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Autore: AlexandraCoffeeTime    09/09/2014    3 recensioni
Dal testo:
"I primi giorni aveva provato a camminare da sola, nella vaga speranza che fosse tutto un sogno.
Aveva tentato di fare le cose più elementari, per esempio alzarsi dal letto con le proprie forse, senza l’aiuto di Asami.
Per poco non si ruppe un braccio, e dalla rabbia per poco non mandò a fuoco camera sua."
NOTA! Spoiler episodio 13 di "Change"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Korra
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Legends'
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NOTA! Questo capitolo contiene spoiler del tredicesimo episodio della terza stagione di Korra, “Change”. Se non ve lo siete visti (cosa che dubito, dato che di spoiler su TUMBLR & Co. ne girano un sacco), andatevelo a guardare.. per gli altri che hanno già visto l’episodio incriminato, buona lettura. Inoltre, se ci dovessero essere errori grammaticali e della trama ed eventuale presenza di OOC, chiedo perdono.
 
 
I primi giorni aveva provato a camminare da sola,  nella vaga speranza che fosse tutto un sogno.
Aveva tentato di fare le cose più elementari, per esempio alzarsi dal letto con le proprie forze, senza l’aiuto di Asami.
Per poco non si ruppe un braccio, e dalla rabbia per poco non mandò a fuoco camera sua.

Il mondo non ha più bisogno di un Avatar.

Poi, era venuta la volta del bagno. Lin Beifong si era gentilmente offerta di trasportarla in braccio fino alla vasca, sotto intendendo che poi l’avrebbe lasciata lavare in pace, rispettando la sua privacy.
- Se ti serve aiuto, vedi non fare l’eroe, d’accordo? - e con queste parole si era congedata, chiudendo la porta dietro di sé.
Korra si immerse nall’acqua calda, accogliente come non mai, e mille pensieri le passavano per la testa… non lo voleva dare a vedere, ma man mano che il tempo passava sprofondava nella più cupa delle sofferenze.
Quel “bagno veloce”, come l’aveva definito Korra all'inizio, divenne una lunga sauna di un’ora.

Il mondo non ha più bisogno di un Avatar.

Si rese conto che il mondo, su una sedia a rotelle, offriva prospettive poco allettanti per un uragano come lei.
Realizzò quanto fosse stressante farsi aiutare dagli altri, e da quanto gli altri cercassero disperatamente di farla sentire meglio, che fosse una battuta di Meelo o le storie di Jinora sui libri di storia appena terminati, oppure i complimenti recitati da Tenzin e i suoi amici ogni giorno, come da copione…
 Ed era proprio questo che non riusciva a sopportare: non che disprezzasse tutte quelle attenzioni, ma avrebbe preferito di gran lunga che tutti si comportassero come avevano sempre fatto.
Sentiva la tristezza invaderla ad ogni ora del giorno, e le giornate, prima vivaci e variopinte, avevano assunto ormai un unico monotono colore.

 Il mondo non ha più bisogno di un Avatar.

Le facevano male le braccia, per tutte le volte che provava ad alzarsi scaricando il peso sui braccioli della sedia a rotelle .
Le dolevano le ginocchia, per tutte le volte che le aveva sbattute sul pavimento,  nella speranza che riuscisse a camminare di nuovo.  
Le bruciavano gli occhi, a furia delle lacrime che apparivano ad ogni tentativo fallito.
I suoi genitori, Tenzin e maestra Katara la rimproveravano dolcemente – non fare troppi sforzi, col tempo guarirai, non metterti fretta.. -, cercando di sostenerla, rallegrandola un po’; ma loro non capivano, e non potevano capire.
Non le importava quante volte cadesse, quanti lividi si procurasse, quante sbucciature si sarebbe fatta: lei doveva farcela.
Per il mondo, per i suoi amici.
Per se stessa.

Il mondo non ha più bisogno di un Avatar.

Solo all’undicesimo giorno, quando l’ennesimo tentativo di alzarsi a bere qualcosa fallì, si rassegnò quasi del tutto.
La mattina successiva Asami la trovò già sveglia:  per terra rannicchiata su sé stessa, era  intenta a fissare il paesaggio dalla sua finestra, per quanto riuscisse a scorgere Città della Repubblica.
Non si dissero una parola.

Il mondo non ha più bisogno di un Avatar.

La mattina dell’iniziazione di Jinora a mastro dominatore dell’aria Tenzin la ringraziò per aver salvato il nuovo Popolo dell’Aria.
Korra annuì, e la cerimonia ebbe inizio. Jinora era lì sul palco, sul corpo i tatuaggi dell’antica tradizione dei monaci, ed un Tenzin orgoglioso che poi aveva concesso a sua figlia di abbracciarlo, rompendo così un protocollo rigido e antico.
Sì, li aveva salvati dal Loto Rosso; era l’Avatar, ed era naturale che l’Avatar salvasse un popolo.
Ma come avrebbe potuto salvare il mondo, ora che era su una sedia a rotelle? Cosa avrebbe potuto fare senza l’ausilio di tutto il suo corpo, ma utilizzandone solo metà?
Più ci rifletteva, più sentì una profonda angoscia crescerle dentro, ed in pochi secondi il viso si fece sempre più cupo, e gli occhi cominciarono a diventare lucidi.

Il mondo non ha più bisogno di me.

Ed una lacrima le scese sul viso.

 


651 parolee.. yuppiyaoyeh!
Angolo del manicomio!
Storia triste, scritta di getto perché una ragazza a casa la sera non ha altro da fare… proprio no u.u
Son troppo triste per quel maledetto finale: Bryan, giuro su Zeus che se non mi guarisci la mia amata Korra, alla prossima convention del omicon ti faccio sentire male!!!! MUAHAHAHAHAH!
Spero vi sia piaciuta, anche se sono solo una piccola reinterpretazione del dopo durante quelle 2 settimane….
Che dire? Spero vi sia piaciuta ed alla prossima! 
  
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