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Autore: Craimy    10/09/2014    0 recensioni
La vita incasinata di una povera adolescente racchiusa in una semplice lettera di spiegazioni.
L'amore impossibile che è stato capace di distruggerla, sia fisicamente che psicologicamente.
E adesso scrive a lei, amica sua fidata, per una spiegazione.
Perché è ciò che ti devo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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01/01/01

A te, cara amica. Goditi questa lettera.

Non so perché ti sto scrivendo.
Non so perché sto scrivendo a te.
Tu sei l'unica persona di cui mi fido, mi riuscirai a sopportare? Te ne prego, salvami.

Eppure scriverti per me è inutile. Chi sei tu per capire i miei sentimenti? Non sarebbe ipocrita pensare che tu possa capirmi?

No, sei solo normale.

Cazzo.

La mia storia -che è reale, che pensi?- voglio raccontarla solo a te.

Te ne prego, cerca di capirmi. Te ne prego, cerca di aiutarmi.

Era successo tutto il prima superiore. Ai tempi ero solo una ragazzina come tutte, idiota. Il primo giorno di scuola vidi il mio professore di Latino e io ne rimasi subito incantata. “Cosa vuol dire?” chiederai tu. “Nulla” ti rispondo io.

Lui... quella persona...

Lo amavo.

Sai cosa vuol dire amare? No. Non puoi assolutamente capirmi. Nessuno può capire cosa io abbia provato! Ho passato giorni (o settimane?) a chiedermi in cosa sbagliavo. Ero solo una quattordicenne che non capiva niente della vita e mi ero già innamorata.

Non è ingiusto, questo?

Ero piccola, molto piccola, ma la mia rovina era giunta. Tutto questo non potevo sopportarlo.

Di sicuro mi stai prendendo per pazza; cosa c'era di strano? Ero solo innamorata di un professore, si sarebbe risolto tutto.

No, niente si risolse.

A fine anno andai da lui e mi dichiarai. Sì, sono stata stupida, lo so. Eppure che dovevo fare? Era diventato un'ossessione per me. Odiavo quando metteva buoni voti ad altre persone, detestavo quando le mie compagne riuscivano a farlo ridere, non sopportavo d'essere solo una sua alunna.

Glielo dissi in un giorno di primavera, adesso non posso che odiarla. La sua risposta? So che stai tremando al solo pensiero di una confessione amorosa con lui, ma ti sto pregando di capirmi.

“Non può funzionare tra noi”

Che risposta è questa? Io meritavo di più! Meritavo almeno una spiegazione! Sai quanto ci ho messo ad ammettere a me stessa di quell'amore? Sai quanto coraggio ho avuto a dichiararmi?

No.

Non meritavo una cazzo di risposta decente. Mi ha fatto male, più di quanto mi aspettassi. Decisi di cambiare scuola, non potevo più vederlo. Eppure il destino mi odia, cara mia, dovetti restare lì.

Nel seguente anno mi impegnai molto più di quanto tu possa immaginare, divenni la sua migliore alunna, non me ne fregava delle altre materie, volevo farmi vedere.

Io dipendevo da lui. È per questo che non voglio dirti niente, tu non puoi capirmi. Sei mai stata sottomessa da un amore impossibile, a cui nessuno sarebbe mai arrivato? Io dipendevo da esso, il mio era di più, era ossessione fisica e mentale.

Iniziai a fare ricerche su di lui, dimenticai la mia vita, volevo sapere sempre di più fino ad impazzire.

Volevo essere accettata.

Scommetto che ti starai chiedendo che razza di amica hai. Eppure sei stata tu a dirmi che l'amore supera ogni limite, tu mi hai influenzato, tu mi hai fatta andare avanti.

Eppure al terzo anno non ce la facevo più.

Ero dipendente dal mio professore, decisi di liberarmi di lui.

Te lo ricordi bene il terzo anno, vero? La nostra storia -infondo- era fantastica. Mi sembra strano raccontarti pure questo, ma ti devo delle scuse.

Non devi assolutamente pensare che non provavo nulla per te, solo che volevo solo dimenticarlo. Ti ho usata? Sì, è così.

Ma i nostri baci, le nostre carezze, le nostre occhiate... erano tutte finzioni? Ricordo ancora quel tuo morbido letto, così soffice e soave. Perdonami se ti ho fatto soffrire così. Scusami se non ti ho mai amato abbastanza. Un altro motivo per cui ti sto scrivendo è proprio questo, trovare un motivo vero per la nostra separazione. Ai tempi ti dissi che mi avevi stancato, quella scusa era così frivola che lo schiaffo seguente la distrusse.

Forse lo avevi già capito che ero innamorata di lui.

Ma cosa c'entra? Lo vedevi pure te com'ero ridotta! Perché non mi hai aiutato!? Io cercavo aiuto e tu mi hai lasciato ubriacare quel giorno! E poi? Non hai avuto scrupoli del mio corpo.

Te la sei spassata, eh?

Ancora adesso, questo, non posso perdonartelo.

Il mio amore era malato, masochista, cinico, ma il tuo... era possessivo ed egoista. Aspetto ancora le tue scuse per questo, sappilo.

Perché mi hai lasciato così? Perché non mi hai fermato?

Sai, non ti capisco. Sei così... dolce.

Ma sto parlando d'altro, adesso, questa è un'altra questione che chiariremo più avanti.

Arrivò la quinta, gli esami! Belli, no? Schifosi! Lui si era ammalato ed io... a chi potevo mostrare tutto il mio impegno nello studio? Volevo solo lui, invece mi ritrovai davanti dei professori pervertiti, porci, bastardi. Sì, hai pensato bene.

Abusi.

Brutta cosa? Abbastanza. Eppure il fatto che non sia stata l'unica mi ha fatto piacere. Quelle brutte stronze di Anne e Ellie se la sono cavata con qualche telefonata.

Io no, io ero sola. Volevo lui, ho ottenuto altro.

Per me è ancora difficile da accettare questa parte di vita, a fare la prostituta capisci molte cose. Nemmeno questo ti ho detto, vero? Quei professori... sì, erano miei clienti.

Non avercela con me per questo, avevo bisogno di soldi ed era l'ultima strada rimasta.

Ero al verde, avevo troppi debiti, dovevo andare in quella scuola per vedere ogni giorno lui. Piango -in questo momento- perché ciò che ho fatto è stato terribile.

Ero un oggetto, uno schifoso oggetto. Manipolato da burattinai bastardi.

Non m'importa più niente di te, non m'importa che tu mi capisca. ma ti prego, continua a leggere, questo è solo uno sfogo.

Era l'ultimo giorno, era giunto il momento di dichiararsi, no? Aveva più del doppio della mia età, ma che me ne fregava? Non riuscivo a dimenticarlo. Era sempre nei miei pensieri. Vomitavo ogni giorno, mi masturbavo perfino con la sua immagine impressa nella mente.

Faccio schifo, lo so.

Ma quel giorno... lo ricorderò a vita.

Quella stanza era accogliente, mi ispirava. Il suo viso era così caldo... ed era mio in quel momento. Tutto ciò che avevo mai desiderato stava arrivando. La sua stanza era così bella, il suo letto era così grande. E lui? Lui era perfetto. Piangevo -di gioia- perché era il mio desiderio maggiore. Ero riuscita ad ottenerlo.

Lo amavo.

Dio, se l'amavo.

E quella notte l'ho amato ancora di più.

Tu adesso starai con gli occhi spalancati. Rido. Non te lo saresti mai aspettata, vero? Ero una pervertita colossale, lo so.

Lo so che la tua testa dice: “Ma lui...”

Sì, ero innamorata. La sua fede al dito... la notai solo il mattino seguente.

E il dolore fu così grande che solo adesso -dopo vent'anni- riesco ad ammettere a me stessa cosa sia successo.

Tutto questo è per te.

Spero che ti sia piaciuta una vera spiegazione. Me l'hai chiesta tante volte, ricordi?

Ora non puoi che essere soddisfatta.

 

P.s. Anche se ho affermato il contrario... voglio vederti, settimana prossima, a casa tua.

  
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