Fanfic su attori > Ben Barnes
Segui la storia  |       
Autore: Nadie    05/09/2014    2 recensioni
Un giorno ha chiesto cosa fosse quell’amore ripetuto dai dischi in vinile di papà.
«Una cosa che aggiusta tutto.» gli hanno risposto.
«Come una super colla?»
«Proprio come una super colla.»
Adesso che il bambino che è stato lo ha abbandonato, capisce che gli hanno mentito.

[Ben e Prudence]
[La Legge del Resto - sentivo il bisogno di cambiar titolo]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Temporale '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cara Prudence




 

La prima volta che parlò a sua figlia - ancora nascosta nel suo ventre spazioso - le disse che «le persone si riempiono a vicenda.»
Seduta a gambe incrociate davanti ad una finestra, si passò le mani sulla pancia, cresciuta per far spazio a quella piccola creaturina accucciata nel suo profondo, e pensò che quello fosse il momento perfetto per parlarle, pensò che in quella notte scura avrebbe potuto raccontare qualcosa del mondo a quell’esserino piovuto dentro lei da chissà dove.
Le persone si riempiono a vicenda.
Era così, era questo lo scopo universale di tutti e tutto: riempirsi.
Spiegò a sua figlia che quello scambio astratto e invisibile stava avvenendo anche in quel momento, tra loro due.
«Tu mi stai riempiendo della tua essenza fragile e io ti sto dando parte di me, ti sto regalando un grosso pezzo del mio ‘io’.»
Le disse che l’amore, i desideri, le passioni ed ogni altro sentimento e componente della nostra anima, era come l’acqua e poteva essere versato di corpo in corpo in continuazione.
Le spiegò che il mondo non era così grande e che niente succedeva per caso e che, una volta versato qualcosa dentro qualcuno, nasceva un filo sottile che teneva legate due persone per sempre.
«E non importa se le vostre strade si divideranno, non importa quanto sarete distanti: quel filo resisterà a tutto e a tutti.»
Chissà se quella creaturina la stava ascoltando, lei ne era certa «perché ormai ti sono arrivate anche le orecchie, e allora ascoltami bene, piccolina, prenditi tutte le mie parole e quando verrai al mondo sarai già quasi piena.»
E così, notte dopo notte, Prudence versava la sua vita e le sue parole in quell’esserino nascosto, e lo sentiva nascere dentro di lei, quel filo, lo sentiva legarsi stretto tra il suo corpo e sua figlia e cresceva nel suo petto la consapevolezza che quel legame ancora all’inizio, quella vita nuova non ancora arrivata, l’avrebbe riempita fino all’orlo della sua esistenza e che mai, mai e per nulla al mondo, lei e sua figlia si sarebbero perse.
Una notte, dopo tante altre notti, Prudence giurò a sua figlia che le avrebbe dato tutto ciò che aveva, le avrebbe dato il meglio di lei, e la creaturina accovacciata nel suo ventre si sentì pronta, decise che quello era il momento giusto.
Scelse quella notte scura per arrivare, per incontrare finalmente quella donna che se la teneva stretta nella pancia e la riempiva di parole e d’infinito.
Scivolò fuori dal quel ventre caldo e spazioso e pianse come mai avrebbe poi pianto in tutta la sua vita.
Smise di dimenarsi solo dopo che un paio di mani sconosciute la posarono tra delle braccia calde e lei, la piccola creaturina appena venuta al mondo, sentì di essere in un bel posto.
Prudence la chiamò Leila. Notte.
 
 
 
 
 
Nessuno.
Nes-su-no.
Non la trovi una bella parola?
Nessuno.
Secondo me è ciò che siamo, che tutti noi siamo.
Perché tu, per caso, sai già chi sei? Pensi che il destino abbia già scritto la tua vita? Che tutto abbia un magico senso?
Cazzate.
Noi non siamo niente, non siamo nessuno e non capiremo mai chi siamo fino alla fine.
E non lo dico mica io, ma la Legge del Resto.
Il resto, già, proprio così.
Ma tu ci pensi mai al resto?
Ma te le fai mai due domande sul resto?
Sai cos’è?
Te lo spiego io, allora.
Il resto è ciò che sta intorno alle nostre vite, è lo spazio, il tempo, sono le domande esistenziali, io chi sono? Ma l’amore esiste? E Dio? Dio esiste? E come fa ad ascoltarci tutti quanti? Cosa c’è dopo la morte?
Domande che si fanno tutti, immagino, ma la risposta? Tu te la sei mai data una risposta?
Ti sei mai seduto da qualche parte in silenzio a chiederti chi sei, se sei soddisfatto delle tua vita, se quello che fai era davvero ciò che volevi fare, se sai almeno cos’è quello che vuoi fare?
Scommetto che hai lasciato la domanda con il punto interrogativo e non ti sei azzardato mai a rispondere.
Fa paura la risposta, vero? O, ancora peggio, non riuscire nemmeno a trovarla, la dannata risposta.
Comunque, andando con ordine, la Legge del Resto dice che noi, tutti noi, io, tu, il tuo vicino di casa, il tuo migliore amico e il Papa, nasciamo nessuno e, man mano che viviamo la nostra vita ci costruiamo un’identità, ma non si smette mai di essere nessuno perché tutto può sempre cambiare.
Io ora posso di dire che sono un attore.
Ma se domani mi sveglio e mi metto a fare lo scrittore cambio ogni cosa, capito?
Sai qual è la cosa più importante nella vita, secondo la Legge del Resto?
L’amore? No.
La salute? Nemmeno quella.
Il tempo.
Questa è la cosa più importante.
Quale dannata magnifica invenzione!
Chissà chi l’ha inventato, il tempo, sarà stato Dio? E come l’avrà fatto? Che materiale avrà usato?
Sai, secondo me il tempo non è esterno a noi ma è dentro di noi, oltre la carne, dentro le vene, è forse una delle nostre componenti più importanti.
Il tempo, perché il tempo una volta che passa non torna più indietro, se lo perdi, basta, non puoi più farci nulla, non lo recupererai mai, e il problema è che il tempo è un grandissimo bastardo e ti rendi conto di quanto prezioso sia, solo quando è tardi.
Io l’ho capito oggi.
L’ho capito mentre salivo sull’aereo per Dublino.
L’ho capito quando ho preso la metropolitana.
L’ho capito appena ho incrociato un maledetto paio di occhi verdi.
E adesso ne ho la certezza: io di tempo ne ho perso troppo.
Secondo la Legge del Resto, quando perdi del tempo non c’è più modo di recuperarlo.
Allora sai cosa? ‘Fanculo alla Legge del Resto, io il tempo lo farò tornare indietro, lo recupererò fosse l’ultima cosa che faccio in vita mia, e se è vero che Dio esiste allora gli dirò di ridarmi gli anni che si è preso, lo obbligherò se devo, ma riavrò il tempo, il mio tempo, il nostro tempo.
Perché  stavolta, cascassero dal cielo le stelle, non andrò via senza Lei.
 
 




Ebbene sì, alla fine la long è nata! (non so se è proprio una buona notizia, ma vabbé)
Dunque, dunque, avrei voluto postare molto più avanti, solo che mi sono resa conto che, se non postavo subito, avrei continuato a rimandare la stesura degli altri capitoli e quindi probabilmente chissà quando mi sarei data 'na mossa!
Cosa dirvi e anticiparvi? Allora, il prologo è in terza persona, ma come vedete già da subito tutta la storia sarà scritta dal punto di vista di Ben, ma stavolta in prima persona(volevo provare qualcosa di nuovo) vediamo cosa ne esce fuori...
Niente, ringrazio come sempre tutti i lettori dei due sfigatozzi, silenziosi e non e, tranquilli, a 'sto giro sarò meno sadica e cattiva ;)
Grazie mille per il vostro tempo,
C.

P.S: Sì, lo ammetto, la fagiolina l'ho chiamata Leila non solo perché in arabo vuol dire 'notte'(me l'ha detto un'amica che conosce la lingua), ma anche perché è il nome della protagonista femminile di 'Star Wars', la Principessa Leila, e siccome sono leggermente nerd volevo farle un tributo.
Ora smammo per davvero!

 

 
 

 
 

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Ben Barnes / Vai alla pagina dell'autore: Nadie