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Autore: Beatrix_    03/09/2014    2 recensioni
[Accadde in Paradiso]
- Vi siete innamorati in Paradiso, vi innamorerete anche sulla Terra; sarete insieme per sempre, chiaro?
- Quando? Quando deve succedere?
- Come faccio a saperlo? Tra una vita, magari due, o duecento! Che cosa ne so?

Elmo compie 27 anni e fa uno strano incontro...
Songfic sulle note di Someday out of the blue, di Elton John
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<<Vi siete innamorati in Paradiso, vi innamorerete anche sulla Terra; sarete insieme per sempre, chiaro?>>.
<<Quando? Quando deve succedere?>>
<<Come faccio a saperlo? Tra una vita, magari due, o duecento! Che cosa ne so?>>
 
La strada è affollata: troppo, per essere soltanto le otto del mattino. La gente cammina di fretta, si fa largo a spintoni tra la folla, cercando di guadagnare anche solo qualche centimetro, qualche secondo di tempo. Una massa informe che popola la città, un milione di individui che camminano fianco a fianco come operose formiche; senza conoscersi, senza neanche averne il desiderio.
Elmo sospetta di essere troppo ubriaco già a quell’ora di mattina, per essere arrivato a formulare pensieri simili. Ha quasi dimenticato il perché se ne stia appoggiato ad una scatola di cartone tentando di convincere i pochi passanti esitanti a tentare la sorte giocando a dadi con lui.
“Ehi, lei! Vuole provare? Solo un dollaro, non perde nulla!” grida ad un uomo che si è appena voltato a guardarlo, ma dalla sua espressione – un misto di schifo e compassione – capisce di non averlo affatto convinto.
“Signora, vuole fare una scommessa?” tenta ancora con una donna di mezza età che gli passa proprio sotto il naso, ma questa affretta il passo e si allontana infastidita. Elmo si appoggia al muro che ha alle spalle e chiude gli occhi un momento. Sente le pulci salirgli addosso e divorarlo, lo sporco incrostato sotto le unghie e sulla pelle gli diventa improvvisamente intollerabile.
Non ha una casa, né una famiglia o un posto dove stare. Non ha un lavoro, né una donna. Non ha niente e non riesce a ricordare perché. Perché è nato e cosa ci faccia su questa terra.
 C’è dell’altro quel giorno: è il suo compleanno. Ventisette anni e l’impressione di star buttando via la propria vita perdendo tempo non lo lascia mai, lo segue come un’ombra scura, un pensiero molesto in fondo all’anima, un memento che ha scordato troppo in fretta.
Anche lui, come tutti gli individui della terra, deve avere uno scopo nella vita. Ci dev’essere qualcuno per lui, una persona che lo sta aspettando, che lo cerca come lui cerca lei e prima o poi la ritroverà.
 
Someday out of the blue, in a crowded street or a deserted square
I'll turn and I'll see you, as if our love were new
Someday we can start again, someday soon.
Un uomo si avvicina: è minuto, ha tratti quasi infantili ma l’espressione negli occhi è dura, arida. Butta a terra la sigaretta che sta finendo di fumare e la calpesta lentamente prima di gettare sul banco improvvisato cinque dollari.
“Gioco io,” pronuncia quasi beffardo mentre un sorriso ironico gli si disegna sulle labbra.
Scommette per tre volte e vince sempre. Elmo cerca di nascondere la sorpresa ed ogni volta rilancia, incapace di capire come i suoi dadi truccati possano tradirlo così sfacciatamente. L’altro accetta sempre di giocare ed attende l’inevitabile vittoria con calma e compostezza. Ogni volta i dadi lo favoriscono e lui accoglie l’esito con un impercettibile sorriso, quasi non gli importasse affatto del gioco e fosse lì per altre misteriose ragioni.
“Non l’hai ancora capito, Elmo?” chiede infine: la sua voce è roca, sprezzante, eppure vi è una percepibile nota di tristezza che addolcisce le sue parole, “non puoi vincere contro di me.”
“Come fai a sapere il mio nome?” chiede invece lui, troppo frastornato da quella presenza che pare quasi sovrannaturale.
L’uomo si avvicina di più al banco da gioco ed ora sono a malapena ad un metro di distanza; nessuno, tra i passanti frettolosi, fa caso a loro.
“Tu credi nel fato, Elmo?”
L’interpellato si lascia sfuggire una risata lunga, amara, rumorosa. “Se credessi nel fato,” risponde calmo, “non giocherei con i dadi truccati.”[1]
L’altro sorride e tira una boccata di fumo dalla sigaretta che gli è improvvisamente comparsa in mano. Elmo non ricorda di aver bevuto così tanto da non accorgersi di dettagli simili, ma dev’essere senz’altro quella la spiegazione.
“Ehi! Ne hai una anche per me?” chiede, quasi polemico, indicando la sigaretta. L’uomo tira fuori dalla tasca della giacca un pacchetto ancora sigillato e glielo porge senza una parola.
“Fai male,” dice poi, ma Elmo lo ignora, troppo impegnato con il pacchetto che gli è appena stato donato; sono mesi che non fuma: quando non si hanno i soldi neanche per mangiare, il fumo diventa un vizio evitabile.
“Ce l’hai un nome, visto che sembri conoscere così bene il mio?” chiede dopo qualche minuto: dal momento che l’uomo non sembra intenzionato ad allontanarsi, tanto vale provare a parlarci.
“Emmett,” risponde l’altro, “puoi chiamarmi così.” Aggira il cartone e va a sedersi spalle al muro, vicino ad Elmo che, sebbene sorpreso, non lo allontana.
“D’accordo, e cosa fai nella vita, Emmett?” chiede ancora.
“Ah, domanda interessante!” risponde agitando appena le mani con soddisfazione ed abbozzando un sorriso freddo, “Io faccio in modo che ognuno riesca a trovare la propria strada. In Terra e in Paradiso,” il sorriso si allarga ma non si estende agli occhi.
Elmo lo guarda sconcertato: forse ha soltanto trovato qualcuno più ubriaco di lui. “Sei per caso una specie di missionario o una strana razza di volontario?” chiede ironico.
“Hai mai la sensazione,” prosegue Emmett, ignorandolo, “di star girando a vuoto? Di aver perso di vista l’obiettivo?” domanda con fare quasi professionale.
Elmo ride, senza aver bene la certezza di cosa dovrebbe rispondere.
Here comes the night, here come the memories…  
Non rivelerebbe mai allo sconosciuto che sogna tutte le notti di una terra lontana – il Paradiso, forse? – e di una donna che un tempo deve aver amato.
Lost in your arms, down in the foreign fields…
Avevano una casa al confine del mondo, con le pareti colorate ed un bel giardino tutto intorno. C’era sempre il sole e i giorni passavano lenti, l’uno tra le braccia dell’altro.
Not so long ago, seems like eternity…
Non gli direbbe mai che ogni risveglio porta con sé la realtà, che quelle immagini oniriche non possono essere altro che sogni e quella ragazza, nella vita vera, non la troverà mai perché non riesce a ricordare nemmeno il suo volto.
Those sweet afternoons, still capture me.
Eppure ogni notte tutto sembra avere un senso e sa esattamente dov’è la sua vita e cosa deve fare.
 
“Il tempo passa, Elmo, hai già ventisette anni.”
La voce dell’uomo lo fa sobbalzare e lo riporta alla realtà: no, non esiste il Paradiso; l’ha inseguito ma non è mai riuscito a trovarlo.
We had it all and watched it slip away
“Cerca le risposte dentro di te, tu sai perché sei qui,” insiste Emmett ma Elmo ha già chiuso la porta alla speranza. Potrebbe essere chiunque ed è più facile pensare che non sia nessuno.
Where are we now? Not where we want to be
Guarda i volti delle persone che continuano ad affrettarsi per la via e si ripete che è tutto inutile. Perché mai i loro destini dovrebbero incrociarsi? Una donna passa loro accanto, più vicina di tutti gli altri: ha fretta, procede veloce a testa bassa e non si accorge del banchetto di cartone nemmeno dopo averlo urtato e quasi travolto, facendo cadere i dadi, tutto ciò che Elmo possiede.
Prosegue dritta per la sua strada, stringendosi addosso la giacca troppo leggera per quella stagione.
Elmo rimane per un attimo paralizzato, folgorato dal viso di quella sconosciuta che non è bello ma in qualche modo familiare, pieno di una schietta ingenuità ed un dolore quasi pari al proprio, e deve violentarsi per reprimere l’impulso di rincorrerla, fermarla e chiederle chi è.
Those hot afternoons, still follow me
Quando la perde tra la folla e torna al suo gioco è troppo tardi ed i suoi dadi, i suo dadi così ben contraffatti, costatigli ore di lavoro, sono già rotolati via e caduti inesorabilmente in un tombino, seguiti dallo sguardo vigile ed ironico di Emmet.
 
“Sai Elmo, mi ero sbagliato su di te. Mi sarei aspettato più… azione. Una simile occasione non l’avevo mai concessa a nessuno ed è un vero peccato che tu la stia sprecando in questa maniera,” commenta in tono pacato ed Elmo non riesce più a capire a cosa si riferisca.
 
I still believe I still put faith in us
I suoi pensieri sono ancora tutti per la donna che è appena passata eppure si fanno di secondo in secondo più confusi e dopo appena qualche minuto non è neanche certo di averla vista davvero e se non fosse per la perdita dei suoi dadi crederebbe di aver sognato, come gli capita tutte le notti.
I still believe I still put faith in us
Vorrebbe rispondere ad Emmett, intimargli di lasciarlo in pace e di smetterla con astratte lezioni di vita ma, d’improvviso, sente le forze venirgli meno e se ne sta attonito, incapace di reagire, con la mente vuota.
I still believe I still put faith in us
Ha paura di quello che ha pensato, ha paura di sperare che ci sia qualcuno che lo sta aspettando, che lui debba solo trovarla.
Quando, quando deve succedere? Vorrebbe chiedere questo allo sconosciuto che viene dal Paradiso ma teme che neanche lui abbia le risposte.
Some day out of the blue…
Maybe years from now,  or tomorrow night
Emmett si alza in silenzio; spegne la sigaretta contro il muro e si spazzola il vestito ben curato che ha indosso, scrollando via la polvere della strada e la sporcizia di quell’angolo di mondo nel quale si è seduto per qualche minuto.
“Ti resta poco tempo, Elmo, non lo sprecare,” dice soltanto, la voce velata di malinconia, prima di abbandonare tutta la sua vincita sul cartone.
“Buona fortuna,”gli augura allontanandosi e prima che Elmo possa replicare, anche soltanto ringraziare per l’augurio, l’uomo è già distante, confuso tra la folla del mattino.
 
I'll turn and I'll see you , as if we always knew
Rimane immobile, stordito, mentre sente una scintilla di immotivata speranza accendersi nel suo cuore e divampare come un incendio. Ancora non sa quello che deve fare ma ora la sua vita ha un senso e non vuole che vada perduto. Andrà in California.
Some day we would live again, someday soon.
 
<<… ti innamorerai ancora, ti do la mia parola.>>
 
Nota: Breve storia scritta parecchio tempo fa e mai pubblicata perchè il film è sconosciuto e non interesserà a nessuno xD Ma comunque, l'ho ritrovata nel pc e ho deciso di fare un tentativo xD Se per caso doveste averla letta, un commento fa sempre piacere ovviamente :)

Credits:
  • Il titolo della storia è tratto dalla canzone Romeo & Juliet dei Dire Straits
  • La citazione iniziale e finale (che poi sarebbe il continuo di quella iniziale!xD) sono del film su cui ho scritto la storia, Accadde in Paradiso
  • La citazione (1) è tratta dal film La strada per El Dorado
  • La canzone (ovvero le altre citazioni presenti) è Someday out of the Blue di Elton John
  
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