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Autore: fly90    05/09/2014    5 recensioni
Tratto da un sogno che ho fatto qualche tempo fa e che mi ha decisamente angosciata...Cosa fareste se un gruppo di pazzi sanguinari mettesse a soqquadro un supermercato e poi decidesse di inseguirvi per uccidervi?
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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IL MASSACRO.

PARTE UNDICESIMA.


Greg girò la testa incrociando lo sguardo impaurito di Lena.

Stringeva il fucile tra le mani tremanti incapace di muovere un solo muscolo.

Era paralizzata da ciò che era riuscita a fare.

Aveva ucciso un uomo.

Fu allora che gettò l'arma a terra e corse verso il ragazzo tuffandosi sul suo petto e nascondendo il viso rigato di lacrime.

Greg soffocò un gemito di dolore mentre alzava la mano con difficoltà per appoggiarla sul capo di Lena.

Shh. È tutto finito ora. Ce l'abbiamo fatta.” Le sussurrò mentre sentiva le forze abbandonarlo.

Doveva far credere a Lena che le ferite non fossero così gravi come invece erano.

Perdeva molto sangue e il ventre gli doleva come se qualcuno gli stesse strappando le interiora.

D-dobbiamo uscire da qui, cercare aiuto. Ti devo portare all'ospedale!” Scattò la ragazza scrutando la profonda ferita che attraversava l'intera pancia del giovane.

Oddio! Non faremo mai in tempo. Devo fare qualcosa, bloccare l'emorragia.”

Greg tossì un paio di volte lasciando uscire lacrime di dolore e agonia dagli occhi.

Non aveva mai provato un dolore simile.

Lasciò andare la testa contro il pavimento freddo e chiuse gli occhi.

Greg ti prego resta con me!” Urlò Lena mentre cercava di scuoterlo senza fargli male.

Il ragazzo aprì gli occhi quel tanto che bastava per vederla ma ormai faceva fatica anche solo a respirare.

Sentì la mano della ragazza accarezzargli il viso prima che tutto diventasse buio.

Si disse che stava morendo e rimpianse di non aver potuto vivere il futuro che lo attendeva.


Vide a poco a poco il corpo di Greg arrendersi e la disperazione dentro di lei arrivò ad un livello così alto che avrebbe voluto morire anche lei.

Perché doveva essere l'unica ad avercela fatta?

Perché?

Ripensò al sorriso di Joanna, al viso di Adam e alla dolcezza di Deanna.

Guardò ancora il corpo di Greg riverso a terra e si passò un dito sulle labbra.

Avrebbe potuto essere amore.

Lacrime amare le scorsero giù per il viso mentre si avvicinava a Greg e si raggomitolava sul suo petto come se avesse potuto rimanere lì per sempre.

Fu allora che sentì il debole battito del suo cuore.

Sorpresa e felice gli toccò la giugulare sentendo il palpito sotto ai polpastrelli.

Rideva tra le lacrime mentre lo accarezzava.

Avrebbe ancora potuto farcela.

Andrà tutto bene te lo prometto.” Gli sussurrò nella speranza che in qualche modo capisse.

Corse giù per le scale cercando un telefono ma trovò tutti i fili tagliati.

La porta di ingresso era bloccata impedendo a chicchessia di uscirne e l'unica via di fuga rimanevano le finestre.

Ma anche se fosse riuscita ad uscire dove sarebbe andata?

Era una casa isolata e non sapeva nemmeno a quanto distava la prima casa.

Tornò di sopra e cercò di trasportare Greg fino al pianterreno ma era decisamente troppo pesante per lei, non le restava che una sola possibilità per salvarlo.

Doveva correre il più velocemente possibile e cercare aiuto lasciandolo lì.

Non poteva fare altrimenti anche se avrebbe voluto trovare un altro modo.

Lasciarlo lì era un po' come abbandonarlo.

Pensò a come si sarebbe sentito quando fosse rinvenuto e non avesse trovato nessuno.

Cos'avrebbe pensato?

Ma non poteva indugiare oltre.

Lo sistemò sul divano come meglio poteva e gli coprì le ferite cercando di fermare l'emorragia.

Sospirò e si diresse in cucina dove spaccò un vetro.

Tolse quanti più vetri possibile prima di scivolare fuori.

Nel farlo sentì il morso feroce del vetro tagliarle un fianco prima che riuscisse a toccare terra.

Cadde con un tonfo sull'erba fredda.

Con una smorfia prese coraggio e si alzò la maglietta scoprendo un taglio sanguinante appena sopra il bacino.

Si rialzò e corse verso il garage dove Greg aveva parcheggiato e con mano tremante aprì la portiera tuffandosi al posto di guida.

Le chiavi ancora inserite nel quadro.

Il rombo del motore sembrò infonderle un po' di calma.


Il colpo era stato forte e lo aveva preso alla sprovvista.

La ragazza lo aveva colpito con l'attizzatoio forandogli la testa.

Pensava di essere morto ma alla fine si era risvegliato con un dolore cocente alla testa.

Forse l'uncino non aveva inferto ferite mortali.

Si era alzato e strisciando i piedi si era diretto verso la prima porta che aveva trovato.

Per fortuna aveva giusto trovato un bagno dove si era tolto l'attizzatoio dal cranio.

Ora al posto dell'attrezzo rimaneva un buco sanguinante e pulsante ma almeno era ancora vivo.

Il gioco poteva continuare.


Lena ingranò la retro e uscì a tutta velocità dal garage imboccando la strada principale.

Con le mani che le tremavano e la testa ancora accanto a Greg sfrecciò per la campagna trovando solo asfalto contornato da boschi e prati, neanche l'ombra di una casa.

Non poteva nemmeno cambiare strada perché non sapeva se sarebbe riuscita a tornare indietro.

Frustrata accelerò ancora di più mentre l'ansia le bloccava la gola e uno strano senso di disagio le prendeva lo stomaco.

Le mani tremavano mentre cercava di tenere stretto il volante, lo sguardo correva frenetico in cerca di una luce, un qualsiasi indizio di una casa nei dintorni.

Era talmente presa dalla ricerca che non si accorse dell'ombra che si erse dal sedile posteriore dell'auto.

Due occhi carichi di odio la stavano guardando dallo specchietto retrovisore.

Il senso di disagio crebbe in lei mentre sussurrava incoraggiamenti per Greg anche se era lontano.

Dio ti prego facci uscire da questo incubo!” Piagnucolò disperata.

Il suo sguardo catturò il riflesso di qualcosa alle sue spalle facendola sobbalzare.

E fu allora che vide l'indiano seduto proprio dietro di lei.

L'uomo scattò avanti armato di un coltello che riluceva alla luce della luna.

Lena gridò, gridò così forte da rimanere quasi rauca.

Era spacciata.

Mentre l'uomo si avvicinava ancor di più poté notare che aveva un buco in una tempia e sapeva bene che quel buco andava oltre alla fronte dove l'attizzatoio di Joanna l'aveva colpito.

Com'era possibile che fosse ancora vivo?

Il gioco finisce qui.” Le sussurrò l'uomo all'orecchio e premette sulla sua gola.

Lena sentì la lama morderle la carne mentre il sangue iniziava a scenderle giù inzuppando la maglietta.

Era fatta, tra poco sarebbe morta...


Lena aprì gli occhi di scatto portandosi istintivamente le mani alla gola dove credeva di trovarci uno squarcio invece, non trovò altro che la pelle liscia e sudata.

Ma che diavolo...” Borbottò guardandosi attorno.

La luce del giorno illuminava la stanza e la sveglia segnava le nove passate.

Il cuore lentamente tornò al ritmo regolare mentre la ragazza si lasciava cadere di nuovo sul cuscino.

Non devo più guardare certi film con Joanna!” Disse a se stessa sorridendo.



FINE


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi!

Eccomi con un altro capitolo:-)

Spero vi sia piaciuto.

Siamo arrivati alla fine della storia.

È stata lunga e mi rendo conto che le attese tra un capitolo e l'altro sono state secolari ma avevo veramente il tempo risicato!

Che mi dite? Piaciuta?

Spero di si.

Ammetto che l'idea mi è venuta proprio perché l'ho fatto io questo sogno e vi assicuro non è stato per nulla piacevole.

Che dire?

Presto vedrete altre storie visto che ne ho un sacco di idee.

A presto e grazie a tutti quelli che hanno avuto il tempo e la voglia di leggere e recensire.

Un bacione dalla vostra Fly90.

  
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