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Autore: Chiyume    15/09/2014    5 recensioni
Naruto scopre che si possono fare cose molto interessanti a un certo Uchiha con una bambolina vudù... Narusasunaru. Verso la fine della storia il rating salirà a rosso
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: Lime, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Naruto era seduto sul suo letto, le gambe incrociate al modo indiano.

Il libro nero era poggiato sul suo ventre, aperto sulla pagina in cui si parlava del jutsu Vudù. Tutt’intorno a lui giacevano sparsi sul letto quattro oggetti, ciascuno di essi rigorosamente separato dagli altri e classificato a seconda della sua funzione. Il biondino si chinò sul libro e fece scorrere l’indice sulla lista degli oggetti necessari per attuare il jutsu, alzando lo sguardo solo per segnare le cose a sua disposizione su di una lista mentale.

Oggetto n.ro 1 - il Medium

Il medium è il centro, o corpo fisico, della bambola Vudù usata per mettere in atto il jutsu. L’oggetto in questione deve avere una forte connessione con l’esecutore del jutsu sia mentale che spirituale, poiché questo garantisce, insieme all’utilizzo del chakra, un perfetto controllo sul jutsu. Inoltre, in questo modo la bambola può essere usata solo dall’esecutore, prevenendone così l’utilizzo da parte di altri che potrebbero casualmente entrarne in possesso. Nota anche che il Jutsu non può essere spezzato che dall’esecutore stesso.

Questa parte era stata piuttosto facile. Naruto lanciò uno sguardo in direzione del mini peluche che giaceva sul letto: l’aveva trovato in una bustina di plastica, nell’angolo più nascosto del suo armadio, dove teneva i vecchi giocattoli e le cose che non voleva buttar via. La sagoma del pupazzo era quella di un essere umano, un qualche cartone animato che ricordava vagamente, non più alto di una mano, e indossava una t-shirt blu e un paio di pantaloni neri. I capelli, di un castano chiaro, erano stati tinti da Naruto con un pennarello nero - perché, se si decide di fare una cosa, la si deve fare per bene!

Quindi, oggetto n.ro 1 – pronto.

Oggetto n.ro 2 – Il Corpo

L’oggetto per il corpo stabilisce la connessione tra l’esecutore e l’obiettivo del jutsu. Affinché il jutsu colpisca l’obiettivo desiderato, è necessario un pezzo del DNA di quest’ultimo. Si può utilizzare a tal fine del sangue, della pelle, una ciocca di capelli, ecc. Assicurarsi che il campione di DNA appartenga all’obiettivo, oppure il jutsu non funzionerà a dovere.

Naruto ridacchiò adocchiando la bustina di plastica contenente una ciocca di capelli corvini. All’inizio aveva creduto che sarebbe stato difficile ottenerla, e invece era stato più semplice del previsto….

 

-------flashback---------

Sasuke!”

Hn?”

Non muoverti!”

Sasuke aggrottò le sopracciglia.

Perchè no?” Chiese, leggermente annoiato. Normalmente, si sarebbe già voltato verso il biondo, ma c’era un non so che di strano nel tono di voce, che non riusciva a inquadrare, perciò decise di restare fermo. O almeno, fino a quando non scoprì a cosa fosse dovuto questo scatto improvviso .

Hai qualcosa nei capelli!”

Sasuke alzò svogliatamente una mano per scacciar via il qualcosa di cui l’idiota andava blaterando, ma la sua mano fu bruscamente bloccata prima di raggiungere la testa.

Fermo. Potrebbe morderti”.

Sasuke si irrigidì.

Che cos’è?” Chiese, in tono un po’ meno annoiato.

Non lo so. Un animale”.

Beh, che stai aspettando? Toglimelo di dosso.”

Aspetta. Non voglio spaventarlo”.

Sasuke udì il flebile suono di un kunai che veniva estratto dal suo fodero e fece scivolare le pupille nel tentativo di sbirciare cosa l’altro stesse combinando.

Se mi colpisci alla testa sei morto, dobe.”

Tch. Mai quanto lo saresti tu. Adesso stai fermo.”

Sasuke sentì la mano di Naruto sfiorargli gentilmente la nuca, e per un istante chiuse gli occhi, indeciso se sentirsi più nervoso per il kunai puntato contro il suo scalpo o per il fatto che il tocco della mano dell’altro non era affatto male…

Infine, dopo aver dato un leggero strattone ai suoi capelli, Naruto si scostò:

Fatto, tutto risolto.”

Allora, cos’era?”

Non ne ho idea. Ma non aveva per niente un bell’aspetto.”

Hn.”

Sasuke tornò a poggiarsi al tronco contro cui stava riposando e gettò indietro la testa chiudendo di nuovo gli occhi, perciò non gli fu possibile vedere il sorriso sornione del biondo mentre, non notato, insaccocciava cautamente qualcosa nella tasca posteriore.

-------Fine del flashback------------

Quindi, oggetto n.ro 2 – pronto.

 

Oggetto n.ro 3 – La Mente

La mente è rappresentata da un oggetto che appartiene all’obiettivo. La mente funge da connessione mentale tra la bambola e l’obiettivo, impedendo all’obiettivo di rompere facilmente il jutsu nel caso questo fosse scoperto. L’obiettivo deve avere una connessione mentale forte con l’oggetto in sé. Per l’efficacia e la stabilità del jutsu, è necessario che l’oggetto usato generi nell’obiettivo uno stato mentale di calma e armonia. Un oggetto che evochi sentimenti ripugnanti, come rabbia o tristezza, influiranno negativamente sull’intero jutsu.

Oggetto n.ro 4 – Lo Spirito

Contrariamente alla Mente, l’oggetto usato per lo spirito dovrà rappresentare i sentimenti e le emozioni più profonde dell’obbiettivo. Nota che anche questo oggetto deve essere di proprietà dell’obiettivo.

Ragazzi, il primo lo aveva quasi mandato al manicomio!

Prima di tutto, quale tipo di oggetto avrebbe mai potuto ispirare a Sasuke uno stato d’animo di pace?

All’inizio aveva pensato ad un kunai o qualcosa del genere, visto che l’Uchiha sembrava sempre farne mulinare uno attorno al dito quando era annoiato o pensava a qualcosa. Poi però aveva notato anche il modo in cui a volte lo lanciava a terra di fronte a lui con un movimento sferzante e crudele dei polsi, per poi riprenderlo e ripetere il gesto con un luccichio malvagio negli occhi. Così il kunai rappresentava, ovviamente, tanto i buoni quanto i cattivi sentimenti.

Non andava.

E poi, naturalmente, c’era l’hitaiate. Naruto ricordava come Sasuke lo aveva ottenuto quando le sue azioni da ninja traditore erano state cancellate dalla sua fedina. Era rimasto seduto fino al tramonto sui gradini della scala della torre dell’hokage, limitandosi a fissare l’oggetto con uno strano sorriso sulle labbra.

Ma, suvvia, come se Naruto sarebbe stato capace di rubare…. ehm, no di prendere in prestito proprio quello! Aveva osservato, pedinato, spiato, e dopo quasi una settimana di tallonamento costante, lo aveva trovato. Ed era rimasto di stucco. Non avrebbe mai creduto che si trattasse di qualcosa di tanto semplice.

Di così evidente.

Lo aveva avuto sotto il suo naso per tutto il tempo!

Da quando Sasuke era tornato al villaggio si era sistemato in un edificio nella parte sud est di Konoha, non nel quartiere degli Uchiha, ma poco lontano.

Era una dimora piccola, semplice, più simile ad un modesto cottage che ad una casa, ma il giardino…

Il giardino era stupefacente!

Non c’erano aree coltivate a fiori, sculture, o altre cose che potessero indicare che era stato progettato e coltivato da esseri umani. Era selvatico, incolto, lasciato a se stesso e al suo proprio capriccio. Un getto d’acqua sbucava fuori da un cumulo di pietre nella parte superiore del giardino, producendo una piccola cascata e cadendo a formare una pozza, che a sua volta sfociava in un ruscello che serpeggiava nel mezzo della piccola giungla.

C’erano fiori ovunque: lunghe strisce di clematidi rosse ondeggiavano al vento attorno ai bassi cespugli e agli alberi che vi crescevano, e si intravedevano, sparse qua e là sul terreno, delle macchie di lillà e altri fiori di un azzurrino pallido.

Era come se una porta per il paradiso stesso si fosse aperta e poi richiusa, lasciandosi dietro una parte di sé. L’unico spazio che dava segno di essere stato modificato era quello attorno al piccolo portico sul retro della casa, che dominava l’intero paesaggio. Per circa cinque piedi l’area attorno ad esso era stata riempita con piccole pietruzze bianche che l’acqua sorgiva dei fiumi sulle montagne aveva lentamente arrotondato e perfettamente levigato, in modo da creare un piccolo sentiero che conduceva alla parte anteriore della casa.

Nonostante l’umiltà della sua residenza, Sasuke era l’unico erede del clan Uchiha. Un clan che ancora era annoverato tra i più ricchi del Paese del Fuoco. Se voleva spendere un mucchio di soldi per procurarsi quelle pietruzze raccolte a mano e farle trasportare fino alla sua residenza, nulla poteva fermarlo. E il peggio era che gli restava abbastanza denaro da fare la stessa cosa altre centinaia di volte.

Ma il punto importante era che ogni notte Sasuke sedeva sul margine del portico e guardava lontano, oltre il giardino, perso nei suoi pensieri. E poi, a un certo punto, come se fosse stato caricato a molla, si chinava all’improvviso per afferrare un pugno di pietruzze, per poi farle di nuovo cadere a terra lentamente, una per una, fino a quando non gliene restava che una in mano. Quindi si distendeva sulla schiena e fissava il cielo, e rotolando la pietra nel palmo della mano lentamente scivolava nel sonno.

Non dormiva mai a lungo, ma dormiva.

Ogni volta.

Naruto diede un’occhiata alla solitaria pietruzza bianca che giaceva sul suo letto. Sembrava fatta di quarzo, piccola, adornata da sottili strisce argentate che si spandevano lungo la superficie lattea come fili di ragnatela. Aveva atteso fino a quando Sasuke non si era svegliato ed era rientrato in casa, e poi si era intrufolato nel giardino. Aveva visto il compagno dai capelli corvini gettare di nuovo a terra il sassolino, ma sapeva che sarebbe stato in grado di riconoscerlo: era leggermente più largo degli altri, e la patina argentata che aveva attorno lo rendeva facilmente riconoscibile in quella massa bianca.

Oggetto n.ro 3 – pronto!

L’ultimo oggetto era stato praticamente regalato.

Raccolse il piccolo ventaglio di carta con la decorazione bianca e rossa e lo agitò leggermente. Non era grande, non più del palmo della sua mano, come se fosse appartenuto ad un bambino.

Questo lo aveva prelevato dalla camera di Sasuke quando il Jonin si era allontanato per allenarsi: giaceva in fondo all’armadio.

Si, Naruto aveva, di fatto, guardato dentro l’armadio di Sasuke, poiché era nell’armadio che Naruto conservava tutti gli effetti personali che non voleva mostrare agli estranei. Era rinchiuso in una scatola che sembrava non essere stata aperta da mesi, forse anni. Guardando il retro del ventaglio aveva letto, in una minuta, elegante grafia:

“Buon Anno Nuovo, Otouto”.

Il pensiero che Sasuke conservasse il regalo di suo fratello ancora dopo tanti anni, e dopo tutto quello che era accaduto, gli fece dubitare se gli fosse lecito usarlo oppure no. Ma cominciava a sentirsi un pò a disagio in casa altrui, e il pensiero che Sasuke potesse rientrare da un momento all’altro non smetteva di ronzargli per la testa.

Perciò alla fine lo aveva preso!

No!

Preso in prestito.

Lui lo aveva preso in prestito!

Aveva intenzione di restituire ogni singolo oggetto una volta che il suo piccolo scherzo fosse terminato. Questo significava che non li aveva rubati né sottratti. Li aveva presi in prestito.

Ricollocò velocemente il ventaglio sul letto e tornò al libro sul suo grembo.

Oggetto n.ro 4 – pronto!

Continuò a leggere l’ultima parte del testo.

Sigilli

Pecora (umiltà), topo (abilità nel furto), serpente (pazienza per colpire a sorpresa), cavallo (equilibrio), tigre (determinazione).

Guardò di nuovo gli oggetti. Il libro diceva chiaramente che il potere di controllare e direzionare il chakra era di secondaria importanza rispetto all’abilità nel non farsi notare e alla pazienza nel mettere in atto il jutsu, e ora capiva perché: procurarsi queste cose era stato impegnativo, e gli erano occorse quasi due settimane. Non voleva pensare a quanto potesse essere difficile applicare il jutsu su di un nemico che si aspettava di essere attaccato.

Prese in mano la bambola e la guardo, poi gli si disegnò in faccia un ghigno.

Oh, avrebbe dato una lezione a quel bastardo presuntuoso, eccome…

Legò un piccolo pezzo di corda attorno alla vita del pupazzo a mò di cintura, quindi ricavò un sacchetto da un pezzo di stoffa e un altro tratto di corda e ve lo attaccò. All’inizio aveva pensato di incollare semplicemente il ventaglio alla “cintura”, ma poiché aveva paura di perderlo, aveva assicurato anch’esso con un pezzo di corda.

Non gli ci volle molto tempo, cosa che lo rese felice. Voleva provare il jutsu il più presto possibile, ma continuava a ripetersi che doveva mantenersi calmo e paziente, o l’intero jutsu sarebbe andato in fumo.

Tolse il libro dal grembo e vi ripose la bambolina. Poi inalò profondamente, concentrando tutto il suo chakra sulle punte delle dita, come raccomandato nel libro, e poi tracciò i sigilli esatti con un movimento veloce e fluido; infine afferrò risolutamente la bambolina con entrambe le mani e forzò il suo chakra nel giocattolo inanimato.

Onestamente, si era aspettato un effetto di un qualche tipo: un boato, una luce intensa, uno sbuffo di fumo, una trasformazione…. Ma la bambolina aveva lo stesso innocuo aspetto di sempre.

La scrollò leggermente, quasi desiderando che gli desse una scossa o qualcosa del genere, ma non accadde nulla.

Non aveva funzionato?

Magari aveva usato gli oggetti sbagliati?

Sopirò e abbassò le spalle. Guardò la figura nel libro aperto ed emerse in lui un sottile filo di speranza: a dirla tutta, neanche quella bambola sembrava niente di speciale. Forse era proprio questo il punto? Guardò la bambola tra le sue mani e poi si alzò dal letto, dirigendosi verso la porta. Trasformazione o no, poteva sempre fare un tentativo….

   
 
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