Scarlett si allontanò, nascosta nell’ombra della notte. Era sola, non c’era anima viva in giro: l'unico suono che tradiva la sua presenza era il rumore dei passi affrettati sul cemento. Qualche cane rabbioso abbaiava, rinchiuso dietro a un cancello. La luna rifletteva la sua pallida luce sulle strade semibuie. In lontananza si udiva il rumore delle macchine che scorrevano nel traffico cittadino. Scarlett tremava, terrorizzata dal suo stesso respiro. Si girò: due occhi verdi la fissarono nell'oscurità. Una mano le afferrò un braccio e la trascinò di peso dietro una porta socchiusa di legno rovinato.
Sam correva a perdifiato: ispira, espira, ispira, espira. Un passo dopo l’altro, fuggiva dalla sua stessa vita, priva di senso e piena di ricordi. Aveva il fiatone, ma ogni passo era una conquista verso quel futuro in cui sperava da anni. Era stufo di aspettare. Lo scorrere dei giorni, uno dopo l’altro, monotoni, assurdi, privi di vita, lo logorava. Il grigiore lo stava uccidendo, la sua intera esistenza era un disperato grido in cerca di aiuto. Era talmente schiacciato dalle menzogne e dalle ipocrisie che respirava per miracolo.