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Autore: yizu    08/09/2014    1 recensioni
Non avevo mai sofferto per amore. A scuola avevo voti ragionevoli. Di amici ne avevo abbastanza, e anche se mi tradivano io rimanevo impassibile. Mia madre è presente poco e niente, ma non do peso a questo. Non avevo mai pianto. Non avevo mai avuto fobie. Non mi ero mai ammalata. Eppure, papà mi lasciò a mamma, scappando dalla realtà e senza rendersi conto che io, semplice bambina, quel giorno, smisi di avere emozioni negative
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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<< Assomigli molto a me prima che mi mettessi con Castiel, perchè non glielo dici semplicemente? >> Domandò deludendo la mia aspettativa. << Come? Non lo sai? Lui ha una ragazza. >> Dissi con la prima scusa che mi venne in mente. << Allora invitalo a uscire da soli e vedi che succede. >> Disse con un' alzata di spalle. << Mi vergognerei a chiederglielo. >> Ammisi con la mia recitazione da oscar. << E se facciamo un' uscita di coppia? >> Domandò facendo proseguire il piano come volevo. << Lo faresti davvero? >> Sorrisi dolcemente. << Certo, tutto per le mie amiche. >> Rimasi sorpresa dalla sua affermazione, ma finsi l' ennesimo sorriso della serata. << Ti vuoi calmare? Andrà tutto bene. >> Dissi scocciata ad Armin, che si lamentava del fatto che avessi detto a Debrah che lui era fidanzato, via telefono, un' ora prima dell' appuntamento. << Ok, ma non mi sta bene questa cosa. Avresti potuto chiedermelo. >> Disse facendo respiri profondi, come se fosse lui quello che deve uscire con persone che manco sopporta. << Sai che non ti sopporto per niente, vero? Piuttosto ringraziami. >> Dissi mantenendo la calma come al mio solito. << Fatti trovare pronta alle 9 o ti lascio a piedi, ciao. >> disse con la sua solita " dolcezza ". Riattaccai sentendo lo stomaco punzecchiarmi dal nervoso. Neanche mi aveva ringraziato dopo tutti gli sforzi che avevo fatto per permettergli un' uscita con Debrah. Neanche sapevo perchè stavo lì ad aiutarlo invece di starmene a guardare la tv facendomi i cazzi miei. Ma ormai ero troppo dentro, e quindi, o continuavo il piano, o avrei dovuto spiegare mille perchè a tutti. Misi quei vestiti che non metto mai perchè troppo femminili. Misi una linea di eye-liner impercettibile, e lasciai i miei capelli castani sciolti cadere sulle spalle. Li avevo lunghi e mossi alle punte, e si adattavano perfettamente al vestito nero con la fascia bianca appena sotto il seno. Solo quando sentii il campanello suonare mi accorsi dell' orario. Erano le 9 e 5. Uscii dalla mia stanza e salutai mamma che mi fece il solito interrogatorio, prima di raggiungere Armin. Indossava un pantalone nero aderente e una maglietta bianca, semplice ma efficace. << Ciao >> dissi fingendomi incantata. << Ciao >> disse scocciato, capendo che mi stavo allenando a mentire. Nel tragitto casa-ristorante non parlammo, tranne per qualche occhiatina che ci fece comprendere che bene o male, almeno per quella sera avremo dovuto fingerci come sempre. Una volta arrivati, mi fece un sorriso e mi aprì con un inchino la portiera della macchina di suo padre. Risi leggermente, mentre ci dirigevamo all' entrata del ristorante dove Castiel e Debrah avevano visto tutta la scena abbracciati. Vidi le nocche di Armin irrigidirsi come l' ultima volta, e gli strinsi la mano per calmarlo regalandogli uno dei miei migliori sorrisi. Ok, ero arrabbiata con lui. Ma rimaneva il mio migliore amico, e se non gli stavo accanto io, chi lo faceva? << Elena ti presento il mio ragazzo, Castiel ti presento la ragazza di cui ti ho parlato. >> Disse Debrah cordiale. Castiel mi porse la mano e io gliela strinsi dolcemente, sforzandomi di far diventare rosse le mie guance. Appena sciogliemmo il saluto, fece l' occhiolino ad Armin, che sorrise. Anche se falsamente. Appena entrammo Castiel ci fece sedere al tavolo da lui prenotato. Ero seduta vicino ad Armin e di fronte avevo il don Giovanni di Deb. Una volta ordinato, Castiel cominciò a chiederci come ci eravamo conosciuti. << In prima media, stessa sezione, compagnie diverse. Siamo diventati amici solo quando sono entrata in prima superiore. >> Dissi inventandomi una cazzata sul momento, a cui Armin rispose con un leggero calcio da sotto il tavolo. Lo guardai fingendomi felice, ma lui riusciva a leggere il mio fastidio nei suoi confronti in quel momento. << E voi invece? >> Continuò Armin. << Diciamo che mi ha aiutato senza che glielo chiedessi a smettere di essere un puttaniere, facendomi innamorare. >> Rispose il rosso guardando la sua ragazza che gli strinse la mano. Distolsi lo sguardo un attimo e mi sembrò di vedere mio padre. Chiusi gli occhi un attimo e subito dopo sparì. Ora avevo anche le allucinazioni, bene. << Scusatemi un attimo. >> dissi alzandomi e uscendo fuori. Mi serviva una boccata d'aria. Armin mi guardò perplesso uscire, per poi raggiungermi con estrema calma. << Tutto ok? >> Chiese cercando di analizzare il mio sguardo perso. << Sì, cercavo solo di non vomitare lì dentro. Sembrano usciti da una storia della Disney. >> Risposi fingendo di avere la nausea e facendogli scappare un sorriso. << In effetti stavo pensando la stessa cosa. >> Rise scuotendo leggermente i capelli per tenerli più in alto. << Avete legato molto tu e Debrah in questo periodo. >> Disse con tono perplesso, come se insicuro della mia risposta. << Quella santarellina non è tanto male, è quasi accettabile. >> Feci uscire dalla mia bocca senza starci troppo a pensare. << Ora che ti è passata la nausea, che ne dici di rientrare? Si gela qui fuori. >> Mi sorrise, io ricambiai e rientrammo come se nulla fosse. Il resto della serata la passammo normalmente, a parlare dei nostri hobby, le materie a scuola, e tutte le cose di cui sinceramente non me ne importa assolutmente nulla. Armin e Debrah avevano legato quella sera e io cominciai ad avvicinarmi a Castiel. Armin era stato uno stronzo, ma non l' avevo mai visto così felice, e a me bastava questo. Mentre quest' ultimo mi riaccompagnava a casa, avvistai un nuovo bar, e visto che la mattina non me ne teneva di stare sempre con mia madre, pensai che provare a mangiare lì non era una brutta idea, alla fine. Scendemmo dall' auto ancora un pò arrabbiati uno con l' altro, ma quando arrivammo sulla porta fu inevitabile fare un piccolo sorriso. << Grazie della bellissima serata, sei un' amica. >> Mi lasciò un bacio sulla guancia prima ancora che potessi rispondergli male, poi se ne risalì nell' auto e con un cenno se ne andò mentre sorridendo rientravo in casa. Ho il migliore amico più lecchino del mondo, ma lo adoro comunque.
   
 
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