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Autore: Yutsu Tsuki    01/09/2014    5 recensioni
Dal primo capitolo:
“Osservando il suo volto, si accorse di una cosa. Tutti quegli anni passati dietro a due spesse lenti rotonde gli avevano fatto dimenticare di quanto belli fossero i suoi occhi. Erano di un verdeacqua chiaro, ma intenso, quasi luminoso. Si avvicinò ancora allo specchio e allungò la mano, come per poter afferrare quel colore che era un misto fra il cielo azzurro senza una nuvola ed un prato fresco d'estate.
Voleva toccarli, sfiorare quella luce e immergersi in essa, ma venne bruscamente interrotto dalle urla di sua sorella: — Keeeen! Vieni a cena, è prontooo!
Si allontanò in fretta dalla sua immagine riflessa. Per un attimo restò senza parole. Era rimasto affascinato dal suo stesso volto. Poi scoppiò a ridere, rendendosi conto dell'assurdità della cosa.
Aprì la porta della stanza gridando: — Mi chiamo Kentin!! — e corse in cucina.”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolcetta, Kentin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1


Cambiamenti







Avrebbe di gran lunga preferito la pioggia. Quando la città è coperta dalla nebbia sembra di essere isolati dal resto del mondo, inghiottiti nel nulla, e il pensiero di non poter vedere oltre la finestra della sua camera lo inquietava parecchio.
Questi erano i pensieri che tormentavano Kentin, un ragazzo di sedici anni intento a scrutare il cielo grigio dalla stanza all'ottavo piano di casa sua.
— Almeno quando piove c'è un suono — affermò con un sospiro. Si alzò dalla poltrona e si distese sul letto. L'indomani sarebbe stato il suo secondo primo giorno al liceo Dolce Amoris, dal momento che l'aveva abbandonato una volta.
Ripercorse con la mente tutta la storia della sua vita, anche se alcuni ricordi lo turbavano. Cercò di pensare ad altro, ma era più forte di lui.
Fin dalla prima elementare aveva sempre avuto una tremenda cotta per Candy, una sua compagna di classe. Passarono insieme ben dieci anni, ma lei lo aveva sempre respinto, nonostante tutte le sue attenzioni, i suoi regali e aiuti. Ma all'epoca Kentin non se ne rendeva conto: non capiva di non essere il ragazzo che tutte desideravano, di venir visto come uno sfigato dal resto della scuola. Si limitava a vivere la sua vita con felicità, senza preoccuparsi del suo aspetto fisico, ma offrendo tutto l'amore possibile per Candy.
Al terzo anno di liceo le loro strade si divisero, lei dovette trasferirsi in un'altra città e quindi in una scuola diversa. Lui era talmente innamorato che convinse addirittura i suoi genitori a traslocare per seguire Candy. Seppe che avrebbe frequentato il Dolce Amoris, quindi non ci pensò due volte prima di iscriversi lì. Ma dal primo istante in cui mise piede nella nuova scuola i compagni cominciarono a trattarlo male e ad approfittarne di lui. Non gli importava, finché aveva al suo fianco Candy.
La ragazza arrivò qualche giorno dopo di lui. La vide mentre usciva dalla Sala Delegati ed esplose dalla gioia. — Ancora qui!! Quando ti deciderai a mollarmi!? — urlò lei. — Hai visto? Mi sono trasferito anch'io, così siamo ancora nella stessa classe!
Istintivamente si slanciò in avanti per abbracciarla e proprio in quel momento sbucarono fuori alcuni ragazzi della scuola, che alla vista di quella scena cominciarono a ridacchiare. Fra di loro c'era una ragazza dai biondi capelli ondulati che esclamò: — I due sfigati della scuola insieme: è la coppia perfetta!
Candy era tremendamente in imbarazzo, perciò allontanò con uno strattone Kentin e corse via. Lui la osservò fuggire e gli venne da seguirla, ma un suo compagno lo fermò dicendogli: — No, Ken, lasciala stare.
Era un po' offeso da quello che era successo, ma attribuì la fuga del suo amore agli scherni degli altri ragazzi, e soprattutto di quella biondina pestifera. Chiunque ad una frase del genere avrebbe voluto scappare. Non era colpa di Candy, dopotutto.
Questa convinzione gli diede la forza di amarla ulteriormente, così non perse le speranze, ma si mostrò più affettuoso nei suoi confronti.
Purtroppo i rapporti con gli altri membri della scuola peggioravano sempre di più.
Castiel, un ragazzo più alto di lui, dallo sguardo minaccioso e dai capelli rosso sangue continuava a punzecchiarlo, a minacciarlo e, spesso, a picchiarlo. Kentin faceva fatica a sopprimere tutta la sua infelicità, ma voleva riuscirci, altrimenti non avrebbe più potuto prendersi cura della sua Candy. Sapeva che lei non provava le stesse cose per lui, ma questo non gli faceva perdere le speranze.
A volte, però, quando erano insieme da soli e le offriva uno dei suoi biscotti al cioccolato, di cui era ghiotto, Candy sembrava contenta, anche se solo per un attimo. Lui sorrideva, vedendola arrossire ed accettare timidamente il cibo. Questo infondeva in Kentin una gioia immensa, la più grande che potesse provare. Renderla felice era un premio che nemmeno le botte di Castiel avrebbero potuto cancellare.
Ma questi momenti di allegria erano davvero molto rari. Quando durante gli intervalli provava ad avvicinarsi a Candy, mentre era con le sue compagne, era chiaro che la ragazza cercava in tutti i modi di evitarlo. Capiva che non voleva farsi vedere insieme a lui dagli altri.
Le giornate scorrevano uguali, finché un giorno, mentre Kentin era con Candy in corridoio, la ragazza bionda, che si chiamava Ambra ed era nella loro stessa classe, seguita a ruota da due scagnozze, decise di derubarlo di tutto quello che aveva nel portafoglio, per poter mangiare fuori anziché alla mensa della scuola.
— Dammi tutto, idiota. — E gli strappò i soldi dalle mani.
— No, ridammeli! Candy, aiutami! Candy? — Ma Candy non mosse un dito: non voleva certo mettersi contro quella malvagia di Ambra.
— Scusa Ken, io devo andare… — e si dileguò.
Anche le risa isteriche di Ambra e delle sue amiche si attenuarono, per poi scomparire del tutto. Kentin era rimasto solo, in mezzo al corridoio con le lacrime agli occhi. Che cosa aveva fatto di male? Non si era mai comportato da bullo, né aveva parlato mai male di Ambra. Perché tutti ce l'avevano con lui? Perché pure Candy?
Tornando a casa si sforzò di nascondere i segni del pianto, ma fu inutile: i suoi genitori se ne accorsero e gli chiesero spiegazioni. Confessò tutto, cosicché il giorno dopo suo padre gli comunicò: — Non tollero più che mio figlio venga trattato in questo modo. Domani verrai con me nella mia, di scuola, in cui finalmente verrai rispettato da tutti. — A quelle parole Kentin rabbrividì. Suo padre era il capo di una scuola militare a pochi passi dalla loro vecchia città, e da sempre insisteva perché il figlio venisse istruito lì. Egli però si era sempre ribellato, convinto che quella vita non facesse per lui.
Poi però rifletté sul senso delle parole del padre: la causa di tutti i suoi problemi era da sempre stato il mancato rispetto dei compagni nei suoi confronti. Forse, se avesse cambiato aria, imparato a reagire alle provocazioni o anche ad evitare di venire pestato, tutti avrebbero cambiato idea sul suo conto, lo avrebbero rispettato, o addirittura temuto. Ma non era quello che voleva ottenere Kentin. Non voleva diventare un bullo come Castiel o Ambra. Semplicemente non voleva più apparire come un debole di cui prendersi gioco liberamente.
Così accettò la richiesta del padre, ma ad una condizione: — Quando avrò imparato a farmi rispettare, mi farai tornare al Dolce Amoris, così la gente la smetterà di approfittarne di me.
Il padre, anziché arrabbiato, sembrò fiero di suo figlio. Gli fece preparare le valigie ed il giorno successivo partì insieme a lui.
Kentin si convinse che avrebbe affrontato a testa alta la sua nuova vita al campo militare.
Le cose non erano però facili. Fu costretto a cambiamenti drastici, non solo psicologici, ma anche fisici.
Gli fecero un restyling completo sia del guardaroba, che dell'acconciatura; quei simpatici capelli a scodella vennero sostituiti da un look più moderno, mentre gli spessi occhiali rotondi furono rimpiazzati da delle comode lenti a contatto.
Imparò a combattere, a difendersi dalle aggressioni e a proteggere i suoi vicini. Il pensiero di trovarsi lontano da Candy non lo preoccupava, dopo il modo con cui si era comportata con lui. Tuttavia i sentimenti che provava verso di lei non erano scomparsi del tutto.
Passarono all'incirca quattro mesi, finché finalmente gli venne comunicato che era pronto, che l'addestramento lo aveva trasformato in un ragazzo più forte, più determinato e sicuro di se stesso. Quando sarebbe tornato al vecchio liceo, nessuno avrebbe osato maltrattarlo.
— Ed ecco che arriviamo ad ora — disse fissando il soffitto.
— Domani si vedranno i frutti di questi quattro mesi. — Si alzò dal letto e si diresse verso lo specchio. 
In un lampo rivide quel ragazzino basso, magrolino, con i capelli castani a scodella. Si rese conto di odiare il suo vecchio aspetto, si chiese come avesse fatto per tutti quegli anni, a mostrarsi alla gente con quella faccia.
Sebbene fosse contento della sua trasformazione, sapeva che non tutto del vecchio Ken era cambiato: il carattere era lo stesso, quello di un ragazzo dolce e premuroso, che avrebbe dato la sua vita per difendere la persona amata. E poi aveva mantenuto la vecchia passione per i biscotti.
Osservando il suo volto, si accorse di una cosa. Tutti quegli anni passati dietro a due spesse lenti rotonde gli avevano fatto dimenticare di quanto belli fossero i suoi occhi. Erano di un verdeacqua chiaro, ma intenso, quasi luminoso. Si avvicinò ancora allo specchio e allungò la mano, come per poter afferrare quel colore che era un misto fra il cielo azzurro senza una nuvola ed un prato fresco d'estate.
Voleva toccarli, sfiorare quella luce e immergersi in essa, ma venne bruscamente interrotto dalle urla di sua sorella: — Keeeen! Vieni a cena, è prontooo!
Si allontanò in fretta dalla sua immagine riflessa. Per un attimo restò senza parole. Era rimasto affascinato dal suo stesso volto. Poi scoppiò a ridere, rendendosi conto dell'assurdità della cosa.
Aprì la porta della stanza gridando: — Mi chiamo Kentin!! — e corse in cucina.







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Ebbene sì. Mi sono finalmente decisa ad iscrivermi su Efp :D Ci ho messo un po' perché ho voluto preparare tutto per bene ed avere almeno due storie da pubblicare, siccome una sola mi sembrava alquanto squallido. E, dato che sono negata a scrivere one-shot e un'altra fan fic sarebbe stata troppo lunga, è durato più del previsto x°
Per quanto riguarda questa fic, è la mia primissima in assoluto, e pure la prima cosa che abbia mai scritto, che non fosse il diario o i temi per scuola... Perciò non aspettatevi qualcosa di stratosferico :)
I primi capitoli sono abbastanza corti: è dal sesto che cominciano ad essere un po' più corposi; inoltre ho in progetto di realizzare dei disegni per alcuni capitoli. Ci metterò sicuramente molti mesi per finirli tutti, ma per ora accontentatevi dei primi due :°D
Che altro dire? Che non mi aspetto che qualcuno la legga xD ma se dovesse accadere, sarei ben felice di ricevere recensioni :)

Grazie per la considerazione e a presto!


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