il suo saluto fu interrotto dal bacio che Lavi le posò sulle labbra, non dandole nemmeno il tempo di finire di parlare.
Lei sollevò esitante le braccia per prendergli il viso tra le mani e accarezzargli le guance muovendo appena le dita, provando di nuovo la sensazione della pelle non rasata del ragazzo che grattava contro la sua.
 
-Aah, non ricordo l'ultima volta che ho dormito così bene, lo sai?-
esclamò lui appena si furono separati.
-Ah sì?-
-Sì, nonostante abbia dormito solo per poche ore mi sento davvero riposato.-
Lavi prese una delle piccole mani di Angelica e se la portò alle labbra, scoppiando a ridere contro il suo palmo quando la vide arrossire violentemente.
-Accidenti, sembra che tu stia andando a fuoco!-
Lei cercò di sviare il discorso, incespicando un po' sulle parole.
-Io... io invece credo che t-tu dovresti raderti...-
Riprese ad accarezzargli le guance con le sue dita sottili.
-Si sente benissimo che ti sta ricrescendo la barba...-
Lui ridacchiò, sorpreso.
-La cosa non ti piace?-
-Non lo so... però pungi quando mi baci.-
-Allora dovrò sbrigarmi a tagliarla!-
 
trillò allegro, sfregando il viso contro la mano della ragazza.
Lei sulle prime rise, poi però si rabbuiò.
 
-Lavi?-
-Sì, Ann?-
-Cosa dovremmo fare, adesso?-
Capì subito a cosa si riferiva e anche lui si fece serio.
-Non lo so, io... non ci ho pensato...-
-Dovremmo fingere che non sia accaduto nulla?-
Lavi le sollevò il mento perché potesse guardarlo.
-No, come ti viene in mente? Io non intendo fare finta di niente. Quello che è successo stanotte... beh, aspettavo di farlo da non so quanto tempo, quindi non voglio che finisca nel dimenticatoio e comportarmi come se non fosse mai avvenuto!-
Angelica sentì che le veniva da piangere.
-Oh, Lavi...!-
Lui la strinse forte e affermò:
-Penseremo a qualcosa, te lo prometto. Nel frattempo... nel frattempo faremo attenzione, cercheremo di fare in modo che nessuno sappia nulla...-
-Men che meno Bookman...-
lo interruppe la ragazza con un sospiro.
-A lui penso io, non preoccuparti.-
-Uhm...-
-Ann?-
-Sì, Lavi?-
-Andrà tutto bene.-
Lei si sforzò di sorridere.
-Lo so.-
 
Si abbracciarono e rimasero così a lungo, godendosi il calore e la vicinanza l’uno dell’altra.
Quando si allontanarono Lavi sentì tintinnare qualcosa e quando guardò nella direzione dalla quale aveva sentito provenire il rumore vide il ciondolo a forma di sole che le aveva regalato il giorno prima penderle dal collo.
Allungò una mano e lo prese tra indice e pollice, sorridendo.
 
-Vedo che il mio regalo ti è proprio piaciuto.-
Lei abbassò lo sguardo sulle sue dita che facevano girare il pendente.
-Certo che mi è piaciuto, me lo hai dato tu, non poteva non piacermi.-
Lasciò passare qualche secondo prima di chiedere, arrossendo leggermente:
-Perché il sole?-
Il ragazzo ci pensò per un po’.
-Non lo so, l’ho visto e l’ho associato subito a te.-
 
Angelica sorrise, adagiando la testa contro il petto di Lavi.
Sentiva i suoi battiti cardiaci rimbombarle contro l'orecchio e questo le rammentò che avevano già vissuto una scena simile.
 
-Ti ricordi quando eravamo sulla nave di Anita? Ti avevo detto che anche se Bookman non ha bisogno di un cuore niente toglie che tu lo abbia.-
Anche lui sorrise al pensiero.
-Certo che me lo ricordo. Non hai mancato di sorprendermi nemmeno quella volta.-
La giovane appoggiò una mano sul lato sinistro del torace del ragazzo e sospirò.
-È rassicurante sentirlo battere...-
-Batte solo per te, sai?-
 
Lei lo guardò stupita mentre lui metteva la sua mano più grande su quella piccola e sottile della ragazza.
Poi si chinò per baciarla per quella che parve la millesima volta in poche ore, i gesti che si completavano con calma e dolcezza aiutarono Angelica a rafforzare l'idea che ciò che aveva solo sognato per mesi stava davvero succedendo.
Da quel momento sapeva di star correndo un grosso rischio. Stavano facendo qualcosa di assolutamente proibito e il minimo errore avrebbe posto fine a tutti i suoi sogni d'amore.
Ma al momento, mentre si crogiolava nell'abbraccio del giovane dai capelli rossi, le piaceva pensare che finché Lavi fosse rimasto con lei tutto sarebbe andato per il meglio.

Author
and characters corner:
Yami: allora?
Lavi: ehm... adesso ho capito perchè nessuno doveva saper niente...
Angelica: mah, tu che dici?
Johnny: ehilà, ragazzi! Successo qualcosa?
Angelica: J-Johnny! Ma ci sei anche tu?
Johnny: sì, ma sono solo di passaggio. Miss Yami mi ha chiesto di venire a sostituire gli assenti.
Lavi: ah, capisco...
Angelica: ma sei arrivato adesso, vero? Non hai visto niente, vero?
Johnny: no, sono arrivato adesso... perché? Qualche problema?
Yami: no, no, nessun problema! *prende Angelica da parte* certo che sei una gran furba, lo sai?
Angelica: ma dovevo accertarmi che non avesse visto nulla!
Yami: e tu pensi che io sia così cretina da non averci pensato?
Angelica: beh...
Yami: come, scusa?
Lavi: ehm, allora Johnny, come mai sei qui?
Johnny: io oggi faccio i saluti! Ringrazio Mitsuki no Kaze, GiulyRabePro, FeatherWolf_9, Isil (la tua recensione che continuava a chiedere a gran voce un bacio è arrivata così a puntino che non riuscivo a crederci! Contenta che sia arrivato? u.u n.d.Yami) e NiyraV per le loro recensioni, grazie a chi ha messo la storia tra le seguite, le ricordate o le preferite, aumentate sempre di più e l'autrice ne è felicissima. Grazie infine a tutti i lettori che hanno letto l'ultimo capitolo e che leggeranno questo e i prossimi a venire.
Lavi: oh? Johnny, mi sembra di sentire qualcuno che ti chiama...
Johnny: aaah! E' il caposezione Reever! Devo andare, ho un sacco di lavoro da fare! *corre via*
Angelica: *fa ciao con la manina* ciao ciao, Johnny! Buon lavoro!
Yami: bene ragazzi, soddisfatti?
Lavi: ma lo sta chiedendo a noi o ai lettori?
Yami: a voi E ai lettori! Loro mi potranno lasciare una recensione per farmelo sapere (lo farete, veeero?), ma qua quelli che hanno pomiciato siete voi!
Angelica: m-m-miss Yami! Le pare il caso di parlare di cose del genere davanti ad altra gente?!
Yami: e vabbè, allora salutiamo i lettori e poi ce ne andiamo da qualche altra parte a parlarne...
Angelica: ma anche no!
Lavi: bene, arrivederci a tutti e grazie per aver letto il capitolo 20! Ci auguriamo che sia stato abbastanza bello da valere il tempo che avete atteso e che vorrete continuare a seguire le nostre (ancora lunghe, a quanto pare) avventure.
Yami: a causa dei miei impegni all'università non sono molto sicura di quando riuscirò ad aggiornare, comunque visitate sempre l'info point per ogni informazione e se avete delle domande contattatemi senza problemi, vi risponderò appena possibile!
Lavi e Angelica: a presto e grazie mille!
Yami: bene, Angelica, adesso ce ne andiamo di là a parlare...
Angelica: nooo!
   
 
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