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Autore: prettypunk369    10/09/2014    2 recensioni
Una malattia incurabile e mortale scorre nelle vene di Onodera. Non si aspetta di vivere oltre i trent'anni. Riuscirà Onodera a superare la sua paura dell'amore prima che sia troppo tardi? Come finirà questa tragica storia d'amore?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Masamune Takano, Ritsu Onodera | Coppie: Takano/Onodera
Note: Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Fear Is The Heart of Love
La paura è il cuore dell'amore
Capitolo 7
 
La vaga sensazione di sentire qualcosa…
 
Un urlo… una serie di passi poi qualcuno che crolla accanto a me… una presenza e un odore familiare…
 
Takano-san…
 

 
Aprendo leggermente i miei occhi, tutto quello che vedevo era una luce offuscata. Sentivo il sangue nella mia gola e il dolore lancinante nell’addome, sembrava come se qualcuno mi avesse sparato e poi avesse conficcato un bastone nella ferita. Sono sorpreso di non essere morto ancora.
 
‘Ma questo non è il modo in cui dovrei morire… l’ebola non ti uccide all’improvviso… avevo un anno…’
 
Anche se intensificava il mio dolore, mi forzai ad aprire gli occhi solo un po’ di più. La luce si chiarì e notai la figura accanto a me.
 
Takano era sulle sue mani e sulle sue ginocchia, visibilmente tremante e gli occhi incredibilmente spalancati. Era più pallido di me, fissava il mio corpo sanguinante e senza vita sul pavimento. È la cosa più spaventosa che abbia mai visto.
 
Provai a parlare, a fare un suono, qualcosa che gli facesse capire che ero ancora vivo. Ma mi uscì solo una tosse debole, spessa e umida. Sembrava più simile ad uno strozzamento a causa del liquido nella mia gola, e sentii qualche goccia di sangue colpire il pavimento sotto la mia bocca. Questo lo risvegliò dallo shock e si avvicinò.
 
“Ritsu…Ritsu, va tutto bene. Vado a chiamare aiuto, ma ho bisogno che tu ti giri di fianco così che non soffochi” la sua voce era piena di paura e estrema ansia. I miei occhi si spostarono sulla sua faccia, prendendo l’ultima immagine che probabilmente avrei visto.
 
Mi mise le mani sul mio fianco, provando a girarmi. Ma feci un altro suono di soffocamento, questo più forte, perché toccò esattamente il punto che mi faceva più male. Apparentemente capì, così spostò le mani in una posizione differente. Una mano sul bacino e l’altra sulla spalla, mi girò dallo stare steso sulla pancia allo stare steso sul lato destro. Non potevo muovermi per niente, e iniziavo a sentirmi svenire di nuovo. La mia visuale si offuscò, feci un ultimo suono, questo più debole dei precedenti.
 
Era davvero l’ultima volta che avrei visto la luce del giorno? L’ultima volta che avrei visto Takano? Era davvero così che dovevo morire; di fronte all’uomo che amavo e forse senza che lui sappia il perché?
 
Non avrei mai visto la mia famiglia per l’ultima volta. Mamma, papà, e An-chan…tutti. Non avrei mai più lavorato, vissuto ancora, amato ancora. Masamune non saprà mai che l’ho amato. Non saprà mai che l’ho sempre amato, non volevo semplicemente ammetterlo. E non saprò mai come è essere amati sinceramente e appoggiati da qualcun altro, non solo la tua famiglia.
 
Ero vagamente consapevole delle lacrime che scendevano sulle mie guance. Scendevano dai miei occhi quasi chiusi, le gocce si facevano beffe del mio dolore mentre attraversavano le mie guance. Takano vide le mie lacrime e mise una mano sulla mia fredda guancia.
 
“Non piangere, Ritsu. Tu vivrai. Tu ce la farai e vivrai. Resta con me.” Si alzò velocemente e corse verso il telefono nel soggiorno. Fece il numero delle emergenze e iniziò disperatamente a parlare nel ricevitore. Non riuscivo a capire cosa stesse dicendo perché la mia mente era troppo annebbiata. Mentre i secondi passavano, sentivo i miei occhi chiudersi e il mio respiro rallentare. Credo che sia arrivato il momento; ciò che stavo aspettando, ciò per cui mi ero preparato. Quindi perché ero così esitante nell’andarmene?
 
Improvvisamente sentii la sua dolce, bassa voce accanto a me. Sentii le ultime parole prima di perdere completamente i sensi.
 
“Per favore non morire, Ritsu. Non mi lasciare di nuovo.”
 
.
.
.
 
Un leggero dolore, più che un dolore forte. Le voci intorno a me paiono un ronzio. Risuonano da qualche parte lontano. Un leggero calore mi copre, ma non è familiare. C’è odore di pulito.
 
Sono consapevole di respirare e che il mio cuore sta battendo. Sento voci distanti e suoni attorno a me. Stacco le mie labbra per aprirle, prendendo un respiro profondo. Sono… vivo?
 
Non mi sono mai sentito così sollevato in vita mia. Ho sufficiente forza per aprire i miei occhi, e così faccio. Tutto ciò che vedo è un soffitto bianco e delle luci. Giro gli occhi a destra e vedo una finestra. Due querce crescono fuori, le loro foglie sfiorano il vetro. Sollevo lo sguardo e vedo una macchina che mi è troppo familiare; un monitor cardiaco. Sono in un ospedale.
 
Giro la testa a sinistra, i miei occhi seguono il movimento. Si posano sull’uomo che siede su una sedia accanto al mio letto. I suoi gomiti sono sulle ginocchia ed è piegato in avanti, il volto tra le mani. Riconosco l’uomo e so che è Takano.
 
Non riesco a togliergli gli occhi di dosso mentre lo guardo. Vedo una goccia d’acqua apparire e scendere sul polso, scomparendo sotto la sua manica. Takano sta piangendo. Lui sta piangendo.
 
Sbatto le palpebre per allontanare l’umidità che si sta formando nei miei occhi. È la scena più straziante a cui abbia mai assistito. E so di esserne la causa. Goffamente mi schiarisco la gola e la sua testa si solleva. Vedo le scie lasciate dalle lacrime sulle guance, ma è veloce ad asciugarle. Mi vede e i suoi occhi si spalancarono.
 
“Ritsu” sussurra sorpreso. Si alza, direttamente accanto la mio letto. Sollevo lo sguardo verso di lui e improvvisamente sono circondato da un abbraccio stretto. Lo sento tremare lievemente e un respiro leggero mi sfiora l’orecchio.
 
“Ritsu” ripete, questa volta con un tono più triste. Sollevo le mie braccia debolmente per circondare la sua schiena e sospirai a mia volta. Lo sento allontanarsi lievemente per premere le sue labbra contro le mie, le sue mani sul mio volto. Rimaniamo così. Non mi importa se qualcuno ci vede, sono solo felice che lui mi stia abbracciando, che mi stia baciando, che io sia vivo. Siamo nel nostro mondo, solo noi e nessun altro. Questo è il tipo di mondo che cercavo. Felice e tranquillo, senza dolore o sofferenza. Un mondo con Masamune e Masamune solo.
 
Ci separiamo solo quando sentiamo che qualcuno entra nella stanza e si schiarisce la voce. È il dottore, lo riconosco dal modo in cui è vestito.
 
“Onodera-san, si è svegliato! Iniziavo a preoccuparmi dal momento che ha dormito per quasi quattro giorni. Ma non sono sorpreso visto quello che il suo corpo ha dovuto affrontare. È fortunato ad essere sopravvissuto con così tanti danni”
 
“D-danni?” sono consapevole che Takano mi sta tenendo la mano, fissando il pavimento mentre noi parliamo.
 
“Ha avuto una considerevole perdita di sangue nella milza e nel lato sinistro dello stomaco. Abbiamo dovuto rimuovere metà della sua milza perché il danno era troppo esteso e le abbiamo dato una trasfusione di sangue. Lei ha perso molo sangue e la maggior parte si era accumulata nella parte inferiore del suo addome. Lei è un uomo fortunato, Onodera-san.”
 
Fortunato? Fortunato di avere l’ebola, che forse mi ha causato questi problemi? Accadrà di nuovo?
 
Ma forzai un sorriso triste e risposi, “Grazie. Mi ha salvato la vita.”
 
“Non sono stato io. Il giovane uomo accanto a lei lo ha fatto. Se non l’avesse trovata o se fosse arrivato qualche minuto dopo, lei non sarebbe qui ora”
 
Guardai di nuovo Takano, ma la sua espressione era illeggibile dal momento che i suoi capelli coprivano i suoi occhi. Mi girai verso il dottore vedendolo che usciva dalla stanza lasciandomi in un atmosfera pesante.  Rimanemmo così in silenzio, lui che mi teneva la mano guardando lontano da me, mentre attendevo che lui dicesse qualcosa.
 
Finalmente disse, “Sai perché hai avuto un emorragia interna?”
 
Il mio respiro si fermò e il mio sangue si congelò. Sapeva? Decisi di mentire.
 
“S-sinceramente non lo so. Forse troppo stress a lavoro…?”
 
“Mi hanno detto perché. Era un possibile effetto collaterale delle medicazioni. Ma non mia hanno detto che perché tu prendi medicine.”
 
Improvvisamente mi ricordai le parole del dott. Yukue di parecchio tempo fa quando mi prescrisse le medicine per l’ebola. Mi disse degli effetti collaterali e che l’emorragia interna era uno dei più frequenti. Mi aveva detto di stare attento. Se avevo dolori improvvisi o se vomitavo sangue, dovevo filare dritto in ospedale. Penso di averlo dimenticato perché dovevo morire a prescindere, quindi perché importava?
 
“Quindi, perché?” finalmente mi guardò, dritto negli occhi. Vidi tristezza, paura, e delusione nei suoi occhi. Era deluso perché gli avevo mentito, non dicendogli di essere malato. Il mio cuore era in un blocco di ghiaccio mentre lo guardavo. I suoi occhi color ambra scavavano i miei verdi e io ero senza parole. Cosa dovevo dire?
 
Non posso dirglielo, non potrei dirglielo. Entrambi i nostri cuori si sarebbero spezzati e io non sarei più l’unico a soffrire. Non sapevo nemmeno come avrebbe reagito se glielo avessi detto. Mi avrebbe lasciato? Sarebbe stato così angosciante stare accanto a me, così mi lascerebbe solo? Ero rimasto sveglio, innumerevoli volte, fissando il muro e chiedendomi queste cose. Non mi avrebbe più amato, dal momento che stava per perdermi a prescindere? Non potevo sopportare la perdita. Non era giusto. Perché? Perché io? Perché non posso essere felice per una volta?
 
Ma lui meritava di saperlo. Mi aveva salvato la vita. Se mi avesse lasciato, non importava. Che cosa ho da perdere? Sto per morire nel giro di un anno, quindi non perderei né guadagnerei nulla. Lo amo, lo amo più di qualsiasi altra cosa. Lui dice di amarmi più di qualsiasi altra cosa, quindi non dovrebbe amarmi anche se lo sapesse? Ma sapevo che non potevo attendere fino al giorno della mia morte. Lo avrebbe dovuto sapere prima o poi. Se tu stessi morendo, lo diresti alla persona che ami?
 
Avevo capito che era la cosa giusta da fare. Doveva esserlo. Poi avremmo potuto affrontare la cosa insieme e io non sarei stato più solo. Mi avrebbe seguito nell’oscurità. Mi avrebbe aiutato, pianto con me, amato con me. Capii che ero rimasto solo per tutto questo tempo solo per colpa mia. Non volevo dirglielo perché ero egoista. Non volevo essere ferito, ma immaginavo il dolore che avrebbe provato se non lo avesse saputo. Che cosa farei se fosse Takano a morire? Lo vorrei sapere, ovviamente. E mi resi conto che la paura era il cuore del mio amore*.
 
“Perché ho l’ebola” mi uscii  prima che potessi fermarlo. Ma lui mi guardò confuso. Ovviamente non poteva sapere cosa fosse, era rara.
 
“Ho l’ebola. È una malattia rara ed incurabile. Una malattia incurabile che mi ucciderà” sembravo così rilassato mentre lo dicevo. Sgranò gli occhi quando sentì che era incurabile. Ma lo sentì ansimare brevemente quando dissi che mi avrebbe ucciso. Rimase a fissarmi e io fissavo lui. Stringeva la ringhiera del letto così strettamente che le sue nocche divennero bianche e le sue mani tremavano. Non parlò nessuno dei due, per un tempo che sembrava ore. Stavamo aspettando che digerisse la rivelazione. Smisi di fissarlo e mi portai le ginocchia al petto, circondando le gambe con le braccia e inizia a fissare le mie ginocchia. Lo sentii prendere un ampio respiro. A malapena lo udii quando sussurrò.
 
“Quanto?”
 
Sapevo cosa intendeva, ma non potevo rispondergli. Qualche lacrima cadde sul lenzuolo che copriva le mie ginocchia e sospirai tremando. Provai ad ingoiare, ma avevo un groppo in gola.
 
“Un…Un anno.”
 
“…Perché non me l’hai detto?”
 
Mi raggomitolai un po’. Mi sentivo incredibilmente piccolo e debole. Provavo dolore e disperazione. Si sentiva allo stesso modo? Mormorai silenziosamente, non penso mi abbia sentito.
 
“…Perché… ti amo.”
 
“Cosa?”
 
“Perché ti amo” disse più forte, alzando lo sguardo. Le lacrime scendevano libere ora; giù sulle mie guance poi la mandibola e la gola, fino alle lenzuola. Notai delle lacrime agli angoli degli occhi di Takano, e questo mi fece iniziare a singhiozzare. Singhiozzavo lentamente, respirando pesantemente. Mi portai le mani alla bocca e piansi.
 
“Perché ti amo! Non te l’ho detto perché non volevo ferirti più, perché ti amo! Ti amo, ti amo, ti amo!” ero un rottame. Stavo crollando difronte a Takano, facendo uscire ciò che era stato rinchiuso dentro me per troppo tempo. Non sapevo più nemmeno cosa stessi dicendo. Ero sicuro che stava morendo dentro, anche lui con la voglia di urlare e piangere. Ma lui rimase lì in piedi scioccato, guardandomi crollare. Mi raggiunse e mi abbracciò. Mi strinse di nuovo mentre io piangevo e singhiozzavo nel suo orecchio, stringendo la sua camicia. Sembrava un dejà vu mentre mi aggrappavo a lui come un cucciolo di scimmia, piangendo.
 
Sentii solo un rantolo uscire dalla sua bocca, ma fu un suono che avrei ricordato per sempre.


Link autrice: https://www.fanfiction.net/u/4769369/prettypunk369
Link settimo capitolo:https://www.fanfiction.net/s/9801745/7/Fear-Is-The-Heart-of-Love
Link traduttrice:http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=679553
Note della traduttrice: 
Salve a tutti, è da parecchio che non aggiorno e chiedo scusa ^^' Purtroppo si sta avvicinando sempre più pericolosamente la scuola e il tempo libero non è più quello che avevo prima :(
Gli aggiornamenti saranno più lenti d'ora in poi, ma farò il possibile per non far pasare troppo tempo :)
Be' Ritsu è sopravvissuto e finalmente ha detto a Takano la verità. La prima parte è stata molto emozionante, quando la lessi piansi :'(
Mi dispiace tantissimo per Takano, non oso immaginare cosa si possa provare a sapere una cosa del genere.
A proposito, l'autrice ha postato finalmente gli utlimi capitoli, vi avviso iniziate a comprare i fazzoletti, vi serviranno...
Ma per arrivare all'ultimo capitolo (sono 21 in tutto) a noi manca ancora un bel po', quindi godiamoci questa fantastica storia :D
* la paura è il cuore dell'amore: è il titolo della fanfiction ma questa frase è anche apparsa in questo capitolo quindi non capendo bene cosa volesse dire, mi sono messa a cercare cosa volesse significare. A quanto mi dice google, sarebbe un riferimento alla cristianità in quanto chi ha timore di Dio, lo ama.
Quindi in teoria anche l'amore di Ritsu si fonda sulla paura (ha paura di parlare della malattia, di ammettere i suoi sentimenti, di essere abbandonato ecc.)
Almeno così l'ho interpretata io XD Magari chiederò direttamente all'autrice cosa volesse intendere.
Come al solito ringrazio chi recensisce/preferisce/segue/ricorda ^_^
Ricordate di lasciare una recensioncia :3
A presto :)
   
 
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