Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Lilith Hedwig    09/09/2014    2 recensioni
Seicento parole per descrivere un ritrovarsi troppo vicino alla fine.
Ambientata durante un'ipotetica Apocalisse; spero sia apprezzabile.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fino alla fine
 

A colei che una volta era E.,
e per me lo è ancora.
Grazie.

 
 
Lei era lì, immobile, assorta, in piedi davanti all’altare, le braccia abbandonate sui fianchi e i lunghi capelli in disordine, incurante dello stato in cui versava la Cattedrale.
Lei era lì, completamente immobile, quasi in attesa, quando Koname, finalmente, la trovò.
Il cielo ormai da qualche giorno era di un rosso più scuro del solito, quasi si preparasse anche lui alla catastrofe imminente; era incessante il sottofondo di esplosioni, spari, urla di terrore e di rabbia. C'era da impazzirne.
Quando Koname, entrata nell’ennesima Cattedrale ormai priva di buona parte del tetto, finalmente la trovò, posò la sua arma a terra e prese a fissarla a lungo, dolcemente, prima di incamminarsi verso di lei.
Shouri* sussultò nel sentire dei passi, quei passi, riecheggiare nella sala vuota, ma si rilassò immediatamente, e quando finalmente sentì una mano, quella mano, sulla spalla, si girò a guardarla negli occhi. Koname potè vedere le sue gote rigate di vecchie lacrime, tutta la sporcizia, i graffi, le bruciature, ma soprattutto una strana luce negli occhi.
Sebbene l’avesse conosciuta meglio di se stessa per così tanto tempo, non avrebbe saputo dire se quella luce fosse rassegnazione, rabbia, follia, terrore… gioia?
Shouri interruppe il filo dei suoi pensieri: -Sei venuta.
Non c’era sorpresa nella sua voce, non c’era alcuna inflessione –per un terribile istante, Koname temette che fosse stata traformata in una di loro, e in quel caso avrebbe dovuto ucciderla, ma poi Shouri accennò un mesto sorriso, inclinando il capo.
Koname annuì: -Certo. Non potevo non venire. Avevo solo paura di non riuscire a trovarti.
-Sapevo che l’avresti fatto. Grazie.- sospirò -Ormai è finita, vero?-
La donna dai capelli neri guardò in basso, socchiudendo gli occhi, l’ombra di un sorriso sul suo volto.
Era sempre stato così, con Shouri; nonostante fosse una sua subordinata, era riuscita a trasmetterle un senso d’inferiorità dalla loro prima interazione alla notte in cui aveva disertato.
Era stata l’ultima volta che si erano viste, due anni prima.
Era stata l’ultima volta che Shouri aveva stretto le spalle di Koname, l’ultima volta che si erano baciate.
Eppure, tralasciando qualche centimetro in più nei capelli, tutte le ferite, e l’enorme stanchezza che sembrava essersi accumulata nel corso di secoli, era rimasta esattamente la stessa.
-Ormai è finita, vero?
-Balliamo, ti prego.
Koname sapeva che se avesse sussultato l’avrebbe compiaciuta, ma non potè farne a meno; quindi si rilassò e le tese il palmo.
La strinse a sé, nel vano tentativo di non farla accorgere delle sue lacrime, nascose il suo volto nei capelli di Shouri, prese a sussurrarle antiche parole all’orecchio bagnato ormai di sangue e di lacrime.
Shouri piangeva in silenzio, tenendo i fianchi di Koname e fissando un punto imprecisato oltre la sua testa, appoggiandosi all’incavo del suo collo.
Si muovevano appena, e intorno a loro imperversava l’apocalisse, ma non era difficile ritornare a quel loro unico ballo, anni prima, nel salone illuminato a giorno dell’Accademia,  nonostante la luce fosse quella fioca di un sole cremisi, prossimo a spegnersi.
Nonostante le urla, nonostante il rumore della gente che veniva fatta a pezzi contro i muri della Cattedrale.
Nonostante le esplosioni sempre più vicine, nonostante il non sapere se sarebbero arrivati prima loro o prima le bombe.
Nonostante un’orda di quegli esseri fosse entrata nella Cattedrale, nonostante fosse finita, Koname e Shouri ballavano sulle note immaginarie di un’antica canzone, fino alla fine.
 
*da quanto mi hanno detto, Shouri significa “vittoria”.

 


Angolino Me:
Innanzitutto, come al solito un grazie di cuore a tutti per aver letto questa sorta di esperimento, e grazie in anticipo a quanti vorranno lasciarmi un loro parere, che sia esso positivo o negativo non importa, anzi :)
Nulla, le cose da dire non sono molte, solo che sono immensamente contenta di essere riuscita a scrivere questa cosina, perché erano mesi che non riuscivo a buttar giù mezza parola e stavo cominciando a chiedermi chi fossi.
Non è niente di che, ma ho amato scriverla, correggerla, immaginarla; ci sono già molto legata, anche per la dedica iniziale, e spero di essere riuscita a comunicare, uhm, qualcosa.
Naturalmente, un grazie di cuore a Linda e alla Pirats, che oltre a essere delle persone assolutamente meravigliose mi hanno aiutato molto con questa storia.
Alla prossima, dunque, speriamo non tra troppo tempo…
Un bacio;
Lil
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Lilith Hedwig