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Autore: LightsWillGuideYou    01/09/2014    0 recensioni
Nel 1832 Rose entra a far parte de Les Amis, dove incontra tante nuove persone, scettiche all'inizio di avere una donna nel gruppo, ma successivamente simpatiche e rispettose nei suoi confronti. Solo uno sembra non voler avere molto a che fare con il resto delle persone. Si occupa solo dei suoi progetti di cambiare il mondo. E quest'uomo si chiama Etienne Enjolras
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il primo contatto che Rose sentì fu una piccola manina nascondersi fra le sue dita. Probabilmente doveva trattarsi di Gavroche, ma perchè la stava tenendo per mano? Aveva un ricordo vivido di quello che era successo in quegli ultimi 10 minuti. Enjolras che si consegnava alle guardie francesi, Couferyac che la colpiva pesantemente alla testa e successivamente il buio completo. In un primo momento non si rese conto di che cosa la circondava o di dove si trovasse; sentiva soltanto di non star camminando con i propri piedi, ma portata da qualcuno. Sentiva la spalla di questo spingergli contro le costole, causandole un dolore ancora più tremendo di quello che aveva alla testa. Teneva gli occhi chiusi, come per paura di svegliarsi da un brutto incubo e rendersi conto che tutto era reale. Aspettava di ricevere un pizzico o qualcosa che la facesse di nuovo svegliare su una porta rotta della barricata, vicino ad Enjolras, a dare vita a quella tanto desiderata rivoluzione del popolo parigino. Sentiva sulla sua fronte una specie di macchia che la bagnava e gocciolava sulla sua camicia già imbrattata. Stava perdendo sangue dalla testa? Aprii lievemente gli occhi e vide lo spazio intorno a lei appannato, come se fosse ricoperto da un velo che non le permettesse di vedere chiaramente. Poteva comunque capire che il suo portatore stava correndo ed aveva il fiatone.. Per quanto era stata priva di sensi? Guardò la sua mano e vide il piccolo Gavroche nascondersi dietro al suo corpo mentre dei passi non molto lontani dal gruppo si avvicinava urlando ''Prendeteli!'' o ''Eccoli là!''. Chissà quanta paura doveva avere, quel bambino.. Aveva rischiato la vita ed adesso stava cercando di salvarsi un'altra volta. Dalla parte opposta dalla quale arrivavano le voci delle guardie, Rose potè sentire chiaramente Marius urlare ordini a tutti, come se cercasse di prendere il posto di E. come meglio poteva... Bè, non sarebbe mai stato come il suo leader.

Passarono attraverso una specie di varco e Rose alzò finalmente la testa, vedendo Joly chiudere con una pesante porta il passaggio e tirando un sospiro di sollievo. Erano salvi.. Nessuno sembrò curarsi di lei fin quando non emise un lieve sospiro, richiamando con tutte le forze che aveva il nome di Enjolras. Couferyac si affrettò a zittirla.

-R., zitta! Ci sentiranno..

A quanto pareva il piano era aspettare che la guardie raggiungessero il punto per poi rigirarsi e tornare indietro, mentre loro se ne stavano dalla parte opposta ad aspettare di sentirsi veramente al sicuro. Eppure Rose vedeva la luce, in lontananza. Sentiva che erano vicini all'uscita di quel tremendo tunnel.

-R., ce la fai a camminare? Non ce la faccio più a portarti..

Dal fiato corto, si sentiva abbastanza chiaramente che Couferyac era sfinito, così Rose alzò lentamente un braccio dalla sua spalla e si mise in piedi. La testa le girava notevolmente e barcollò un po' prima di acquistare pieno equilibrio del suo corpo. Combeferre posò una mano sulla sua spalla e la strinse lievemente.

-Scusa, R.. Era necessario.

Improvvisamente le tornarono alle mente tutti gli avvenimenti, e con uno scossone tolse la mano del compagno dalla sua spalla. Strinse i pugni e si allontanò da tutto il gruppo.

-Siete dei codardi! Spero che vi prendano!

Fece dei passi indietro e si girò, andando verso l'uscita. Tutti gli studenti si guardarono perplessi, mentre in un angolo buio di quel buco Gavroche piangeva silenziosamente. Si era sempre presentato come il bambino più coraggioso di Parigi e non aveva osato battere ciglio neanche quando sua sorella era morta sotto le barricate. Ma in quel momento non potè fare a meno di pensare che tutto era successo per colpa sua.. Intanto Marius richiamò Rose.

-Rose, torna qui! Dove stai andando?!

Senza neanche voltarsi, Rose strinse più forte che poteva i pugni e disse, a denti stretti:

-Vado a salvargli la vita! Se qualcuno non vuole fare il topo di fogna qua dentro ad aspettare che si calmi là fuori, è il benvenuto!

 

Un'altra porta si aprii e finalmente Enjolras vide la sua cella. Aveva passato le ultime ore sotto interrogatorio, dove lo avevano torturato e picchiato con qualsiasi tipo di oggetto che gli poteva venite in mente. Sentiva il suo occhio destro gonfio e dalla sua bocca usciva un lieve rivolo di sangue che andava a sporcare la sua camicia. Lo lanciarono pesantemente per terra e sbatterono la porta, lasciandolo al buio. Sospirò e sorrise.
La guardia francese era talmente stupida che non era riuscita a prendere neanche una parola da lui. Javert aveva urlato ai quattro venti per un sacco di tempo, senza arrivare a nulla. Non avrebbero mai trovato Rose e gli altri. In quel momento la sua divina immagine da Apollo francese era rovinata dal suo stesso sangue e dai vestiti stracciati, ma non gli importava. Preferiva perdere la sua figura magnifica, piuttosto che dire dove il condotto portava. Chiuse gli occhi e cominciò a respirare irregolarmente, cercando di prendere più aria che poteva. Probabilmente gli avevano danneggiato le costole, da tutte le percosse. Sentiva uno strano dolore al petto che non lo faceva respirare bene e portava ad un terribile senso di tradimento verso lei e non si trattava del costato. Era un dolore più spirituale. Era cominciato quando l'aveva sentita urlare dietro alla barricata e da quel momento non era più finito. Neanche i pugni di Javert potevano superare quella terribile sensazione. Si accovacciò ad un angolo e chiuse gli occhi, portandosi una mano sul torace e guardando fuori dalla piccola finestra che trovava in quella stanza buia. Due giorni dopo lo avrebbero ucciso, e non poteva fare altro che desiderare di vederla almeno un'ultima volta.


Rose si avvicinò barcollando alla fontanella all'angolo della strada sterrata che dava sulla campagna parigina. Mise le mani sotto al getto e, con le dita bagnate, pulì la fronte dal sangue uscito dalla ferita alla testa. Era solo un graffio, ma comunque faceva male. Doveva rimettersi in fretta in forze, per andare il prima possibile a salvare Enjolras.. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui e nulla l'avrebbe fermata. Sentii dei passi dietro di lei e rimase ferma ad aspettare che la persona parlasse, nonostante sapesse già di chi si trattava.

-R., andiamo.. Da sola non ce la puoi fare!
-Marius, torna dai tuoi tanto adorati ratti di fogna. Non lo lascio laggiù.

Marius sbuffò esasperato e la prese per il braccio sano, quello che non era stato colpito dalla pallottola durante il primo attacco. A sentire quel contatto, nella mente di Rose tornarono vivide le immagini del momento in cui Enjolras l'aveva presa e le aveva salvato la vita. Lei non aveva sparato e lui l'aveva protetta.. Come varebbe voluto tornare a quel momento. Marius la costrinse a guardarlo negli occhi.

-Non farai in tempo a trovarlo che sarai già morta!
-Bene! Preferisco morire piuttosto che lasciarlo laggiù ad aspettare che gli taglino la testa! Tu non capisci, Marius.. Lui ha fatto così tanto per me!
-R., sappiamo che non è solo per questo! Però devi comunque fartene una ragione.

Nel sentire quelle parole, Rose trasalì. Detto da Marius suonava molto più reale di quello che era stato per tutti quei mesi. Aveva ragione, era più della gratitudine di averle salvato la vita. C'era un sentimento gigantesco che lei non aveva mai provato per nessuno. E solo in quel momento sentii le lacrime salire agli occhi e cominciare a bagnare le sue guance.

-Marius, perfavore.. Ho bisogno di lui, non può finire così! Sei l'unico che mi può capire... Pensa a Cosette! Tu cosa faresti se fossi al posto mio?

Sentirla parlare di Cosette sbloccò in qualche modo Marius. Con lei era stato amore a prima vista, metre quello che ormai era nato fra Rose ed Enjolras ci aveva messo mesi a maturare e a diventare quello che era quel giorno.. Non se lo immaginava neanche lontanamente che cosa Rose stesse provando in quel momento. Scrollò le spalle e si guardò intorno, cercando di trovare una soluzione. Esitò, ma poi sorrise a Rose ed incrociò le braccia al petto.

-Ok, hai vinto tu. Che cosa vuoi fare?

A quelle parole Rose sorrise lievemente e tutti i dolori del suo corpo scomparvero in un secondo. Adesso non c'era più spazio per il male, adesso doveva pensare a come salvare il suo Apollo, e doveva fare in fretta.

-Semplicissimo! Entriamo nelle prigioni.

  
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