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Autore: Underline    03/09/2014    19 recensioni
Cosa succederebbe se la persona che più odi, vivesse nel tuo appartamento per un interminabile mese?
Dal primo capitolo:
"Ho proprio fatto un ottimo affare" pensai compiaciuta.
Il tempo per smentirmi fu esattamente quello di un paio di minuti netti. Il tempo che Harry dicesse:" Vieni. Ti faccio conoscere l'altro coinquilino."
(...)
"Tu!" Esclamammo entrambi, io confusa e lui più che arrabbiato.
Mi correggo, per capire che mi trovavo nei guai, mi era bastato incrociare gli occhi del ragazzo a cui avevo, addolcendo la pillola, rovinato la vita.
***
Official Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=d6iMiLEr7N0
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Official Trailer

So you can keep me
Inside the pocket
Of your ripped jeans
Holdin' me closer
Til our eyes meet
You won't ever be alone
Wait for me to come home
( Photograph // Ed Sheeran )




Capitolo 1



 
 Non riuscii a trattenere uno sbadiglio mentre guardavo davanti a me. Dire che avevo dormito male, sarebbe stato un eufemismo.
I motel facevano già schifo di per sè, ma quello che avevo prenotato, li superava tutti.
"Comoda camera matrimoniale con tv funzionante e bagno", questo era ciò che prometteva l'ennesimo motel.
Se per comoda intendevano delle fottute molle conficcate nella schiena, allora erano davvero un confort.
La tv si era accesa senza problemi. Peccato che gli unici canali funzionanti fossero quelli delle televendite.
Il bagno meglio non commentarlo.
Questo era il motivo per cui me ne stavo, alle sette del mattino, in un Café di Londra. Che piacevole accoglienza!
L'unica nota positiva era l'annuncio che avevo scorto sul giornale, quando mi ero versata metà caffè addosso. Tralasciamo.
"Cercasi persona con cui dividere le spese di un piccolo appartamento."
Citavano le prime le righe.
Non avevo pensato di cercarmi un appartamento, infondo sarei rimasta a Londra solo per un mese, però anche l'idea di ritornare in quel motel non era invitante.
Insomma, stavamo mettendo in discussione la mia fortuna. Invisibile.
Bevvi velocemente il caffè rimasto, scottandomi la lingua. Ovviamente.
Senza pensarci ulteriormente, segnai l'indirizzo indicato sull'annuncio.
Avrei preferito dormire sotto un ponte, piuttosto che ritrovarmi a subire di nuovo le torture del comodissimo letto del motel.
Tanto era solo un coinquilino, non sarebbe successo niente di eclatante, no?

 

"Oh."
Questa era l'unica cosa che riuscii di dire. D'accordo, mi ero svegliata presto e d'accordo, potevo benissimo avere delle allucinazioni, ma quello che mi ritrovavo davanti superava le mie fantasie più vivide.
Quando avevo suonato il campanello, mi sarei aspettata una ragazza. Invece mi aveva aperto un ragazzo, -piuttosto sexy aggiungerei- il che non era scandalizzante, ma c'era un piccolissimo dettaglio. Era nudo.
"Cazzo" imprecò quest'ultimo, coprendosi il Johnson.
"Il piacere è tutto mio" replicai con sarcasmo.
"C-ciao. Ci conosciamo?"
Aveva i ricci così scombinati che gli ricadevano sugli occhi, tuttavia riuscivo a scorgere il verde brillante delle pupille e, cosa ancora più incredibile, era uno dei pochi ragazzi che stava arrossendo imbarazzato.
Notando che lo stavo squadrando, il ragazzo rientrò nell'appartamento, chiudendo la porta dietro di sé.
Ricomparve poco dopo con indosso dei jeans sbottonati e una semplice maglietta blu. Al contrario.
"Non ci conosciamo. Sono qui per l'annuncio" dissi in risposta alla sua domanda.
Abbottonandosi i jeans, mi lanciò uno sguardo di sbieco.
"Giusto, l'annuncio. Entra."
Riassumendo, il mio improbabile nuovo inquilino, era un ninfomane che non si faceva problemi ad aprire la porta nudo. Niente di spaventoso, in poche parole.
"Sono Harry, comunque."
"Veins."
Entrai nell'appartamento che sembrava brillare da quanto era pulito. Tutto aveva una collocazione precisa, dal vaso vicino all'ingresso, al delizioso quadro di Michael Jackson.
Sto scherzando, naturalmente.
L'appartamento era l'esatto opposto, in realtà era proprio quello che ci si sarebbe aspettati, se ci fosse stata una festa. E a giudicare dai bicchieri di plastica, lasciati ovunque, ce n'era davvero stata una.
Una sfera da discoteca giaceva abbandonata per terra, delle patatine erano sparse ovunque e un sacchetto della spazzatura era stato rovesciato sotto un tavolo.
Non volevo essere nella persona che avrebbe dovuto pulito tutto.
Guardai il ragazzo riccio in cerca di spiegazioni.
Alzando le mani, quest'ultimo disse: " È da tre settimane che abbiamo lasciato quell'annuncio, avevamo rinunciato a possibili visitatori.
"Se non sei troppo scandalizzata, potremmo discutere meglio dell'affitto e il resto" continuò Harry.
Io? Scandalizzata? Proprio.
Scrollando le spalle, affermai: "Ho visto di peggio."
Seguii il riccio nella piccola cucina. Nonostante il totale disordine, era accogliente. Contando poi che non ci avrei vissuto per molto, era decisamente meglio del surrogato motel.
Presi posto su una sedia, aspettando che Harry cominciasse a parlare.
"Bene. Le cose sono abbastanza semplici. L'affitto è di seicento sterline, che diviso per tre persone, fanno duecento sterline a testa. Ci sono tre stanze, ma un solo bagno."
Harry parlava così piano e lentamente che riuscivo a capirlo a malapena. Aveva gli occhi socchiusi e con un mano si sosteneva la testa.
Mi alzai, decidendo di punto in bianco di dare una svegliata al ragazzo.
"Preferisci un rinfrescante getto d'acqua in faccia o del banalissimo caffè?" proposi senza mezzi termini.
Con un sbadiglio, Harry biascicò: "Caffè."
Una sbronza con i fiocchi, la sua.
Mentre rovistavo per la cucina in cerca del necessario, cominciai a parlare: "Vorrei restare solo per un mese. E da quel che ho capito ci sarà una terza persona, chi è?"
"D'accordo. Di lui non ti devi preoccupare."
Lasciai cadere il discorso e mi concentrai sul preparare il caffè, sentii Harry muoversi dietro di me, ma non ci feci caso.
Quando mi girai con le due tazze di caffè, il riccio sedeva al mio posto con dei fogli in mano.
"Wow. Sei veloce."
Sorrisi scuotendo la testa. Non avevo preso in considerazione la possibilità di vivere con ben due maschi.
Però, ripensandoci, non sarei rimasta più di tanto nell'appartamento, quindi di che mi preoccupavo.
"Grazie" accennò Harry per il caffè.
Sedendomi a mia volta, borbottai: "Non farci l'abitudine."
"Sicura di voler vivere qui? Non hai neppure visto l'appartamento!"
Un'osservazione abbastanza senza senso. Quelle stanze avevano visto tempi migliori, inoltre avrei avuto un soffitto sotto la testa e mi bastava.
"Certo. Finiamo queste burocrazie del cazzo" borbottai.
Seguii le istruzioni del ragazzo mezzo addormentato, firmando e dichiarando il tempo della mia permanenza.
"Ho proprio fatto un ottimo affare" pensai compiaciuta.
Il tempo per smentirmi fu esattamente quello di un paio di minuti netti. Il tempo che Harry dicesse:" Vieni. Ti faccio conoscere l'altro coinquilino."
Lo seguii in salotto, dove mi indicò il pavimento.
Vicino al tavolo del piccolo salotto, un ragazzo palesemente addormentato, mi dava le spalle.
"Dorme."
"Sveglialo, allora" replicai con un'alzata di spalle.
Il ragazzo prese due bicchieri di plastica e si diresse nella cucina. Trafficò per una manciata di minuti e poi ritornò  con i due bicchieri pieni di acqua.
Scavalcando delle bottiglie vuote, mi indicò i bicchieri:" Ti dispiace? Mi piacerebbe fargliela pagare per ieri sera."
Quel ragazzo cominciava a piacermi sempre di più.
"Fai pure" sogghignai, osservando di nuovo il ragazzo addormentato.
Stetti a guardare come il riccio versava il contenuto dei bicchieri sul malcapitato. Intravidi anche del ghiaccio. Trasgressivo quell'Harry.
Il moro imprecò, alzandosi di scatto.
"Mi spieghi che cazzo di problemi ti affliggono!" urlò, ma si sentì a malapena  dato che, sia io che Harry, stavamo ridendo come due idioti.
Incrociai gli occhi del malcapitato e per poco mi strozzai con la mia saliva.
"Tu!" Esclamammo entrambi, io confusa e lui più che incazzato.
Mi correggo, per capire che mi trovavo nei guai, mi era bastato incrociare gli occhi del ragazzo a cui avevo, addolcendo la pillola, rovinato la vita.


*Dieci mesi prima*


Sentivo il mio fiato condensarsi nell'aria. Faceva freddo, eccome.
Camminavo nervosamente a ridosso del grande edificio, cercando di non farmi vedere.
Sapevo che quello che stavo per fare, andava contro tutti i miei principi. Però sapevo anche, che se avessi desistito, me ne sarei pentita per il resto della vita.
Il tempo non era dalla mia parte, per quello che avevo in mente io, più giorni passavo per le stesse strade che conoscevo a memoria, più consumavo le mie possibilità di andarmene.
Con scatti poco eclatanti, avrei sprecato più di due mesi a racimolare tutti i soldi di cui avevo bisogno. Tuttavia, una scappatoia esisteva, impossibile certo, ma esisteva. Se riuscivo a trovare qualcosa di sconvolgente, avrei avuto i miei soldi subito. Una vittoria contro il tempo.
Scacciai i miei pensieri, per concentrarmi sulle due figure che sembravano troppo prese da se stesse, per accorgersi di me.
Osservai la figura maschile prendere per la vita la ragazza. In pochi secondi cominciarono a baciarsi, come avevo sperato.
Inghiottendo il rimorso, impugnai la macchina fotografica. Ora o mai più.
Feci due veloci scatti, ringraziando il fatto che si fossero fermati poco prima di un lampione.
Cercando di zoomare con la messa a fuoco, non mi accorsi di avanzare, come non mi accorsi della lattina spiaccicata sull'asfalto. Bastò un  altro passo avanti e il rumore della lattina calpestata, risultava assordante in quel silenzio. Neppure la musica attutita del locale era servita a qualcosa.
"Merda. Paparazzi" disse il moro, separandosi velocemente dalla ragazza. Si voltò verso di me con la stessa velocità.
Senza pensarci due volte, mi voltai e corsi. Corsi con tutto il fiato che avevo in corpo, tenendo la macchina fotografica ben stretta nella mano.
Sentii i suoi passi dietro di me. Grandioso.
La mia macchina era parcheggiata ad un isolato dal locale, ma non c'è l'avrei fatta a raggiungerla se lui continuava a seguirmi. E rimaneva anche la possibilità che memorizzasse la mia targa. Fantastico.
Svoltai bruscamente in un'altra stradina secondaria, sentendolo arrancare dietro di me.
"Cazzo."
Smisi di correre, osservando il muro di mattoni alla fine di quella che sembrava una via. La meravigliosa Los Angeles e i suoi vicoli cechi.
Senza farmi prendere dal panico, sganciai velocemente dalla macchina fotografica il rullino. Lo nascosi nelle tasche, abbassandomi e facendo finta di avere il fiatone. Beh, così finto non era.
Sentì il moro avvicinarsi e con non curanza mi alzai per fronteggiarlo.
Nonostante fossimo nella semioscurità,  riconobbi subito i suoi lineamenti. Gli occhi mi puntavano con ostilità, mentre le sopracciglia incurvate, gli garantivano un'espressione dura. Il modello tanto apprezzato in tutto il mondo, era a pochi passi da me. E non mi faceva nessuna impressione.
"Dammi la macchina fotografica" disse soltanto. Di poche parole.
Senza protestare gliela tesi.
Purtroppo controllò che il rullino  fosse al suo posto. E ovviamente non lo trovò.
"Il rullino."
Perché non poteva essere un po' più idiota?
Chiudendo gli occhi, misi la mano nella tasca dei jeans. Sempre senza dire niente, glielo tesi.
Il moro fissandomi intensamente, intascò il rullino. Giocherellò con la macchina fotografica, per poi scagliarla con forza per terra. E calpestarla.
Sottolineerei che era molto costosa e che se prima avevo dei sensi di colpa, si erano dissipati. Tutti.
Avrebbe avuto ciò che si meritava.
"Sono libera di andarmene?" chiesi ironica. Avrei tanto voluto tirargli un pugno sugli zigomi. Mi sarei accontenta anche dell'occhio.
"Sparisci."
Il modo con cui lo disse, il disprezzo nella sua voce, non l'avrei dimenticato.
Senza pensarci due volte, gli passai velocemente accanto. Per dare una parvenza normale, camminai come se niente fosse. Appena svoltato l'angolo, cominciai a correre il più velocemente possibile.
Quando raggiunsi la mia macchina, il sollievo si impadronì di me. Ce l'avevo davvero fatta.
Estrassi dalla tasca l'unico rullino che mi rimaneva. Ed il solo che conteneva gli scatti del tradimento della star. Idiota.
Chissà quando si sarebbe accorto del rullino nuovo di zecca che gli avevo rifilato.
Se visto da un altro aspetto, Zayn Malik si era rovinato con le sue stesse mani. Mi aveva lasciato andare con la chiave per distruggergli la vita, aggiungendoci anche del disprezzo.
Infondo la bellezza non era proprio tutto nella vita.

 

Non avrei mai pensato di ritrovarmi di nuovo vicino a Zayn. In realtà non avevo mai pensato di rivederlo e per di più senza quell'aria di strafottenza. Piccoli traguardi.
Pizzicandosi la maglietta, si avvicinò a me, per ringhiarmi:" Non credo nelle coincidenze, perciò dimmi che ci fai nel mio salotto."
Una persona normale se me avrebbe andata, anche molto velocemente. Non io.
Forse fu qualcosa nel suo tono, un qualcosa che mi fece prendere la decisione di non lasciarmi sottomettere dai sensi di colpa.
O forse fu il suo sguardo piccato e rabbioso, che mi fece rispondere con lo stesso tono:" Sono la tua nuova coinquilina, bello."



 
 
Spazio autrice
Eccomi qui!
Sono tornata con questa nuova fanfic e per chi si aspettava un sequel di "Cappuccetto rosso sangue", mi dispiace, ma la risposta rimane forse :)
Per chi non mi conosce, ma mi ha dato una possibilità, decidendo di leggere questa fanfic, grazie!
Per chi invece ha già letto qualcosa di mio e leggerà anche questa fanfic, grazie! ahahaha

 
Dunque, come si può capire, il titolo è ispirato alla canzone della mia ossessione preferita, cioè Ed Sheeran. E non potevo non scergliere la mia ossessione numero due come presta volto, cioè Taylor Swift! :)
Premetto che questa fanfic continuerà ad avere questo linguaggio sboccato, dato che è nel mio stile. Se vi crea fastidio, vi consiglio di non continuare a leggere.
Diciamo che per questa fanfic ho l'idea di base e il finale, il che è un bene, dato che di solito improvviso ahahah
Quiiindi mi farò sentire fra due settimane con il secondo capitolo! :)
Questi sono i miei contatti:

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E questo è tutto, un bacio!
Underline

 
   
 
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