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Autore: StandAboveTheCrowd    07/09/2014    1 recensioni
Due neolaureate due anni a Chicago per un concorso. Non sanno che le aspettano incontri fuori dal comune, disastri, equivoci e fiumi di annacquato caffè americano.
(Scritta a quattro mani con Jump And Touch The Sky)
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jared Leto, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Vuoi deciderti a uscire? Sei in bagno da tre ere glaciali e mezzo!

Valentina era fuori dalla porta e continuava a battere le nocche sullo scrostato legno bianco freneticamente.

-I miei capelli non hanno intenzione di mettersi in modo decente stasera, non è colpa mia!

-Invece sì, se sei spastica.

Dall’altra parte si sentì solo un verso colmo di rabbia che non ricordava nulla di umano; Valentina provò a girare la maniglia, ma niente, chiusa. Cercando di non dare in escandescenze, fece un respiro profondo e si buttò sul letto. 

Un’ora dopo finalmente Arianna uscì dal bagno, con aria soddisfatta. Valentina la guardò attentamente, mentre tentava di infilarsi una scarpa. –Ora devo solo truccarmi, farmi le unghie e vestirmi!- esclamò la prima, con aria allegra. –Ma sei
uguale a quando sei entrata!- fece Valentina, di rimando, prendendo in considerazione l’idea di prenderla a testate per aver passato inutilmente un’intera ora chiusa in bagno. Il sorriso di Arianna si trasformò in una smorfia omicida. 

-Non vedi questo ciuffo?! Prima era crespo, ora non più! 

-Fammi capire... tu avresti impiegato un’ora solo per sistemarti un ciuffo?!

-Eeeeeh... ovvio?

Valentina decise di non prolungare oltre la conversazione e lasciò l’amica al suo destino. 

Inspiegabilmente, le due italiane erano pronte mezz’ora prima dell’appuntamento, per cui ebbero tutto il tempo per uscire dall’hotel in modo circospetto, controllando attentamente ogni angolo, nel tentativo di sfuggire a Jared. Raggiunta l’uscita entrambe tirarono un sospiro di sollievo.

-Allora, ci siamo- Arianna si guardò intorno. -eeeeh, da che parte andiamo?
Valentina diede un'occhiata al foglietto su cui aveva trascritto l'indirizzo del ristorante.
-Di là.- decretò, avviandosi lungo la strada. Arianna la guardò perplessa. -Forse è meglio prendere un taxi.
-Detesto i tassametri, lo sai. Mi fanno venire l'orticaria e mi svuotano il portafogli, che tra l'altro è già abbastanza vuoto. Confida nel mio fantasmagorico senso dell'orientamento, suvvia- rispose Valentina, prendendola sottobraccio e costringendola a seguirla.
Lì per lì tutto sembrava andare bene, ma dopo dieci minuti che vagavano a casaccio, le due italiane cominciarono a preoccuparsi. -A parte il fatto che faremo tardi all'appuntamento con l'uomo della mia vita...- iniziò Arianna, togliendosi una scarpa con una smorfia di dolore: -...hai almeno idea di come tornare indietro?- Stava disperatamente tentando di mantenere la calma, ma iniziava a odiare la sua amica. Amica che sembrava leggermente sulle spine. -Ehm... No.- pigolò, pronta a morire per mano di Arianna, che difatti le lanciò un'occhiata più che assassina.
-Fantastico! E adesso che facciamo?- sbottò. -Chiediamo indicazioni a quel simpatico signore laggiù!- fece Valentina, avviandosi. -Excuse me...
Il tizio, probabilmente un uomo d'affari cinese, a considerare da com'era vestito, nemmeno la guardò. -Stiamo cercando un locale aperto da poco... Lei è del post...- Valentina stessa si rese subito conto della stupidità della domanda. Ovvio che non era del posto! -Questo Jackie Chan in giacca e cravatta ti sembra il tizio più adatto a cui chiedere indicazioni?!- sibilò Arianna, trascinandosela via. -Piuttosto, chiediamo a quei due.
Prima chiesero a due ragazzi giovani, sicuramente del posto, poi ad un'anziana signora che rincasava, poi a un tizio improbabile che portava a spasso il cane, ma nessuno nell'intera Chicago sembrava conoscere il locale. A quel punto, Arianna aveva raggiunto il limite dell'esaurimento. -Dannazione!- ringhiò, prendendo a testate un lampione. Valentina cercò di calmarla. -Dai... Non è niente, ancora siamo in anticipo... Dopo ci scuseremo con Adam...
-Tu non capisci! Il problema Adam è slittato al secondo posto! Adesso sto morendo di fame!
Valentina impallidì. Arianna affamata era peggio di Arianna mestruata e la cosa non era positiva. -Ehm... Perché non chiami Adam?- azzardò, attentissima alle parole che usava. Arianna rimase immobile per un istante, poi alzò di scatto la testa. -SONO UN GENIO!- esclamò. Valentina non riusciva a capire. -P...perché...
-Ho avuto un'idea strepitosa!
-...cioè...?
-CHIAMARE ADAM!
-Ma veramente quella sarebbe la mia ide...
Ma Arianna non la stava più ascoltando, impegnata com'era a cercare Sam nella sua borsetta senza fondo. Riuscì a trovarlo e a farsi dire esattamente da Adam dove dovevano andare, poi lo ripose con aria soddisfatta. -Bene. Da questa parte!- esclamò. Valentina la seguì, senza sospettare che avrebbero vagato a vuoto per altri dieci minuti, tra l'altro finendo in una parte sconosciuta della città.
-Qui non ci sono locali.- osservò, con tutta la calma possibile. Arianna scrutava confusa i cartelli che indicavano il nome delle vie. -Eppure non posso essermi sbagliata...
-Avranno spostato il ristorante mentre parlavi con Adam.
-...che infami questi Americani. Come hanno potuto?! Io ho fame! Come vorrei avere una foto dell'ingresso...
Con quella frase, Arianna riuscì nella magica impresa di far fare contatto ai neuroni di Valentina, che estrasse Sung dalla tasca rischiando di lanciarlo contro un muro. -Google! Google maps!- esclamò, con le lacrime agli occhi dalla gioia. Arianna momenti le saltò sopra dalla contentezza. Era talmente sollevata da non offendersi perché l'idea non l'aveva avuta lei. Finalmente, guidate dalla voce gracchiante del cellulare di Valentina, fissandolo concentrate come due ebeti, le due riuscirono a districarsi tra le vie e raggiunsero il locale.
-Ops..- pigolò Arianna, fermandosi di colpo.
- “ops” cosa?
- Siamo in ritardo di cinque minuti!
- E quindi? Non vedo la catastrofe.
- Ho perso cinque minuti di tempo con l’uomo della mia vita. Per fortuna sono riuscita a tirarti fuori dall’albergo in anticipo.
- Ma se eri tu quella che si era chiusa in bagno?- fece Valentina tentando di non saltare addosso all’amica per ucciderla.
- Sì ma poi tu ci hai messo troppo.
Giuro che prima o poi l’ammazzo, pensò l’amica e senza aspettare una risposta da quest’ultima, Arianna cominciò a scendere le scale che portavano all’entrata del locale e, dopo essersi controllata per la centesima volta nello specchietto che aveva in borsa, cacciò un sorriso a trentasei denti e aprì la porta.
-Bene, ora dobbiamo solo trovarlo- sbuffò Valentina, che non vedeva l’ora di sedersi.
-E’ lì in fondo. Non è un po’ grande quel tavolo per tre personechièquella?!
- Chi?
-Quella. Vicino. Al. Mio. Adam.- Arianna aveva il dito puntato verso una ragazza, seduta un po’ troppo vicino all’uomo della sua vita.
- Ehm, Ary... Calma, sei solo affamata.- Tentò di sdrammatizzare Valentina - Magari è un’amica, o addirittura la sorella!
Arianna incenerì l’amica con lo sguardo: odiava darle ragione.
Dall’altro lato della sala Adam, che le aveva notate, le salutò alzando un braccio; spingendo Arianna, Valentina riuscì a portarla fino alla sedia.
-Ragazze, vi presento Jeanie- fece Adam guardando la ragazza seduta: -la mia fidanzata!
Le due italiane sbarrarono gli occhi nello stesso istante. Valentina cominciò a pregare che Arianna non uccidesse nessuno trasformandosi in qualche mostro a tre teste, Arianna stava combattendo con tutte le sue forze per non urlare “Taci! Tu sei mio!”
-La sorella, eh?!- sibilò l’italiana a denti stretti e cercando di mantenere la calma si sedette di fronte a Jeanie.
Guardandola bene Arianna dovette trattenersi dal ridere quando notò le sue sopracciglia: nella sua mente le definì orrendamente enormi, erano state disegnate troppo scure e definite per il suo viso. Dando una gomitata a Valentina, Arianna cercò di farlo notare anche a lei, che già aveva le lacrime agli occhi.
- Va tutto bene?- chiese Adam squadrando le due, che sembravano alquanto sconvolte.
-Oh non preoccuparti!- Fece Valentina cercando di gestire la situazione: -siamo solo stanche, siamo venute qui a piedi.
-Capisco, beh, ordiniamo allora!
- Ecco, nutritemi prima che uccida qualcuno- sentenziò Arianna in italiano.

Mentre mangiavano, le due povere italiane ce la stavano mettendo tutta per sfoggiare la loro espressione più seria, guardando basso nel piatto. Forse sedersi proprio davanti a Jeanie non era stata una buona idea.
Ad un certo punto Adam cominciò a parlare, interrompendo il silenzio: -Penso sia ora di parlarvi della questione dell’appartamento- cominciò: - non posso più venire ad abitare con voi. Stando insieme da poco, per me e Jeanie non era il massimo andare a vivere insieme, ma a quanto pare fa la gelosa- ridacchiò e prese la mano della ragazza, che lo guardò maliziosamente.
-Tranquillo, è più che comprensibile!- disse Arianna il più cordialmente possibile mentre stritolava il tovagliolo che aveva posato sulle cosce.
-Da quanto tempo siete insieme?- chiese Valentina, rendendosi conto subito di aver rigirato il coltello nella piaga.
-Due mesi- fece Jeanie allegra.
-Ma davvero?- disse Arianna infilzando violentemente un pezzo di carne con la forchetta.
-Sì, ci siamo incontrati in un bar- continuò Adam.
-Ma davvero?- Arianna cominciò a tagliare la carne freneticamente
-Ci siamo innamorati subito- riprese Jeanie.
-Ma davvero?
Povera bistecca... pensò Valentina fissando l’amica che si accaniva sulla sua cena.
-Che bel vestito che hai, comunque!- fece Valentina per cambiare argomento.
-Ti piace eh? Me lo ha regalato il mio Adam per il compleanno la scorsa settimana!
O-oh.
-Vale, tu non dovevi andare in bagno?- disse Arianna tirandola per la manica.
-Veramente n...
-Tu devi andare in bagno. Ti accompagno.- e sorridendo ai piccioncini le due sparirono alla toilette.

Senza pensarci due volte, appena entrate in bagno le italiane scoppiarono a ridere, poi Arianna smise di colpo, gli occhi che gridavano vendetta: -Il suo Adam?!
-Ary, sono fida...
-Non dire quella parola.
-Non è tuo, Ary...
-Taci!
Valentina impallidì. -Ary, non hai mangiato abbastanza, è la fame a parlare!
-Quelle sopracciglia mi hanno bloccato l’appetito.
-Sei stanca e stressata, sei solo presa dal momento, non è così grave la situazione. Magari non è l’uomo della tua vita!
-Reggimi il gioco- disse la riccia ignorandola completamente.
-Aspe’, che? Ma mi hai ascoltata?
-Tu sorridi e appoggiami.
-Hai capito che ho detto?
-Ma mi raccomando non ridere- e senza aggiungere altro uscì dal bagno e Valentina, ormai rassegnata, la seguì.

Appena seduta Arianna guardò la sua rivale per un attimo e poi, con fare perfido, le chiese: -Dicevamo: quel vestito è veramente bello! Di che marca è?
-Urban Outfiters- rispose Jeanie: -La stampa etnica è in edizione limitata!
- Quindi volendo non posso trovarne uno per me- disse Arianna facendo labbruccio.
-Mi spiace...
-Fa nulla, ne troverò di simili!- poi diede una botta con il piede alla sua amica, come segnale per intervenire e, mentre lei continuava a chiacchierare con Jeanie, rivolgendosi ad Adam, Valentina si fece seria: -Ti sarà costato un sacco!
-Eh sì!- Poi, coprendosi con una mano la faccia, l’uomo bisbigliò: -era in saldo, è della collezione della scorsa estate, non posso permettermi un abito in edizione limitata!
Valentina ridiede un colpetto ad Arianna, che capì di poter agire. -Ordiniamo il caffè?- disse in tono innocente e con un gesto della mano chiamò il cameriere, che poco dopo era lì con due tazze di caffè: una per lei, l’altra per Jeanie.
Me genia, pensò Arianna. - Potrei usare il tuo cucchiaino per girare il caffè? Il mio è sporco.- disse, e allungando la mano casualmente urtò la tazza della ragazza davanti a lei facendole cadere il bibitone sul vestito.
-Ops! Sono mortificata! Lascia che ti aiuti!- prese il tovagliolo e cominciò a strofinare la gonna, ma la macchia si allargò.
-Tranquilla, lo porterò in lavanderia!- concluse stizzita la ragazza.
-Amore, il caffè non si toglie bene, rimarrà l’alone- disse Adam, posandole il braccio sulle spalle.
-Mi dispiace tantissimo! Lasciate almeno che paghi il conto- Riprese Arianna.
-Lo paghi tutto te vero?- la stuzzicò Valentina.
-Ricorda che i miei soldi sono anche i tuoi.

Era mezzanotte quando le ragazze rientrarono in hotel; assonnate e stremate si buttarono sui loro letti. Arianna si cacciò i tacchi lanciandoli a casaccio, mentre Valentina rimase inerte e rannicchiata.
-Ti senti realizzata, ora?- Chiese alla sua amica con mezza faccia coperta dai capelli. Arianna la guardò e cominciò a sghignazzare: -Un sacco!

Ci abbiamo messo una vita, ma ce l’abbiamo fatta! Siamo veramente dispiaciute per aver impiegato così tanto a scrivere la seconda parte, ma tra il mio lavoro e Valentina in Germania, non si è concluso nulla. Purtroppo sarà così anche per i prossimi capitoli, dal momento che la settimana prossima ritorneremo a scuola (gneah!)... Speriamo comunque che continuerete a seguirci e a supportarci!

Al prossimo capitolo, Ary&Vale

   
 
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