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Autore: HelesDiLibra    07/09/2014    3 recensioni
Poi abbassa gli occhi e nota il foglio di carta che ho in mano: diviene pallido, non sa cosa dire, alla fine biascica con un fil di voce
“ La lettera... Non dirmi che l'hai letta...”
Una lettera persa nel tempo, che Kanon ha scritto senza riuscire a trovare il coraggio di spedirla... E se fosse il destinatario a ritrovarla?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Gemini Kanon, Gemini Saga
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Ciao fratello.

Ti scrivo questa lettera per raccontarti quello che succede qua giù... No, non è vero; e nemmeno credibile. Ti scrivo queste righe perché in questi giorni non mi sento bene: stanotte mi sono svegliato in preda a un ansia che non ti so spiegare... Ora sono nell'esercito di Poseidone: di giorno mi alleno assieme agli altri generali ,ma è sempre più difficile parlare ,riesco quasi a sentire l'avvicinarsi della guerra, il suo eco arriva fin qua e mi scuote da dentro. Mi sento un codardo: qui sono l'unico che teme l'arrivo di Athena, non sono mai stato bravo nel gioco, perché sono sempre stato terrorizzato dall'idea di perdere, come ora. Se non riuscissi ad arrivare fino in fondo? Se venissi sconfitto? Tornerò di nuovo prigioniero? O morirò? Per mano di chi? Ho paura. Semplicemente questo, ma non riesco a sopportarlo. Di notte, nei miei sogni sono di nuovo a Capo Sounion, ma la prigione diventa immensa, e dalle pareti escono soldati tutti identici che marciano allo stesso passo verso di me, e io non posso uscire... Poi puntualmente mi sveglio raggomitolato fra le coperte, il cuscino zuppo di lacrime, e il cuore che mi batte velocissimo: anche lui sta impazzendo, lo sento battere ogni giorno al ritmo dei tamburi di guerra, è qualcosa che non è più mia, ma di questo mondo orribile a cui ormai sono votato. Era questo che provavi quando da bambino ti allenavano? Ti riempivano la testa con una guerra in arrivo che avrebbe tinto di sangue terra e cielo, ti dicevano che avresti perso la vita molto presto per una dea di cui non conoscevi il volto convincendoti che sarebbe stata la cosa giusta... Come facevi a sopportarlo? Come facevi a tenerti tutto quel terrore dentro per consolare me, che invidioso ti insultavo o elemosinavo attenzioni ? Ho sempre pensato che fossi stato tu il privilegiato, ma solo ora capisco che ero io: io che crescevo libero nella campagna greca, con lo sciabordio del mare che mi cullava, mentre tu vivevi ogni giorno in un mondo fatto di ordini e percosse fra le grida di dolore e rabbia dei ragazzi che cedevano e cadevano in terra spirando. Ora ho trovato ciò che tanto desideravo: sono un soldato, un uomo con un elmo fra tanti suoi cloni, che marcia per la libertà sentendosi in gabbia, che piange da solo nel cuore della notte per proteggere un onore che non vale più nulla, ma è tutto ciò che gli è rimasto. Un uomo di carne che va a morire per un dio senza volto sopra di lui. Non ho più fede, Saga, non ne ho mai avuta negli dei, ma ora non ne ho neanche più in me. Vorrei che fossi di nuovo tu il mio credo, ma non posso più chiamarti ora che so che non risponderesti. La notizia della tua morte mi è arrivata la settimana scorsa; sono rimasto impassibile tutta la giornata, poi mi sono ritrovato a piangere nel dormiveglia pensandoti. Come speri che possa andare avanti senza di te? Cosa devo fare ora che sono solo? Ti prego, vieni qua, dimostrami che è solo un incubo... Temo di aver bagnato la carta con le mie lacrime, anzi, in realtà non mi importa. Mi sento uno stupido ora, a parlare a qualcuno che so già non mi risponderà. Ma, se fossi vivo, mi risponderesti? Verresti qua? Mi abbracceresti? Mi hai perdonato fratellone? Sai, in realtà ti ho mentito: spesso non ho paura quando mi sveglio, ma quando nella notte, con gli occhi umidi ti cerco fra le coperte, sperando che come quando eravamo bambini mi farai scivolare fra le tue braccia stringendomi forte, scaldandomi i piedi( per qualche strano motivo ghiacciati) e non ti trovo. Spero che scavando con le mani fra le lenzuola troverò di nuovo il tuo petto, e potrò sentire il battito rassicurante del tuo cuore, che ora però non batte più... La consapevolezza che non tornerai mai qui da me è come fumo dei polmoni ;vorrei poter non credere... Con questa lettera rivelo al mondo che ho perso le sole due cose che ho mai realmente avuto: mio fratello, e il mio orgoglio. Quest'ultimo lo dono a te,Saga, in cambio del tuo amore e della vita che in buona parte sento di averti tolto risvegliando Arles. So che è poco, praticamente niente a dire il vero, ma è tutto ciò che possiedo ora, insieme a tutto questo dolore che mi strazia il cuore. Ora so di poter andare in guerra senza lasciarmi dietro niente, nella speranza di poterti raggiungere ovunque tu sia.

Un ultima cosa, che forse non dovrei dirti, ti sembrerà da ipocrita, ma te lo devo.

Ti amo

Kanon

Quando finisco di leggere ho le lacrime agli occhi. Kanon, il mio piccolo Kanon. Il mio amore. Quanta paura ha avuto? Ora non voglio pensarci, voglio solo stringerlo forte a me, fargli capire che non lo lascerò mai più. Athena mi ha riportato in vita dopo che sono morto quattro volte per salvarla, ma solo oggi mi rendo conto di non appartenerle più. Voglio che ogni mio respiro sia una preghiera di benedizione per lui, l'unico che io abbia mai veramente amato. E pensare che se non fossi stato io l'unico che pulisce casa nostra, forse non avrei mai visto questa lettera, che se fosse stata trovata da Kanon sarebbe sicuramente finita stracciata in mille pezzi. Sento un rumore di passi venire in soffitta, e poco dopo il mio amore mi raggiunge fra i dieci scatoloni di roba sua che sto sistemando e comincia a chiacchierare con un sorrisino annoiato, stiracchiandosi, so già che vuol dire che nel giro di cinque minuti dovrò mollare gli scatoloni e correre sul divano a fargli le coccole fingendo che sia una mia trovata.

“Ho preparato il pranzo, o almeno ci ho provato, ma la carne non si cuoceva, così temo che avremo una bistecca poco cotta. Spero almeno di averla condita bene. Certo potevi pure aiutarmi...”

Sono contento che non mi abbia guardato bene in viso, ma so che non potrò nascondergli le mie lacrime ancora per molto, così scelgo di farlo nel modo migliore che posso, gli sorrido. Lui si ferma all'istante, è preoccupato,e si vede.

“ Se ti disperi così tanto all'idea di una bistecca poco cotta ho paura di come reagirai alle patate...”

Poi abbassa gli occhi e nota il foglio di carta che ho in mano: diviene pallido, non sa cosa dire, alla fine biascica con un fil di voce

“ La lettera... Non dirmi che l'hai letta...”

Annuisco lievemente col capo continuando a sorridere, non voglio che si vergogni di quello che prova, tanto meno con me.

Mi viene incontro lentamente, ma sempre più agitato, tenta di strapparmi la lettera dalle mani.

“Dammela”

Gliela allontano rapidamente mentre lui si sbraccia addosso a me per afferrarla senza successo, si arrabbia, mi strilla contro

“è roba mia! È privata! Ridammela! È mia!!!”

Continuo a tenergliela lontana, mi spintona, cadiamo entrambi: io seduto a terra e lui in ginocchio addosso a me. Tenta di allungarsi per prendere la lettera, ma lo blocco prima che possa riuscirci, la sua rabbia su trasforma in frustrazione, e nel giro di qualche secondo comincia a piangere sommessamente fra gli ultimi sforzi per recuperare lo scritto incriminato.

“ Non è giusto, perché non la posso stracciare? Non voglio ricordare... Perché?”

Senza pensarci troppo mi da uno schiaffo, sgranando gli occhi immediatamente, è più sorpreso lui che io, ma si vede che non voleva, infatti per contraddizione un secondo dopo rifugia il viso nel mio maglione per paura di una risposta. La mia mano arriva alla sua guancia, ma lo fa delicatamente, come se il suo viso fosse fragile come il cuore in questo momento. L'altro braccio lo tiene stretto contro di me.

“ Perché è la cosa più bella che qualcuno abbia mai fatto per me”

Le mie lacrime si impigliano fra i suoi capelli, le sue stanno inzuppando il mio maglione. Con la mano che tengo sul suo viso gli faccio posare l'orecchio sul mio petto.

“ Non devi mai più avere paura di restare solo .Sono sempre qui accanto a te... tutto ciò che voglio è che tu sia felice”

“Quindi non l'hai trovata una cosa stupida?”

“Certo che no.”

“Allora cosa vuoi?”

“Mhh?”

“Cosa vuoi in cambio del tuo amore?”

“ Vorrei la tua paura. Vorrei poterla prendere tutta su di me per farti sentire al sicuro”

“E cosa mi rimarrà senza la paura?”

“L'amore che ti darò io”

“Mi piace questo scambio”

Sento il suo sorriso allargarsi timidamente mentre continuo ad accarezzargli il viso.

“E un altra cosa...”

“Cosa?”

“Potrei tenere la lettera?”

Sembri pensarci qualche secondo poi annuisci lievemente sconfortato e divertito. So essere testardo quando voglio.

“ Un ultima cosa, che forse non dovrei dirti, ti sembrerà ipocrita, ma te lo devo. Ti amo”

Solleva lo sguardo verso di me, è arrossito leggermente.

“Anche io”

La mia mano scivola a circondare la sua, la stringo come a chiedergli di rimanere con me per sempre.

  
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