Crossover
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Autore: Vulcanino    07/08/2003    9 recensioni
Ovvero le turpi vicissitudini di una ragazza perfettamente normale e normalmente perfetta. Prima di leggere questa ...uh... cosa... vi consiglio di leggere l'articolo "Il fenomeno Mary Sue" che trovate alla pagina Redazionale di questo sito!
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

TITOLO

 

Tlic-tlic-tlic…

No…

Tic..tic..tac…

Naa, così sembra un orologio. Dannazione, com'è l'onomatopea del ticchettio della tastiera?

Mi alzo dalla sedia e fisso lo schermo. Ho scritto tre parole, quattro contando il titolo. Che è proprio "Titolo", non avendolo ancora deciso. Di conseguenza delle quattro parole una è provvisoria e le altre tre non mi convincono. Mitico. Dà davvero soddisfazione scrivere una fanfiction.

L'idea era di catapultare un autore di fancfictions nella sua stessa opera. Originale, innovativo. Mi volto a fissare la libreria, che occupa una intera parete della camera. Ok, è la parete corta, lo ammetto, però fa sempre effetto dirlo. Tanto per smitizzare ulteriormente il tutto, dei suoi quattro ripiani tre sono completamente occupati da fumetti. Uno per quelli italiani, uno per gli americani e uno per i giapponesi. Questi ultimi li tengo in ordine perfetto.

Bene, io sono dio. Posso far fare a ognuno delle migliaia di personaggi che appaiono in questi fumetti tutto quello che voglio, e anche crearne di nuovi. Lo sguardo mi cade sul ripiano di mezzo, precisamente su una pila di albi dell'Uomo Ragno.

Genere supereoistico? Bene, metti che facendo educazione fisica a scuola mi scheggio col parquet, ricavato da piante geneticamente modificate in modo da avere maggiore elasticità e capacità di assorbimento degli urti. Plausibile. A quel punto divento, chessò, lo Scheggiatore. Le mie armi sono, non so, paletti di frassino? Naa, poi finisce che divento un cacciatore di vampiri. E poi come diavolo si fa a scheggiarsi col parquet?

Pile e pile di fumetti con la costina in giallo. Sono gloriosi numeri di Topolino. Uuuhh, la macchina del tempo dei professori Marlin e Zapotec! Si dice che i viaggi nel tempo siano l'ultima risorsa degli scrittori senza idee. E se invece di catapultare un tizio qualsiasi in un fumetto qualsiasi tirassi fuori un personaggio dal suo contesto e lo facessi vivere nel reale? Tipo non so, Sanji che fa l'istituto alberghiero qui all'angolo. Mh… questa magari la uso per un'altra fanfiction. Ho in mente qualcos'altro ora.

Sono dio, dicevo. Lo sarei davvero, se finissi catapultato in uno degli albi che mi stanno di fronte. Che siano manga, comics o fumetti. Li conosco da cima a fondo, di dritto e di rovescio. E anche di volè (questa era brutta). Se ci entrassi, diventerei sicuramente un personaggio importante, anzi il più importante. Più di Goku in Dragon Ball, più di Rufy in One Piece, perfino più di Tsubasa in Capitan Tsubasa. Mhh… e se invece di essere un personaggio fosse un personaggia? Una donna cioè. Ragazza, meglio. Bella. Anzi bellissima. Non dovrà fare girare la testa a tutti, ma proprio fargliela cadere. Maschi o femmine che siano. Sarà amata da uomini e donne. Perché diciamocelo, da quando in qua le ragazze sono invidiose di una nuova venuta che improvvisamente fa cadere ai propri piedi i ragazzi ai quali sbavano dietro da interi volumi? No, no, la troveranno simpatica e spigliata, e il mondo brillerà degli iridescenti colori della pace e dell'armonia per i secoli dei secoli amen. Mhh… mi son fatto prendere.

Come la chiamo, la protagonista?

Un nome comune, in cui ci si possa riconoscere. Niente cose tipo Cunegonda o Guidrigilda. E poi… un nome italiano o straniero? Magari la mia fanfiction piacerà e vorranno tradurla in un sacco di lingue. E se la chiamassi Giulia? Inflazionata… soprattutto da quando quella canzonetta continua imperterrita a infestare le radio. Però magari dovrei prima pensare all'ambiente nel quale la voglio spedire. Se devo fare una fanfiction su Capitan Tsubasa ci vorrà un nome giapponese. O americano. Massì, vada per l'americano. Che ricordi l'Italia però. Mh… Maria. Mary. Mary è come il grigio, va bene su tutto. Anche per One Piece, dove, voglio dire, c'è gente che si chiama Roronoa. Sarà mica un nome?

Sì, Mary. Sarebbe perfetta se anche questo nome non fosse stato oggetto di un'altra recente canzone. Però dai, Mary è perfetta, potrei attaccarci qualcosa in più tanto per differenziare.

Bbrlblbrlb… scuoto la testa e mi ritrovo ancora davanti alla libreria. Ho deciso chi sarà essere la protagonista della mia storia e anche grossomodo la trama. Torno alla sedia che ho abbandonato di fronte al Pc. Cancello le quattro parole e parto subito con un incipit, che, già lo so, diverrà leggenda, roba da far impallidire "c'era una volta", "era una notte buia e tempestosa" e "nel mezzo del cammin di nostra vita". Al titolo ci penserò dopo.

 

Mary Sue era una ragazza come tante…

 

  
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