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Autore: histattooedarms    06/09/2014    0 recensioni
"Non sapevo come sarebbe andata a finire, ma sapevo che quello che eravamo mi piaceva; mi piaceva tutto di questa vita da quando era arrivato lui, mi piaceva davvero"
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Per poco non faccio cadere tutto il vassoio; Alan Ashby stava parlando con me, voleva che gli dessi una birra, ma io sono troppo intontita per compiere qualsiasi movimento, le gambe mi tremano e penso che il mio povero cuore stia per esplodere; troppe emozioni in una sola giornata.
«Hey bellissima, che ti succede?» dai Bea svegliati, dagli quella cazzo di birra e vai via.
«Oh si certo, scusami, ecco a te»
«Ti ringrazio»
Ok adesso devo portare il vassoio al quel tavolo laggiù, chissà da quanto stanno aspettando, ma dov’è Fra?! Non riesco a vederla in mezzo a tutto questo caos.
01.33 questa sera malgrado il locale sia strapieno non ci sono molte persone, forse perché piove e, mentre questo pensiero mi attraversa la mente, torno al bancone e vedo Fra, per fortuna. Le vado vicino e le dico di aver parlato con Alan e lei mi spalanca i suoi bellissimi occhioni nocciola contornati da uno strato spessissimo di matita nera e eye-liner
«Che coooosa?! TU HAI PARLATO CON ALAN?»
sì, stava urlando come una pazza, le dico del mio imbarazzante incontro con il chitarrista e lei scoppia in una risata fragorosa:
«Certo che l’ansia fa brutti eff.. »
Non riesce a finire la frase che tornano tutti al bancone:  Austin, Alan, Aaron, Phil e Tino tutti e cinque disposti difronte a noi “Quanto è alto Austin, caspita” penso guardando Fra che penso abbia un attacco di panico non indifferente, le prendo la mano
«Va tutto bene forza torniamo al lavoro» e ci avviamo tra i tavoli.
Sono quasi le due e gli Of Mice & Men sono ancora qui che scherzano con Travis. Torno al bancone per dare una pulita e Alan mi rivolge nuovamente la parola
«Hey, mi daresti un’altra birra» ok, quell’ “hey” all’inizio di ogni frase mi infastidiva, c’è il cartellino con il mio nome per qualcosa, comunque prendo la birra, la stappo e gliela porgo, lui mi sorride come per ringraziarmi (davvero un bel sorriso) e torno a fare quello che stavo facendo; in tutti i cinque anni che ho lavorato all’Amanda’s non mi ero mai sentita così sotto pressione.
«Bea, hai visto che sorpresa che vi ho fatto portandovi qui i ragazzi!» mi dice Travis; “i ragazzi”?! vuoi dire che si conoscono e lui ha aspettato tutto questo tempo per portarli a suonare in questo cazzo di Pub?! Vabbè poco mi importa, devo continuare il mio lavoro. Fino alla chiusura non ho più parlato con nessuno tranne che con i clienti e alle quattro meno venti non arrivava più nessuno così abbiamo deciso di chiudere, ma loro erano ancora lì, seduti sugli sgabelli del bancone che chiaccheravano allegramente tra di loro con Travis incurante del fatto che io e Fra stavamo morendo dalla voglia di scambiare qualche parola con loro.
«Hey, scusa non leggo il tuo nome, ma mi daresti un’altra birra?»
«Alan smettila di bere te ne sei già bevute abbastanza per questa sera, non mettermi in condizioni tali da doverti fare da mammina» interviene subito dopo Austin, e il discorso finisce lì.

«Fra, il cuore mi sta scoppiando, sono a due metri da noi e io non credo di essere più tanto sana di mente»
Ride, ma la conosco da una vita e so che sta succedendo anche a lei.
Mentre stiamo mettendo in ordine i tavoli sento Travis che dice loro
«Dai che vi presento le ragazze, senza di loro questo posto non sarebbe quello che è»
Ho un groppo alla gola, mi manca il respiro.
«Ragazze venite qui dai, basta riordinare, continueremo domani»
Con passo di zombie ci giriamo e andiamo verso di loro.
«Lei è Francesca, ma Fra per gli amici e lei è Beatrice, ma Bea per gli amici. Ragazze loro sono, beh, lo sapete meglio di me»
«Io e la moretta ci siamo già conosciuti, vero?» esclama Alan guardandomi. No, non ci siamo conosciuti per niente non ci siamo presentati e abbiamo scambiato solo due parole.
«Sono entrambe more, idiota» sbotta Austin «Comunque io sono Austin, Austin Carlile…questo qui è Alan e loro sono Aaron, Phil e Valentino, ma Tino per gli amici».
«Molto piacere» esclamiamo in coro, la tensione si è un po’ allentata.
«Sai Austin, loro vi seguono da una vita e conoscervi è una vera gioia» interviene Travis.
«Oh, seriamente?! Allora non c’era bisogno che ci presentassimo» ironizza Austin.
«Ragazzi, mi piacerebbe rimanere qui a parlare, ma ho una moglie e dei figli che mi aspettano per uscire la domenica mattina, quindi è meglio che mi faccia qualche ora di sonno» aggiunge Travis.
«Sì certo Travis, chiudiamo noi e usciamo, ci vediamo domani sera» gli rispondo
Travis si congeda e Alan propone di andare a fare un giro, non  so bene cosa ci sia da fare il 21 di dicembre in una città come la nostra dalle quattro e un quarto del mattino, ma io e Fra accettiamo, quando mai potrebbe ricapitarci di fare una passeggiata nel cuore delle notte con i nostri idoli? Non ricapita, quindi “Seize The Day” (o “Carpe Diem” mettetela come volete).
Solo Alan e Austin però sono entusiasti della proposta del chitarrista, e gli altri tre decidono di tornare in Hotel.
Ok, siamo noi con loro due in giro per le stade alle quattro del mattino, così cominciamo a parlare un po’ di noi, delle nostre vite e Austin decide anche di parlarci dell’operazione al cuore e della malattia che mi lascia senza parole: quell’uomo ha una forza incredibile per continuare ad andare avanti. Lo ammiro ancora di più.
Ridendo e scherzando si sono fatte già le sei e il cielo appare un po’ meno nero, comincia a scendere una pioggerellina sottile che non ci preoccupa, quando mi rendo conto che ho lasciato l’auto al pub e la sera devo andare a lavorare.
«Cazzo, ho lasciato la macchina all’Amanda’s» esclamo «Devo tornare a prendela, scusate, ma domani non so come tornare al lavoro e ormai sono quasi arrivata a casa a piedi».
Si girano tutti a fissarmi con aria sbalordita quando Austin prende parola
«Abiti da queste parti?»
Annuisco e gli indico il palazzo
«Perché quella è la mia auto, se sei d’accordo vi portiamo noi al pub domani, così salutiamo anche Travis».
Non credevo alle mie orecchie, guardo Fra che sta cercando invano di trattenere il suo entusiasmo e con gli occhi mi comunica “Ti prego accetta, ti prego” , guardo Austin
«Oh, sei sicuro che non sia troppo disturbo?»
Annuisce, «Sarebbe un vero piacere» completa Alan.
«Beh, ormai che siamo qua e la pioggia comincia a intensificarsi perché non salite» non so dove trovai la forza per dire certe parole, stavo invitando Austin Carlile e Alan Ashby a casa mia.
«Sei sicura che non sia troppo disturbo?» scherza Austin
«È un piacere» dice Fra imitando Alan

Apro la porta di casa (dell’appartamento)  e faccio entrare tutti gli altri, metto apposto il divano-letto, lo apro e i miei ospiti si accasciano sul piumone stanchissimi.  Li guardo: Fra, Alan in mezzo e Austin alla fine che ci sta a fatica nel letto per via della sua altezza.
Mi tolgo gli anfibi, il piumino e svuoto lo zaino con la divisa e le mance della serata, lascio tutto sul tavolo e me ne torno dagli altri che nel frattempo si sono seduti, si sono tolti scarpe e giacconi e stanno guardando la televisione.
06.23 direi che potremmo anche dormire adesso, ma non faccio in tempo a dirlo che tutti e tre si sono già addormentati sotto il mio piumone e mi hanno lasciato anche un posto alla fine del letto, affianco al colosso di Austin. Mi accoccolo affianco a lui, (oddio sembro ancora più minuta di quello che sono) mi faccio cullare dai pensieri e mi addormento.

   
 
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