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Autore: AriadnesLinon    02/09/2014    7 recensioni
Un liceo un po' particolare, e sei ragazzi a noi ben noti che stanno per dirgli addio.
Uno ad uno saliranno sul palco per prendere il proprio - meritato o meno - diploma.
Tutti ne scenderanno, sotto lo sguardo vigile di un'anziana signora vestita di rosa.
Un saluto.
Una piccola, improbabile, immaginaria, spero piacevole fine.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: La Direttrice, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le Baccalauréat ~ Il Diploma

 
*

Doris era già stanca e la giornata non avrebbe avuto fine ancora per un bel po'. Aveva passato la mattinata a impartire ordini a destra e a manca, nonché a bacchettare quel mollaccione di Faraize per la sua poca fermezza nelle decisioni, il tutto arrancando a fatica nel caldo torrido di metà luglio (1), e per giunta stretta in un fastidiosissimo tailleur di pizzo rosa. Come per coronare il pessimo inizio di quell'evento, in mezzo ci si era messo anche Castiel, che aveva avuto la brillante idea di far sparire il leggio dal palco e sostituirlo con tutti gli strumenti che la sua sottospecie di band avrebbe mai potuto anche solo immaginare di aver suonato - compreso il tamburino.
Svariate urla e persino un paio di mezzi-svenimenti dopo, alla fine Doris era riuscita a sistemare tutto e adesso se ne stava, esausta ma finalmente tranquilla, ferma in piedi accanto al rinvenuto leggio.
Si sistemò la stretta crocchia che le teneva fermi i fini capelli grigi e rassettò la jaquette del suo completo: tutto avrebbe dovuto essere perfetto in quella giornata che era, tutto sommato, considerevolmente speciale.
Pensò che il fatto che quel giorno fosse finalmente arrivato avesse dell'incredibile: spesso aveva temuto che non sarebbe riuscita a resistere abbastanza a lungo per assisterne alla conclusione.
Invece, eccola lì, pronta ad accogliere quelli che per tre anni (2) erano stati i suoi alunni e ad accompagnare i loro ultimi passi verso la fine della loro adolescenza e l'inizio della vita da adulti.
Il cortile si andava riempiendo velocemente: genitori, fratelli e altri parenti si accalcavano in file disordinate, alla ricerca del proprio posto. Quando tutti si furono opportunamente collocati, Doris scrutò le prime file; eccoli lì, stretti vicini uno dopo l'altro, tutti così simili nelle loro toghe nere e rosa e con i loro tocchi spiegazzati che pendevano un po': i suoi alunni.
La folla tacque quando la direttrice afferrò il microfono e chiamò il primo studente, pronta a consegnargli il diploma. 
*

Quando chiamò il nome di Lysandre, il ragazzo salì lentamente le scalette e le si affiancò, dritto ed elegante come uno splendido spadino appena sguainato. I suoi occhi così diversi luccicarono appena, quando prese tra le mani il foglio arrotolato che lei gli porgeva. Doris aveva visto tante volte Lysandre vagare per i corridoi, e le era sempre parso qualcuno che non sapesse dove trovare quello che cercava; o meglio: qualcuno che non sapesse cosa cercare nel suo vagare. 
Eppure, nonostante sembrasse sempre fuori posto, Lysandre aveva brillato più e più volte in quella scuola, aveva dimostrato di possedere una sensibilità rara e un acume di una limpidezza sconvolgente, sempre accompagnato da una galanteria d'altri tempi. Perciò lei aveva fiducia in lui, perciò era questo che Doris sapeva che l'avrebbe sempre accompagnato nella sua continua ricerca senza fine: un'anima pura e sincera.
Arrossì imbarazzata quando lui si chinò per baciarle la mano in un silenzioso ringraziamento, per poi sorridere agli applausi entusiasti del pubblico e scendere dal palco con grazia invidiabile.

E Doris seppe che non l'avrebbe più visto, uno studente così: uno studente capace di inebriare il mondo di eleganza e regalargli poesia.

*

Nathaniel fece il suo ingresso sul palco, la tunica perfettamente drappeggiata intorno alle spalle, il passo sicuro e deciso. Per lui quel giorno aveva un grande significato.
Riservò a Doris uno splendido sorriso di ringraziamento, accogliendo fra le dita il proprio, meritatissimo diploma. Tante volte la aveva aiutata, tantissime si era fatto carico dei doveri più disparati, senza mai un lamento, senza mai farla arrabbiare. Lei lo aveva osservato, in tutti quegli anni, e aveva visto un ragazzino con i capelli biondi e gli occhi spaventati crescere fino a diventare un meraviglioso uomo con la testa sulle spalle. Adesso i suoi capelli erano ancora biondi, ma nei suoi occhi luminosi come monete appena lucidate si leggeva tutta la fermezza con cui Nathaniel aveva, e avrebbe, affrontato la vita. Si era fatto strada nelle difficoltà, aveva superato l'ostacolo della sua famiglia e aveva ottenuto il massimo da quegli anni di liceo; ora a lei non restava altro che sperare con lui che quelli a venire fossero floridi e gli riservassero la possibilità di crearsi la vita che aveva sempre voluto, accanto a chi preferiva. 
Era questo che Doris sapeva che lo avrebbe sempre accompagnato, nella sua lotta incessante per arrivare in cima: una forza innata che gli veniva da dentro.
In fondo, voleva bene a quel ragazzo, perciò quando lui dimenticò l'etichetta e la strinse in un abbraccio affettuoso, non poté fare a meno di ricambiare il gesto, accarezzandogli delicatamente i capelli e sorridendo bonaria.

E Doris seppe che non l'avrebbe più visto, uno studente così: uno studente che aveva fatto dei lividi un trampolino di lancio per il futuro.

*

Quando toccò a Castiel, Doris già pregustava qualcosa di terribile. Si stupì invece di vederlo salire le scalette tranquillamente, con la solita espressione tremendamente annoiata, ma in perfetto ordine e con tanto di tocco calato sulla fronte.
Quel ragazzo l'aveva fatta dannare, letteralmente e costantemente, durante tutti gli anni che avevano passato insieme; aveva perso il conto di quante volte aveva saltato le lezioni, si era fatto beccare in cortile con una sigaretta in bocca, aveva risposto in modo sgarbato a lei o a qualunque altro professore... Era veramente sorpresa che ce l'avesse fatta.
Eppure, nonostante gli infiniti battibecchi e gli innumerevoli scontri, Doris aveva sempre apprezzato la grande ironia e dell'incredibile capacità di cavarsela che quel ragazzo aveva dimostrato, più e più volte. Non solo: un giorno, mentre cercava dei moduli nel sottoscala, l'aveva sorpreso a suonare la chitarra: i capelli davanti agli occhi, le mani nervose e tese, le labbra serrate e l'espressione concentrata, ma negli occhi un fuoco nuovo, puro come poche cose potevano essere. Quella volta non si era sentita di rimproverarlo, perché era questo che Doris sapeva l'avrebbe sempre accompagnato, nel suo progetto di vita: la sua bruciante passione.
Inaspettatamente, le venne quasi da ridere quando Castiel chinò il capo per mostrare la sommità del suo tocco al pubblico: "Adesso Demon può mangiarsi Kiki?!", recitava una scritta rossa.

E Doris seppe che non l'avrebbe più visto, uno studente così: uno studente che sotto l'indifferenza da duro nascondeva l'anima di una vera stella.

*

Armin e Alexy salirono sul palco insieme, come insieme avevano fatto praticamente tutto nella vita. Doris non si lamentò nè proferì parola: riteneva giusto che fosse così. Il primo portava al collo un laccio con la sua Psp, il secondo pareva raggiante e salutava estasiato i genitori. Erano stati gli ultimi ad unirsi ai suoi alunni, e per questo le erano rimasti particolarmente a cuore. 
Lei li aveva tenuti d'occhio, durante quegli anni, e aveva visto come erano riusciti a crescere, imparando tanto l'uno dall'altro e da se stessi. Aveva visto Armin buttare quella sciocca sciarpetta e sistemare i vestiti, smettere (quasi) di distrarsi a lezione e cominciare a guardarsi intorno con crescente stupore; e poi aveva visto Alexy tranquillizzarsi, imparare ad accettarsi e a farsi accettare, impegnarsi a fondo e brillare come meritava. 
Con il tempo, Doris si era accorta di essersi affezionata a quei gemelli così diversi, ed era questo che sapeva avrebbe sempre accompagnato l'uno, in tutte le avventure che avrebbe vissuto: l'altro.
Quando gli consegnò l'attestato, Alexy lanciò un urlo di gioia e stritolò il fratello in un abbraccio mozzafiato. Armin si grattò la nuca, ringraziando Doris imbarazzato. Lei gli diede un buffetto sulla guancia e augurò buona fortuna ad entrambi, per poi guardarli scendere dal palco insieme, l'uno mestamente, l'altro saltellando allegro.

E Doris seppe che non li avrebbe più visti, degli studenti così: degli studenti tanto incredibilmente se stessi da conquistare un liceo.

*

Al suo richiamo, Kentin comparve al suo fianco. Le si avvicinò, baldanzoso, sicuro, e le concesse una stretta di mano vigorosa e sincera.
Di tutti gli alunni che aveva avuto, Kentin era quello che era stato maggiormente capace di cambiare. Aveva messo in discussione se stesso, quel ragazzo, e aveva affrontato due grandi viaggi nella sua vita: il primo, il più evidente, che lo aveva portato in un'altra città per cambiare il suo aspetto, e il secondo, che l'aveva fatto tornare per ritrovare ciò che aveva perduto. 
Doris l'aveva osservato a lungo e con attenzione, ma non era riuscita a comprendere fino in fondo le ragioni che lo avevano portato a tanto; sapeva che c'entrava quel padre severo, e probabilmente anche una bulletta di troppo, ma era fermamente convinta che ci dovesse essere qualcosa che muoveva i suoi schemi, un sogno segreto che non le era stato svelato.
Ma era questo che Doris sapeva che l'avrebbe sempre accompagnato, nella sua marcia imperterrita verso il futuro: una ragione per cui migliorare.
Con il diploma fra le mani, Kentin le fece l'occhiolino e le riservò un bel sorriso; poi si girò e prima di scendere mandò un bacio a qualcuno fra gli spettatori. Lei pensò che forse di tutta quella fatica era valsa la pena.

E Doris seppe che non l'avrebbe più visto, uno studente così: uno studente che era passato dai biscotti alle flessioni, ma che aveva tenuto sempre lo stesso cuore.

*

Infine, dopo che tutti gli alunni meno uno ebbero ricevuto il diploma, sul palco arrivò Lei.
Doris non le aveva mai prestato troppa attenzione, le era sembrata troppo sfuggente, troppo indecisa, troppo impegnata a correre di qua e di là per il liceo. Spesso era stata al centro degli strani avvenimenti di quella scuola, ma non era mai riuscita a capirla fino in fondo. Nonostante questo però, si era resa conto che era stata quella ragazza dai mille volti a rendere possibile tutto quello che Doris e i suoi alunni avevano vissuto.
La guardò prendere in mano il diploma e sorridere, inchinarsi al pubblico e salutare tutti i suoi amici. Poi scese e in un attimo fu tra le braccia di colui che aveva deciso. Lei aveva fatto la sua scelta, alla fine.
Lei che c'era sempre: ogni istante, dietro ogni bivio, spettatrice e artefice di ogni decisione.
Lei che non se n'era mai andata.
Lei che aveva resistito.
Lei che non si era mai arresa.
Lei che adesso stava leggendo quei pensieri.

E Doris sperò davvero che l'avrebbe rivista, una ragazza così: una dolcetta che finisce il suo gioco.


 
*
 

NDA: Bene, dopo un po' - troppo poco, direte voi - di tempo, rieccomi a pubblicare uno dei miei deliri sui personaggi che ormai mi tormentano quasi quotidianamente.
Questa volta ho voluto parlare di una cosa un po' strana, un diploma, appunto: ho voluto utilizzarlo per guardare i nostri ragazzi con occhi diversi, e vedere cosa avrei potuto tirarne fuori. Spero che vi sia piaciuta. Ma passiamo alle cose importanti.
Anzitutto, ci tengo a precisare che la struttura della One Shot prende ispirazione da un'altra storia, per la precisione questa . La cito per correttezza: le somiglianze sono minime, e l'ispirazione più che altro un'eco, ma mi sembrava giusto così.
Inoltre, nel testo ho aggiunto un paio di note, che ora vi voglio spiegare:
(1): Come ben sapete, ci troviamo in Francia. Ora, me tapina, abbiamo un problema: in che mese ci si diploma in Francia? Vi assicuro che ho cercato informazioni in lungo e in largo, ma non sono riuscita a scoprirlo. Se qualcuno lo sa, vi prego, aiutatemi: nel dubbio, ho ipotizzato una metà luglio.
(2): Sempre per lo stesso fatto, cercando un po', ho scoperto che il baccalaurèat, ovvero il diploma francesce, si consegue dopo tre anni di istruzione; pertanto, il tre è dovuto a questo, non ad uno sconto di pena xD

Bene, credo di aver detto tutto. Ovviamente, accetto qualsiasi recensione, critiche incluse: si può sempre migliorare!
Un bacio,
Ari

 


 
  
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