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Autore: Nazori chan    15/09/2014    4 recensioni
Una normale ragazza pacifista, costretta ad andare dallo psicologo per il suo comportamento violento e scatenato.
E non c'è niente di meglio di un diario per ripercorrere la sua vita e analizzare cosa l'ha portata su quell'appiccicoso lettino di pelle.
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro diario,
Tanto caro non mi sei, partiamo da questo punto.
Ma.
Lo psicologo dice che devo armeggiarti. Perché lo psicologo?
Non so, io mi trovo perfettamente normale. Lui (è un lui, anche abbastanza figo. Tutto ciò che mi serve sapere per andarci.) dice che per arrivare alla fonte dei miei problemi (lunatica scatenata fuori controllo, o almeno così dicono) devo scrivere tutte le esperienze di maggior rilievo della mia vita. Che mica sono tante…
 
-Seconda media, giorno imprecisato di anno che non ho voglia di contare
Giuro, non è stata colpa mia.
Il dito di A. non l’ho rotto io.
Ti racconto cosa è successo: cazzeggiavo. Chi non lo fa a scuola? La scuola è noiosa!
Dunque, cazzeggiavo allegramente con A. e F., i miei due eterni compagni di banco di quando andavo ancora alle medie (bei tempi quelli). Banco a tre, isolati dal resto della classe.
Mi consideravano pericolosa già allora, ho riflettuto.
Comunque, non è stata colpa mia. È stato F. che mi ha fatto perdere l’equilibrio. E io non volevo mica cadere dalla sedia e rompermi la testa. Non è stata colpa mia, quindi. Il dito di A. era semplicemente la cosa più vicina a cui potessi aggrapparmi.
Se poi gliel’ho rotto, è stato solo un incidente involontario.
 
Non è tanto di rilievo, immagino. Ma lo psico-figo ha specificato di aggiungere tutte le passate violenze. E io lo faccio. Non sarà certo una lunga lista, comunque.
 
-seconda media, giorno imprecisato di anno che non ricordo.
Mettiamo in chiaro prima di tutto che non è stata nemmeno qui colpa mia.
La colpa ce l’ha chi ha inventato gli scii, al massimo.
Ero in gita a sciare con la scuola. Carino davvero, anche se la mia bravura era paragonabile a quella di un infermo. Non che io sia inferma, ovvio; sono semplicemente così pigra che i miei muscoli non reggono uno sforzo che va oltre quello di alzarsi dal letto la mattina. Ed è impressionante che io riesca ad alzarmi dal letto la mattina.
Comunque, dilago troppo. Giuro che c’era un sasso, da qualche parte tra la neve. Sì, esatto, doveva proprio esserci un sasso.
Altrimenti non avrei perso il controllo degli scii. E non sarei caduta col sedere sulla parte posteriore dei suddetti. E non sarei scesa da quel pendio inclinato a 90° gradi alla velocità di Beep Beep.
E se tutto ciò, di cui io non sono minimamente colpevole, non fosse successo, non ci sarebbe stato quell’incidente.
Mica l’ho investita di proposito la signora!
Cosa sono, una palla da bowling per caso?
Se poi quella si è rotta la gamba non ci posso far niente.
Dovrebbe esserci una regola scritta secondo cui è vietato sostare come un pupazzo di neve in mezzo ad una pista. Dovrebbe davvero. Quindi non è colpa mia, ad esclusione.
 
Quinta elementare- anni fa, so solo questo
Okay, forse qui ho un po’ di colpa.
Ma comincio col dire che non sono stata io a cominciare la rissa. E a far notare che la maestra stava bellatamente fumando fuori mentre io massacravo di botte la mia migliore amica.
Esatto, migliore amica. Lo siamo ancora, se è quello che lo psicologo vuole sapere.
È naturale picchiarsi quando ci si vuole un bene dell’anima, no?
Oltretutto è stata lei a versarmi l’inchiostro della penna in faccia per prima.
Se poi le ho dato un pugno nello stomaco è stato solo per difesa, nel caso volesse ritentare di avvelenarmi subdolamente con l’inchiostro. Solo dopo ho scoperto che l’inchiostro in bocca non uccide, anche se quando la penna mi è scoppiata tra i denti ho cominciato a strillare di volere la lavanda gastrica (ehi, avevo tipo dieci anni, è capitato a tutti, no?).
E se poi da lì ne è nata una rissa non è certo tutta colpa mia. Anche lei mi ha picchiato. Il fatto che sia stata lei a perderci un dente non c’entra niente, sono di costituzione dura.
 
Terza media- gita scolastica
Lo giuro: questa volta l’unica ferita sono stata io.
È andata più o meno così;
Ho fatto uno scherzo ad una delle mie compagne di stanza. Chi non lo fa, dopotutto?
E poi avevo due complici, mettiamo in chiaro questo. Eravamo un trio malvagio, non agisco sempre come rompiscatole solitaria.
Io ho fatto un innocente scherzo a R., quello con dentifricio, crema idratante e bagnoschiuma su una mano. E poi le ho fatto il solletico al naso. Non potevo certo sapere che lei si sarebbe passata quella stessa mano tra i capelli prima di grattarsi.
Ci tengo a far notare che io non mi sono difesa. Ho lasciato che mi mordesse dandole solo un innocente calcio per allontanarla dal mio morso alla Dracula sulla mano. Mi sono persino lasciata chiudere fuori al balcone. Se poi per rientrare sono scesa dal balcone è stato per necessità.
Avevo freddo, miseriaccia. C’erano sedici gradi del cavolo e io portavo il pigiama! Non l’ho certo scelto io di partire a marzo!
E poi non sono nemmeno caduta. La professoressa ha esagerato con l’attacco di panico.
Aggiungo anche che non sono riuscita a rientrare nell’hotel. Non potevo certo passare per la reception indossando il pigiama arancione!
Quindi non è nemmeno colpa mia se sono finita a fare il bagno con quei simpatici ragazzi. Non ho accettato il loro alcool, chiariamo anche questo.
Lasciamelo dire, diario rompiscatole, il bagno di notte con dei fighi pazzeschi liceali quando sei in gita scolastica è il massimo.
 
.
.
Ho qualche altro avvenimento da aggiungere. Solo qualcuno.
Sono una brava ragazza, io.
Ma, ti avvero diario rompiscatole, non ci sono tanti avvenimenti violenti nella mia vita.
Sono tranquilla e pacifista.
Ce n’è (o ce ne sono?) solo qualcun altro.

Come quella volta che feci lo shampoo a mio fratello minore nel wc. Errore suo comunque, stava facendo lo sciopero della doccia e cominciava a puzzare. Io l’ho solo aiutato a velocizzare la familiarizzazione con il bagno.

E quella volta in cui gettai la carta igienica e la varichina nel giardino del vicino. Anche quella volta non è stata colpa mia, quel tipo era un disgraziato festaiolo e io volevo semplicemente dormire. E non sapevo fosse in giardino quel giorno. Altrimenti avrei preso meglio la mira, e invece di buttargli la varichina in faccia l’avrei centrato con un pannolino. Sporco. E non mio ovviamente, avevo comunque una certa età. Ma almeno non con la varichina. Non voglio morti sulla coscienza, odio la violenza.


 
Ti scriverò presto.
E ti porterò a leggere allo psicologo, ovviamente dopo aver cancellato la parte in cui dico che è estremamente figo.



ANGOLINO DELL'AUTICE TOTALMENTE IMPAZZITA
yoh.
Perchè ho pubblicato questa stupidissima fic-diario e sto qui ad uccidervi la salute?
Boh.
Mi è semplicemente passato per la testa (bacata) che sarebbe stato un bel passatempo riscrivere in chiave comica qualcuna delle mie esperienze passate.
Non sono in cura dallo psicologo, sia chiaro.
Anche se dovrei.
Sarebbe figoso avere al collo un cartellino con scritto 'soggetto pericoloso' °u°
Sì, vabbè...
mi piacerebbe scrivere qualche altro avvenimento (sono abbastanza noiosi in realtà, niente rapine o scene da film o storie appassionanti), tanto perchè ci sto prendendo gusto a lasciare desolazione dietro di me. Non fa molto bene leggere ciò che scrivo, è evidente. Pedita della vista e ictus sono tra i vari effetti causati.
Quindi, a menochè qualcuno non mi segnali a qualche task force anti terrorismo o all'FB, tornerò di nuovo con stupide note di diario.
Baci,
Nazori chan

 
  
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